Perchè il laboratorio di stampa dovrebbe aumentare il suo lavoro e convertire il file in jpeg?
Comunque per stampe ordinarie… 10×15 o 13×18 non ti accorgi di nulla. Forse A4 (mah… boh?) grandi formati… A3+ è probabile ma non ne sono sicuro, dipende da troppi fattori e per formati superiori lo stampatore manco te lo chiede il jpeg, da per scontato che gli porti il TIFF.
Quando parlo di molti fattori, mi riferisco al tipo di post, al tipo di carta (matta, semigloss, gloss per non parlare delle carte partricolari e museum), bianco e nero o colore. Insomma ci sono così tante variabili da tenere in considerazione che solo un occhio esperto le nota. Perfino la stampante usata e il tipo di colori (originali/concorrenza e aftermarket migliori degli originali ma costosi).
Credimi, è un mondo a se e distante da quello fotografico. Io stampo in casa con stampanti A3+, ma il workflow non va dalla sola calibrazione del monitor alla calibrazione della stampante, tutto il file deve essere post prodotto sapendo fin da subito cosa vuoi ottenere. Che tipo di carta vorrai utilizzare (e lì.. vai di calibrazione per la carta) e di simulazioni con Lr per verificarne che il file sia come lo vuoi per poi scoprire che che non avrai mai corrispondenze perfette al 100%… fino ad arrivare al vetro da apporre sulla foto se esposta (vetro si/vetro no?) alle luci che la illumineranno…. Già, le luci che illuminano la foto e le relative dominanti che ne nasceranno dalla sola esposizione e al bianco della carta che sicuramente sarà diverso dal bianco del monitor. Perfino la luce incidente sul monitor turberà il sul risulto finale. Ci sono laboratori che usano luci di cui conoscono perfettamente la temperatura colore d’illuminazione degli ambienti.
Detto questo… o ti AMMALI come me, e la cosa non è bella, o affidati ad un laboratorio serio e vedrai che il risultato sarà soddisfacente e conforme alle tue esigenze