mi sono accorto che lo scritto mi è uscito forse un po’ troppo aggressivo, anche se non era l’idea: il problema è che a volte mentre sto scrivendo iniziano a interrompermi e finisco con il dedicare meno attenzione di quello che vorrei.
non sto sminuendo o criticando l’uso dell’esposimetro da parte dei fotografi, come sembrava dal paragone con i piloti. Il succo era che i piloti continuano ad utilizzare un sistema di unità di misura apparentemente strano per il semplice fatto che, usando questo, sono in grado di calcolare a mente in modo praticamente istantaneo e spontaneo tutto quello che gli serve per la navigazione, dai ratei di discesa, alle autonomie ecc.
Allo stesso modo, un bravo fotografo è in grado, usando il concetto di esposizione, di predisporre la macchina affinchè faccia entrare la luce corretta per la foto che ha in mente. In entrambi i casi, il risultato è ottenuto.
La mia era una considerazione che doveva essere più oggettiva che soggettiva.
Un cambio di concezione di quello che genericamente chiamiamo “esposizione”. Anche se poi il risultato finale rimane quello: definire i 3 parametri che la macchina usa per regolare la quantità di informazioni che il sensore registra: apertura e tempo per determinare la quantità fisica di luce che entra, e amplificazione per determinare come memorizzare il segnale in uscita dalle celle del sensore.
Posso farlo in 2 modi: quello tradizionale, usando un apparato diverso rispetto a quello che poi raccoglierà effettivamente la luce (esposimetro)…e questo sistema funziona benissimo sia in caso di pellicola, sia anche in caso di sensore.
Oppure leggendo direttamente le informazioni che sta registrando il sensore in tempo reale.
Nel caso di foto “semplici”, ossia composte da un’unica esposizione e non soggette poi a PP, evidentemente se fatte bene daranno lo stesso risultato.
Ma se comincio a voler poi elaborare l’immagine in PP, il sistema ad istogramma permette ottimizzazioni impossibili da ottenere, se non per caso, con l’uso dell’esposimetro. A maggior ragione se lo scopo è scattare immagini da unire in hdr.
Per certi versi, è un po’ come passare da usare un esposimetro a luce incidente oppure lo spot integrato nella macchina. Evidentemente anche con il primo, bene o male, riesco a regolare l’esposizione, ma il livello di precisione e di analisi della scena che posso fare con il secondo non è raggiungibile. Anche se poi può essere che entrambi diano come risultato di regolare la macchina sulla la stessa terna di valori di esposizione. Ma è un caso