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Canon EF 85 f 1.8 oppure EF-L 85 f 1.2 ????

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  • #1513408
    Linus
    Partecipante

    Belli entrambi, ma la versione 1.2 è quella che “stacca” meglio il soggetto dallo sfondo, fornendo buona qualità anche a diaframmi aperti (modifico il post perchè quanto scritto prima era fuori tema)

    #1513424
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da Linus: Salvo specifiche applicazioni (sport, natura) lo zoom non dovrebbe indurre alla stasi il fotografo.

    Concordo. Uno dei grandi segreti della fotografia è appunto quello di muoversi intorno al soggetto, cercando l’inquadratura più interessante nel significato e nella forma; ma anche il miglior rapporto tra il soggetto e lo sfondo. Lo scopo dello zoom dovrebbe essere “solo” quello di fotografare senza cambiare ottica, oppure di fotografare quello che non è “avvicinabile”. Ma la ricerca dell’aspetto migliore del soggetto dovrebbe sempre essere primaria. Invece lo zomm viene spesso utilizzato per fotografare in modo statico, senza entrare in rapporto con la scena; senza spostarsi, senza avvicinarsi, senza girarle intorno. Il fotografo, invece, a mio modesto parere, deve avere “faccia”, coraggio, iniziativa. Egli deve entrare nella scena (con l’accortezza di non contaminarla). Il grande Bob Capa diceva che “se una foto non è significativa vuol dire che non ti sei avvicinato abbastanza”. Nello suo sbarco insieme ai Marines ad Omaha beach, Bob si ritrovò sotto il tiro delle mitragliatrici, come gli stessi marines. Fu preso da uno shoc talmente forte che ad un certo punto si alzò incurante delle pallottole, si voltò, e tornò indietro come un automa. Per fortuna fu visto ed intercettato dai soldati infermieri che lo riportarono sulla nave. In tutte le campagne di guerra egli era sempre in prima fila, tra i soldati. Ed usava preferibilmente il 35mm. Se uno di alcuni nostri colleghi fosse al suo posto sicuramente fotograferebbe con un 1.200 mm + 2X + 1,4X, comodamente seduto sul ponte della nave di supporto. 😀 😀 😀 Se osservate le foto di Cartier Bresson, un altro grandissimo reporter, vi accorgerete che ha sempre usato focali molto corte: soprattutto il 35mm. Il tele credo proprio che non l’avesse. Entrare nella scena significa avere una prospettiva molto particolare. All’osservatore della foto pare di trovarsi anch’esso tra gli attori, tra i soggetti della scena. Il 35mm crea una prospettiva avvolgente. I personaggi paiono trovarsi quasi intorno a te. Quelli vicini sono più grandi, quelli appena più lontani sono più piccoli. Quindi “profondità” della scena. Il 35mm ha un altra importante caratteristica, molto utile nel reportage. La distanza tra l’apparecchio ed il soggetto corrisponde alla larghezza del campo inquadrato a quella distanza. Quindi se vuoi riprendere una scena correndo il minimo rischio di farti notare, basta misurare ad occhio la larghezza del campo che vuoi riprendere. Ti poni a “quella” distanza dal soggetto, regoli la messa a fuoco a mano, poi basta alzare l’apparecchio un attimo e… clic. Anche se ti dovessero notare, non penseranno mai che hai già scattato in quel breve tempo. Ma soprattutto non hai alterato la scena con la tua presenza. Osservate le foto parigine di Bresson. Moltissime sono scattate con quel sistema. Sta in mezzo ai soggetti: alle donne, ai barboni, ai macellai, ai carrettieri; ma nessuno ha perso la sua posizione.

    Ecco perchè ritengo che le ottiche fisse siano lo strumento migliore per imparare.

    Sono le ottiche migliori per imparare perchè costano meno, hanno qualità superiore agli zoom e perché ti concentri sulla composizione e sul soggetto, senza incertezze sull’ottica.

    Ciò detto, e riferendomi a fotocamera a pieno formato, i fissi che porterei con me sono: il 50/1.4 od il 35/1.4 il 24/1.4 ver II il 135/2 IS il 300/4 IS

    Io invece uso 20/2,8, 35/1,4, 85/1,8, 70-200/2,8 e il 24-85 (solo per foto di documentazione). Mi manca il 135/2. Tra il tuo 24 ed il 50 c’é un po’ troppa distanza “angolare”. Al 50 è meglio aggiungere il 28.

    Purtroppo la produzione di ottiche per APSC è chiaramente orientata verso gli zoom, talchè, salvo qualche caso, non si trovano “fissi” specifici, ma occorre adattare quelli del FF.

    Vero! Questo perché i fotoamatori in genere vogliono gli zoom, perché non conoscono e non sanno usare i fissi. E nessuno glielo inegna per un motivo commerciale 30 anni fa la gara tra le case fu imperniata sulla luminosità del 50mm. Allora era già esagerato ed oneroso avere un 135mm. I 50 mm avevano /2,8 di luminosità. Poi uscirono i /2, poi /1,8, poi /1,4, poi /1. Poi la Canon costruì il famoso /0,95. Ma per ottenere queste luminosità i costi dei “vetri” e della fabbricazione era onerosi. Un dilettante difficilmente poteva acquistare un /1,4. Quindi pensarono di gareggiare con gli zoom, sia dal punto di vista della lunghezza focale che della luminosità. Ma uno zoom ha uno schema ottico molto complesso ed è per forza soggetto a compromessi. Se privilegi l’estensione focale la luminosità e la correzione delle aberrazioni diviene problematica. Tra deformazioni a botte ed aloni, alle focali corte, e degradazione dell’immagine alle focali alte, il gioco non vale la candela. Invece i fissi sono più semplici; ormai calcolatissmi, correttissimi ed economici. Poi, con la regola dei “tre passi”, hai lo zoom a portata di mano! 😀 😀 😀 😀

    #1513664
    zed1976
    Partecipante

    Perfetto Antony ! A me inoltre capita quando monto un fisso di sentirmi in qualche maniera ‘purtroppo costretto’ a non poter cambiare focale e questo mi sprona a cercare altri punti di vista che a loro volta liberano pian piano la mia acerba creatività. A tutti gli effetti ho un asse in meno di ricerca della composizione (a parità di distanza dal soggetto), e questo mi permette di ragionare di più sulla scena. Concludo col pensiero che mi viene ogni volta che esco solo con un fisso, tipo 50mm o 35mm : “..e adesso son tutti ….. miei !!! ” 🙂

    #1513790
    Antony999
    Partecipante

    Io faccio la stessa cosa. 35mm e 85mm. Talvolta il 20mm, altre volte anche il 70-200 (ma più raramente). Quando vado a fotografare ho già in mente un tema da sviluppare. Non fotografo a caso, passando da un argomento all’altro. Quindi so già l’ottica che mi serve. Ho sempre con me il 35/1,4, che reputo fondamentale. L’altra ottica dipende da quello che devo fare. Se il soggetto è lontano, mi avvicino. Se è vicino, mi avvicino ancora di più. Giro intorno, salgo, scendo. Mi fermo ad osservare anche per diversi minuti la scena, con la massima attenzione al significato, all’evoluzione ed al movimento. Dopo una paio d’ore, sono praticamente sfinito dalla fatica fisica e dalla concentrazione mentale. Nel soggetto devo entrarci fisicamente e con la mente. Esso deve dirmi qualcosa: deve emozionarmi, incuriosirmi; deve stimolare la mia fantasia. La “documentazione” non mi interessa. Io fotografo sempre a tema. Col fine di utilizzare quelle immagini per una mostra. E di mostre che potrei fare ne ho diverse. Perché le mie immagini sono sempre legate l’una all’altra da un filo logico. Di tante immagini slegate l’una dall’altra non so che farne. Riempiono gli hard disk e difficilmente saranno utilizzate. Se non sono convinto, non scatto. Posso tornare a casa anche senza nessuno scatto, oppure con cento foto, quando capita l’occasione interessante.

    #1513796
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da Antony999: Il fotografo, invece, a mio modesto parere, deve avere “faccia”, coraggio, iniziativa. Egli deve entrare nella scena (con l’accortezza di non contaminarla).

    Concordo appieno, ma lancio anche un’altro spunto di riflessione. Questa faccia, che è indispensabile per muoversi in mezzo alla gente con disinvoltura, non si trova certo in omaggio nelle patatine, ma è anche dote personale: dico anche perché come tutte le doti umane può essere allenata e sviluppata, se ovviamente se ne ha voglia ed interesse. A titolo di esempio, nelle foto che ho scattato in questo giorno, in mezzo alla gente: forum_forum.asp?forum=14&section=123&post=318373&page=2 della foto N.8, mentre io mi ci sono piazzato davanti (con un po’ di timore, questo sia chiaro, ma con la consapevolezza che in caso di emergenza avrei saputo giocarmela con la favella). Non tutti quindi, per carattere o indole, possono essere portati a buttarsi nella scena, specie se vi sono persone, e preferiscono quindi uno stile fotografico più descrittivo o meno coinvolgente, sicuramente più consono al loro carattere di quel momento particolare della loro esistenza. Poi, si sa, crescendo (o invecchiando) si maturano interessi diversi, si acquisisce una sicurezza di sé che permette di rapportarsi agli altri in modo differente a quello che si faceva prima…..insomma è esperienza di vita, ed anche in questo caso la fotografia è un magnifico catalizzatore di sentimenti, che stimola intellettualmente come nessun altro passatempo 🙂

    #1513864
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Concordo appieno, ma lancio anche un’altro spunto di riflessione. Questa faccia, che è indispensabile per muoversi in mezzo alla gente con disinvoltura, non si trova certo in omaggio nelle patatine, ma è anche dote personale: dico anche perché come tutte le doti umane può essere allenata e sviluppata, se ovviamente se ne ha voglia ed interesse.

    Vero. Come tutti i timidi, ed io sono timido e riservato per natura, l’ho allenata nel tempo e con l’esercizio. Mi sono imposto di andare ogni volta un passo più avanti, fino a ritrovarmi proprio in mezzo alla gente. Prima un timido buongiorno, poi un commento sul tempo, fino a riuscire ad intavolare un discorso anche con chi non conosco. Molte persone soffrono la solitudine. Ed anche se sono diffidenti con gli sconosciuti, se non sei invadente ed inopportuno, se sei educato e gentile, in genere si riesce a scambiare qualche parola un po’ con tutti. Poi da cosa nasce cosa. Un complimento sui baffi, sulla pettinatura, sul vestito, sull’eleganza… fanno il resto. L’importante è non farsi mai scoprire a fotografare di nasconto. In quei casi si sentono defraudati. Meglio chiedere i permesso, magari anche dopo aver scattato l’immagine più importante. Anche perché la legge sulla privacy non consente di utilizzare immagini (in cui una persona sia prevalente nel significato della scena) senza la sua autorizzazione (ci vorrebbe la liberatoria scritta). Tanto vale chiedere il permesso subito. Prometto (e mantengo) una copia della foto e faccio sempre presente che probabilmente quell’immagine (certamente rispettosa della sua integrità fisica e morale) sarà utilizzata anche per una mostra. Alcuni si sentono lusingati di “andare in TV”. 😀 😀 Ovviamente ci sono i rifiuti. Se il soggetto è veramente interessante, provo a rassicurarlo sulle intenzioni e sul valore estetico della sua “immagine”, se è questo il problema che lo spinge al rifiuto. Altrimenti passo oltre. Ma le immagini più significative di solito sono quelle in mezzo alla folla, alla confusione di una manifestazione, quando la gente si sente anche più portata ad esporsi. Allora, alzando e mostrando l’apparecchio, lascio comprendere che sto per fotografarlo. Se mi fa cenno di si, allora scatto.

    ero uscito con un amico canoniano, proponendo per entrambi lo stesso tema, ossia le foto in mezzo alle gente. Orbene, l’amico è un ragazzo giovane e volenteroso, ma mentre io mi buttavo in mezzo alla gente con la faccia tosta di chi, con un pizzico di incoscienza, non teme ritorsioni o rimproveri dalle persone, lui era timido e timoroso, si allontanava dalle scene “pericolose”

    E’ capitato anche a me con un giovane amico novizio (che sicuramente leggerà queste righe, perché ci legge ancora in incognito). Prima dovevo spingerlo a farsi avanti. Ora devo fermarlo! “Guarda che quello ti mena!” 😀 😀 😀 Con l’esperienza si impara anche a prevedere un po’ i soggetti!

    Non tutti quindi, per carattere o indole, possono essere portati a buttarsi nella scena, specie se vi sono persone, e preferiscono quindi uno stile fotografico più descrittivo o meno coinvolgente, sicuramente più consono al loro carattere di quel momento particolare della loro esistenza.

    Anche questo è vero. Ma se vuoi fotografare in modo significativo devi diventare “un fotografo”, quindi imparare a superare certi timori. E’ nota la frase di Bob Capa: “se l’immagine non è significativa vuol dire che non ti sei avvicinato abbastanza”. Come si impara la tecnica, si deve imparare anche a prepararsi psicologicamente alle situazioni meno facili. Altrimenti la fotografia non è anche “scuola di vita”. Ti pare?

    Poi, si sa, crescendo (o invecchiando) si maturano interessi diversi, si acquisisce una sicurezza di sé che permette di rapportarsi agli altri in modo differente a quello che si faceva prima…..insomma è esperienza di vita, ed anche in questo caso la fotografia è un magnifico catalizzatore di sentimenti, che stimola intellettualmente come nessun altro passatempo 🙂

    Hai riassunto in breve quello su cui mi sarei dilungato per un’altra intera pagina del forum. 😀 😀

    #1513914
    zed1976
    Partecipante

    Beh, visto che ormai siamo OT, aggiungo che tutte queste ‘norme comportamentali’ chiaramente sono rivolte principalmente allo stile ‘street/reportage’,ma a volte, anche in queste situazioni, come si fanno a rispettare? Come posso in una scena superaffollata chiedere il permesso alla gente? Si scatta e basta. Il problema nasce,secondo me, quando il soggetto si sente ‘minacciato’ dall’obiettivo,dove capisce che è lui al centro della scena,in altre situazioni non avrei timori a scattare. Se c’è una manifestazione, di qualunque genere essa sia, penso che i manifestanti siano ben felici di essere immortalati, alla fine un ricordo è quello che vogliamo per noi,ed è quello che vogliono loro.

    #1514246
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da zed1976: Come posso in una scena superaffollata chiedere il permesso alla gente? Si scatta e basta.

    Comunque in una scena super affollata il diritto alla privacy individuale si affievolisce. A meno che non riprendi un gruppo di ballerine e ad una si vedono le mutande…

    Il problema nasce,secondo me, quando il soggetto si sente ‘minacciato’ dall’obiettivo,dove capisce che è lui al centro della scena,in altre situazioni non avrei timori a scattare.

    Proprio così. Se quella persona è prevalente nella scena, nel senso che è inquadrata in primissimo piano, allora ci vuole il consenso. A meno che non stia ballando in mezzo alla piazza. In quel caso, il fatto di essersi messo in mostra col ballo, elimina il problema della privacy.

    Se c’è una manifestazione, di qualunque genere essa sia, penso che i manifestanti siano ben felici di essere immortalati, alla fine un ricordo è quello che vogliamo per noi,ed è quello che vogliono loro.

    Certo. Ma in giro c’é anche gente strana. Ad evitare successive discussioni, cerco di coinvolgere i soggetti. Basta un gesto, un sorriso, e capisco che posso andare tranquillo.

    #1516205
    paolocan
    Partecipante

    Ciao Gormita e benvenuto nel forum, anche se non ho provato le due ottiche mi sento di quotare Antony999 sul discorso focali e distanze per ritratto. Nel pieno rispetto di tutte le opinioni, l’escursione focale di un’ottica da ritratto dovrebbe andare da 85 a 135 mm. Io, con la serie FD, usavo un 100 2,8, per un discorso di costi, c’era anche l’85 1,2L FD, ma non era così abbordabile anche allora! 🙂 Tutto ciò premesso, secondo me, dovresTi valutare l’acquisto anche in vista dell’APS-C, perché Ti ritroveresTi, a parte l’apertura, un 136 mm al limite dell’ottica ritrattistica! Sul formato ridotto io avevo provato un 50 1,4 che mi restituiva un 80 mm relativo, ma sono solo soluzioni soggettive. Comunque, se prendi l’l,2, mi piacerebbe vedere una foto scattata con la 40D, ciao, Paolo.

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