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Commentiamo gli scatti del “contrario e/o opposto”

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  • #1793527
    corsa46
    Partecipante

    Vorrei iniziare questo post con un preambolo che ho tratto dal commento che mi ha inviato fra65:

    [i]Il concetto di “opposto” o contrario è molto ricorrente nelle svariate forme di linguaggio, artistico, visivo, o più’ semplicemente verbale, e può trovare molte manifestazioni, ad esempio di forma e materia.
    La forma è definita e al tempo stesso, astratta (la geometria, la retta, il piano sono tutte forme astratte), mentre la materia è concreta (ad esempio in fotografia, la luce e il colore).
    Nell’immagine fotografica, oltre gli elementi estetici troviamo il linguaggio prettamente intellettuale, concettuale, che richiede l’uso della ragione per essere espresso, e/o compreso.

    In fotografia, poiché il risultato ottenuto è incorporeo (l’immagine non possiede una struttura) quando ci riferiamo alla materia e alla forma in genere, tendiamo a descrivere degli aspetti prettamente estetici, visivi, come ad esempio il colore (materia) che può essere puro o diluito e comporre una tavolozza di colori complementari, primari, secondari e terziari che possono esprimere un linguaggio compiuto, efficace e comprensibile.
    E’ noto che il colore tende a stimolare sensazioni recondite e in tutte le sue molteplici sfumature parla un linguaggio concreto composto da innumerevoli “contrari”, come i colori complementari, oppure, tanto per fare un esempio pertinente con la fotografia, la presenza e l’assenza di colore, o nello specifico, la forte tensione formata dai contrasti del bianco e del nero, l’uno l’opposto dell’altro, luce e buio, assenza e presenza assoluta, determinano un linguaggio che alcune scienze, in particolare la semiotica che studia l’efficacia del linguaggio, possono fornire un valido spunto di ricerca per il fotografo.
    Un esempio semplice di contrasto (contrario) di forma è una linea orizzontale che trova il suo contrario in una linea verticale.
    Al crescere della complessità degli elementi che compongono la scena, cresce anche la difficoltà da parte del fotografo di tenerli sotto controllo (composizione), per via delle innumerevoli varianti che si vengono a creare, per questo motivo in arte si tende all’essenziale, per trasmettere all’osservatore un messaggio possibilmente univoco.
    Una foto ricca di dettagli e particolari (in semiotica “significante”) può portare con sè una grande quantità di significati, preconizzando una grande quantità di “segni”, e di conseguenza può portare (l’osservatore) a molteplici interpretazioni.

    Oltre alla materia, anche la forma ha diversi punti in comune con il concetto di “opposto” e questi si possono rintracciare nelle forme geometriche pure, nelle associazioni di forme, ecc.
    Al di la degli aspetti estetici troviamo quelli concettuali che in sostanza sono formati dalle tracce presenti nell’immagine, imposte e volute dall’autore, che determinano la formazione di un “segno” che può essere (o non essere) compreso dall’osservatore.
    La fotografia è composta quasi esclusivamente da elementi estetici, nel momento in cui l’artista cerca di esprimere qualcosa di diverso, utilizzando una forma di linguaggio non solo estetica, per stimolare e invogliare ulteriormente l’osservatore, ricorrendo a una o più’ associazioni di forma o materia, a una quantità di segni, esso esprime un concetto e lo fà tramite il “referente” dell’immagine.
    Spesso gli elementi che connotano un’azione concettuale hanno una natura “opposta”.

    In un gioco come questo dov’è necessario esprimere il contrario e/o opposto di un’altra immagine, l’aspetto concettuale riveste una grande importanza, poiché il contrario può assumere dei connotati intellettuali che spesso nell’osservazione, anche critica, non è comune, in altri termini, la ricerca di un contrario forza l’autore e l’osservatore della foto a concettualizzare maggiormente gli elementi della scena. [/i]

    Foto 0 corsa46

    Come prima foto ho pensato di farne una che simboleggiasse il lancio di questa iniziativa e contenesse il maggior numero possibile, di contrari e/o opposti.
    Per questo è una foto a colori, scattata di notte, dal basso verso l’alto, con una figura umana maschile felice che lascia una lanterna bianca illuminata da un fuoco che sale nel cielo in modo leggero.

    h581659b.jpg

    #1793536
    corsa46
    Partecipante

    Foto 1 tigercris

    La chiave di lettura della foto è stata questa: leggerezza della lanterna, luce della lanterna, l’oggetto che sale nel cielo , il sogno di chi la lascia andare, senso di pace e serenità.
    Il mio contrario/opposto: Un muro a opporsi al cielo, la pesantezza della mazzetta e del muratore come contrario della leggerezza della lanterna, la gretta distruzione di oggetti contro la poesia del volo, la direzione degli oggetti, verso l’alto la lanterna e verso il basso la mazza e, da ultimo…. l’ombra sul muro a contrastare l’assenza di ombre nella notte profonda più nera del nero tipo….furia!

    1.jpg

    Foto 2 mirkuzzeio

    Ciao, queste sono le valutazioni che ho fatto sullo scatto precedente al mio e cosa ho cercato di sviluppare:
    bianco e nero … colore
    uomo … donna
    luce tenue … luce forte
    scatto “freddo” … scatto “caldo”
    immagine statica … immagine dinamica
    muro cemento … terra erba natura
    lavoro … divertimento
    sguardo giù … sguardo su
    con cappello … senza
    dorso nudo … vestita
    occhiali … senza

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    Foto 3 fra65

    La prima foto di Corsa apre un interessante ventaglio di prospettive, si avverte leggerezza, fuga, libertà, curiosità, mistero, ingegno.
    Nella successiva foto di Tigercris, direi esemplare, le coordinate concettuali aprono orizzonti ben definiti.
    Alla foto di Corsa viene contrapposta la solidità del muro, amovibile, segno di confine, chiusura, abbinando l’azione dell’uomo che con forza e determinazione cerca di infrangere qualcosa di non molto chiaro, a dire il vero, poiché lascia adito a diverse interpretazioni che in ogni caso contrastano con la foto di Corsa, dove l’azione dell’uomo, seppur consapevolmente, segue gli eventi naturali, mentre nella foto di Tigercris gli eventi sono forzati, artificiali, di chiara natura concettuale.
    La successiva foto è altrettanto esemplare perché nel vortice della giostra e nel lasciarsi trasportare dagli eventi della ragazza seduta sul gioco, s’intravvedono i contrari che ritornano a esprimere leggerezza, libertà e spensieratezza, serenità interiore, tutti elementi che contrastano con la foto di Tigercris.

    Nella mia foto ho cercato di riportare l’azione su di un piano di pesantezza, staticità, occlusione, oppressione e senso claustrofobico di chiusura, pesantezza e gravità, e per far questo ho pensato a un luogo, dove per convenzione il gioco fosse inesistente, così come la libertà di movimento.
    Le persone schiacciate sul tram, impossibilitate a muoversi seguono un itinerario obbligato e al tempo stesso anonimo pur essendo (in) comune, un percorso di natura predefinita, regolato in modo inderogabile, un viaggio opposto rispetto quello della giostra, che è voluto, non dovuto.

    Il bambino……. quando l’ho visto, mi ha folgorato, era schiacciato con il volto impresso sul vetro nella quasi totale indifferenza dei presenti, a un punto un uomo all’interno del tram, forse un parente, gli posa la mano sulla testa quasi a confermare la sua presenza, a infondergli fiducia.
    Il bambino rappresenta l’opposto all’interno di un sistema, una scheggia impazzita che non segue le regole e i dogmi che lo regolano.
    La speranza di libertà, espletata nel vorticoso movimento della giostra della foto precedente, possiede una fisionomia goliardica, a misura di bambino, che contrasta con il mondo degli adulti, fatto di impegni inderogabili e percorsi prestabiliti……..
    La misura del gioco.

    Questa foto ha preso il posto di altre foto, prese nell’ascensore, in un’affollata sala d’aspetto, in un’antica cantina condominiale ma soprattutto una foto che “nell’intento ideale” sarebbe stata l’esatto contrario della foto che mi ha preceduto, sia sotto l’aspetto formale, materiale e perfino concettuale (andando “contro” l’evidenza della prassi comune, come una provocazione nei confronti dell’impossibilità di definire un reale contrasto d’intenti tra due immagini differenti e lontane tra loro), ovvero presentare la foto di chi mi ha preceduto capovolta in modo speculare, l’aspetto curioso è che in questa specifica foto (la foto della giostra) l’immagine sarebbe cambiata poco, la foto può essere capovolta senza grandi stravolgimenti, per questo motivo e anche perché tutto sommato non sono molto portato a queste genere di “provocazioni”, ho desistito nell’intento….

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    Foto 4 rossomoto

    Il primo pensiero, vedendo la foto di fra65, è stato quello di trascuratezza verso la pargoletta, quasi certamente sia per lo sguardo sia per il fatto che fosse l’unica a guardare in macchina mentre tutte le altre persone erano di spalle.
    In sostanza, la bambina era lì sola soletta e sembrava triste perchè nessuno sembrava curarsi di lei.
    Quindi, come prima idea per il “contrario”, avevo inizialmente pensato ad un bambino riempito di attenzioni.
    Immagina qualcosa come un bambino nel seggiolino mentre la mamma ci giocava assieme, magari inquadrando solo il bambino sorridente e la mano della madre o del padre gli mostrava un pupazzetto o altro giocattolo.
    Questo era il piano “A” e, ovviamente, presentava il problema di trovare un bambino sorridente con mamma giocante e di avvicinarsi abbastanza per fare la foto che volevo.
    Essendo piuttosto timidi ho cominciato a valutare un piano “B”.
    Il piano “B” consisteva in un gruppo di ragazzi che festeggiavano la laurea di un loro amico.
    IN particolare immaginavo la classica foto ricordo con quattro amici abbracciati e visibilmente festeggianti, uno dei quali con il cappello da laureato in testa, un po’ scapigliati tutti quanti.
    L’idea era che una foto del genere avrebbe trasmesso la sensazione di questi ragazzi di avere un brillante futuro davanti a sè, che il mondo sarebbe stato “la loro ostrica”, sensazione contraria all’idea di “essere in un angolino, passiva” della pargoletta della foto di fra65.
    Purtroppo anche il piano “B” presentava il problema della disponibilità di laureati festeggianti, molto più rari dei pargoletti sorridenti.
    Perciò sono passato al piano “C”, in cui avrei chiesto alle amiche della mia ragazza di posare nella sua auto sporgendosi dal finestrino e allargando le braccia con fare festoso.
    L’idea era che in un mezzo di trasporto diverso e circondate da amiche della stessa età (al contrario della bambina che era circondata da adulti indifferenti) si aveva un’emozione opposta, felicità invece di tristezza.
    Purtroppo il piano “C” ha avuto il problema che il giorno prefissato per la foto non sono stato bene e quindi tutto è saltato.
    Nel mentre elaboravo i vari piani ho concepito il piano malvagio “D”.
    In sostanza, l’idea iniziale (che però poi diviene secondaria) era quella di ritrarre una solitudine e trascuratezza che nascesse da dentro la persona, non da fuori.
    Nella foto di fra65 la ragazzina sembra sola e trascurata perchè nonostante fosse circondata da persone, non gli veniva comunque data attenzione.
    La mia idea era di fare una foto in cui una persona non circondata da nessuno fosse comunque sola perchè c’era qualcosa che non andava dentro di lei.
    Ho immaginato un malato di mente o più in generale una persona disadattata in un luogo asettico, freddo, in una composizione che suggerisse anche un’esistenza ai margini.
    Così sono sceso in garage, ho spostato un po’ di roba e ho fatto l’inquadratura che si vede nella foto utilizzando come luci due faretti da giardino
    Ho lasciato il pavimento sporco perchè secondo me la sporcizia aggiunge un senso di trascuratezza, di qualcosa che non va.
    Poi ho scelto una posizione del corpo che suggerisse ritrazione dall’esterno, paura e disturbo.
    Fortuna ha voluto che la mia ombra sul muro possa sembrare un profilo di un urlo.
    Inoltre, guardando la foto durante la PP, mi sono anche accorto che la composizione sembrava suggerire che quello che vediamo è una sorta di “proiezione” di quello che sta provando il soggetto.
    Come dicevo, l’idea iniziale del piano “D” era una solitudine che viene da dentro.
    Riguardando la foto in seguito, però, secondo me c’è un’idea più vaga da afferrare ma più intensa una volta afferrata ed è la seguente: mentre nella foto di fra65 non c’è niente di “sbagliato” nel senso che per quanto indesiderabile la situazione ritratta è comprensibile ed è accettabile “non fare niente” perchè sappiamo tutti quanto poco tempo ci sia da dedicare ai bambini quando si deve sbancare il lunario (cosa probabilmente anche più difficile per degli immigrati), nella mia foto c’è un forte senso di qualcosa di sbagliato e di malato, qualcosa che richiede un intervento e che ci fa sentire in colpa a lasciare quel povero cristo così com’è.
    Penso che sia soprattutto la trama fortemente inclinata del pavimento ad avermi suggerito inizialmente quest’idea.
    Sarà interessante sapere cosa ci hanno visto gli altri nel mio scatto .
    Comunque, come dicevo prima, personalmente ho trovato estremamente istruttivo proprio l’avere un termine di consegna e confrontarmi con i limiti realizzativi, cioè chiedersi se la foto che avevo in mente si poteva realizzare nei tempi richiesti ed eventualmente pensare a delle alternative.

    Spero di non essere stato troppo logorroico

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    Foto 5 gabriele77

    Partendo dal fatto che la foto precedente, per me, rappresentava l’essere nudi davanti ai propri stati d’animo, maggiormente quando parliamo di tristezza, disperazione, stati d’animo negativi, ho provato a rappresentare la rinascita da essi (opposto). Tenendo come filo conduttore la libertà, ho optato l’assenza dell’elemento uomo (contrario), il vestiario (opposto), lo spazio aperto (opposto) ed una via, i binari, a condurre dove nessuno sa, ma comunque verso il cielo infinito e sconfinato. Per rafforzare l’idea che siamo noi stessi a decidere di noi, l’aggiunta di un libro, la cui prefazione cita testualmente:” il lettore […] impara che cosa fa un essere umano quando realizza di non avere più nulla da perdere, tranne questa vita così ridicolarmente nuda. […] Vivere è sofferenza; sopravvivere è trovare il senso di questa sofferenza. Se questo è il senso della vita nel suo complesso, questo deve essere anche il senso della sofferenza e della morte. Ognuno di noi deve scoprirlo da solo, e deve accettare la responsabilità insita questa risposta. Se vi riesce, continuerà a crescere, senza curarsi delle offese.”

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    Foto 6 Wolfriend

    … eccomi a commentare il mio scatto contrario.
    Il tutto è partito, ovviamente, dall’analisi dell’immagine di Gabriele. Gli elementi che ho identificato e che mi hanno immediatamente colpito sono stati innanzitutto i sassi della ferrovia, poi a seguire l’abito e le scarpe, infine il libro.
    Ad una seconda analisi sono apparsi l’inquadratura estremamente bassa, uno squarcio di cielo ed i binari.
    La mia fervida immaginazione ha tradotto a caldo il tutto e ne è uscita una situazione, dove ho percepito un disperato desiderio di fuga, di libertà, desiderio però reso estremamente difficoltoso dal terreno accidentato, dalle scarpe con il tacco e dal vestito ingombrante che ne avrebbero impedito il realizzarsi.
    La donna però non c’era, non c’era più: grazie al libro (la sapienza, la ragione) ha saputo/voluto/dovuto abbandonare le scomodità imposte dalla vita ed è fuggita. Ha raggiunto la libertà, la luce (il cielo) ancorché microscopico, lontano e schiacciato dall’inquadratura.
    Un’interpretazione positiva, forse, la mia ?
    Per pura curiosità, ho sottoposto lo scatto al giudizio di mia moglie; sinteticamente e in modo alquanto frettoloso (stava cucinando) la mia signora dopo una veloce occhiata ha sentenziato: a me fa pensare ad un suicidio…. sai i vestiti, le scarpe, il treno….
    Non mi aspettavo una risposta del genere ma, forzato a riflettere, mi è parsa un’interpretazione, la sua, tutt’altro che fuori luogo anzi… con le dovute similitudini, perfettamente coerente con la mia.
    Perfetto. A questo punto si trattava di ‘opporsi’. Dopo un paio di giorni ho elaborato l’immagine che ho caricato.
    Nel mio scatto la persona è presente. La ‘mia’ ragazza non si è liberata di scarpe e vestiti non perché non ci sia riuscita ma per scelta. Dà volontariamente le spalla alla violenta luce e si rivolge al buio, all’oscurità, alla prigionia (tapparelle chiuse)… non è legata: è lei stessa ad afferrare e a tenere stretta una corda (anzi un cavo, precisamente). Non vuole liberarsi, ha paura della libertà perché sconosciuta. E’ vittima della follia e schiava del conformismo.

    Tecnicamente:
    Ho piazzato due forti lampade alogene sulla destra e ho realizzato lo scatto dall’alto (sono salito su una scala) per schiacciare il soggetto: occorreva opporsi alla bassa ripresa di Gabriele.
    Ho optato per un liscio pavimento e ho fatto vestire la ragazza di bianco.
    In PP ho poi convertito in un bianco e nero molto contrastato per annullare i colori e ho aggiunto una lieve dominante azzurra. Ho quindi chiuso decisamente le ombre sul lato sinistro e ho pesantemente bruciato le alte luci sul lato destro.
    Infine ho aggiunto una leggera granulosità per simulare una ripresa con pellicola ad alta sensibilità che potesse trasmettere una sensazione di chiuso, di claustrofobico.

    Spero che la mia fotografia possa essere uno spunto interessante per massi740 !!!

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    Foto 7 massi740

    Lo scatto precedente mi dava un senso di frustrazione e di prigionia sia fisica che mentale, ho per cui voluto eseguire uno scatto che raffigurasse la libertà del movimento e l’armonia con la vita attraverso gli occhi di un bambino a contatto con la natura.

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    Foto 8 gloster1974

    Osservando la foto di massi740 percepisco il concetto di energia, l’energia dei bambini che in questa bella immagine si apprezza come una sorta di esplosione verso il cielo , dinamica , colorata piena di vita.
    La mia immagine punta a contrastare tutti questi aspetti trasmettendo a chi la osserva una sensazione di angoscia percepibile dallo sguardo rassegnato dell’anziano, una foto statica e priva di colore che comunque mantiene il passaggio concettuale con la foto di massi 740 attraverso lo sfondo dove spicca in evidenza una giostra per i bambini e se osservi lo sguardo dell’anziano e’ si’ nel vuoto ma inconsciamente osserva un gioco come se in quel momento ritornasse bambino.
    Non si deve dare un titolo alla foto ma tutte le mie foto hanno il loro titolo che trovo nella mia mente appena inquadro la scena.
    “Un ultimo giro”

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    Foto 9 dMiki

    Foto di Gloster
    Il soggetto: un uomo anziano in una posizione stanca.
    La giostra, visibile alle sue spalle, è il simbolo della riflessione dell’uomo sugli antichi ricordi appartenenti alla sua storia. Il passato; ciò che è appunto rimasto alle spalle.

    Foto di dMiki
    L’opposto: una donna adulta, forse insicura del suo presente , chiede ai tarocchi notizie del suo futuro.
    La donna nella foto, resa volontariamente poco visibile dalla posizione, non mostra comunque segni di trucco né presenza di gioielli. Non sta giocando. La carta che tiene in mano è quella delle stelle, che nei tarocchi simboleggia la speranza.

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    Foto 10 oliviaviola

    ….Allora l’immagine scattata e” tutta basata sulla precedente ovviamente, ho visto i tarocchi, quindi Cartomante, si va’ dalla cartomante soprattutto per amore, dubbi,tradimenti ecc…il mio scatto vorrebbe rappresentare la realtà, lui lei e l’altro senza bisogno di riti esoterici …

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    #1793553
    corsa46
    Partecipante

    Foto 11 ossida66

    Dalla foto che mi ha preceduto, ho visto questi contrari e/o opposti che ho cercato di riportare nella mia foto:
    Foto precedente BN la mia foto a colori
    Foto precedente Una coppia tradizionale lei lui da soli e forse un altro dove l’altro li guarda sorridendo, nella mia foto una coppia omosessuale con bimbo e un altro rivolto dall’altra parte in modo serioso.
    Foto precedente i personaggi sono all’aperto nella mia foto sono al chiuso dietro una vetrata
    Foto precedente sono esseri viventi nella mia foto sono inanimati

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    Foto 12 ViridisDraco

    scatto precedente: manichini che indossano vestiti, oggetti che si “fingono” umani un riflesso della nostra società e del nostro modo di vestirci nei mesi caldi

    la mia prima idea era di ritrarre il riflesso in una pozzanghera di persone vestite per la pioggia, riflesso di persone vere vestite in abiti caldi anzichè succinti abitini.

    Visto l’insorgere dell’emicrania nel giorno dello scatto (ultimo ma unico con la condizione meteorologica voluta) ho ripiegato su un’immagine di repertorio dalla composizione dei soggetti simile ma con un messaggio contrario alla precedente: anzichè oggetti di plastica vestiti da uomini, uomini vestiti da oggetti di plastica e bits, personaggi di un videogioco e relative action figure statuine e pupazzi

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    Foto 13 lorisfromfvg

    Lo scatto pubblicato da me vuole riportare quanto già postato da chi mi ha preceduto una sorta di ritorno alla realtà al contrario dei personaggi dei video game, il Kimono e la cintura nera di karate sono veri e sudati, il fatto di averli mescolati con il virtuale è una sorta di presa in giro tra la finzione e la realtà, molto più comodo allenarsi virtualmente da un divano che non sudare in Dojo

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    Foto 14 maxcasa72

    La foto di lorifromfvg rappresenta, secondo la mia lettura, la digitalizzazione della foto precedente, ovvero l’evolversi della tecnologia anche nei giochi, in particolare il passaggio dal reale, anche se di personaggi di fantasia si tratta, al digitale.
    Il nostro è un forum di fotografia e l’intento della mia foto era quello di rappresentare il ritorno alle origini con la cosa più lontano dalle reflex digitali moderne……. ovvero un banco ottico con la chicca di Albo49 sullo sfondo.
    La foto l’avrei intitolata “ritorno alle origini”

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    Foto 15 Mullahomark86

    Devo dire che superato il momento di “panico” iniziale, mi sono divertito a cercare qualcosa di adatto (anche se adatto è un parolone).

    Sono partito da alcuni contrari di natura “tecnica”.
    La foto di Massimo è in BN e non ha una particolare profondità (del resto scatta solo a TA!), la mia è a colori e presenta una profondità maggiore anche dal punto di vista della prospettiva. Nella foto di Massimo Alvaro ha lo sguardo rivolto al soggetto dello scatto, invece nella mia il personaggio sullo sfondo guarda in tutt’altra direzione.

    Il contrario di tipo “concettuale”, invece, dovrebbe essere il seguente: ho pensato che chi fotografa si limita a “ricevere” un’immagine dall’esterno, mentre chi suona (e questo non vale solo per i musicisti) in qualche modo crea qualcosa che non esisterebbe in natura.

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    Foto 16 fifo77

    Nella foto precedente alla mia il soggetto è un uomo che suona in strada una chitarra elettrica, gesto dal quale sembra trarre molta soddisfazione; così mi piaceva contrapporre una bambina impegnata a suonare una chitarra classica, nella cui espressione si nota più l’impegno e la concentrazione che la soddisfazione… che magari arriverà in futuro!

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    Foto 17 dbmaudio7

    Dunque, lo scatto precedente verteva sulla musica e sul suo insegnamento.
    Il contrario della musica è il rumore, quindi volevo rappresentarlo in qualche modo. Avevo diverse idee ma non sapevo come realizzarle. Alla fine la cosa più semplice è stata quella di utilizzare un attrezzo elettrico durante un lavoro. Le cuffie dovrebbero rafforzare il concetto di rumore. Ovviamente il B/N opposto al colore.
    Per l’insegnamento, il suo opposto è l’esperienza e, questo, non credo si capisca… forse avrei dovuto utilizzare, invece di quell’asse di legno, qualcosa di più evoluto, ma non avevo nulla a disposizione.
    Speravo si vedesse la polvere del legno, ma non c’è stato verso nemmeno con il flash laterale.
    Inoltre un altro aspetto riguarda la nitidezza: la foto che precedeva era nitida, allora ho scattato a f2.8 per limitarla al massimo.
    Questo è tutto.

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    Foto 18 gri.gio46

    Titolo: “Le virtù dell’ozio” ovverosia la celebrazione delle attività nobili del pensiero alla ricerca del benessere fisico, contemplativo, artistico e della bellezza in generale, come flusso di messaggi virtuali inviati verso la mente chiamata ad associare, razionalizzandoli, stimoli visivi, uditivi, olfattivi e gustativi. La contrapposizione fra otium (“ozio”) e negotium (nec otium) è concepita come la contraddittorietà fra gli svaghi e il lavoro e, come asserisce il prof. Stefano Zamagni, i tempi sono maturi per vivere il negotium in funzione dell’otium”. In pratica, vivere l’otium come il fine e il negotium come lo strumento per perseguirlo.

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    Foto 19 valeriobry

    “Lo scatto di gri_gio46, riprendendo il precedente di dbmaudio, contrapponeva (secondo la mia interpretazione) una visione virtuale ad una azione reale, inquadrandola sullo schermo del PC. La circondava poi di prodotti culturali (sempre nella mia interpretazione: contrapposti a un lavoro artigianale) tra cui, in particolare, moderni CD di musica classica. Mi è venuto spontaneo aprire anch’io una visione contrapposta, attraverso una più reale iride, che richiama ovviamente il diaframma fotografico, composta da vecchi 33 giri, di un più popolare genere POP. Ovvero: le solide basi della nostra giovinezza, con i suoi miti creati da geniali “artigiani” dell’epoca, cantautori ed interpreti, come una nostalgica contrapposizione ad un presente che forse ha preso direzioni opposte, o almeno diverse, da quelle da noi immaginate”.

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    Foto 20 itus49

    … ti invio le motivazioni per cui ho scelto questa foto come il contrario e/o l’opposto dello scatto postato da Valerio.
    Premesso che non conoscendo di persona, né in via epistolare, l’autore della foto, risulta ulteriormente difficile calarmi nella psiche del Valerio e quindi nelle possibili motivazioni che lo ha spinto a rispondere con quella foto allo scatto di Giorgio; non posso altro che basarmi sulle sensazioni prodotte in me dalla foto.
    La foto in sé , realizzata in still life, si lega secondo me, ancora una volta al filone musicale contrapponendo la musica classica dei titoli dei CD di Giorgio, disposti disordinatamente sul tavolo, con dei LP in vinile (antichità?) inerenti dei classici ma di musica leggera disposti inoltre con ordine geometrico spigoloso , un ottagono credo, che ricorda anche un diaframma ad otto lamelle (un richiamo al nostro hobby?).
    All’esterno della figura il vuoto, all’interno il vuoto.
    Quindi la foto che dovevo realizzare doveva avere tutte o almeno una parte delle caratteristiche della foto di Valerio, ovviamente contrarie o opposte.
    Allora mi sono proposto di eseguire una foto all’aperto al contrario dello still life, che contenesse un qualcosa di geometrico ordinato ma rotondo e che soprattutto contenesse qualcosa all’interno, e cosa di più importante di una figura umana contrapposta al vuoto?
    E così nel mio girovagare mi sono imbattuto nel soggetto della foto, il luogo è conosciuto a Roma come “il Roseto”, un giardino dove ci sono praticamente tutte le rose del mondo e cosa più importante è vicino ad un convento.
    Quindi bastava appostarmi e finalmente è arrivato il soggetto giusto.
    Il titolo della foto è : “Cercando la Fede nel Silenzio”.
    Come potrai vedere la foto è rigorosamente in B&W, in Hight contrast, per rendere più eterea l’immagine.
    Nota la disposizione delle panchine in ordine circolare, (in effetti la suora percorre un viale circolare che circonda il giardino delle rose, il silenzio, contro la musica, il B&W contro il colore, le panchine ordinate in circolo contro l’ottagono dei lp, al centro del viale la monaca contro il vuoto , al di fuori del viale circolare la vegetazione contro il nulla, la contrapposizione del concetto di antico (LP) contro l’eterno ed in ultimo il soggetto della foto apparentemente sembra insensibile al richiamo delle rose al centro del viale, non se ne cura , va avanti in una sorta di abbandono mistico.
    La percezione spirituale dell’anima contro la percezione fotografica in riferimento al diaframma di Valerio.
    Spero di essermi spiegato Luca caro, speriamo che la mia foticchia sia al livello di quelle dei mostri che mi hanno preceduto.
    Un ringraziamento alla mia vecchia Canon Eos 300D che fa ancora il suo dovere senza i soliti “error 99” e non mi fa rimpiangere i nuovi ritrovati di mamma Canon e così i soldini me li pappo in viaggi che è meglio.

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    #1793564
    corsa46
    Partecipante

    Foto 21 germano67

    Ecco qui motivazioni/sensazioni…
    Visto lo scatto di Paolo, che mi ha preceduto, mi è subito venuto in mente la situazione che ho proposto perche:
    – la “strada” volge a destra, contrario alla sinistra dello scatto precedente;
    – il monastero, abbandonato, che s’intravede in fondo al percorso visivo si contrappone alla suora (almeno mi pareva quella) in “carne ed ossa”;
    – colore VS monocromia;
    – visione più ampia e “panoramica” VS inquadratura più stretta e vicina;

    Che ne pensi?
    Sono abbastanza contorto?

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    Foto 22 ilbaro

    Quando ho visto lo scatto che mi ha preceduto ho avuto subito la sensazione di silenzio e tranquillità.
    Ampi spazi e dei climi miti e soleggiati.
    Ho pensato a un mercato in contrapposizione al monastero ( o almeno così mi è sembrato fosse) .
    Persone frenetiche (con scelte di scatto ad hoc per enfatizzarne il movimento) in contrapposizione alla totale assenza di persone.
    BN invece del colore; pioggia anzichè caldo sole. Inquadratura stretta invece che ampi spazi.
    Infine spazi angusti tra i banchi anzichè grandi spazi.

    22.jpg

    Foto 23 lippolo

    bianco/nero del Baro, colori molto saturi per il mio scatto
    l’opprimente presenza degli ombrelli e dei tendoni contro lo spazio aperto del piazzale antistante il Santuario di Collevalenza
    pioggia e atmosfera grigia contro un bellissimo sole autunnale
    le tante persone cupe ed indaffarate al mercato contro la solitudine festosa di mia figlia
    il dinamismo di una camminata frettolosa sotto la pioggia contro la gioiosa immobilità sotto i caldi raggi del sole
    lo sguardo verso il basso dei passanti contro il viso rivolto al cielo di Elena
    in sostanza:
    il cupo freddo grigiore contro il caldo gioioso colore

    e poi ho approfittato per fare qualche foto ad Elena… diventa sempre più difficile farlo…

    23.jpg

    Foto 24 clanon

    Ecco di seguito i principali “contrari” e/o “opposti” a cui ho pensato progettando lo scatto.
    1) soggetto “in carne e ossa” vs ombra del soggetto
    2) soggetto ben distinto dallo sfondo vs compenetrazione tra soggetto e sfondo
    3) soggetto coi piedi a terra vs soggetto “in aria”
    4) soggetto che guarda in alto vs soggetto che guarda in basso
    5) colori prossimi a quelli del raw vs colori “invertiti” rispetto a quelli del raw
    6) precisione nel dettaglio vs immagine mossa/sfocata/morbida
    7) profondità della scena vs immagine a “due dimensioni”
    PS: qualche ora prima dello scatto avevo sfogliato un paio di libri sulle opere di Banksy… e credo che, benché me ne sia reso conto solo a posteriori, m’abbiano influenzato non poco.

    24.jpg

    Foto 25 Ale5510Solinas

    La foto di Clanon nel momento in cui l’ho vista mi ha trasmesso tantissima felicità.
    Colori chiari e con un bianco onnipresente, la siluette di una bimba che salta felice, le stelle dorate, tutto riporta alla gioia di una festa.
    Una festa però eterea e sbiadita come un piacevole ricordo quasi dimenticato.
    Da queste sensazioni sono partito per elaborare e creare la mia foto opposta:
    Mi serviva qualcosa di scuro, di triste e soprattutto qualcosa di molto reale e fortemente traumatico, qualcosa da non dimenticare, cosa peggio dell’olocausto la poteva rappresentare ?
    Questa e la domanda che mi a portato alla creazione della foto pubblicata.
    Titolo: Per non dimenticare
    La foto si può dividere in tre parti: La foto, La cornice, La candela
    – La foto:
    la foto nella cornice riporta l’evento traumatico per eccellenza, l’atto della deportazione, della separazione dai propri cari per andare a morte certa, foto volutamente in bianco e nero per esaltare il periodo di sofferenza e dolore.
    – La cornice:
    La cornice volutamente scintillante in argento vivo, così come dev’essere vivo il ricordo dell’ olocausto.
    – La candela:
    La candela rappresenta la luce della ragione e della speranza, la dimensione ridotta della candela è volutamente scelta per rappresentare quanto siamo andati vicini al baratro, inoltre la poca luminosità della foto rappresenta il periodo buio della deportazione ebrea.
    Oltre a questo filone, volevo comunque aggiungere un’ulteriore difficoltà riportando nella mia foto alcuni elementi della foto di Clanon per creare un filologico continuo, ed ecco che le stelle della festa di Clanon, si sono trasformate nella stella di David appuntata al petto dei deportati, ecco che le braccia in alto della gioia della bambina, si sono trasformate in mani in alto del disperato sotto la minaccia delle armi del soldato.

    Ecco che la gioia eccessiva nella foto di Clanon al suo opposto si è creata in infinita disperazione e paura nella mia foto.

    25.jpg

    Foto 26 Albo49

    Un’immagine cupa appesantita da oggetti scelti con personalissimo gusto, una parte di un’opera raffigurante una scena di altri tempi, mani tese, intrappolate e racchiuse in una parte di cornice dalla foggia quasi funeraria illuminata da una debole e calda luce.
    A questa visione ho contrapposto una scena luminosa con soggetto equivalente ponendo l’ombra di una mano al di fuori della cornice con l’intento di liberare lo spirito della triste figura costretta in uno spazio/tempo indefinito.
    lo stralcio di cornice riquadra una scena completamente diversa, un edificio dei giorni nostri segna in opposto il tempo moderno, forse più luccicante, ma certamente privo della passionalità e della tensione espresse dalle figure del quadro.
    Infine, alla profondità delle sfumature calde, ho contrapposto una visione piatta, monocromatica. Un’idea onirica di un ambiente asettico che impedisce l’entrata alle anime delle figure piene di tensione raffigurate nell’ottima immagine di riferimento.

    26.jpg

    Foto 27 PIRATA

    come puoi vedere ho postato la foto che, secondo me , dovrebbe eseguire il contrario e l’opposto della foto di albo.
    nella foto di albo la cornice della porta indica l’ingresso in un posto chiuso e tenebroso , l’ombra della mano ne amplifica la sensazione di disagio; nella mia foto , con la cornice verso il cielo ho voluto creare l’opposto e cioè una sensazione di felicità e libertà .
    con i guanti ho immaginato di creare il contrario , l’idea di un pensiero che non ha più forma fisica e per questo abbandona il suo involucro .

    27.jpg

    Foto 28 gmb_1

    Dopo aver scartato l’uso del rosso o dei piedi perchè soluzione troppo ovvia, ho pensato che sensazioni mi suscitavano, che cosa mi ispirava la foto.
    Cielo aperto, libertà;
    Guanti che salgono, come il gesto dei diplomati che gettano il cappello in aria, guanti che ho interpretato anche come parte di corpo umano.
    E i fili come parte di un ipotetico sentiero che non inizia ne finisce.
    Azzurro come colore della purezza e integrità
    Da cui
    Luogo chiuso in contrapposizione allo spazio aperto
    Luogo in rovina opposto a un cielo azzurro,
    Uomini contrapposti al simulacro di uomini.
    Corridoio che finisce contro un muro contrapposto a un sentiero nell’infinito.

    28.jpg

    Foto 29 singenta

    Commento :

    La mia attenzione a questa foto è prestata totalmente alle persone, mi appaiono come smarriti all’ingresso di un tunnel senza uscita.
    Ecco la mia interpretazione del suo contrario e/o opposto: una persona all’uscita del tunnel verso la luce, sicura e consapevole dei suoi passi.

    29.jpg

    Foto 30 sarax

    …eccomi con le dovute spiegazioni:
    quello che vedo nello scatto precedente è un luogo chiuso tetro, merito anche del bel bn di Singenta, una persona che esce verso la luce.
    Malgrado la luce, letta come speranza, le sensazioni che mi arrivano sono comunque cupe, complice il muro di cemento che chiude. Quindi ho pensato a voler buttare giù quel muro aria aperta, natura, colore e soprattutto niente gabbie. Ho cercato però di riprendere graficamente le linee del muro, mantenendo la prospettiva e invertendo il senso di marcia del soggetto.

    30.jpg

    … FINE
    #1793565
    corsa46
    Partecipante

    ed ora avanti con le critiche e commenti liberi per tutti. [can]
    N.B. Vi prego di riportare sempre il numero della foto di riferimento così da non creare equivoci [lo]

    #1793577
    elio114
    Partecipante

    mi sa che sono il primo. che devo dirti mi congratulo con te perché mi hanno colpito veramente tanto promosso a pieni voti puoi allestire una mostra e avrai successo sei un artista.(((Bravo )))

    #1793613

    Complimenti a Luca per il risultato e complimenti a tutti i partecipanti che a fantasia e concettualita mi sono piaciuti molto., lo definirei delirio collettivo con legame oggettivo…. ciao.

    #1793618
    rossomoto
    Partecipante

    Ad una prima lettura veloce* delle motivazioni non posso che complimentarmi con tutti e con l’ideatore/gli ideatori dell’iniziativa.
    La cosa che mi ha colpito è stata la fertilità del non poter commetare le foto subito dopo il post: liberati dal pensiero di dare la “giusta” interpretazione alla foto precedente, sono stati prodotti scatti decisamente interessanti e motivazioni altrettanto interessanti.

    Per le motivazioni, in particolare, penso sia molto istruttivo (almeno per me) vedere come gli altri vedono una foto senza avere altre indicazioni se non la foto stessa.

    Eppoi, non so voi, ma io mi sono divertito un sacco 😀 😀

    * (mi propongo certamente di rileggerle con maggiore attenzione)

    #1793642
    Wolfriend
    Partecipante

    Anch’io ho letto tutti i commenti, forse in modo un po’ veloce (voglio tornarci sopra con calma), ma devo dire che, in linea di massima, tra uno scatto e l’altro il messaggio è passato abbastanza…

    Nel mio caso almeno (foto 6) mi sembra di aver raccolto gli spunti di chi mi ha preceduto così come chi mi ha seguito ha letto benissimo quanto avevo provato a trasmettere.

    Comunque, di nuovo, grandissimi complimenti a tutti: ci sono alcuni scatti davvero bellissimi !

    #1793649
    itus49
    Partecipante

    Provo a riscrivere il mio primo commento, visto che ieri sera al momento d’inviare il tutto il sistema mi ha dato uno strano errore e mi ha buttato fuori dal sito perdendo tutto.
    Evidentemente il sito ha ancora qualche problemino con alcuni browser come Firefox.
    Dunque le foto non le commento, perché già più di una volta ho evidenziato che erano di alto livello, insomma abbiamo cercato tutti d’impegnarci al massimo.
    Invece leggendo le motivazioni, se non si è partecipato alla iniziativa, vien da pensare che ci siamo tutti dotati di palla di vetro o di un passaparola , visto che in generale tutti hanno saputo leggere il messaggio della foto precedente alla sua interpretando quest’ultima nel migliore dei modi.
    C’è stato qualcuno che forse ha faticato di più nel trovare il soggetto adatto (anche per sua ammissione), qualcun altro che si è fatto prendere dalla smania di stupirci come la soluzione geniale del Pirata (foto 27) e quella di Clanon (foto 24).
    Peraltro vorrei sapere che mestiere fa Clanon, visto che mostra nella sua motivazione una brevità schematica estremamente efficace.
    Devo dire che come telefono ,il giochino ha funzionato troppo, non ci sono stati errori d’interpretazione, come succedeva da bambini, anche se qualcuno con la sua foto ha cercato di rendere più ambiguo il messaggio, come si faceva appunto nel gioco.
    Mi riifersco all’ottimo Valerio che, con la sua foto (n°19), mi ha messo un pochino in crisi: la prima frase che ho detto, scusami Valerio, è stata il famoso “e che ci azzecca?”.
    Si Valerio ho dovuto rileggermi tutte le foto e poi carta e penna a scrivere come in un brainstorming tutte le sensazioni che sentivo vedendo la tua foto e quella precedente del mio amico Giorgio (foto 18).
    Poi scusatemi tutti, mi sono fatto prendere la mano dalla creatività anch’io e sono andato a caccia di soggeti con la macchina fotografica in una mano e il foglietto con i requisiti della foto che dovevo realizzare nell’altra.
    Alla fine ho scelto lo scatto (n°20) ma quando capirò qual’è il miglior modo per gestire il proprio album nel nuovo sito, posterò anche le altre candidate.
    Infine un plauso al nostro Luca e a tutti noi partecipanti anzi a voi partecipanti, io mi metto da parte perché qualche maligno potrebbe dire che chi si loda si sbroda!
    P.S so che questa non è la sede adatta ma volevo sapere se avete notato che su alcune foto sono sparite le agognate CCCCC, o meglio prima ce le avevano e poi ora s trovano senza voto?

    #1793659
    valeriobry
    Partecipante

    Mi riprometto anch’io di rileggere con calma le varie motivazioni, che hanno reso assai più gustoso questo lungo e felice “gioco”, di cui ringrazio ancora l’ideatore! Sono anch’io colpito dalle doti interpretative dei partecipanti, e sono contento di essermi chiarito diversi “e che ci azzecca?” 😀

    Sono particolarmente lusingato dalla acuta analisi cui itus49 ha sottoposto la mia foto e colgo l’occasione per ringraziarlo e salutarlo [lo]

    Un saluto anche a tutti gli altri partecipanti e ai Canoniani che hanno avuto la pazienza di seguirci nei mesi trascorsi!

    Valerio

    #1793668
    Ale5510Solinas
    Partecipante

    Ho letto tutte le spiegazioni in un colpo solo, e le foto, come degli scrigni si aprivano uno dopo l’ altro regalandomi tantissime emozioni.
    La cosa che più traspare è l’ impegno, la genialità e la creatività che tutti noi abbiamo posto al “gioco”.

    Sono felice di essere stato uno dei partecipanti e sono orgoglioso di avere compagni di foto come voi.

    Doveroso un grazie a Corsa [can]

    #1794190
    sara
    Partecipante

    Ho dovuto prendere un giorno di ferie per leggere tutti i commenti con la dovuta attenzione!! 😀
    Mano a mano che il gioco andava avanti mi soffermavo su ogni scatto cercando di interpretare le motivazioni e di cogliere gli elementi che legano ogni scatto con il precedente. Un gioco nel gioco.
    Mi ha fatto piacere esserci riuscita almeno in parte, e ancor di più leggere nei commenti significati che non ho saputo vedere, che mi hanno fatto apprezzare ancora di più questa serie.
    Bello bello bello, rifacciamolo!!!
    Un grazie a Luca che si è preso la briga di organizzare il gioco.
    [bir] [bir]

    #1794194
    albo49
    Partecipante

    Anche se coscritto forzatamente 🙂 non posso che complimentarmi per l’idea e per la gestione.
    Quasi tutti i partecipanti hanno dato qualità alla contesa con la creatività tralasciando, almeno in questo caso, l’ossessiva e spesso inutile ricera della perfezione tecnologica. Credo che l’osservatore non andrà alla ricerca degli exif per questa serie di foto, l’attenzione rivolta ai contenuti avrà certamente il sopravvento e la lettura delle motivazioni completerà il pensiero creativo.
    Ancora complimenti per l’ottimo risultato.

    #1794401
    itus49
    Partecipante

    Caro Luca, in me sta sorgendo il sospetto che i partecipanti, me compreso, siano stati troppo logorroici nel motivare i propri scatti.
    Questo perché vedo che di commenti ce ne sono stati pochini: mi aspettavo che almeno tutti i partecipanti al giochino avessero qualcosa da commentare e invece.. [scr]
    Mah!
    Un abbraccio.
    Italo

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