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Agosto 12, 2014 alle 2:54 pm #1810359ClaudioPartecipante
Titolo: il tuffo
Autore: scimin61
Collegamento all’immagine nel fotoalbum: http://www.canoniani.it/fotoalbum/indice-categorie/generica/il-tuffo-174580.htmlInformazioni sull’iniziativa “Commentiamo le foto della settimana (POLW)”: http://www.canoniani.it/forum-canoniani/educazione-all-immagine/582753-commentiamo-le-polw.html
Storico dei commenti alle POLW: http://www.canoniani.it/forum-canoniani/educazione-all-immagine/612751-commentiamo-le-polw-elenco.htmlAgosto 12, 2014 alle 8:15 pm #1810406ClaudioPartecipanteIn un’estate italiana che certo non passerà alla storia per essere stata tre le più torride, Sonia ci propone la foto di un tuffo. Ma… dove siamo? Qual è il luogo dello scatto? Gli abiti dei due soggetti e l’ambientazione ci possono suggerire qualche vaga idea, ma non ci vengono molto in aiuto. E come mai il tuffatore non è a fuoco, mentre lo è il soggetto in primo piano? Si tratta di una scelta dell’autrice? O non sarà mica un suo piuttosto grossolano errore di calcolo della profondità di campo? E i due soggetti vanno posti in realzione tra loro? Se sì, come potrebbe essere letta e interpretata la scena nel suo insieme? E… cos’altro si può notare di quest’immagine? Voi, nel complesso, cosa ne pensate? Vi piace oppure no? Perché?
Agosto 12, 2014 alle 8:25 pm #1810407MLDesignPartecipanteCiao. A prima vista non la comprendo appieno, la leggo come una scena cupa dove al posto del tuffo in acqua vedo quello giù dal ponte, complice l’indifferenza del ragazzo in primo piano e la scelta di togliere il colore.
Mi piacerebbe leggere il commento dell’autrice per avere un po’ di contesto. [lo]Agosto 13, 2014 alle 3:04 pm #1810444SoniaPartecipanteciao , siamo a Cuba , lungomare dell’ Avana.Ho scelto il b/w perchè mi sembrava di dare più senso alla situazione , in questo contesto la gente cubana non ha altro svago che i tuffi dal famoso Malecon . Non sono una fotografa esperta e forse può essere che ho sbagliato la profondità di campo , ma nel complesso questa foto mi dava una certa emozione . Qualche consiglio per il futuro è ben accetto devo imparare tutto. (o)
Agosto 13, 2014 alle 4:50 pm #1810450ClaudioPartecipante[quote=”scimin61″ post=638114][…] Non sono una fotografa esperta e forse può essere che ho sbagliato la profondità di campo , ma nel complesso questa foto mi dava una certa emozione . Qualche consiglio per il futuro è ben accetto devo imparare tutto. (o)[/quote]
La luce intensa che batte su superfici chiare (suprattutto quando si fa bagliore nelle zone non a fuoco), così come la scena pressoché deserta e l’abbigliamento balneare dei due ragazzi a me hanno trasmesso la sensazione di un’opprimente calura. In un tale contesto il tuffatore (posto in risalto dalle linee di una prospettiva quasi centrale) starebbe per compiere il gesto indicato dal titolo.
Ma allora, stando così le cose, perché parlare (in negativo) della messa a fuoco? Molto banalmente perché, per convenzione, ciò che viene messo a fuoco è ciò su cui l’autore vuole porre l’attenzione. E qui a fuoco abbiamo il ragazzo seduto sul parapetto, mentre il tuffatore (ovvero il tuo “vero” soggetto) è su un piano successivo, divenendo un elemento non certo trascurabile ma almeno in parte secondario.
Un’immagine, in genere, è tanto più efficace tanto più tutti i particolari concorrono a favorire negli osservatori una stessa interpretazione. E qui il tuo titolo e la parte che hai scelto di mettere a fuoco non coincidono, giustificando così eventuali perplessità interpretative o critiche tipo “lì ha sbagliato!” da parte degli osservatori.Va detto che il titolo, pur non essendo un particolare più importante di altri, è spesso determinante nel condurre un osservatore verso un lettura dell’immagine piuttosto che un’altra.
Bisogna allora tener conto che il titolo sarà tanto più determinante tanto più vaga e indecifrabile o ricca di possibili letture apparirà l’immagine osservata. In una immagine come la tua insomma, per la quale, non a caso, hai scelto la sezione “Generica”, l’osservatore chiederà aiuto al titolo per capire fino in fondo la scena. Al contrario in scatti facilmente attribuibili a generi fotografici più chiusi e codificati (es. avifauna; ritratto; ecc.), proprio perché in questi casi l’osservatore sa già in parte cosa aspettarsi e cosa no, può essere che il titolo conti meno, e che spesso risulti persino superfluo o che si configuri come una mera aggiunta descrittiva.A tutto quello che ho scritto si possono aggiure molti “se” e molti “ma”, ovvero un sacco di eccezioni e precisazioni, che qui però volutamente ometto per non complicare le cose.
Agosto 17, 2014 alle 11:27 pm #1810754albo49PartecipanteIn questa immagine, nonostante i “difetti” tecnici paradossalmente non vedo difetti.
Certo, se fosse stata meglio composta, sarebbe più canonicamente valutabile (forse).
Certo, se l’oggetto del titolo fosse a fuoco, migliorerebbe la lettura (forse).
Certo, se la conversione in bw fosse più curata, ne gioverebbe la scala tonale (forse).
Questo è uno di quei casi dove i “forse” prevalgono sul rigore formale e sulla perfezione tecnica.
Almeno per me.
Per questo mi piace. -
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