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Aprile 11, 2012 alle 6:42 pm #1704235acrobatPartecipante
Ciao Franco! ..bellissima la fotografia del tuo avatar oggi(11.04.12)… è un momento decisivo studiato o casuale? Se ti va di parlarne. Sarebbe opportuno la postassi, quasi una una invadenza la mia, ma credo ne valga la pena! Secondo te, una fotografia, un’immagine, non è di per sè “astratta”? Anche se questo non lega del tutto con la tua immagine… o no? [leg]…
Aprile 11, 2012 alle 7:50 pm #1704245FrancoPartecipantequesta uscita mi sorprende, Claudio, è molto piacevole parlare di fotografia è quindi colgo al volo l’occasione, può essere utile per proseguire alcune vecchie discussioni lasciate ferme…… Per la foto/avatar, mi imbarazza un pò parlarne, è fresca di stampa, l’ho scattata un paio di giorni fà insieme ad altre street che potrebbero adattarsi ad un contenitore come quello che ebbi modo di aprire tempo fà: “prospettive insolite” ma ultimamente non sono in vena di pubblicare, per il momento metto tutto dentro alcuni contenitori che stanno diventando senza fine, a dire il vero senza neppure una metà precisa, come sai ultimamente sono bloccato da impegni vari e ho sospeso tutti i vecchi progetti….. se ti fà piacere puoi copiare sul desktop e vederla a 800pix. Ricordo un’occasione in cui abbiamo avuto modo di discutere dell’uso del termine astratto in fotografia, ricordo una differenza di veduta sui confini del genere, erano differenti, per te piu’ ampi, per me circoscritti, addirittura circostanziali…….. penso che in fotografia, ma piu’ in generale in tutti i campi delle arti visive, possiamo distinguere tra opera astratta e opere che contengono elementi astratti, nel caso della foto/avatar a mio parere non è astratta ma contiene elementi che escono fuori dalla normale percezione di tutti i giorni, che potremmo definire surreali, perchè stimolati da un’attenzione di tutto ciò che ci circonda che esula dal soggetto stesso ma al tempo stesso ne è parte essenziale. Il fotografo percepisce nell’arco di pochi secondi, a volte una frazione di secondo, un soggetto, degli elementi che compongono la scena e che lo colpiscono a tal punto da doverla fermare, scatta la foto che a sua volta potrà esercitare lo stesso potenziale espressivo in altre persone, osservatori. però il surrealismo, sotto certi aspetti è affine alle forme d’espressione astratte . sapendo che sulla materia sei piu’ ferrato di me, sarei curioso di conoscere un tuo parere….
Aprile 11, 2012 alle 7:53 pm #1704247FrancoPartecipantesolo adesso ho compreso cosa volevi dire….. meglio tardi che mai, posto qui…. [IMG]public/imgsforum/2012/4/2012-04_07-Torino_0134aBN.jpg[/IMG] [scu]
Aprile 11, 2012 alle 8:22 pm #1704255acrobatPartecipanteBentrovato… Si, hai ragione Se n’è gia’ parlato altrove e in vari contesti, ma in questo topic (un pò astratto), si può parlare anche di fotografie, a partire non da esse stesse ma dagli argomenti che ad esse sono relativi e che spesso ci spingono a praticarle, latenti o espliciti, e magari parlandone, alcune nasceranno… La tua foto, sulle prime non sembra affatto astratta, ma se la si guarda non solo sotto l’aspetto esteriore più tangibile, da quel chiaro esempio di scatto street che è… Infatti, pensavo al cgrande ritratto alle spalle dell’uomo chinato sul suo piccolo mondo necessario, da viandante, che sembra quasi sfidarlo o provocarlo da un mondo puramente esteriore, quello della fantasia cinematografica, sembrerebbe quasi sostituirsi beffardamente al reale! Bella! se ti fà piacere puoi copiare sul desktop e vederla a 800pix .. grazie, era già stato fatto… [i]sapendo che sulla materia sei piu’ ferrato di me[i] .. e io che subbdolamente speravo di illuminarmi col metterti in gioco… Ahah.. Ora devo correre purtroppo, ma resta ‘connesso’ su queste righe…
Aprile 11, 2012 alle 9:42 pm #1704270FrancoPartecipanteBella la tua lettura dell’immagine, io per il momento non l’ho ancora “letta” per questo forse mi imbarazzava postarla, come scriveva Benjamin, faccio mio il pensiero di non far parola di ciò che non è finito perché il solo fatto di parlarne ne determinerebbe la fine . in effetti, se guardiamo la foto può essere collocata in diversi generi street, surreale, astratta OT on a volte il genere street, non nasce dalla ricerca sul soggetto, da uno stimolo razionale, ma ha un punto di partenza nel subconscio. In determinate situazioni è l’azione stessa (quando questa è dinamica) insieme alle parti che compongono la scena a generare nel fotografo l’esigenza di premere il pulsante di scatto. Invece la fase preparatoria, ben più’ complessa e articolata in ordine di tempo e forze investite, parte da molto più’ lontano e coinvolge tutto l’emisfero cerebrale, non solo quello irrazionale . Se osservi, le foto street più’ efficaci sono scaturite da un’azione di matrice surrealista, non possiedono una perfezione formale come possono avere le foto di Kertesz, Rondney Smith, Ray Man, Bill Brandt tanto per fare alcuni esempi, ma nascono da uno stimolo ancora più’ forte, più’ puro, come possiamo osservare nelle foto di HCB, dove quella che potrebbe sembrare ad una visione superficiale un’improvvisazione scaturita da un’evento casuale, è in realtà un’azione interiore (del fotografo) nei confronti del percepibile, il “momento decisivo” è molto meno effimero di quello che si pensi, parte da molto lontano . .. sotto certi aspetti il genere street raggiunge il suo apice quando il fotografo riesce ad indagare il soggetto con metodi e tecniche che attingono dal surreale . OT off [lo]
Aprile 12, 2012 alle 2:09 am #1704324GianMauroPartecipantePartecipo con piacere anch’io a questa interessante discussione: Concetti troppo difficili per me, da esprimere attraverso la scrittura. Tutto dovrebbe schematicamente partire dalla definizione di astrattismo, quando mi sembra di capire invece, che qui si scrive di sensazioni o meglio di linguaggio fotografico. La foto di Franco (l’avatar) non è astratta come rappresentazione ma lo è, sicuramente come contenuto interpretativo. Manichini senza volto che paradossalmente guardano (il termine non è casuale) verso l’osservatore e la ragazza (credo) che si contrappone in direzione opposta a loro, anche lei senza volto perchè ovviamente di spalle. Ed effettivamente di concetti, più o meno astratti, c’è ne sono tanti in questa foto, con chiavi di lettura tutte differenti o distaccate dalla realtà rappresentata. Distaccate. Concentrerei su quest’ultima parola il tutto. Distaccate dalla rappresentazione. Non relazionata ad essa, cioè astratta. Astratta però concettualmente. Lo stesso vale per la seconda, non è astratta neanche questa. Almeno non lo è come rappresentazione fotografica. La chiave di lettura di Claudio è un ottimo esempio interpretativo di astrattismo. Infatti contrappone la dura realtà del viandante alla pura fantasia cinematografica, ed essendo i due concetti distaccati il ragionamento vale e anche bene. Allora scriverei che se cerchiamo nelle nostre interpretazioni il concetto di astratto, allora forse si, le foto di Franco sono astratte, ma attenzione, con questo tipo giochetto si potrebbe estendere il concetto a qualunque foto e questo non credo sia corretto, perche se devono essere interpretate come genere, sulla carta sarebbero delle street. Lo street è un genere fotografico legato al Realismo alla capacita di esprimere in maniera efficacie quasi scientifica la vita, la quotidianità. Cioè l’esatto opposto dell’astrattismo. Cosa che ha fatto chiaramente Franco, con efficacia e gran stile aggiungerei.
Aprile 12, 2012 alle 5:15 am #1704338acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: ..per il momento non l’ho ancora “letta”
Non ti ho nemmeno dato il tempo di “leggere” la tua immagine, quindi forse, con la mia interpretazione inattesa posso aver prodotto in te uno stato latente di “incoscenza di sè” dell’autore… Però ti ho indirettamente stimolato comunque, visto che per cominciare poni in campo il Benjamin! E non solo… Cerco di riparare offrendo anche io un’immagine, che mi risulta ancora “sconosciuta”, non avendola digerita e “letta”?.. [IMG]public/imgsforum/2012/4/IMG_0112__S.M.Novella_800_copia.jpg[/IMG] Condivido la tua riflessione su una preponderante “matrice surrealista” della fotografia street, e qui penso di poter dire che ci troviamo in un ambito a noi caro; è vero, credo che “il momento decisivo” sia ovunque e costantemente sotteso al quieto percepire, quella lontananza di cui parli può essere riconosciuta in un immaginario culturale dell’osservatore, la cui capacità di sintesi consisterebbe nel concetto noto come “il saper vedere”, anticipare è già sapere… Personalmente, proprio in questi giorni riflettevo, ho realizzato che quando cammino osservando il mondo io non vedo cose o eventi che posso poi riconoscere in fotografie, io vedo immagini, non significati, del resto tutto il conosciuto è sotto forma di immagine prima che “attribuzione”. Ti ricordo che il topic è “astratto”, quindi non hai alcuna possibilità di andare OT… 🙂 [lo]
Aprile 12, 2012 alle 5:36 am #1704341acrobatPartecipanteGianMauro Partecipo con piacere anch’io a questa interessante discussione .. benvenuto Da ciò che scrivi non mi sembra tu sia in difficoltà .. Tutto dovrebbe schematicamente partire dalla definizione di astrattismo Tutto può essere definito da uno sguardo astratto, degli schemi si servono i manuali… Quando facevo riferimanto alla foto dell’avatar di Franco, non c’era quella che vedi ora, ma quella da lui postata (grande), comunque il tuo ragionamento ha sempre un fondamento, ovviamente io non posso pronunciarmi… Astratta però concettualmente ..ma tutto ciò che ci circonda, che ci è dato oggettivo, non è definito tale da un’esperienza concettuale? Quel che voglio dire e che se parli di “giochetto” stai già portando il dialogo su schemi prefissati, su un ambito che delle regole prestabilite non dovrebbe giovarsi, per non correre il rischio di invischiarsi della quotidiana ripetitività di cose già dette… [dan] [lo]
Aprile 12, 2012 alle 11:23 pm #1704475GianMauroPartecipantePer me è difficile spiegarmi, perchè nonostante i miei sforzi non riesco a concretizzare in parole le mie sensazioni. Come sai ho una formazione scientifica, tento sempre di razionalizzare tutto (o quasi) attraverso severi schemi logici. Credo che questo si ripercuoti anche nel mio modo di scrivere, sempre sintetico ed in attesa di chi sa quale espressione logica. Ma da bravo scienziato (almeno una volta avevo questa ambizione), ragiono spesso fuori gli schemi e spero che questo possa aiutarmi nella fotografia ed in questa discussione. Credo di aver recato un attimo di disaggio utilizzando la parola giochetto, me ne scuso, ma ho appositamente utilizzato le virgolette, perchè tutto sommato stiamo giocando (tutti) con la fantasia…… distaccandoci dalla realtà. Però sono d’accordo con te quando scrivi che certuni (tu) prima vedono un immagine e probabilmente non ne riconoscono immediatamente un conosciuto (mi piace l’uso che fai della parole) in quanto tale e solo successivamente la rappresentiamo linguisticamente attraverso (ancora tue parole) un’attribuzione. E’ difficile mediare il concetto di astrattismo me ne rendo conto, ma quando ho scritto astratta concettualmente intendevo la rappresentazione fotografica di Franco, nel senso che la foto in se non è astratta, ma il suo significato potrebbe esserlo…….. soggettivo? Forse. In questi termini stamattina ho realizzato due foto. Ho tentato di pensare in astratto e sinceramente non ci riuscivo. Poi ho riflettuto sul significato (riflettuto, significato cioè schemi logici) sulla definizione di astratto, cioè non rapportato alla realtà, distaccato. Mi sono detto: ma se fotografo un oggetto e lo decontestualizzo dal luogo comune o dalla sua semplice funzione ottengo una foto astratta o è semplice realismo (con la r piccola, io non sono un’artista)? Vi propongo gli scatti: [IMG]public/imgsforum/2012/4/image_1_-21.jpg[/IMG] [IMG]public/imgsforum/2012/4/image_2_-2.jpg[/IMG]
Aprile 13, 2012 alle 5:46 am #1704546FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da acrobat: Non ti ho nemmeno dato il tempo di “leggere” la tua immagine……. ………Cerco di riparare offrendo anche io un’immagine, che mi risulta ancora “sconosciuta”, non avendola digerita e “letta”?
In alcune discussioni qui nel sito (ma se guardiamo la storia della fotografia scopriamo che il dibattito è “aperto” da quasi un paio di secoli) si accusa la fotografia di non possedere alcuni elementi essenziali, presenti in tutte le forme d’arte: “la fotografia è riproducibile” “la fotografia è un gesto meccanico” “la fotografia è una forma d’arte incompiuta in quanto riproduzione fedele del reale”. In realtà la fotografia non è una riproduzione del reale, e il fatto stesso che contenga elementi vicini all’astratto ne è conferma: se è astratto difficilmente può essere reale. la stessa cosa si può dire di alcuni generi fotografici che possiedono connotati realistici, come il reportage o la street, in questi generi si pensa che l’elemento casuale possa compromettere l’artisticità dell’opera: “la casualità non genera arte, senza una progettualità finiamo per documentare un’evento che non appartiene al fotografo, ma alla storia” è tutto vero, ma è altrettanto vero che l’esperienza che hai/abbiamo citato (premiamo il pulsante di scatto e solo dopo indaghiamo “perché”) non racconta un’evento, ma rappresenta la trasfigurazione interiore di ciò che abbiamo visto, e questo per me è uno dei modi più’ puri di fare arte .. Wim Wenders scriveva: “la fotocamera è un’attrezzo che dispone di 2 occhi, uno guarda avanti, l’altro dietro” “L’occhio posteriore” citato da Wenders è l’occhio della mente, con i suoi connotati profondi (interiori) oppure superficiali (ragione), che incidono profondamente sulla qualità dello scatto, sui requisiti “minimi” per godere dei favori dei critici d’arte . Secondo C.Marra, se dovessimo indagare quanta arte e quanta realtà è presente in una qualsiasi foto, ci troveremmo in forte imbarazzo nel constatare che ogni foto contiene elementi di artisticità, ergo, nel nostro piccolo siamo tutti artisti Impressionante la foto che hai postato, a primo acchito il soggetto sembra il cartellone stradale, perché centrale, perché a fuoco. Ma le geometrie sullo sfondo, regolari, imponenti, massicce, equilibrate dominano la scena, sono la scena, e osservando più’ attentamente, sono il soggetto .. astratto, senz’altro, ma non solo, direi anche surreale, soprattutto surreale. L’immagine risulta coerente rispetto il tuo modo d’intendere la fotografia, rispecchia una lettura interiore fedele, a tal punto da sembrare estranea alla realtà, ma piuttosto un “prestito” richiesto alla natura delle cose per poter proseguire un personale percorso artistico .
Originariamente inviato da acrobat: Personalmente, proprio in questi giorni riflettevo, ho realizzato che quando cammino osservando il mondo io non vedo cose o eventi che posso poi riconoscere in fotografie, io vedo immagini, non significati, del resto tutto il conosciuto è sotto forma di immagine prima che “attribuzione”.
succede anche a me in alcune “discipline” nel mio caso la visione delle “immagini” segue percorsi prestabiliti dalla ragione, percorsi con un significato (un fine), delle “specifiche”(direzioni), ma tolto questi, l’azione è libera, in quanto segue l’itinerario dettato dal subcosciente.
Aprile 13, 2012 alle 5:54 am #1704547FrancoPartecipanteInteressanti le foto postate GianMauro, direi che sono decisamente astratte, piacevolmente astratte, ottima la scelta della monocromia, la composizione e lo spiccato gusto delle geometrie, dell’estetica del bello. nei contenuti di una fotografia possono convivere astrazioni più’ o meno evidenti, non necessariamente volute, meditate. L’astrazione di un’oggetto dal contesto, o di un particolare dall’oggetto stesso, è legata alla sensibilità del fotografo, o dell’osservatore. Una fotografia può essere astratta, oppure può contenere elementi di astrazione che possono apparire più’ o meno evidenti, nelle tue foto e quasi impossibile non notare i forti connotati astratti. Invece la foto di Claudio è meno astratta, più’ vicina al surreale, la mia ancora meno, tanto da farla apparire, ai miei occhi, decisamente più’ vicina ad altre forme artistiche . [lo]
Aprile 13, 2012 alle 3:17 pm #1704587GianMauroPartecipanteParto dalla foto di Claudio. Sicuramente surrealista. Tutto viene lasciato alla fantasia. La prima cosa che mi viene in mente è quella di ricondurre il segnale stradale alla scritta o al segnale stesso e lo sfondo ad un monumento o ad una chiesa. Interessante questo aspetto perchè la soggettività interpretativa è, credo, una caratteristica del surrealismo ci costringe a lavorare di fantasia, “oniricamente” alla ricerca inconscia di ricondurre tutto al conosciuto di cui parlava Claudio. Onestamente quando si è parlato di ricondurre lo street ad una “matrice surreale” o reale (cosa che più comprendevo) mi è sembrava una forzatura ora.. ci sto riflettendo, ma ancora non so. Invece le mie le ho metabolizzate, non credo siano astratte. Sono arrivato a questa conclusione partendo dal semplice fatto che questo tipo di foto sono ripetibili. Nell’astrattismo invece, la ripetibilità non è consentita per concezione P.S. Ragazzi faccio una fatica incredibile a seguire i Vostri discorsi! Però quanto mi piacciono queste riflessioni, mi costringono a studiare
Aprile 13, 2012 alle 6:44 pm #1704629albo49PartecipanteMi inserisco pensando a quando, molto tempo fà, si disquisiva in aula sul significato di astrattismo in fotografia. L’avanguardismo era di moda e alcuni fotografi tentavano di riproporre il surreale come forma di astrattismo tentando di astrarre dalla realtà forme ed oggetti definiti e facilmente riconducibili ad una precisa funzione. tagliando corto, quasi sempre si arrivava alla conclusione che riprendre un qualsiasi soggetto funzionale ad un contesto, anche se decontestualizzato, non si poteva definire astratto perchè la nostra mente tendeva a collocarlo ed a ridefinirne la funzione. Ecco che il dubbio, derivato dall’analisi oggettiva, prevaleva sul soggettivo e pochi continuavano definire astratti i lavoro di Fontana per il solo fatto che assomigliavano ai quadri di Mondrian ma con soggetti reali. In quel periodo stavamo preparando i fondali di alcune scene e i bozzetti dovevano riprodurre graficamente l’astrazione di luoghi comuni (campagna, città, tramonti ecc..). Dopo avere realizzato i bozzetti decisi di farne una copia fotografica. Al momento della presentazione, proposi le diapositive al posto dei bozzetti proiettandole direttamente sul proscenio.
Questa è la foto di un bozzetto
[IMG]public/imgsforum/2012/4/ASTRA005.jpg[/IMG]Osservando le foto, si riaprì il dibattito sulla fotografia astratta e giungemmo alla conclusione che se il soggetto ripreso è surreale allora la fotografia si potrebbe definire astratta, diversamente riprendere soggetti reali facilmente contestualizzati anche se snaturati nelle forme, non si potevano definire astratti ma interpretazioni artistiche della realtà. Questa conclusione mi è sempre piaciuta perchè credo che la fotografia sia una forma d’arte solo quando l’autore propone una sua realtà e non una banale riproduzione della stessa. Purtroppo molti propongono foto senza anima, solo tecnica dove ci si sofferma sulla nitidezza e sui colori, dove animali e insetti sembrano imbalsamati o dove si esaltano tramonti o panorami mozzafiato che tutti con un minimo di conoscenza possono riprendere. Tornando al tema, aggiungo una mia foto di un soggetto reale facilmente collocabile ma con tratti che alcuni osservatori, coi quali non concordo, hanno definito astratta.
[IMG]public/imgsforum/2012/4/astra1.jpg[/IMG]Aprile 14, 2012 alle 7:07 am #1704734FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da GianMauro: Onestamente quando si è parlato di ricondurre lo street ad una “matrice surreale” o reale (cosa che più comprendevo) mi è sembrava una forzatura ora.. ci sto riflettendo, ma ancora non so.
difficile non citare di nuovo Benjamin “fotografiamo quello che non possiamo vedere” in questa frase ricordava come i valori della fotografia a volte subiscono un ribaltamento di quello che nell’immaginario comune è un semplice mezzo per registrare la concreta realtà dei sensi deputati alla vista. Il “surrealismo street” così inteso non si allontana dal medium che indaga per soddisfare la realtà, ma lo affianca. la fotografia si fà veicolo per eludere la realtà, cancellando i confini tra i segnali che pervengono alla nostra vista e il recondito immaginario presente in ognuno di noi, pensieri, idee, speranze, sogni, paure A volte guardando una foto può capitare di leggere in essa significati che vanno oltre il visibile, l’immagine sembra raccontare una storia, emoziona, stupisce, appaga i sensi, la mente, tanto è ricca di significati che superano la percezione esteriore dell’immagine stessa. Quella che definisci “matrice surreale” in generi come la street è tutt’altro che una forzatura, non dobbiamo pensare al surrealismo come un’allontanamento dal concreto, fisico, materiale (questo avviene nel surrealismo astratto), ma piuttosto ad un arricchimento del genere street, un potenziamento dei valori, anche se la sostanza manterrà un’appiglio con il reale, altrimenti non sarebbe più’ street .. guarda il lavoro di HCB o di Elliot Erwitt, ma anche alcune foto “street” di Kertesz (questa è un pò una forzatura!), sono opere con forti contenuti surrealisti, molto differenti dalle opere di Rodney Smith, ad esempio, in cui la ricerca del surreale è esplicitamente ricercata, preparata, quindi ben lontana dal genere street surrealista (che potremmo definire “empirico”) dove la matrice surrealista non è preconfezionata ma ricercata nell’essenza delle cose, tramite la lettura dei segnali presenti dalla scena, oppure (attenzione: oppure) sviluppata grazie ad una visione generata e improvvisata dei segnali che pervengono dal subcosciente.
Aprile 14, 2012 alle 7:54 am #1704735FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da Albo49: …………………..Osservando le foto, si riaprì il dibattito sulla fotografia astratta e giungemmo alla conclusione che se il soggetto ripreso è surreale allora la fotografia si potrebbe definire astratta, diversamente riprendere soggetti reali facilmente contestualizzati anche se snaturati nelle forme, non si potevano definire astratti ma interpretazioni artistiche della realtà…………
interessante ragionamento, concordo con il tuo pensiero, sono un pò titubante sull’applicazione del termine astratto, e per nulla d’accordo sulle conclusioni a cui è pervenuto il tuo gruppo (teatrale, mi pare): “solo un soggetto surreale può diventare una foto astratta”. Pur dicendo tutti la stessa cosa, se ho ben capito Claudio tende ad allargare l’applicazione del termine, io mi pongo in mezzo, tu all’estremo opposto. Forse perché mi trovo in mezzo, forse perché trovo la disquisizione etimologica sull’identità della definizione di “astratto” (in fotografia) poco importante sotto il punto di vista pratico/critico, forse per tutti questi motivi messi insieme, trovo interessanti e degne di pari rispetto tutte le vostre interpretazioni, anche perchè pregne dell’indispensabile “malleabilità” di cui questi discorsi dovrebbero sempre tener conto. Ribadisco il mio punto di vista, sinteticamente, una fotografia può contenere elementi figurativi ma anche astratti, così come un liquore per definirsi tale deve contenere alcool a 20°, 40° oppure 60° ma non 90°, altrimenti non sarebbe un liquore, ma alcool puro. Allo stesso modo una fotografia per essere tale non potrà essere al 100% astratta, potrà contenere elementi riconducibili ad altri stili e correnti, così come un liquore è formato da alcool, acqua, zucchero, aromi ed erbe varie .. Per natura “costitutiva” una fotografia non può contenere elementi astratti “puri”, è, e sempre rimarrà un’operazione mediatica dove l’astrazione non sarà mai completa, altrimenti, tanto per citare un’esempio simile al tuo, sarà l’osservatore stesso a rinnegare nell’immagine la natura di fotografia (non sembrerà più’ una foto), in quanto non troverà in essa l’indispensabile appiglio con altre realtà “fotografiche”. Per questo motivo possiamo affermare che in fotografia, l’astratto (o meglio, l’astrazione) và ricercato soprattutto negli elementi (accidentali) più’ che nell’essenza stessa delle cose, che dovrà per forza mantenere un piccolo appiglio con la realtà “fotografica”. Rilevante la prima foto, ricorda molto i lavori di Fontana, al momento ho difficoltà a qualificarla, ma mi piace molto. la seconda, è altrettanto interessante, a mio parere contiene molti elementi di astrazione (BN, strisce non identificate, ombre indefinite, geometrie casuali): direi 30 volumi di alcool . come sempre le tue foto sono molto comunicative, ricercate la vostra presenza in questo topic non è casuale, introduce/stimola la discussione…. sarebbe bello proseguire il dialogo proposto da Claudio….
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