- Questo topic ha 8 risposte, 6 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 17 anni, 7 mesi fa da Edgardo.
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Marzo 20, 2007 alle 3:39 am #1259812bravogtPartecipante
Ciao a tutti!!Spero che questa sia la sezione giusta per porre questa domnada, se non fosse così chiedo scusa ma non sapevo dove dovevo posizionarla! Vorrei sapere se qualcuno potrebbe dirmi fino a che diaframma posso spingermi fotografando di giorno ma evitando la cosidetta difrazione?F 22 sarebbe già troppo azzardato?Ringrazio fin da ora colui che mi risponderà!!!
Marzo 20, 2007 alle 4:18 am #1259818mariofotoPartecipanteHo letto che con il diaframma superiore a f. 11 si possono riscontrare problemi di difrazione. Con i grandangoli vai abbastanza bene, ma se usi il 75-300 con focale 300 ti conviene chiudere i diaframma almeno ad f16, perché lottica è molto morbida.
Marzo 20, 2007 alle 6:18 am #1259824FrancoPartecipantealcuni testi parlano di f8, ma ovviamente dipende da ottica a ottica, sopra ad una certa chiusura la nitidezza cala sempre…. regolati empiricamente secondo quanto dicono i test mtf (per quanto attendibili possano essere) A quale ottica ti riferisci? [lo]
Marzo 20, 2007 alle 9:30 pm #1259859bravogtPartecipantemi riferisco al 17-40L o al 75-300 le mie due ottiche visto che ormai il plasticotto non lo uso più!
Marzo 21, 2007 alle 5:32 am #1259921FrancoPartecipantese può esserti d’aiuto (non centra con la difrazione), io sul 17-40 se non sono obbligato dalla scarsa luce, tengo f/5,6 di regola…… fornisce i risultati migliori [lo]
Marzo 22, 2007 alle 3:27 am #1260046bravogtPartecipantegrazie non lo sapevo!!!allora è propio ecccezionale questo obbiettivo!!!
Marzo 22, 2007 alle 1:52 pm #1260087longdreamPartecipantePer dare una spiegazione ai profani ed una veste tecnica al forum sarebbe opportuno spiegare cos’è la diffrazione. Una delle proprietà più curiose delle onde elettromagnetiche e comune a tutti i fenomeni ondulatori è la loro capacità di “aggirare gli ostacoli”. La luce che attraversa una fenditura non si propaga solo “in avanti”, come farebbe un corpuscolo materiale, ma tende a espandersi nello spazio, coprendo una regione ben più grande della fenditura attraverso la quale è passata. Questo fenomeno prende il nome di diffrazione, e si manifesta quando le dimensioni degli ostacoli che l’onda incontra risultano paragonabili alla sua lunghezza d’onda. In maniera analoga, se la luce incontra un ostacolo sufficientemente piccolo, non si crea una zona d’ombra netta dietro a esso, perché la luce tende a “richiudersi” per ripristinare il fronte d’onda originario. Per capire meglio il significato della diffrazione si pensi a una persona nascosta dietro a un albero. Non è possibile vederla, tuttavia è possibile udirla. Questo succede perché la lunghezza d’onda della luce è di gran lunga più piccola delle dimensioni dell’albero e quindi la luce non riesce a “girarci attorno”: essa viene completamente bloccata dall’albero. Al contrario, la lunghezza d’onda delle onde sonore emesse dalla persona è dello stesso ordine di grandezza delle dimensioni dell’albero. Tali onde sono quindi in grado di superare l’ostacolo, consentendo così di percepire la voce di una persona, anche se nascosta. Tratto da http://www.lucevirtuale.net 😉
Aprile 3, 2007 alle 2:58 am #1261237MaxShotPartecipantequi trovi un’interessante spiegazione del fenomeno della difrazione, con anche un “sensore virtuale” per capire l’effetto che fa su sensori diversi ad F diversi. http://www.cambridgeincolour.com/tutorials/diffraction-photography.htm
Aprile 4, 2007 alle 6:54 pm #1261423EdgardoPartecipantePoichè la diffrazione è data dai raggi luminosi sul bordo del foro pupillare del diaframma e dipende dalla dimensione del foro, il diaframma al quale iniziano fenomeni di diffrazione dipende dal sistema fotografico e dalla lunghezza focale su cui il diaframma stesso è installato. Ad esempio su un obiettivo di un corredo 35mm in genere si consiglia di non chiudere oltre f/11, mentre nel settore delle compatte prosumer già f/8 potrebbe dar luogo a un calo della resa per inizio di fenomeni diffrattivi. Edgardo
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