[capde]

Premetto che mi scuso anticipatamente se la domanda che vi sto per fare ad alcuni potrebbe sembrare stupida specialmente per i più esperti. Ho da poco aquistato due obiettivi che come potete vedere non sono studiati appositamente per reflex digitali con sensori ridotti come la mia 350d. Ecco la domanda: se uso un diaframma molto aperto come f2,4 ottengo risultati peggiori in confronto a un diaframma più chiusi f4 o f8 visto che così le lenti lavorano sopratutto sul centro? Non so se sono riuscito a spiegarmi bene ma ringrazio anticipatamente chi vorrà darmi un aiuto. Ciao

[jack64bit]

Ciao capde. Non esistono domande stupide…ma solo stupide risposte (e spero che non sia la mia…). Allora: un obiettivo come il 50mm f/1.4 per esempio, già a f/2 è buono mentre se prendi un obiettivo con apertura minore, è ovvio che la qualità ce l’hai a diaframma più chiuso. Normalmente, dai grafici MTF che si possono trovare quà e là per il web, un obiettivo dà il meglio di se stesso ai diaframmi intermedi (intendo come nitidezza ovviamente) mentre scende agli estremi. Tutti gli obiettivi sono ottimizzati per l’uso che se ne fà: quello per ritratti è ottimizzato su aperture più elevate in quanto si ha la necessità di una pdc ridotta; i tele sono una via di mezzo tendente ai diaframmi più chiusi in quanto si usano maggiormente in condizioni di luminosità elevata e normlamente si ha bisogno di una pdc più elevata e così via. Detto questo, quello che si guadagna con un obiettivo progettato per una full frame montato su una APS-C non è tanto la nitidezza quanto la vignettatura e la distorsione. Proprio perchè viene catturata solo la parte centrale del cerchio d’immagine proiettato sul sensore, i “difetti” che gli obiettivi possono avere ai bordi, non vengono presi in considerazione e quindi da questo punto di vista la qualità della foto è migliore. Tornando al discorso della nitidezza va detto anche che dipende da due fattori: qualità della lente e grandezza del sensore. Una lente di qualità buona o ottima come le serie L, produrranno sempre una buona qualità di immagine. Se hai un sensore fullframe, con una proprietà ricettiva elevata a causa della più grande dimensione dei singoli elementi fotosensibili, avrai anche un aumento del dettaglio dell’immagine e quindi di nitidezza (fermo restando che sulla fullframe ricompariranno i problemi di vignettatura e distorsione). Su una sensore ridotto, la nitidezza si attenua perchè gli elementi fotosensibili sono più piccoli a parità di megapixel e per avere un adeguato segnale, quest’ultimo deve essere amplificato con la comparsa del noto “rumore digitale” che vuol dire perdita di dettaglio e quindi di nitidezza. Spero anche io di essere stato chiaro… Ciao Jack

[jack64bit]

Volevo aggiungere una cosa per far capire meglio: dai grafici MTF, nella maggior parte dei casi, si nota che la curva della nitidezza su una fullframe, più o meno, ricalca la curva della nitidezza su una APS-C se non per il fatto che tutta la curva si abbassa nella scala dei valori di qualità. Per esempio: il Sigma EX 24-70 f/2.8 DG Macro montato su una fullframe ha questi valori: a f/2.8 7,80 a f/4 8,30 a f/5.6 8,20 a f/8 7,80 su una 350D ha questi valori a f/2.8 7,00 a f/4 7.80 a f/5.6 7,50 a f/8 7,20 (valori registrati a 24,9mm di focale). Come puoi vedere quindi, se proietti i valori sugli assi x/y, vedrai che la curva si assomiglia molto ma quella della sensore ridotto si abbassa, a tutti i diaframmi, verso valori più bassi…che, ovviamente, significa minor nitidezza. Ciao Jack

[capde]

Ti ringrazio per la spiegazione così precisa e tecnica era proprio quello che cercavo. Ciao e alla prossima.

[TechnoPhil]

le lenti alle massima aperture rendono sempre peggio che sui diaframmi centrali, dove hanno sempre la maggiore resa!! è 1 regola!!

[capde]

Grazie

[Autore]

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