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Giugno 10, 2007 alle 7:25 pm #1270769edoleonciniPartecipante
(?) Avrei bisogno di una mano per risolvere un “enigma matematico” (almeno per me) Appurato che il numero “f” è il rapporto tra lunghezza focale dell’ obiettivo e diametro del diaframma proviamo a fare due conti prendendo come esempio uno zoom 18-55 f/3.5-5.6 Prendendo in considerazione la lunghezza focale minima (18mm) e dividendola per il numero f minimo (3.5) abbiamo un diametro effettivo del diaframma di 5.14mm Prendendo in considerazione la lunghezza focale massima (55mm) e dividendola per il numero f minimo (5.6) abbiamo un diametro effettivo del diaframma di 9.82mm Domanda: se il diametro del diaframma può arrivare a 9.82mm perché non può esserlo anche nella lunghezza focale di 18mm? Esempio n°2 (zoom 24-105 f/4) 24:4=6 105:4=26.25 Perché non può essere 26.25mm anche alla lunghezza focale 24 Mi piacerebbe capire cosa è che mi sfugge. Grazie Edoardo Leoncini
Giugno 10, 2007 alle 7:58 pm #1270779doc06PartecipanteSemplicemente perché non credo che le cose funzionino così 😉 Ti confesso che nemmeno ricordo quale sia la relazione, ma… allora non tornerebbe nemmeno il fatto che esistono obiettivi 70-200 che aprono sempre almeno F4… Vedrai che fra poco qualcuno “che ci capisce” spiegherà il tutto 🙂 Io mi accontento di sapere i dati “di targa” degli obiettivi… e meno male che so’ ‘ngegnereeee 😉 😉
Giugno 10, 2007 alle 8:13 pm #1270781beppe83Partecipante…forse dipende dal fatto che la lunghezza focale si misura dal piano focale al punto nodale del sistema di lenti,e quest’ultimo cambia a seconda della lunghezza focale utitizzata, quindi non si può avere lo stesso valore di f alla focale minima e massima…o forse devo solo tornare a studiare il mio manuale di fotografia…ma si…farò così che forse è meglio!!! :s :ng ;hm
Giugno 11, 2007 alle 11:53 pm #1270958squinzaPartecipanteSemplicemente è fastidioso zoomare e dover cambiare i parametri di scatto al variare del diaframma. Immagina: inquadri soggetto e imposti tempo/diaframma. Poi cambi la lunghezza focale e ti cambia il diaframma. Non è il massimo della vita [big] [big] Certo, in un tempo di automatismi a manetta il problema è meno sentito, ma esiste comunque. Poi non so se esiste anche un limite tecnico negli schemi ottici che obblighi a mantenere un’apertura costante, ma dubito.
Giugno 12, 2007 alle 10:10 am #1271018bepocPartecipanteOriginariamente inviato da edoleoncini: Mi piacerebbe capire cosa è che mi sfugge.
Ti sfugge: 1) La matematica molto spesso e` veramente un’opinione. Si parte con dei postulati che si assumono veri, e questa e` un’opinione. Se i risultati che seguono sono coerenti la cosa e` accettata. Prendiamo Euclide era partito da 5 postulati(piu` alcune definizioni) ed aveva costruito un sistema coerente, ma nel corso del XIX secolo altri matematici con postulati(opinioni) diversi hanno costruito sistemi altrettando coerenti. 2) Vediamo il tuo caso. Tu parti da un postulato solo: 1) il numero “f” è il rapporto tra lunghezza focale dell’ obiettivo e diametro del diaframma ed ottieni un risultato contraditorio. Evidentemente: o il postulato e` sbagliato o e` insufficiente Vediamo il secondo caso: e` insufficiente. Se aggiungi questi altri 4 postulati: 2) L’ottica e` un telescopio a rifrazione(con i relativi annessi). 3) Il diaframma e’ posto anteriormente ed a contatto della lente frontale. 4) Il diaframma e` circolare. 5) La messa a fuoco e` su Infinito. Otterrai dei risultati non contradittori. Nel caso di un obiettivo fotografico purtroppo questi 5 postulati non sono mai tutti e 5 veri contemporaneamente e quindi il sistema e` contradittorio. Per informarti vedi: http://www.optics.arizona.edu/Palmer/OPTI400/SuppDocs/The%20f-stops%20here.pdf oppure: Sidney F. Ray — Applied Photographic Optics — pag. 122/137 Tutti e due sono corredati di Bibliografia.
Giugno 12, 2007 alle 4:33 pm #1271059squinzaPartecipanteVeramente interessante il PDF che hai indicato. Credo comunque che la scelta del diaframma fisso su tutta l’estensione focale sia anche una scelta progettuale effettuata a priori, come ho indicato. Non si spiegherebbe come mai, altrimenti, tutti gli zoom “professionali” abbiano questa caratteristica. Fanno eccezione le lenti con estensione molto ampia (es. il 100-400L o il 28-300L) dove garantire apertura costante implicherebbe dimensioni ben maggiori o luminosità alla minore focale insufficiente. BTW, le caratteristiche di apertura e di lunghezza focale sono sempre definite con il fuoco all’infinito. L
Giugno 12, 2007 alle 5:40 pm #1271068bepocPartecipanteOriginariamente inviato da squinza: Credo comunque che la scelta del diaframma fisso su tutta l’estensione focale sia anche una scelta progettuale effettuata a priori, come ho indicato.
E` sopratutto una precisa scelta progettuale. Infatti molti di questi obiettivi hanno il diaframma montato all’interno del gruppo posteriore di lenti che e` fisso ed ha una pupilla d’uscita costante, mentre altri assieme allo zoom muovono anche il diaframma, soluzione meccanicamente piu` complessa. L’apertura costante e` pero` piu` difficile da realizzare negli zoom compatti che in genere sono anche piu` economici ed hanno maggiori problemi di costo.
Giugno 12, 2007 alle 6:20 pm #1271077longdreamPartecipanteL’apertura del diaframma è comunemente espressa in f/x,y ma in realtà l’esatta espressione dovrebbe essere f/1:x,y a significare che il valore è la divisione di esso per 1. I valori f comunemente presenti sulle ottiche di mercato sono 1.2, 1.4, 2, 2.8, 4, 5.6, 8, 11, 16, 22, 32 e qui abbiamo quanto segue: 1:1,2=0,83 1:1,4=0,71 1:2,0=0,5 1:2,8=0,35 1:4,0=0,25 omissis 1:11=0,09 1:16=0,06 etc. Dalla tabella emerge che all’apertura focale di 1,2 risulta un’apertura del diaframma di 0,83 mentre a 16 risulta di un’apertura di diaframma di 0,06: quindi a f alti l’apertura è ridotta (passa meno luce) mentre a f bassi l’apertura è maggiore (passa più luce). Il top delle aperture sarebbe un’ottica con f/1 che in pratica esiste solo in particolari ottiche di elevatissima qualità e … costo. In poche parole è tutto qui. 8)
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