Provo a spiegarne il perché, secondo le mie sensazioni. L’occhio è da sempre attratto dalle zone più luminose, finisce quindi per essere catturato al centro della foto, dove si rivela l’intrico di steli e foglie. La foto fuori fuoco è una scelta ardita (di questi tempi) ma saggia: tutti riconosciamo quale sia il soggetto, ed il fatto che sia sfocato slancia l’immaginazione sulla storia che possono avere avuto questi fiori, rendendo lo scatto stimolante. Diversamente se avessimo avuto panfocus, lo scatto sarebbe stato banale, l’occhio si sarebbe disperso sui mille inutili dettagli visibili restituendo la percezione di uno scatto sbagliato, mentre qui, al contrario, vi è la percezione di uno scatto ben riuscito.