Home » Topic » Reportage » Abruzzo. Immagini dall’orrore

Abruzzo. Immagini dall’orrore

Stai visualizzando 15 post - dal 16 a 30 (di 48 totali)
  • Autore
    Post
  • #1455641
    robyc69
    Partecipante

    Originariamente inviato da Antony999: Sofferenza e dolore che in TV, tra un piatto di pasta e la chiacchiera con la moglie, ci scorrono addosso senza avere un vero spessore, senza lasciarci dentro nulla di costruttivo, senza nemmeno la reale percezione della disgrazia. Per questo occorre sicuramente documentare, nella speranza che qualche immagine distolga, almeno qualcuno, dal “fiero pasto”, dall’egoismo, dalla bramosia, dalla superficialità, dal disinteresse di quello che non ci tocca mai direttamente, mentre siamo al caldo, con la pancia piena, se non ci colpisce in prima persona.

    mi sebra che se qualcosa puo’ rendere orgoglioso l’italiano (e non sono molte) e’ proprio la grande prova di generosita’ e solidarieta’ che si manifesta in questi tragici momenti. il tuo perdonami ma mi sembra un discorso troppo cinico e qualunquista. se le immagini di questi giorni scorrono addosso senza lasciare nulla, il problema non e’ la tv, ma un grosso problema e’ in chi guarda. Per quanto riguarda chia ha postato le foto mi sembra si siano dati giudizi senza sapere nulla della persona, magari il servizio e’ per lavoro, magari e’ andato li’ per aiutare e ha trovato anche il tempo per documentare cio’ che ha visto. le foto mi piacciono, alcune molto, altre un po’ meno, ma trovo non aggiunga nulla la desaturazione parziale. ciao. Roberto

    #1455642
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da ancesurfer: Certamente, ma io che fotografo per diletto e non per lavoro e non ho obblighi contrattuali da rispettare se dovessi trovarmi a passare per quei luoghi – nell’immediatezza del disastro – tutto porterei con me fuorchè la mia reflex. Non avrei il coraggio di immortalare simili scene senza provare profondo disagio (e anche vergogna) mi sentirei un turista della calamità, la mia solidarietà la esprimerei in altri modi.

    Come ho detto nel mio primo post, ho provato la stessa tua sensazione. Ma non credi che anche Salgado abbia provato la stessa nostra sensazione, in mezzo a gente che muore di fame e di stenti, in mezzo al fango, in miniere di oro che arricchiscono i trafficoni senza scrupoli? L’importante è lo stato d’animo, il coraggio, l’onestà, l’intento che provi dentro di te, quando fotografi. C’é un po’ la similitudine col lavoro del becchino, che nessun vuol fare, ma che pure è necessario. Il reportage è coraggio, è partecipazione, è condivisione di guerra, morte, fango, sofferenza. i reporter veri non son o quelli che vivono negli albergi a 5 stelle, che intervistano i ministri. I reporte sono quelli che stanno in prima linea, che condividono le sofferenze e gli stenti di viaggi e di pericoli. Ho appena rivisto il documentario dello sbarco di Bob Capa in Normandia, sulla spiaggia di Omaha Era coi primi scesi dai mezzi da sbarco. Tutti quelli che sono sbarcati con lui sono morti. Scattava le sue immagini immortali, uniche, solo parzialmente riparato dietro un cavallo di frisia. Gli cadevano i soldati intorno. Poi è stato preso da uno stato di terrore. L’apparecchio gli scivolava dalle mani tremanti. Non ha capito più niente, si è girato e, camminando in piedi, senza ripararsi dalle pallottole delle mitragliatrici tedesche, è tornato indietro verso il mezzo da sbarco come un automa. Questo è il reportage. Quello vero. Ci vuole coraggio e soprattutto intenzioni positive.

    #1455647
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Fortunatamente non sono tutti cosi’ cinici.

    Vero. Per fortuna c’é anche gente meravigliosa. Ma quando accade un incidente sull’autostrada, e vedo le lunghe file di gente che si ferma per guardare “il sangue”, mi verrebbe la voglia di “sparare” per vederle fuggire come iene inseguite da un leone.

    #1455648
    mauromo69
    Partecipante

    Non entro nel merito del perchè si documenta una tragedia, spero, e in questo caso non lo credo, che non sia dovuto a spirito di “sensazionalismo”, riguardo al lavoro fatto da gary76 avrei lasciato solo la prima e quella della donna con le valige, queste due foto raccontano tutto, a mio avviso ovviamente, tutto il resto è un “contorno” che non rafforza il concetto. [lo]

    #1455651
    mabriola
    Partecipante

    Gary, ottimo reportage, ma chiamamolo anche “documento”, “testimonianza” di quanto accaduto, perchè tale appare, tale giustamente è. Cari amici io ho vissuto una tragedia simile ancor più grande, ancor più devastante che mai dimenticherò, il “mio” terremoto del 1980 che portò qui totale devastazione e morte e che, purtroppo, ancora oggi non vede terminata l’opera di ricostruzione (questo è il dramma che mai terminerà) e spero che presto tutti possano lentamente ricomnciare a vivere, a me ci vollero mesi ma per fortuna la mia casa (dei miei genitori), semi distrutta, non cadde e fu riparata nel tempo lentamente. Quale sia il compito del fotoreporter documentarista lo ha espresso con estrema semplicità e chiarezza Antony ed a tal riguardo io concordo.

    #1455658
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da robyc69: mi sebra che se qualcosa puo’ rendere orgoglioso l’italiano (e non sono molte) e’ proprio la grande prova di generosita’ e solidarieta’ che si manifesta in questi tragici momenti. il tuo perdonami ma mi sembra un discorso troppo cinico e qualunquista. se le immagini di questi giorni scorrono addosso senza lasciare nulla, il problema non e’ la tv, ma un grosso problema e’ in chi guarda.

    Il problema sta nel fatto che la TV ci propone immagini di stragi e desolazioni, mentre mangiamo. La TV interrompe con la pubblicità gioiosa, con cinismo, documenti di disgrazie e dolore, facendole sembrare lontane ed affatto reali, come se fossero avvenute sui set dei film. Facci caso. Il cinismo non è certamente il mio, visto che soffro per questa insensibilità. Quando la TV diseduca (mentre un tempo insegnava a leggere e scrivere, mostrava teatro e manifestazioni culturali), quando la TV non mostra la vita reale, ma quella idealizzata utile ai venditori di pannolini, la gente finisce con non avere più la percezione della realtà. E’ la gente che diventa cinica. Quando poi arrivano queste disgrazie si scopre d’un colpo che esiste “la realtà”. Tutti si sentono inteneriti e disponibili ad aiutare. Allora siamo italiani! gente di cuore, pronta a piangere e ad aiutare. Non quando tutte queste cose si devono prevenire, con sacrificio, con serietà, con orgoglio di fare il bene per la propria esistenza quotidiana. Ma bastano dieci giorni e tutto torna come prima. Il pallone, l’automobilismo, la canzoncina, ecc. La protezione civile è dimenticata. Gli tagliamo i fondi. Se ne riparlerà alla prossima disgrazia. Questo è qualunquismo. Questa è superficialità. Questo è falso senso di sicurezza, perché stavolta non è capitato a noi. Questa è l’illusione di essere al riparo dal pericolo. Ognuno bada ai fatti suoi, non si preoccupa del vicino, toglie cemento per arricchirsi; non rispetta le leggi, perché italiano, ecc. Decine e decine di comuni del napoletano vivono sotto al Vesuvio. Sono 3 milioni di persone. Alcuni hanno costruito anche alle pendici del vulcano. Se avviene un terremoto, un’eruzione improvvisa, come già è capitato varie volte (Ercolano, Pompei) ed anche prima e dopo, tutta qualla gente morirà. Chi si preoccupa di questo? Nessuno! Chi è il superficiale, il qualunquista? Quando capiterà, e prima o poi il disastro arriverà, si conteranno i morti. Ma di questo problema non si può parlare né prima né dopo. La gente non si deve impressionare; deve vivere serena e felice, perché altrimenti non compra dalla pubblicità. Chi ne parla è qualunquista, è cinico. Di queste cose se ne parla solo “durante”. Nei dieci giorni che sono all’attenzione dei media, durante la conta dei morti. Stai a vedere quando dura ancora questa emozione collettiva che ci fa sentire “italiani”! Tra dieci giorni non se ne parlerà più. I colpevoli, se ce ne sono, non verranno puniti; anzi, faranno carriera! Questo è cinismo e qualunquismo. Diventiamo italiani seri, come sono seri i giapponesi che hanno protezione civile seria e case antisismiche.

    #1455670
    mauromo69
    Partecipante

    Condividendo, non tutto ma quasi, quello espresso da Antony, mi piacerebbe però vedere la discussione centrata sul reportage di gary, non sulla cinicità dei media per accalappiare utenti (sono mesi… meglio anni che tutti i telegiornali/testate giornalistiche sfruttano le tragedie con servizi banali, sempre uguali, special di ore ed ore con notizie così alla rinfusa e senza un filo logico), non è la sezione adatta…. [lo]

    #1455671
    bepoc
    Partecipante

    Io posso solo dire che quel Copyright messo ben visibile al centro della foto, mi da` una fortissima sensazione di sfruttamento commerciale e mi distoglie da qualsiasi altra valutazione.

    #1455680
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da mabriola: Quale sia il compito del fotoreporter documentarista lo ha espresso con estrema semplicità e chiarezza Antony ed a tal riguardo io concordo.

    grazie mabriola! Per chi vuol capire cos’é veramente un reporter (in questo caso si tratta di un giornalista, non di un fotoreporter, ma il discorso è analogo) segnalo i libri di Ryszard Kapuscinski, un grandissimo reporter e scrittore polacco. Forse il più grande in assoluto nel campo del giornalismo di reporter (a Robert Capa era invece un gradissimo fotoreporter). Non il reporter dei Grand Hotel, ma quello delle baracche, dei luoghi umili e sporchi del mondo, dei viaggi a dorso di cammello per capire la realtà del mondo, come Salgado, per capire quello che “gli altri che hanno tutto” non vogliono “comprendere e neanche sentir dire” sui media eurocentrici. I reporter come Ryszard Kapuscinski nel mondo si possono contare sulle dita di una sola mano. http://www.feltrinellieditore.it/FattiLibriInterna?id_fatto=7980 Provate a leggere “Autoritratto di un reporter”, in cui parla dell’esigenza di “muoversi per capire”, il bisogno quasi viscerale di essere sui luoghi in cui si compie la Storia, l’ambizione intellettuale di “cogliere il momento preciso in cui lo sviluppo umano entra in una nuova fase”. Se qualcuno vuol capire come va veramente il mondo, non quello presentato in Tv e nei giornali, provate a leggere “Imperium”. Se invece qualcuno vuole documentarsi sulla realtà di Napoli e provincia, per il rischio sismico e vulcanico, può cercare il numero di National Geographic in cui se ne è parlato, mentre TV, e giornali lo ignorano.

    #1455682
    Luca Lupi
    Partecipante

    Originariamente inviato da Antony999: Il problema sta nel fatto che la TV ci propone immagini di stragi e desolazioni, mentre mangiamo. La TV interrompe con la pubblicità gioiosa, con cinismo, documenti di disgrazie e dolore, facendole sembrare lontane ed affatto reali, come se fossero avvenute sui set dei film. Facci caso. Il cinismo non è certamente il mio, visto che soffro per questa insensibilità. Quando la TV diseduca (mentre un tempo insegnava a leggere e scrivere, mostrava teatro e manifestazioni culturali), quando la TV non mostra la vita reale, ma quella idealizzata utile ai venditori di pannolini, la gente finisce con non avere più la percezione della realtà. E’ la gente che diventa cinica. Quando poi arrivano queste disgrazie si scopre d’un colpo che esiste “la realtà”. Tutti si sentono inteneriti e disponibili ad aiutare. Allora siamo italiani! gente di cuore, pronta a piangere e ad aiutare. Non quando tutte queste cose si devono prevenire, con sacrificio, con serietà, con orgoglio di fare il bene per la propria esistenza quotidiana. Ma bastano dieci giorni e tutto torna come prima. Il pallone, l’automobilismo, la canzoncina, ecc. La protezione civile è dimenticata. Gli tagliamo i fondi. Se ne riparlerà alla prossima disgrazia. Questo è qualunquismo. Questa è superficialità. Questo è falso senso di sicurezza, perché stavolta non è capitato a noi. Questa è l’illusione di essere al riparo dal pericolo. Ognuno bada ai fatti suoi, non si preoccupa del vicino, toglie cemento per arricchirsi; non rispetta le leggi, perché italiano, ecc. Decine e decine di comuni del napoletano vivono sotto al Vesuvio. Sono 3 milioni di persone. Alcuni hanno costruito anche alle pendici del vulcano. Se avviene un terremoto, un’eruzione improvvisa, come già è capitato varie volte (Ercolano, Pompei) ed anche prima e dopo, tutta qualla gente morirà. Chi si preoccupa di questo? Nessuno! Chi è il superficiale, il qualunquista? Quando capiterà, e prima o poi il disastro arriverà, si conteranno i morti. Ma di questo problema non si può parlare né prima né dopo. La gente non si deve impressionare; deve vivere serena e felice, perché altrimenti non compra dalla pubblicità. Chi ne parla è qualunquista, è cinico. Di queste cose se ne parla solo “durante”. Nei dieci giorni che sono all’attenzione dei media, durante la conta dei morti. Stai a vedere quando dura ancora questa emozione collettiva che ci fa sentire “italiani”! Tra dieci giorni non se ne parlerà più. I colpevoli, se ce ne sono, non verranno puniti; anzi, faranno carriera! Questo è cinismo e qualunquismo. Diventiamo italiani seri, come sono seri i giapponesi che hanno protezione civile seria e case antisismiche.

    Quoto al 100%. Ero molto piccolo quando tragedie come quella citata (e vissuta) da mabriola segnarono l’esistenza di molti italiani, ma dopo di allora seppure in misura diversa altre catastrofi simili si sono abbattute sia sul nostro paese che lontano da noi. Ed ogni volta il comportamento generale rispecchia tutto ciò che ha scritto Antony. Oggi mi sembra di avere un dejavu

    #1455691
    Antony999
    Partecipante

    Originariamente inviato da mauromo69: Condividendo, non tutto ma quasi, quello espresso da Antony, mi piacerebbe però vedere la discussione centrata sul reportage di gary, non sulla cinicità dei media per accalappiare utenti (sono mesi… meglio anni che tutti i telegiornali/testate giornalistiche sfruttano le tragedie con servizi banali, sempre uguali, special di ore ed ore con notizie così alla rinfusa e senza un filo logico), non è la sezione adatta…. [lo]

    Hai parzialmente ragione, Mauro. Scherzo, eh! Ma la cinicità dei media era incidentale. Volevo far capire la diversità di approccio che ha la gran massa del giornalismo “affialito ad un padrone, ad una parte” e quella del vero reporter. Però, parlando di reportage, credo che un passo avanti nel campo, si possa fare solo iniziando a fotografare con la testa, con l’umiltà, con l’onestà, col senso di voler capire e mostrare la verità di tutte le parti in causa. Il lavoro del reporter (ma parliamo anche del bel reportage del nostro amico) è quello di documentare i fatti che non vengono detti ogni giorno. Quello che sfugge ai giornali che vogliono solo servizi a domanda e precedentemente ben indirizzati e limitati. Per questo motivo ho parlato di Kapuschinsky. Chi vuol fare reportage deve necessariamente conoscerlo. Lui, come Salgado, come il miglior Cartier Bresson, sono sul luogo dove avvengono in fatti, prima che esso accada. Hanno la capacità di prevenire, di indovinare il luogo e l’ora in cui ci sarà un avvenimento. Famoso è il servizio di Bresson sulla morte di Gandhi, ecc. Egli sapeva tutto, conosceva tutto. “Sapeva che sarebbe morto quel giorno” 😀 😀 Ma nessuno di questi si sarebbe sognato di mettere in una foto una “zona di colore”. Quella è civetteria. Quello non è reportage. Nel reportage si accettano anche le immagini non di elevata qualità. Quello che conta è il contenuto, il momento, la situazione irripetibile. Le immagini del grande reporter sono piene di significato. Per ottenerle egli va a vivere nel luogo che vuole documentare. Si insinua tra la gente, fa amicizie, parla con le persone, si fa consigliare tra un bicchiere di vino ed una confidenza. Egli si mischia con la gente, si identifica con essa, cerca di mettersi al loro posto per comprendere i problemi, le storie, i fatti. Il reporter è libero, al più associato (Magnum) per avere aiuti e garanzie, un nome che lo aiuti ad aprire alcune porte, ma nessun condizionamento di politica, pubblicità, ideologia. Il paparazzo cerca lo sccop, il fotoreporter la storia. il paparazzo cerca il pettegolezzo per far soldi, il reporter la confidenza per aiutare. Fare reportage non significa fare belle foto, ma illustrare i problemi, le storie. Le belle foto sono frutto dell’esperienza, della fortuna, della grande capacità di sintesi, e dell’intelligenza. Io credo che il piccolo “difetto” della zona di colore che abbiamo rilevato nelle foto del nostro amico, sia dovuto solo ad un’ingenuità. Ha pensato che dovendo proporre un’immagine ad un pubblico così sofisticato, come quello del forum, avremmo gradito un dettaglio particolare, una piccola sofisticazione, normalmente usata in molte foto del forum. Ma il bel servizio resta, e personalmente io l’ho gradito ed apprezzato. Complimenti ancora.

    #1455700
    gary76
    Partecipante

    mettiamo qualche puntino sulle i: La scritta Copy l’ho messa proprio perchè nessuno possa usare le foto a scopo di lucro, io ovviamente non l’ho fatto per vendere o sfruttare la disperazione altrui. Quando, arrivato all’Aquila, sono sceso dalla macchina mi tremavano le gambe e c’è voluto un bel pò prima che prendessi il coraggio di tirare fuori la fotocamera. I particolari colorati li ho tenuti per evidenziare alcuni particolari che altrimenti sarebbero andati persi, vedi la palla che richiama il Natale o il vaso di fiori che è rimasto in piedi nonostante il resto della casa non esista più, oppure per evidenziare la quotidianità rappresentata da oggetti di uso comune che noi normalmente neppure ci accorgiamo di utilizzare e vedere. In conclusione, vorrei precisare che non sono un cinico sciacallo di sofferenza, ma sono partito per questi luoghi con la precisa intenzione in primis di imparare qualcosa della vita oltre che della fotografia, non pagato nessuno affichè si mettesse in posa (come molti reportagisti fanno) e non guadagnerò nulla se non come crescita personale. …poi ognuno la poù pensare come vuole, a me questo interessa poco. Grazie

    #1455704
    gloster1974
    Partecipante

    No ma che mi tocca leggere :s :s , sciacallo , sfruttatore di tragedie . . . . . gente siamo fotografi , noi parliamo con le immagini e se il nostro amico e’ andato in quel luogo come pensate che possa descrivere il suo stato d’animo se non con delle immagini forti che fanno riflettere. Se era un giornalista scriveva un articolo , e’ un fotografo e scatta foto , e’ sempre un modo ( nobile ) di comunicare e io lo apprezzo molto. Grazie gary76 per aver condiviso questo con noi.

    #1455709
    Luca Lupi
    Partecipante

    Personalmente ritengo che vi sia molta più retorica nelle accuse che si possono rivolgere a gary76 che nelle sue immagini che sono tutt’altro che banali o sensazionalistiche. Trovo che sia stato un ottimo modo per esprimere le emozioni e i sentimenti che ha provato sul posto. Inoltre io gradisco anche la scelta del tocco di colore in alcune immagini… Dopo tutto si tratta di una citazione, nessuno ricorda Schindler’s list?

    #1455719
    robyc69
    Partecipante

    Originariamente inviato da Antony999: Il problema sta nel fatto che la TV ci propone immagini di stragi e desolazioni, mentre mangiamo. …. Questo è cinismo e qualunquismo. Diventiamo italiani seri, come sono seri i giapponesi che hanno protezione civile seria e case antisismiche.

    antony, ma cosi’ allarghi il tutto ad un discorso che non finisce piu’. siamo in italia, ok, paese con miliardi di norme e leggi e nessun controllo, paese dove il livello di corruzione ha pochi uguali. ok, concordo con te su quasi tutto. il mio discorso e’ che in queste situazioni, l’italiano si fa in quattro per dare una mano. lo fa sull’onda della commozione e dell’emotivita’? e chi se ne frega del perche’, l’importante e’ che questo aspetto positivo di noi italiani si verifichi. poi, quello che ci facciamo inculcare dal cocuzza o dal giletti di turno sta alla nostra intelligenza, in quello mica si e’ tutti uguali. poi per quel che succede nei mesi successivi e’ vero quel che dici, ma bisogna pur andare avanti. perdi una persona cara e che fai, non sorridi piu’ per il resto della vita? diverso invece se parli di chi ci governa, ma qui il discorso non cambiera’ mai. comunque e’ un discorso complesso, che al limite andrebbe fatto in off topic.

    Originariamente inviato da gary76: I particolari colorati li ho tenuti per evidenziare alcuni particolari che altrimenti sarebbero andati persi, vedi la palla che richiama il Natale o il vaso di fiori che è rimasto in piedi nonostante il resto della casa non esista più, oppure per evidenziare la quotidianità rappresentata da oggetti di uso comune che noi normalmente neppure ci accorgiamo di utilizzare e vedere.

    il perche’ l’hai fatto mi era chiaro, ma personalmente non gradisco la desaturazione parziale, secondo me il soggetto degli scatti deve risaltare grazie all’inquadratura e al bianco e nero utilizzato. pero’ bada bene che e’ quel che penso io, mica una verita’ assoluta. comunque ti ringrazio anche io per questa testimonianza GAry, mi spiace ci sia chi spara giudizi pesanti senza aver in mano nulla per giustificarli. Ciao. Roberto

Stai visualizzando 15 post - dal 16 a 30 (di 48 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.

People Who Like Thisx

Loading...

People Who viewed ThisX