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Maggio 13, 2011 alle 9:35 pm #1646734VertigoPartecipante
Ciao, sono perfettamente ignorante in materia e quindi mi scuso già da adesso… ad agosto devo andare in alta montagna tra i 3000 e i 5000 metri di altezza, secondo voi ho bisogno di attrezzatura particolare? [scr] per attrezzatura particolare intendo in senso largo, da filtri, a protezioni particolari per il freddo o l’umidità o tutto quello che pensiate mi possa servire. La mia attrezzatura è: – EOS 550D – 18-55mm f/3.5-5.6 IS – 55-250mm f/4-5.6 IS – un paio di vecchi obiettivi Olympus OM che uso con l’adattatore – cavalletto grazie…
Maggio 13, 2011 alle 10:09 pm #1646744jackblack77PartecipanteIo ti do delle dritte su quello che riguarda la tua persona (sulla base di esperienze personali), poi per lattrezzatura fotografica lascio la parola a qualcun altro con più esperienza. 1. temperature: in agosto sulle alpi lo zero termico varia fra i 3000 e i 5000 metri, fai un po di conti 2. in agosto sulle alpi almeno un paio di nevicate nel mese ci sono, sempre a quelle quote 3. oltre i tremila metri un individuo sano e normale (che durante lanno abita a quote 0-500 slm) avverte i sintomi della carenza di ossigeno, sui quali ti consiglio di informarti bene perché possono essere fonte di pericoli seri. Per ovviare a questo problema, è necessario un adattamento progressivo (soprattutto se a cinquemila metri dovrai compiere camminate impegnative) che prevede di rimanere almeno un giorno a quote progressivamente più alte (es.2000-2500-3000-ecc ). in questo modo il cuore capisce piano piano che deve lavorare allo stesso modo che in pianura, ma con meno ossigeno a disposizione, e ottimizza il suo lavoro. Non considerare queste cosucce può farti svenire dopo un minuto che cammini (successo alla mia ex-fidanzata ora moglie). E di solito si cammina su rocce… 4. il tempo atmosferico sopra i tremila metri ha una variabilità che le persone di pianura non immaginano neppure; da un sole che spacca le pietre si passa ad una tormenta di neve in meno di cinque minuti. Occorre preparazione per evitare disgrazie 5. il vento in quota è solitamente di tipo a raffiche e con velocità notevoli. Può sbilanciare una persona e in ogni caso provoca leffetto wind-chill vale a dire che la temperatura percepita è di diversi gradi inferiore a quella misurata dagli strumenti. 6. ultimo consiglio: ogni estate qualche comitiva di trekkers poco organizzati incorre nel cosiddetto pericolo dellalpinista della domenica. Significa partire la mattina presto col sole e col caldo, equipaggiati unicamente per questo tipo di clima, e trovarsi a tremila metri, distanti sei ore dai soccorsi, con una bufera di neve a meno tre gradi (caso frequente in cui gli elicotteri non decollano neppure). Solitamente qualcuno della suddetta comitiva torna a valle in posizione orizzontale… Infine un detto: “la montagna è come la donna, bellissima ma traditrice”. 🙂 dimenticavo, occhiali da sole scuri sempre (anche quando è nuvoloso) e scurissimi su ghiacciai/nevai. rigorosamente acquistati da un ottico serio. occhio alla pelle…
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