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acquisto esposimetro CONSIGLI !!!

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  • #1484435
    AndreaVerdi1980
    Partecipante

    devo comprarmi uno esposimetro per misurare: luce incidente/riflessa dato che la eos 350d a volte sbaglia. non vorrei spendere molto … vorrei evitare i gossen perchè ho avuto brutte esperienze. quale marca e modello mi consigliate ? ovviamente che funzioni con le batterie alcaline (no alcaline, no wein cell)

    #1484438
    Linus
    Partecipante

    sekonic o minolta

    #1484445
    fireblade
    Partecipante

    Minolta autometer II se ami l’analogico (usa pile da 6V), modelli successivi se adori gli illeggibili display LCD. 😉

    #1484489
    Linus
    Partecipante

    Finiti i tempi degli strumenti analogici ad ago, anche perchè troppo sensibili agli urti ed ai campi magnetici (provengo dal glorioso GOSSEN PROFISIX, che per vero non mi dette mai problemi), ci si orienta verso quelli digitali. Tali aggeggi moderni hanno display a LCD che si illuminano, alcuno dei quali addirittura automaticamente in funzione alla luce ambiente, rendendo così leggibili i valori nell’oscurità. Forse qualche calo di visibilità si ha in piena luce e quando si portano occhiali da sole, ma ancora non si può avere un display con tecnologia OLE o simili. L’alimentazione è, come sempre, un aspetto da non sottovalutare. Le pile AAA o AA (ministilo e stilo) sono certamente più economiche di altre. Altra voce importante è la trasportabilità dell’esposimetro, in ragione delle sue dimensioni complessive. A monte di detti aspetti secondari, però, occorre vagliare la funzione che occorre. E così, in alternativa, scegliere fra: – esposimetro per lettura della sola luce incidente – esposimetro che legge sia luce incidente sia riflessa. – esposimetro che legge la luce incidente e quella riflessa, sia d’ambiente, sia di flash La lettura a luce riflessa opera alla stessa stregua degli esposimetri delle nostre macchine, ma, rispetto a quelle di recente generazione giacchè munite di almeno tre modalità di misurazione,con minore precisione perchè non discrimina i settori di lettura e dunque l’ampiezza del relativo campo. Ogni sistema di rilevazione della luce riflessa fornisce valori che tendono a fare esporre in misura media, talchè il bianco ed i colori chiari ne risultano sottoesposti (ciò è la croce dei matrimonialisti alle prese con gli abiti delle spose) quanto i neri ne sono sovraesposti. Di fatto tale misurazione viene ingannata dalla riflettanza del soggetto. Pertanto, eccetto i soggetti di colore grigio medio e cioè al 18 per cento, i colori chiari forniscono maggiore luce riflessa e dunque inducono l’esposimetro a fornire valori che portano ad una sottoesposizione. L’opposto, e dunque una sovraesposizione, si trarrà da una acritica rilevazione della luce riflessa da soggetti scuri. Se l’esposimetro è capace di operare rilevazioni su di un campo molto ristretto -spot- la lettura consentirà una buona esposizione in condizioni altrimenti difficili. Penso ad artisti in notturna su di un palco su sfondo nero fotografati da lontano. In mancanza di una misurazione riflessa spot, operata con un esposimetro separato o con con quello incorporato nella macchina fotrografica magari munita di un forte teleobiettivo, il risultato sarà tanti bei soggetti gravemente sovraesposti. In altri termini, senza misurazione spot, la lettura su di un campo in cui i colori scuri sono preponderanti rispetto a quelli chiari, induce a sovraesporre questi ultimi. In pratica ci si pone con la fotocellula dell’esposimetro rivolta verso il soggetto e se ne raccoglie la luce, che l’apparecchio valuterà fornendo, in relazione al valore ISO preimpostato, la coppia di tempo-diaframma oppure il valore EV, da impostare -con ragionevolezza- sulla fotocamera. Tale errore viene eluso dalla lettura della luce incidente, visto che così essa non viene suggestionata dalla colorazione del soggetto, dunque dalla sua riflettanza e della disomogeneità di illuminazione del contesto in cui si trova, perchè valuta la luce che colpisce il soggetto e non quella che questo riflette. Pertanto tale seconda modalità di lettura è tendenzialmente più accurata. Altro discorso è se il soggetto è una fonte di luce -penso ai fuochi pirotecnici- in tal caso l’esposimetro -a luce riflessa ed a misurazione spot- serve solo per valutare la luce del contesto e non quella di tale fonte luminosa, giacchè se badassimo a questa, finiremmo per notevolmente sottoesporla al punto da renderla in foto come se fosse quasi spenta. In pratica ci si avvicina al soggetto e si pone la fotocellula -di solito coperta da una cupola emisferica bianca- rivolta verso la fotocamera e badando che detta cupola venga illuminata così come il soggetto. La rilevazione, anche in tal caso, ma più precisamente, restituirà dei valori di tempo e diaframma, da impostare sulla fotocamera secondo esigenze. Inutile qui ricordare, as es. che 1/125 ed f/8 sono, in termine di mera esposizione, equivalenti a 1/250 ed f/5.6. e così via, in funzione a regola per la quale rinviamo a specifiche letture, esulando dal tema specifico in trattazione. Se il soggetto non è raggiungibile e se manifesta di essere illuminato come il luogo ove si trova il fotografo, si potrà tentare una misurazione da quest’ultima posizione, rivolgendo la cupolina verso la zona retrostante alla macchina. Tale sistema è infido anche perchè è sensibile alla specifica riflettanza del pavimento e dell’ambiente circostante al luogo di misurazione, e così può esprimere valori inesatti. Ma, si sa, talvolta bisogna arrangiarsi. Il terzo tipo è il flashmetro, il cui valore è quello di far tutto quello che fanno gli altri, ma consentendo di leggere la luce del lampo. Negli apparecchi più antichi ed in quelli di fascia modesta la lettura del lampo avviene solo se vi è connessione-sincronizzazione via cavo fra l’esposimetro ed il flash, oppure a mezzo di piccoli ricetrasmettitori, detti trigger. Gli apparecchi più evoluti leggono la luce-lampo anche se non sono elettricamente connessi al flash. In ogni caso l’esposimetro restituirà solo il valore di diaframma da utilizzare. Anche qui si potrà utilizzare la misurazione a luce flash incidente -la soluzione più adottata- oppure quella luce flash riflessa. In qualche caso l’apparecchio memorizza e somma le rilevazioni di più lampi in reiterazione oppure multipli in sincrono qualora si abbia esigenza di illuminare a grande distanza, onde eludere calcoli e prove altrimenti necessarie. Importante funzione degli apparecchi in questione è quella di valutare il livello di illuminazione erogata dal singolo lampo quando si faccia uso di più flash, onde poter calibrare, ad esempio, la luce principale rispetto a quelle secondarie, così divenendo padroni del chiaro-scuro. Recenti generazioni di esposimetri consentono la rilevazione della luce flash, da sola o mista a quella continua ambientale. Ciò è una vera benedizione quando i sistemi automatici di regolazione del lampo possono essere ingannati dal contesto in cui si opera, ad esempio: soggetto immerso nel buio ed in posizione decentrata. Lo abbiamo detto per i flashmetri, ma vale per tutti i tipi di esposimetro esterno, altro aspetto che li fanno apprezzare è la possibilità di valutare le differenze di luce esistenti nelle varie zone esistenti nel campo inquadrato. Tale analisi consente di scegliere se esporre in funzione a quella od a quell’altra zona, con evidenti diversi risultati estetici. In studio una misurazione siffatta consente di calibrare le singole luci artificiali e/o flash anche al fine di contenerle entro il range di resa del supporto su cui viene impressionata la foto (pellicola o sensore digitale) Riguardo al tipo sensore adottato dall’esposimetro credo che ormai non si possa prescindere da cellule al silicio, abbandonando economici ma trogloditici sistemi al selenio o al solfuro di cadmio. Un parametro importante è la gammma di sensibiltà, onde garantire affidabili misurazioni ai valori limite di lumen. Per vero le misurazioni in condizione di luce molto bassa non sono affidabili perchè in concreto l’esposizione non è proporzionale, come si potrebbe pensare, quando si adottano tempi superiori a 1 sec. Per le lunghe esposizioni, infatti, occorre compensare il cosidetto “difetto di reciprocità”, allungando empiricamente i valori di tempo espressi dall’esposimetro. In passato vi era chi, quale notturnista paziente, aveva approntato tabelle di adeguamento in funzione alla specifica pellicola in uso. Dopo esperimenti, si poteva dire, ad esempio, che se l’esposimetro dava 8 sec, si doveva esporre a 17 sec per avere immagine corretta. Rispetto alla fotografia digitale, francamente, non saprei ancora dire nulla, benchè la possibilità di eseguire varie esposizioni e di verificarne subito la qualità ci abbia sollevato dalle elucubrazioni, tabelle e costose prove in cui si dibatte ancora il fotografo analogico con la fissa dei notturni. L’avvento delle digitali ha, inoltre, dinamizzato un parametro dell’esposizione, che nella fotografia analogica era statico, il valore ISO, o quantomeno era statico per tutta la singola pellicola. In digitale il valore ISO può essere regolato alla bisogna, talchè è utile disporre di un esposimetro che, nell’indicare i valori di tempo e di diaframma, consenta rapidamente di traslarli a valori di ISO -i vecchi ASA e, con dovuti adattamenti, DIN- diversi al fine di adeguarli al caso ed esigenze specifiche. Pur consapevole che in molte occasioni di foto dinamica non ci si può attardare a fare misurazioni, la mia idea è: meglio un flashmetro (magari anche con rilevazione spot) da usare spesso e per esporre consapevolmente, piuttosto che un obiettivo per far peso nella borsa fotografica. Un notazione per una rapida percezione della tipologia di esposimetro: – quelli senza cupolina bianca sono solo a luce riflessa. – quelli con la detta emisfera sono certamente a luce incidente, ma bisogna verificare che leggano quella incidente. – quelli che hanno un mirino ed un quasi-obiettivo sono a luce incidente con misurazione spot – quelli che hanno una cupolina bianca piatta sono idonei per misurazioni a luce incidente su soggetti piatti, per riproduzioni di giornali, etc. Eviatiamo di confondere gli esposimetri con i colorimetri od altri sistemi di misura in lumen, candele, e simili. Aggeggi, questi, utili ma non a noi fotografi; tranne forse i colorimetri, ma se fate uso di questi non avrete certo letto queste dilettantistiche righe illustrative. Da ultimo le mie scelte, consapevole che esistono prodotti più economici, altrettanto efficienti ma con minori funzioni, come pure altri più evoluti e pregiati. Dopo il citato, vetusto eppur sempre valido GOSSEN PROFISIX -privo di lettura flash- mi rivolsi al MINOLTA AUTOMETER IV F di cui sono soddisfattissimo e che tengo come prezioso sostituto del più di recente SEKONIC L-758D, ingombrante quanto sontuoso.

    #1486099
    AndreaVerdi1980
    Partecipante

    ho vinto una asta per un gossen lunasix 3 con un Variable Angle “spot meter” Attachment. funziona perchè il venditore lo ha provato. con pieno sole dava 1/125 f:16…. per le pile, non ci sono poi così tanti problemi … si possono usare le wein cell o le silver oxide con uno adattatore della gossen oppure ancora si possono usare le altre alcaline con adattatore a diodi. quando arriva vedo che batterie sono state usate.

    #1486103
    Linus
    Partecipante

    si tratta di un glorioso strumento, ma ormai cede il passo ai flashmetri, che sono molto più versatili

    #1490244
    paolocan
    Partecipante

    Un ringraziamento a Linus per la splendida guida che ci ha regalato, per AndreaVerdi1980, se posso dire anche la mia, metterei in ballo anche la versione Spotmeter Minolta, che non so se fabbrichino ancora, c’erano l’M e l’F se non ricordo male, che davano la possibilità di mirare direttamente sull’oggetto, certo a distanza ragionevole; poi i tecnologici Multisix e Mastersix di Gossen, con possibilità di effettuare medie di letture, che non guasta e, in ultimo, l’autometer IV Minolta citato, che penso sia ancora un must nonostante gli anni, un saluto, Paolo.

    #1490269
    fireblade
    Partecipante

    Aggiungo a quanto detto con competenza dal nostro Linus, che per un fotoamatore alle prime armi, un esposimetro moderno puo’ avere un costo decisamente fuori dalla portata di molte tasche variando, a seconda del modello, tra i 300 ed oltre mille euro. Ecco quindi che un buon esposimetro “d’annata” pur funzionante, puo’ essere un’ottima occasione per iniziare, spendendo poco, a rendersi conto dell’utilità di questo strumento. Il cammino evolutivo poi permetterà di rendersi conto di sopravvenute maggiori esigente e di orientarsi verso modelli più completi. Personalmente mi trovo benissimo con un minolta autometer II piuttosto spartano ma versatile (si trovano ancora tutti gli accessori per pochissimi euro, con un po’ di pazienza). Per la gestione del flash uso un vecchio ma validissimo minolta flash meter, che permette la misura della luce ambiente e del flash, ma vanno benissimo anche i modelli prodotti dalla gossen negli anni 70-80, meno immediati perché dotati di scala transitoria da riportare sul regolo calcolatore per ottenere EV e coppie tempo-diaframma a differenza dei minolta che hanno il regolo motorizzato con lettura immediata. [lo]

    #1641643
    marietto
    Partecipante

    ciao riapro questa discussione perchè cerco un esposimetro… ho guardato un po’ in giro i nuovi modelli e mi chiedo, ma non c’è niente di semplice come il vecchio sixtino??? voglio la lancetta e spendere poco (o)

    #1641647
    gloster1974
    Partecipante

    Se cerchi l’analogico allora stai su un gossen lunasix 3 o un minolta autometer II per avere affidabilita’ se ami il vintage allora puoi anche cercare uno Ikon Ikophot della Zeiss , e’ bellissimo e molto semplice da usare ma attenzione , piu’ ti allontani come eta’ dell’esposimetro e piu’ vai incontro a problemi di affidabilita’ nella lettura 😉

    #1641648
    fireblade
    Partecipante

    Un lunasix 3, ma anche (se lo trovi) un Minolta autometer II. Altrimenti ti cerchi esattamente il sixtino e vivi felice 🙂 Io detesto gli strumenti con display, sull’esposimetro analogico in un colpo solo vedi tutte le coppie equivalenti, mentre su quello digitale devi -stupidamente- premere dei tasti per scorrere tutte le coppie, a meno di non comprare esposimetri dell’ultima generazione con display grafico che costano oltre 600 euro…una pazzia…una cosa stupida….uno spreco immenso.

    #1641650
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da gloster1974: Se cerchi l’analogico allora stai su un gossen lunasix 3 o un minolta autometer II per avere affidabilita’ se ami il vintage allora puoi anche cercare uno Ikon Ikophot della Zeiss , e’ bellissimo e molto semplice da usare ma attenzione , piu’ ti allontani come eta’ dell’esposimetro e piu’ vai incontro a problemi di affidabilita’ nella lettura 😉

    L’ikophot è splendido: compatto leggero, non ha bisogno di pile. [IMG]public/imgsforum/2011/4/ikophot.jpg[/IMG] Ma ha una cellula al selenio, quindi dopo tanti anni è impossibile pretendere affidabilità di lettura, specialmente nelle basse luci, perché il selenio si esaurisce a contatto con la luce. Meglio strumenti con cellula CdS oppure al silicio.

    #1641764
    marietto
    Partecipante

    [gra] [gra] [gra] preferirei uno senza display, sapevo che il selenio con il passare del tempo si esaurisce, ma non sapevo avessero trovato una soluzione sostitutiva… (o) per il discorso vintage, non mi interessa molto, il Minolta va benissimo, cercherò comunque un’offerta tra i modelli che mi avete segnalato, il primo obiettivo è contenere la spesa per un accessorio che uso 3 volte l’anno… [scu]

    #1641780
    gloster1974
    Partecipante

    Con un po’ di fortuna e serieta’ del venditore puoi trovare un Ikophot abbastanza preciso , e’ registrabile ma non so quanto resta tarato , per 15/20 euro pero’ e’ veramente un bel giochetto [amo]. fai bene a cercare un Gossen o un Minolta , costano di piu’ ma sono ben costruiti e molto precisi (o)

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