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Agosto 5, 2010 alle 2:58 pm #1590988Emanuele_CPartecipante
Buongiorno a tutti. 🙂 Premetto di non essere un canoniano ma se è per questo non sono nemmeno un nikonista, un pentaxiano un leica-man o chissà cos’altro. Mi definisco semplicemente uno che sfrutta le varie attrezzature con il fine di potersi esprimere al meglio possibile, non importa affatto il marchio che c’è impresso sopra. Le fotografie che seguono impiegano un corpo Nikon D300, un obiettivo apocromatico Voigtlander APO Lanthar 125/2.5 (reperibile anche con attacco EF Canon) e tutta una serie di tecniche fotografiche e di post elaborazione che sarò ben felice di condividere poiché, pur vivendo anche di fotografia*, ritengo che la differenza la faccio sempre io che sono il fotografo: tanto è vero questo che pur avendo tutti, o quasi tutti, un’automobile, ben pochi corrono in Formula 1 o, meglio ancora, hanno le palle per fare i rallysti. Ma ecco le fotografie che spero apprezzerete. Il lavoro, non indifferente, per ottenere questo tipo di risultati parte, almeno nel mio caso, dalla profonda conoscenza dell’obiettivo utilizzato che oltre ad offrire una capacità macro eccezionale (1:1) ed una risolvenza ottica incredibile, è caratterizzato da una correzione delle aberrazioni cromatiche (CA e LoCA) praticamente perfetta. Quest’ultima caratteristica è fondamentale in gioielleria perché permette di ottenere fotografie prive di purple fringe che andrebbe necessariamente corretto in post, con relativa perdita di tempo. Le LoCA (Longitudinal Chromatic Aberration) sono inoltre molto più difficili, se non impossibili, da rimuovere e, ad es., si notano molto sullo sfuocato. Come molti di voi già sanno o possono immaginare, altra componente fondamentale è rappresentata dal SUPPORTO all’attrezzatura fotografica: in questo caso ho utilizzato un cavalletto Manfrotto ultra pesante 161BkII e la famosa testa a cremagliera 400. Il perchè di questa combinazione sta tutto nell’ottima capacità di assorbire e dissipare le più piccole vibrazioni e nella possibilità, grazie alla colonna a cremagliera del cavalletto, di poter variare posizione abbastanza agevolmente. Per quel che riguarda il set-up del corpo macchina, ovviamente, si parla di MLU (Mirror Lock-Up o blocco dello specchio), controllo remoto wireless (Phottix Cleon II) e fotografie scattate in RAW, con profilo neutro**, bilanciamento del bianco manuale: tutte impostazioni possibili tanto sul corpo Nikon che sugli ottimi corpi Canon (o quel che pare a voi), né più né meno. Il tavolo utilizzato è un Mafrotto per still-life che, di serie, ha un foglio di materiale plastico bianco traslucido e sul quale ne ho disposto un altro trasparente di colore nero che mi sono fatto fare apposta e che potrete agevolmente trovare presso attività specializzate nella progettazione e realizzazione di insegne luminose che di questi materiali ne maneggiano un’infinità di tipi. Il setup luci è quantomai semplice: in molte fotografie sono stati utilizzati due flash elettronici Elinchrom da 600W con softbox 70x70cm(l’output della luce deve essere il migliore possibile che potete permettervi, soprattutto in gioielleria) posizionati nel seguente modo. Uno a destra dell’oggetto che lo illumina dall’alto, l’altro a sinistra a circa mezz’altezza, parallelo al tavolo still-life. Una considerazione MOLTO importante, che quasi nessuno fa, è sul gioiello stesso oggetto del nostro lavoro: se la sua fattura non è eccelsa, se le pietre non sono davvero pure e non hanno il taglio giusto o un colore eccezionale, ogni più piccolo particolare “fuori posto” verrà fuori col rischio di compromettere il risultato finale e, magari, di far incazzare pure il vostro Cliente! Occhio perchè la foto macro NON perdona. E veniamo al software utilizzato che, nel caso del primo anello ad esempio, è stato importante tanto quanto tutta l’attrezzatura. Sto parlando di Elicon Focus, un programma che forse qualcuno di voi conoscerà, il quale consente di montare in stack, ricombinandoli, una serie di scatti effettuati con punti di messa a fuoco differenti per ottenere un fotogramma con “fuoco infinito”. Perché utilizzare un software di questo tipo per la foto macro? Semplice, la ragione è dettata dalla fisica ottica o, meglio ancora, dal fenomeno della diffrazione legato alla densità dei pixel all’interno di un sensore. Senza addentrarmi in particolari tecnici che svierebbero l’attenzione dal succo di questo post e che ne snaturerebbero la natura molto “pratica” che ho cercato di dargli, ci basti sapere che maggiore è la densità dei pixel racchiusi in un sensore e minore è il valore di apertura che posso impostare su un obiettivo prima che la diffrazione entri in gioco compromettendo il dettaglio. Esempio pratico: su un sensore cropped da 12Mpixel come quello della Nikon D300, l’apertura minima impostabile per evitare la diffrazione è intorno ad F11 (chiudendo ulteriormente il diaframma inizierei a notare l’effetto della diffrazione). Anche chiudendo ad F11 però l’anello non verrebbe messo tutto a fuoco poiché la profondità di campo è comunque insufficiente. Elicon Focus risolve il problema, ecco come. Ho impostato l’obiettivo ad F8, valore di apertura ideale per il Voigtlander 125/2,5, ed ho scattato 7 fotogrammi ognuno dei quali con un punto di messa a fuoco spostato progressivamente dalla parte alta dell’anello fino all’estremità opposta. Ricordate sempre in questo tipo di fotografia: supporto ULTRA stabile, messa a fuoco MANUALE, modalità LIVEVIEW attivata per la valutazione corretta del fuoco, sempre. Un’ottica macro con una meccanica eccezionale (quale il mio 125/2,5 è) ed un’escursione dell’anello di messa a fuoco LUNGA e molto morbida aiutano moltissimo poiché la variazione minima corrisponde ad uno shift importante del punto di fuoco a distanze così ravvicinate e con focali da tele-obiettivo (125mm su un sensore cropped 1,5x offrono un angolo di campo equivalente ad un 190mm sul classico 36x24mm che ora va tanto di moda chiamare full-frame***). Dopo avere scattato le fotografie, le ho riversate in un catalogo appositamente creato per il lavoro in LightRoom 3.0 (allora ancora in Beta) e lì ho effettuato le correzioni sul colore, chiudendo le ombre e le zone più scure, accentuando il dettaglio eccetera: molto dipende da ciò che stiamo fotografando. In questo caso infatti, siamo in presenza di un oggetto in forte contrasto con il fondo: oro bianco, uno zaffiro di un blu profondo splendido incoronato da brillanti luminosi e purissimi, quindi l’idea di base è quella di far venire fuori l’oggetto scurendo il fondo e valorizzando il manufatto. Volta per volta, oggetto per oggetto, potreste fare considerazioni differenti e quindi applicare un post processing di altro genere. Le fotografie sono state elaborate in batch copiando/incollando i settaggi da una trasferendoli su tutte le altre; il salvataggio è stato effettuato in TIFF/16bit, non ridimensionato. E’ ora la volta di Elicon Focus che consente, di suo, molte regolazioni ma che in questo caso mi è servito solamente per caricare e montare le fotografie ed ottenere così l’immagine finale, salvata sempre in TIFF. Passando a PhotoShop è possibile esaltare ancora il colore, applicare uno SmartSharpen al canale della Luminanza in modalità Lab* in modo da non variare il dato relativo al colore, riconvertire l’immagine in RGB e poi aggiungere cose come la propria firma oppure ritagliare leggermente l’immagine, incorniciarla eccetera. Premesso che, a questo punto, potremmo iniziare a “scattar foto” a più non posso, è necessario considerare SEMPRE la propria idea di partenza e creare un setup di scena a seconda delle proprie necessità espressive oppure della richiesta del Cliente. Ma è proprio questa la parte più difficile: interpretare correttamente le esigenze del Committente ed il carattere dell’oggetto. Solo la vostra sensibilità, la vostra creatività la vostra iniziativa ed il vostro intuito potranno fare la differenza tra una schifezza, un lavoro ben eseguito ed un capolavoro e queste cose non ve le potrà insegnare nessuno, M-A-I. Inoltre c’è la possibilità che vengano fuori più lavori altrettanto validi ma eseguiti in maniera differente: perché VOI siete differenti, momento per momento. Le macchine e gli obiettivi alla fine sono fatti in serie, noi NO, vediamo di ricordarcene più spesso. Voglio chiarire (ma altri lo hanno già specificato piuttosto bene) che Internet è il luogo per eccellenza della CONDIVISIONE DEL SAPERE e per questa sua natura aperta è il posto più allergico e meno adatto che si possa immaginare per i c.d. segreti. Nessuna vena polemica, si tratta di una considerazione di fatto. Avrei potuto impiegare questa oretta che ho passato a scrivere (e mi scuso per il post così lungo e magari ancora parziale) per lavorare ma penso lo stesso di aver investito bene il mio tempo. Ragazzi, non desidero insegnare nulla a nessuno: il mio intento è solo quello di condividere umilmente la mia esperienza per contribuire, spero in modo positivo, ad accrescere la nostra knowledge-base comune in quanto fotografi (appassionati, amatori o professionisti, non importa), nella speranza che altri facciano lo stesso a vantaggio nostro e delle future generazioni. Ah, complimenti per il forum. Ciao, Emanuele *Non sono mai riuscito per altro ad inquadrare il termine “professionista” in questo settore. **La post elaborazione consentirà poi di lavorare su colori, luci, zone d’ombra e quant’altro. ***Oltre a non aver mai capito la definizione di professionista legata all’immagine del fotografo, mi riesce sempre difficile digerire ciò che il marketing spaccia per nuovo nonostante esista da almeno cinquant’anni. Ma tant’è, bisogna abituarcisi a queste cose!
Agosto 5, 2010 alle 3:11 pm #1590991andcipPartecipanteComplimenti davvero complimenti per qste tue realizzazioni, e grazie per aver condiviso con noi la tecnica utilizzata. (o) ……..fossero tutti come te……… [fis]
Agosto 5, 2010 alle 3:13 pm #1590992Luca LupiPartecipanteCiao Emanuele, benvenuto su Canoniani.it! E grazie della disponibilità e della meticolosità nella tua spiegazione. Credo che i principi fondamentali da te enumerati possano essere utili a ciascuno di noi! [lo]
Agosto 5, 2010 alle 3:17 pm #1590994Emanuele_CPartecipanteGrazie per il benvenuto, ragazzi. Lookaloopy. Sono io stesso amministratore di un (senza falsa modestia) grosso portale (non fotografico tra l’altro) e lo spirito che condividiamo è ciò che di internet fa la risorsa che attualmente è e che deve continuare ad essere. Buon lavoro. 😉 Emanuele
Agosto 5, 2010 alle 3:17 pm #1590995jircaroPartecipanteCaro Emanuele, grazie davvero per aver condiviso la tua esperienza che mi conferma, ancora una volta, quanto la fotografia di gioielli richieda l’uso di un set e di un’attrezzatura + software altamente specializzati. Il tuo post e le info tecniche che ci hai passato sono molto interessanti e spero possano tornarmi utili in futuro: ho la possibilità di fare qualche foto di prova ad alcuni gioielli antichi, e spero di portare a casa qualche scatto, anche grazie alle tue dritte. Grazie ancora, è stato un piacere leggerti. Eleonora
Agosto 5, 2010 alle 3:24 pm #1590996Emanuele_CPartecipanteEleonora, ti dico anche un’altra cosa che penso possa essere utile a tutti. Se ne avete la possibilità, prima di iniziare il lavoro, cercate di parlare con chi ha realizzato l’oggetto: è FONDAMENTALE capire come il creatore del gioiello vede la sua stessa opera. Questa è una finezza che, unita alla VOSTRA percezione, vi può portare ad un risultato migliore. Emanuele
Agosto 5, 2010 alle 3:28 pm #1590997jircaroPartecipanteinfatti questo è stato l’insegnamento (se mi passi il termine) principale che ho tratto dal tuo primo post, e proprio perché conosco personalmente l’artigiano che li ha realizzati, penso che tenterò. Poi che riesca è tutto da vedere, ma questo sarà oggetto di un’altra discussione…
Originariamente inviato da Emanuele_C: Eleonora, ti dico anche un’altra cosa che penso possa essere utile a tutti. Se ne avete la possibilità, prima di iniziare il lavoro, cercate di parlare con chi ha realizzato l’oggetto: è FONDAMENTALE capire come il creatore del gioiello vede la sua stessa opera. Questa è una finezza che, unita alla VOSTRA percezione, vi può portare ad un risultato migliore. Emanuele
Agosto 5, 2010 alle 3:32 pm #1590998visen4PartecipanteAccidenti che spiegazione, precisa, dettagliata, chiara! Complimenti a te ed ai tuoi scatti. Grazie per le informazioni. Da come parli, oltre alla tecnica, devi conoscere molto bene anche la natura e la qualità delle pietre. Edit: son già stato preceduto su questa affermazione. [com]
Agosto 5, 2010 alle 3:36 pm #1590999Emanuele_CPartecipanteI primi passi in questo tipo di specializzazione fotografica li ho mossi grazie ad i suggerimenti di un gioielliere svizzero ed al contatto costante con un altro gioielliere della mia zona. Studiare, conoscere la materia, appassionarsi, amarla e sentirla dentro, questo è il segreto per iniziare ma il FILTRO, l’interprete sei tu e tu sei irreplicabile. 😉
Agosto 5, 2010 alle 3:45 pm #1591000mscintillaPartecipanteSplendido esempio di come usare al meglio il forum. Grazie per il tempo che ci hai messo a disposizione e per ciò che almeno a me, che sono totalmente ignorante in fatto di macro e still-life, hai insegnato.
Agosto 5, 2010 alle 3:54 pm #1591002LorisPartecipanteEmanuele e benvenuto, sono veramente felice che persone come te possano appartenere al mondo canoniani.it Mi piace quello che hai postato con dovizia di particolari, ho molto da imparare grazie… Loris
Agosto 5, 2010 alle 4:39 pm #1591011gloster1974PartecipanteEcco un topic da segnalare come ” da nascondere alla moglie” 🙂 Complimenti , immagini di vero impatto e realizzate magistralmente [ado]
Agosto 5, 2010 alle 6:44 pm #1591038FabioPartecipanteSenza parole. Gli scatti sono meravigliosi, la spiegazione tecnica ancor di più. Mi capita molto poco spesso di mettere segnalibri sui forum, ma questo c’è entrato di gran carriera 🙂 Complimenti per la bravura, la capacità didattica e per la tua weltanshauung, che a mio avviso rispetta appieno la filosofia di questo forum. Viva il 5% [mat] (e questa mi sa che la capiscono in molto pochi… 😀 )
Agosto 5, 2010 alle 7:29 pm #1591045picpicPartecipanteMi unisco al coro unanime che si è manidestato… una spiegazione delle metodologie davvero esauriente e per niente assonnante. Il tuo topic cade giusto a fagiuolo, dopo che ieri si stava per venire alle mani proprio per i “gioielli”, Blood Diamond – diamanti insanguinati.
Agosto 5, 2010 alle 8:29 pm #1591067Emanuele_CPartecipanteMi sono assentato un po’ e quando son tornato ho letto, con piacere non lo nascondo, le vostre risposte. Siamo addirittura arrivati a parlare di visione del mondo, della mia weltanschauung a partire poi dall'”oggetto materiale” per eccellenza, il gioiello! 🙂 Naturalmente sono io che ringrazio voi! [gra] Il post “Bloody Diamonds” mi era stato segnalato qualche giorno fa da uno dei miei moderatori (qui iscritto ed appassionato di fotografia); così, senza voler entrare in polemica (la quale ritengo essere distruttiva e contro-producente, quindi inutile), ho deciso di portare con umiltà e serenità il mio esempio aprendo un post separato. Sono inoltre sicuro che altri faranno la stessa cosa, se lo riterranno opportuno. Il mondo è grande e pieno di ricchezze che vanno condivise ed apprezzate insieme. Inoltre potrebbe essere benissimo che io stesso possa avere bisogno di suggerimenti un domani, chi può saperlo. Buon pomeriggio raga, Emanuele
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