- Questo topic ha 35 risposte, 11 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 14 anni, 10 mesi fa da franic75.
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Gennaio 18, 2010 alle 3:08 pm #1543815pitagoraPartecipante
Originariamente inviato da fireblade: …Oggi imparare a fotografare è più facile di un tempo, disponiamo di strumenti che hanno messo alla portata di tutti tecniche che un tempo erano appannaggio esclusivo di raffinati professionisti, e questo è sicuramente un bene; tuttavia come in tutte le pratiche umane l’abuso e l’uso inconsapevole generano storture di pessimo gusto, ma questo lo sappiamo tutti….il buon gusto è un dono sicuramente coltivabile, ma non è universalmente presente, sta a noi raffinarlo e valorizzarlo; sarà poi il cammino personale di ciascuno a determinare quale tipo di strumento usare per esprimersi, nella piena libertà individuale; strumento che oltretutto può cambiare nel corso della vita, secondo la maturazione individuale…
sono perfettamente d’accordo, e volevo aggiungere che l’avvento del digitale “evoluto”, dopo un attimo di incertezza, l’ho salutato come un dono che la tecnologia ha fatto a noi appassionati. Infatti per quelli per cui lo sviluppo di un rullino (o più rullini) iniziava a diventare economicamente pesante, oppure anche il semplice fatto di dover stampare le foto in centri che hanno macchinari automatici e a basso costo, piuttosto che in laboratori dove lo sviluppo della foto segue la tua volontà (a costi diversi), il digitale è una manna dal cielo. Per fare test sull’esposizione personalmente ero arrivato a pensare di sviluppare il negativo (magari dia) e utilizzare la tavoletta illuminata (costruita da me anche se non perfettamente tarata) per fare una prima selezione per la stampa. Figuriamoci poi per chi ha talento ma non ha possibilità nemmeno per prendersi una reflex… Quindi ben venga il digitale e per quelli talentuosi o che possono sperimentare passare all’analogico in futuro. 🙂
Gennaio 18, 2010 alle 3:26 pm #1543819firebladePartecipanteOriginariamente inviato da EnricoX: Quello che oggi si può fare con un computer è decisamente superiore e quindi può suonare come maggiormente “artefatto”, “falso”, “finto”
Non credo che si tratti di superiorità. Puoi semplicemente fare le stesse operazioni che si facevano prima, solo che le fai comodamente seduto, senza dover maneggiare prodotti velenosi. Oggi per recuperare una foto sottoesposta o sovraesposta sposti un cursore col mouse, prima dovevi fare rinforzi o indebolimenti sul negativo con ferricianuro di potassio, altamente velenoso. Insomma è decisamente tutto più pratico. Se ci pensi bene alcune terminologie degli strumenti di photoshop, sono derivate direttamente dagli strumenti di camera oscura, come “maschera”, “brucia”, o la “spugna” insomma…..nulla di nuovo, se non nella praticità di utilizzo. In questo bisogna riconoscere un merito immenso ai programmatori che hanno saputo rendere un software di fotoritocco funzionalmente equivalente ai procedimenti sofisticati di camera oscura.
Gennaio 18, 2010 alle 3:32 pm #1543821EnricoXPartecipanteOriginariamente inviato da bepoc: Se invece lo fai in muratura ignora tutto.
Il garage ha pareti in cemento armato su 3 lati e una in forati grezzi dipinti di bianco. Sto attrezzando il garage nel senso che sto ricavando da uno smanco abbastanza pronunciato un angolo ad HOC per lo scopo, sembra fatto apposta. Ho anche l’acqua, ma serve che passi l’idraulico a sistemare perchè il pilozzo attuale è piccolo e ridicolo e rotto e anche il rubinetto sembra abbia fatto tutte le guerre mondiali. Quindi ancora qualche tempo. Ieri ho passato tutto il giorno a sgomberare e riordinare, attrezzando una parete intera con scaffalature in ferro per ordinare il materiale presente (maledette scaffalature a dado…). Per quanto riguarda la polvere, consiglio prezioso, ad ogni buon conto sarà un problema irrisolvibile perchè nei garage è quasi impossibile pretendere una pulizia assoluta, ovvio che cercherò di mantenere il tutto più pulito e accurato possibile, soprattutto l’angolo in questione. Altrettanto ovvio che l’ingranditore e tutta la relativa attrezzatura andrà protetta con opportuni teloni in plastica per tutto il tempo di inattività. La luce è il problema più grave, dato che il garage è un piano terra con 3 belle finestrine tanto utili per eliminare qualunque rischio di muffe ma problematiche per il passaggio di luce e soprattutto collocate sopra il futuro piano di lavoro. Sto pensando a una pannellatura rimovibile per schermare la gran parte di luce, anche in considerazione che la stampa comunque per problemi di lavoro la farei di sera. Inoltre ho la basculante che non chiude completamente il foro muro e lascia passare molta luce, ma questa è lontana e non dovrebbe rappresentare un problema enorme, una volta collocato un telo nero sulla parte vuota superiore. Comunque grazie mille per i consigli Enrico
Gennaio 18, 2010 alle 3:39 pm #1543825EnricoXPartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: Non credo che si tratti di superiorità.
Per superiorità intendo il fatto che le opzioni di fotoritocco possibili sono maggiori, non migliori. Per esempio lo strumento “timbro” o quello “cerotto” di photoshop non sono replicabili in camera oscura. Sugli altri, perfettamente d’accordo. E per i pigri come me non è affatto male [all] Scherzi a parte, personalmente il digitale ha avuto un impatto enorme per la fotografia a colori, finalmente mi sento padrone al 100% dei miei scatti …o meglio lo sarò quando avrò i soldi per comprare il calibratore per il monitor… Per il bianco e nero invece… beh, sto attrezzando la camera oscura… [ale] Ciao Enrico
Gennaio 18, 2010 alle 5:08 pm #1543853FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: ………………Oggi imparare a fotografare è più facile di un tempo, disponiamo di strumenti che hanno messo alla portata di tutti tecniche che un tempo erano appannaggio esclusivo di raffinati professionisti, e questo è sicuramente un bene; tuttavia come in tutte le pratiche umane l’abuso e l’uso inconsapevole generano storture di pessimo gusto, ma questo lo sappiamo tutti….il buon gusto è un dono sicuramente coltivabile, ma non è universalmente presente, sta a noi raffinarlo e valorizzarlo; sarà poi il cammino personale di ciascuno a determinare quale tipo di strumento usare per esprimersi, nella piena libertà individuale; strumento che oltretutto può cambiare nel corso della vita, secondo la maturazione individuale.
Se guardiamo al fotografo come un essere umano, con un lavoro, con le sue esigenze e relativi problemi ci rendiamo conto che per ottenere buoni risultati, nel modo piu’ etico e proficuo, viene spesso a mancare una componente fondamentale, il tempo. Un professionista può dedicare con tranquillità il suo tempo e passare settimane intere a guardare le colline chiantigiane in attesa che salga la nebbia e che si crei la situazione ideale per fare lo scatto che a lungo aveva meditato, per poi partire per nuove avventure tutte pagate dallo sponsor di turno, in queste situazioni può risultare facile affermare che lo scatto dev’essere meditato e che l’unica via per ottenere fotografie è l’utilizzo di mezzi analogici, lenti come Matusalemme. La fotografia analogica ha ancora oggi un grande fascino in coloro che l’hanno conosciuta, ma per la maggioranza dei fotografi anche evoluti, il digitale ha ristretto i tempi di lavorazione dello scatto, consentendo a molti di noi, me compreso, di ritornare ad apprezzare il piacere di fotografare, e questo è un grande merito della fotografia digitale…….. attualizzare le esigenze del fotografo moderno e far rinascere in chi aveva perso lo stimolo, una nuova concezione dell’immagine, piu’ cash, magari piu’ illusoria, consumistica, con i suoi pregi e difetti, ma sempre fotografia.
Originariamente inviato da fireblade: ……………….del carattere particolare di un artista, che in ogni caso -ripeto- mi sa un po’ di autopubblicizzazione.
leggendo l’articolo ho pensato anch’io la stessa cosa, dopotutto non è uno di quei fotografi che sono diventati personaggi malgrado i loro sforzi di rimanere nell’ombra, e questa non è una critica ma solo una considerazione per capire il perchè di certe affermazioni….. 😉 [lo]
Gennaio 18, 2010 alle 5:23 pm #1543864bepocPartecipanteInviato da: pitagora Quindi ben venga il digitale e per quelli talentuosi o che possono sperimentare passare all’analogico in futuro.
Direi che questo vale solo per un dilettante, ossia per uno che cerca solo la propria soddisfazione personale. Naturalmente vale anche per un professionta, ma solo quando fotografa per proprio diletto e non per una committenza. Per un professionista che lo fa per lavoro è anacronistico. Si toglierebbe una rilevante fetta di mercato. In particolare tutto quel mercato che richiede la foto immediatamente. Gardin può permetterselo perché Lui, data la sua bravura, un mercato lo ha comunque, ma quelli meno bravi di Lui? Per il resto le dichiarazioni sono comprensibili. Ognuno di noi ha una certa dose di vanità. Questa dose può essere più o meno grande, ma non è mai nulla. Piccola o piccolissima si, ma nulla mai. Se siamo bravi, o non lo siamo ma pensiamo di esserlo (vedi Forum), ammirare il Gap esistente tra noi e quelli che consideriamo la “media” è molto gratificante. Da cosa è composto questo Gap? Ai tempi dell’analogico, ormai né parliamo al passato, era composta da molte cose: Occhio fotografico. Capacità di valutare i parametri della foto. Prontezza di esecuzione. Conoscenza dei soggetti da fotografare. Conoscenza della chimica fotografica. ……. ……. Ora l’evoluzione della tecnologia associata alla fotografia ha seguito la medesima strada della produzione di massa. Rendere fattibile da un operaio qualsiasi quello che prima poteva essere fatto solamente da un abilissimo artigiano. Di tutte le voci del Gap l’unica rimasta è “l’occhio fotografico”. Tutte le altre sono state, se non completamente eliminate, perlomeno pesantemente ridotte. Consideriamo poi che i grandi maestri non producono solamente grandi capolavori, ma anche foto “normali”. I grandi capolavori rimangono loro esclusivo appannaggio e la differenza è abissale. Sulle foto normali invece la tecnologia ha prodotto un appiattimento. Una volta quelle dei “bravi” erano comunque ben distinguibili per via della professionalità associata. Ora questa professionalità è stata annullata, o quasi, dalla tecnologia. Normale che questo non sia visto di buon occhio. Prendete, se riuscite a trovarlo, uno di quegli artigiani che costruivano bellissimi mobili intarsiati. Questi mobili attualmente sono costruiti da una fresa a controllo numerico partendo da un disegno. La macchina è alimentata da un operatore che mette e toglie i pezzi di legno. L’operatore sa come si usa la macchina, ma non possiede nessuna delle abilità necessarie a fare un mobile a mano. I mobili prodotti però sono paragonabili, ed a volte anche con meno difetti, di quelli prodotti dall’artigiano. L’unica differenza rimasta è che l’artigiano ideava anche il disegno, di solito sempre diverso, mentre la macchina parte da disegni prefabbricati od addirittura da fotografie. Ora provate a chiedere al vecchio artigiano se ritiene l’operatore un “falegname”. Nella fotografia è avvenuto più o meno lo stesso. P.S. Gardin ha scritto:
vedo la pubblicità di una nota casa che produce macchine fotografiche che dice una cosa del tipo: “non pensare scatta”
Non è poi molto diversa da quella della Kodak quando aveva introdotto la pellicola.
Gennaio 18, 2010 alle 5:24 pm #1543865FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da bepoc: Sono pesantemente OT………….. ……..Bene! La camera oscura casalinga ha due grossi nemici: 1) La polvere
OT, non penso…… verissimo, e chissà perchè spesso la facciamo nei posti dove neanche una cariatide sarebbe disposta ad entrare….
Gennaio 18, 2010 alle 5:47 pm #1543881FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da bepoc: Ora provate a chiedere al vecchio artigiano se ritiene l’operatore un “falegname”. Nella fotografia è avvenuto più o meno lo stesso.
l’associazione tra artigiano imprenditore con macchine a controllo numerico e l’artigiano che lavora in modo manuale e molto azzeccata. Il pensiero di Gardin si spinge oltre il tentativo di separare in due la fotografia (fotografia analogica-digitale e reale-artistica) siccome attribuisce al suo lavoro un valore (che io definirei svilente) univoco definendo le sue fotografie delle opere “reali” e quindi allontanando da esse ogni carattere di artisticità, quasi come fossero delle semplici opere artigianali di ripresa fotografica, di perfetta simulazione della realtà. In questo modo attribuisce al fotografo l’unico merito a lui attribuibile……. l’abilità di avere fatto quel determinato scatto, nei tempi e modi piu’ efficaci per trasmettere all’osservatore quella scena. Volendo si può discuterne a lungo, ma se non sbaglio l’avevamo già fatto in qualche altro thread……. 😉
Gennaio 18, 2010 alle 6:21 pm #1543896pitagoraPartecipanteE’ chiaro che io penso da hobbista e non da proffesionista, e spingendomi al di là della frontiera posso facilmente immaginare il disagio che si prova quando tre click del mouse bastano a costruire un’immagine che avrebbe avuto bisogno di particolari cure. Ma se intendiamo la fotografia come una forma d’arte, come la capacità di interpretare la realtà in modo “emozionante” agli occhi altrui,è chiaro che per primo c’è il fotografo, confusioni ripensamenti emozioni contraddizioni annessi. Da questo punto di vista il mezzo è una conseguenza… L’affinamento della tecnica è indispensabile per una buona foto, e un giorno magari potrebbe succedere che si abbandoni la macchina a controllo numerico per prendere martello e scalpello. [lo]
Gennaio 18, 2010 alle 7:07 pm #1543906tecnico73PartecipanteGardin fa quelle affermazioni primo perché fotografare con pellicola non è una casa da tutti (fotografare in maniera seria non premere un bottone) secondo molti vedono la fotografia come il blocco della realtà in quel preciso momento: Ogni cosa che vedi guardando sulla lastra di vetro della tua reflex è la realtà, le cose come sono. La fotografia è ciò che tu deciderai di farne di tutto questo. George Rodger di conseguenza con il digitale si può manipolare la realtà delle cose facendole sembrare quelle che non sono (artefatte) per le pellicole cinesi Gardin si riferisce sicuramente al fatto di cominciare nel fare esperienze in tal senso con una minima spesa vista che una buona pellicola in BW casta minimo 3,50 euro fino ad arrivare a 8 euro per pellicola e dopo che spendi dei soldi ho sai cosa stai facendo o butti dei soldi il digitale e la pellicola sono 2 strisce parallele che in alcuni casi si avvicinano ma non si incontrano hanno molto in comune ma la prima e semplice la seconda cominci ad avere un certo livello di difficoltà
Gennaio 18, 2010 alle 7:20 pm #1543908tecnico73Partecipantele multi nazionali della fotografia qualcosa di nuovo nel settore dovevano inventarlo per forza per incrementare i loro guadagni ecco la fotografia digitale con divulgazione di massa ( i soldi non si guadagnano con la qualità ma con la divulgazione di massa aprendo i mercati al popolo) la qualità è, resta una nicchia di mercato per pochi in tutti i settori questo è il link dove viene spiegato il termine fotografia http://it.wikipedia.org/wiki/Fotografia probabilmente la base del dichiarazione di Gardin
Gennaio 18, 2010 alle 8:00 pm #1543925FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da tecnico73: Gardin fa quelle affermazioni primo perché fotografare con pellicola non è una casa da tutti (fotografare in maniera seria non premere un bottone) secondo molti vedono la fotografia come il blocco della realtà in quel preciso momento: Ogni cosa che vedi guardando sulla lastra di vetro della tua reflex è la realtà, le cose come sono. La fotografia è ciò che tu deciderai di farne di tutto questo. George Rodger il digitale e la pellicola sono 2 strisce parallele che in alcuni casi si avvicinano ma non si incontrano hanno molto in comune ma la prima e semplice la seconda cominci ad avere un certo livello di difficoltà
la frase di G.Rodger è senz’altro condivisibile……… mi permetto di riassumerla: quello che vedi nel mirino della tua fotocamera è la realtà mentre la fotografia una sua rappresentazione. Conosco il pensiero di Rodger, quando parla di realtà è sempre riferito all’approcio del soggetto nella fotocamera, non fà riferimento al prodotto finale ovvero la fotografia perchè quando questa sarà ultimata uscendo dal fissaggio oppure dal programma di elaborazione, non sarà piu’ la realtà vissuta dal fotografo ma una sua personale rappresentazione. Non sono daccordo sull’affermazione che la fotografia analogica sia difficile, e quella digitale facile. A certi livelli sono tutte due difficili
Originariamente inviato da tecnico73: le multi nazionali della fotografia qualcosa di nuovo nel settore dovevano inventarlo per forza per incrementare i loro guadagni ecco la fotografia digitale con divulgazione di massa ( i soldi non si guadagnano con la qualità ma con la divulgazione di massa aprendo i mercati al popolo) la qualità è, resta una nicchia di mercato per pochi in tutti i settori
potevano anche vivere vendendo macchine a pellicola, ma il progresso non si ferma e tutti devono adeguarsi…… [lo]
Gennaio 18, 2010 alle 8:19 pm #1543931firebladePartecipanteOriginariamente inviato da fra65: la frase di G.Rodger è senz’altro condivisibile……… mi permetto di riassumerla: quello che vedi nel mirino della tua fotocamera è la realtà mentre la fotografia una sua rappresentazione. Conosco il pensiero di Rodger, quando parla di realtà è sempre riferito all’approcio del soggetto nella fotocamera, non fà riferimento al prodotto finale ovvero la fotografia perchè quando questa sarà ultimata uscendo dal fissaggio oppure dal programma di elaborazione, non sarà piu’ la realtà vissuta dal fotografo ma una sua personale rappresentazione.
Ma cosa è la realtà? Sicuramente possiamo parlare di percezione della realtà:
Persone diverse di fronte allo stesso evento avranno percezioni diverse, quindi alla fine vedranno realtà differenti.
Lo stesso evento puo’ avere un impatto emotivo molto diverso, che dipende dalla sensibilità, dalla cultura, dalla storia e dall’esperienza dell’individuo, che sul fatto “crudo” intesseranno una serie di emozioni che ne modificheranno l’essenza al punto da farlo diventare un’esperienza del tutto personale. Recentemente, osservando ad una mostra un quadro astratto di Otto Hoffmann sono rimasto letteralmente rapito per quasi 20 minuti, durante i quali continuavo a scavare dentro di me per cercare di capire che cosa mi colpisse a tal punto da non potermi levare da li’. Altre persone invece passavano e lo degnavano appena di uno sguardo. E’ evidente che quell’oggetto tanto reale, tangibile e concreto su di me ha fatto un’impressione che lo ha reso quasi mistico, mentre per altri è passato inosservato. Se avessi potuto fotografarlo sono convinto che avrei adoperato tutte le mie capacità per cercare di infondere nella foto una seppur minima parte dell’emozione provata. Qualcun’altro invece avrebbe fatto una semplice fotoricordo perché alla fine erano semplicemente delle pennellate di colore a casaccio. E’ questo un terreno paludoso ed insidioso 🙂
Gennaio 19, 2010 alle 5:48 am #1544075FrancoPartecipanteLa differenza tra una foto descrittiva è una foto artistica è inizialmente negli occhi e nella mente di chi riprende. La realtà oggettiva del soggetto TERMINA dopo lo scatto, per poi diventare oggetto in fase di stampa oppure pubblicazione internet o altro. Nella fase di produzione dell’oggetto, è buona norma rifinire e correggere la foto secondo il desiderio del fotografo, non dico che dev’essere fatto, ma che a partire dai primordi della fotografia solitamente si eseguono correzioni e finiture varie, esattamente come avviene oggi con i mezzi digitali. Spetta poi allo spettatore dare un giudizio di valore soggettivo. Vorrei far notare (a scanso di equivoci) che il mio parere (soggettivo) sulle opere di reportage del maestro Gardin è estremamente positivo, e che queste sono un tipico esempio di Arte Fotografica, benchè lui dica il contrario (non sempre).
Gennaio 19, 2010 alle 6:05 am #1544077FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: Ma cosa è la realtà? Sicuramente possiamo parlare di percezione della realtà Lo stesso evento puo’ avere un impatto emotivo molto diverso, che dipende dalla sensibilità, dalla cultura, dalla storia e dall’esperienza dell’individuo, che sul fatto “crudo” intesseranno una serie di emozioni che ne modificheranno l’essenza al punto da farlo diventare un’esperienza del tutto personale. Recentemente, osservando ad una mostra un quadro astratto di Otto Hoffmann sono rimasto letteralmente rapito per quasi 20 minuti, durante i quali continuavo a scavare dentro di me per cercare di capire [i]che cosa mi colpisse a tal punto da non potermi levare da li’. Altre persone invece passavano e lo degnavano appena di uno sguardo. E’ evidente che quell’oggetto tanto reale, tangibile e concreto su di me ha fatto un’impressione che lo ha reso quasi mistico, mentre per altri è passato inosservato. Se avessi potuto fotografarlo sono convinto che avrei adoperato tutte le mie capacità per cercare di infondere nella foto una seppur minima parte dell’emozione provata. Qualcun’altro invece avrebbe fatto una semplice fotoricordo perché alla fine erano semplicemente delle pennellate di colore a casaccio. E’ questo un terreno paludoso ed insidioso 🙂
Hai ragione Sandro, la realtà è un termine ambiguo, bisognerebbe non discuterne per non finire in terreni difficili, terreni dove chi conosce il percorso riesce a proseguire mentre gli altri si perdono per strada dando del matto a chi li ha condotti su quella via………………. Un termine che invece mi piace usare è passione, trovo che sia molto pertinente quando viene associata alla fotografia….. la fotografia è una passione……… non un hobby oppure un passatempo, uno sport, ma bensì una passione fotografica………… e quando tecnica, conoscenza e cultura incontrano la passione si crea arte. Se io fossi stato al tuo posto probabilmente avrei fatto uno scatto normale inquadrando la tela senza cornice, curando bene i piani e i riflessi delle luci…….. sarebbe stato senz’altro un bel ricordino da far vedere agli amici e parenti che si interessano di arte…….. qualcuno avrebbe detto è molto reale e non mi sarei sentito di smentirlo, certo avrei preferito una battuta tipo : è molto realistico ma siccome la differenza è solo un piccolo particolare (la foto non è il quadro originale), và bene anche così…….. Invece…………. tu probabilmente avresti fatto uno scatto diverso, come questo che ho avuto il piacere di osservare qualche giorno fà……. forum_forum.asp?forum=14§ion=123&post=352304
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