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Luglio 1, 2009 alle 7:16 pm #1486040reynoldsPartecipante
Originariamente inviato da MR79bis: Non mi riferivo a Mikko, ma è per dire che se vai dove sai che non puoi fotografare, magari la metti da parte, non al collo? No?. Ognuno è libero di fare benissimo come vuole, però alcune volte bisogna stare più attenti, parlo in generale. Purtroppo siamo nel paese dell’ottusangolo….
No Mr79bis, non credo sia questo il modo, non bisogna eludere le sorveglianze, tenendo la reflex nascosta in borsa per poi tirarla fuori al momento opportuno. Questo significa andare contro le leggi, che vanno rispettate per tutti. Parlando da turista e da fotografo, se alludevi a me come penso, girare per Roma o per Venezia, come nel mio caso, con la reflex in borsa, non serve a nulla, tanto vale lasciarla a casa. Chiudiamo qui la piccola diatriba, e continuiamo la discussione proposta da Mikko con toni pacati e nel pieno rispetto delle opinioni altrui.
Luglio 1, 2009 alle 7:30 pm #1486043MR79bisPartecipanteOriginariamente inviato da reynolds: No Mr79bis, non credo sia questo il modo, non bisogna eludere le sorveglianze, tenendo la reflex nascosta in borsa per poi tirarla fuori al momento opportuno. Questo significa andare contro le leggi, che vanno rispettate per tutti. Parlando da turista e da fotografo, se alludevi a me come penso, girare per Roma o per Venezia, come nel mio caso, con la reflex in borsa, non serve a nulla, tanto vale lasciarla a casa. Chiudiamo qui la piccola diatriba, e continuiamo la discussione proposta da Mikko con toni pacati e nel pieno rispetto delle opinioni altrui.
Dovevo specificarlo prima, non mi riferivo a nessuno, ne a te in particolare, neanche di eludere la legge, in giro anch’io tengo la fotocamera addosso, ovvio, ma è quando vai in certi luoghi e ti vedono con la reflex guardandoti come un terrorista do AL Qaida, tutto li.
Luglio 1, 2009 alle 7:42 pm #1486048ilpetauroPartecipanteSono fesserie al vento, senza voler offendere nessuno. Ma quando si va in luoghi in cui è proibito fotografare il 99,99% delle volte non ti fanno neanche entrare con zaini e borse! Questo è quanto, inoltre usavi se non erro proprio il termine “frsi furbi”… Ma farsi furbi cosa? La questione inerente i musei poi è vergognosa! I musei sono pubblici come gia’ detto, che mi frega che poi le stampe le devono vendere società gestite dai privati?!? Ehi la luce, i custodi, la manutenzione, le strutture, i costi accessori, la sorveglianza, etc etc etc… chi li paga IO, io e gli altri visitatori, io e gli altri italiani che pagano le tasse… E poichè le stampe le devono vendere società private io non posso fotografare. Non mi interessa e non rispetto questa cosa. Io fotografo, al massimo potete dirmi che non posso vendere le stampe delle foto che faccio, ma questo è un altro paio di maniche, venite a controllare, intanto fotografo, se poi non sapete cosa faro’ delle foto e temete che le venda sono solo ed unicamente affari vostri. E’ colpa di questa mentalità se il nostro paese assomiglia in fatto di diritti sempre più al terzo mondo! @Michele, si, scusa, avevo frainteso, così cambia tutto. Non la poca cultura dei custodi, ma così come tu dici il tutto è ancora piu’ grave. Sai che ti dico? Affari loro e della città di Roma, che, secondo me, ha perso un occasione! [lo]
Luglio 1, 2009 alle 8:00 pm #1486054Luca LupiPartecipanteNon mi interessa e non rispetto questa cosa. Io fotografo, al massimo potete dirmi che non posso vendere le stampe delle foto che faccio, ma questo è un altro paio di maniche, venite a controllare, intanto fotografo, se poi non sapete cosa faro’ delle foto e temete che le venda sono solo ed unicamente affari vostri. E’ colpa di questa mentalità se il nostro paese assomiglia in fatto di diritti sempre più al terzo mondo!
Il problema non è non poter fotografare, quella non è prerogativa del nostro paese. Ricordo ad esempio che al Van Gogh Museum di Amsterdam nessuno ti costringe a depositare la macchina fotografica, la puoi tenere, ma le guardie controllano molto accuratamente e se vedono scattare fotografie chiedono molto fermamente quanto cortesemente di cancellare immeidatamente le foto memorizzate. Non rispettare un divieto quando questo è lecito e chiaramente espresso non può essere motivo di vanto. Il problema è che Mikko aveva le autorizzazioni, ma queste non sono valse a nulla… tipico guazzabuglio burocratico italiano, in cui nessuno è a capo di nessuno e in conclusione ognuno fa quello che vuole.
Luglio 1, 2009 alle 8:19 pm #1486065mikko77PartecipanteOriginariamente inviato da Lookaloopy: Il problema non è non poter fotografare, quella non è prerogativa del nostro paese. Ricordo ad esempio che al Van Gogh Museum di Amsterdam nessuno ti costringe a depositare la macchina fotografica, la puoi tenere, ma le guardie controllano molto accuratamente e se vedono scattare fotografie chiedono molto fermamente quanto cortesemente di cancellare immeidatamente le foto memorizzate. Non rispettare un divieto quando questo è lecito e chiaramente espresso non può essere motivo di vanto. Il problema è che Mikko aveva le autorizzazioni, ma queste non sono valse a nulla… tipico guazzabuglio burocratico italiano, in cui nessuno è a capo di nessuno e in conclusione ognuno fa quello che vuole.
il “problema” è anche il differente atteggiamento di una direttrice di museo che da una parte non capisce l’importanza di promuovere la cultura ma si arrocca su posizioni di lana caprina nostante una autorizzazione da lei stesso firmata e dall’altra la disponibilità di un altra direzione che vede una persona che in qualche modo anche indirettamente promuove il suo museo potendo vedere da subito il modo in cui sto fotografando (inteso come atteggiamento…non come qualità)
Luglio 1, 2009 alle 8:30 pm #1486067Luca LupiPartecipantesi arrocca su posizioni di lana caprina
Mi piace questa definizione, la trovo calzante anzicheno! [lo]
Luglio 1, 2009 alle 9:15 pm #1486078raffaella81Partecipanteil problema sta nel fatto che i professionisti potrebbero lucrare sulla vendita di una foto, il cui soggetto è un bene pubblico. quale è la distinzione fra promozione e guadagno personale? che stia al singolo non è possibile, le regole non ci sono e dunque la discrezione è lasciata ai singoli “custodi” o direttori del caso che preferiscono tutelarsi con un no invece di accollarsi responsabilità di scelte per loro enormi. Sono stata nei musei di tutto il modo e a parte ovvie limitazioni relative alla conservazione delle opere esposte in tutti i luoghi da me frequentati è possibile scattare foto ed è una grande tristezza che in Italia questo sia troppo spesso proibito. Un direttore lungimirante ti avrebbe fatto scattare le foto per poi chiedertene copia da tenere in archivio e usarle per la promozione del suo museo. Avrebbe anche potuto riservarsi di vincolare la pubblicazione delle stesse foto ad una sua visione preventiva. Insomma avrebbe potuto, ma non ha voluto responsabilità.
Luglio 1, 2009 alle 10:05 pm #1486086SalvoGenPartecipantesecondo me il problema è la funzione pubblica italiana.tutti si credono di poter comandare e imporsi sugli altri.chiesa di st. john a malta e relativo museo,si entra pagando e si fotografa tutto,con il flash con compatte con reflex e qual si voglia, tranne i dipinti di caravaggio e alcuni paramenti sacri….poi se ti va all’uscita compri il libro di foto…inutile dirvi quello che c’era dentro di gente che scattava a ripetizione.bisogna saper valorizzare le proprie bellezze noi non ci riusciamo. (n)
Luglio 1, 2009 alle 11:50 pm #1486110chiantesePartecipanteIo proibirei le compatte. Ah ah ah! Scherzo ma sinceramente odio lo scattio che si sente (vede, nel caso dei flash) nei musei, sopratutto in quelli più affollati. Ho lavorato nei musei per diverso tempo. La visione dei musei è, qualcosa, che andrebbe vissuta nella solitudine maggiormente possibile… L’accesso “fotografico” lo concederei solo ad orari precisi, e soprattutto ai professionisti (veicolando poi le immagini, in fase di eventuale pubblicazione); potrei così controllare l’illuminazione, dare un “servizio” ad i turisti appassionati di fotografia (ed ai professionisti, ovvio), e stringere un rapporto più diretto che mi consenta di farmi un idea di chi scatta e di che fine farà la foto. Almeno, da appassionato di fotografia, nelle sale in cui lavoravo preferivo consigliare ai fotografi appassionati di passare verso chiusura, o ad orario di pranzo, in cui il museo era decisamente più “agibile”…ma, questo ovviamente, era dovuto a mia personale iniziativa. Infondo chi scatta alla buona, in velocità, in una sala affollata, magari inquadrando la moglie sorridente davanti ad un opera…solitamente farebbe meglio ad acquistare una buona cartolina…(che non si vendono più)…piuttosto che scattare a caso, con luci assurde, e da posizione ai limiti dall’acrobazia. Accessi ad orari “riservati” darebbero la possibilità a chi è realmente interessato ad uno scatto decente di farlo in tutta tranquillità. Che poi la gestione museale sia spesso affidata a persone decisamente insensibili, e fedeli ad una burrocrazia che concepisce i musei come dei “depositi” di opere da tutelare…è cosa vera… Anche io, come in questo caso, mi sarei armato di penna ed avrei fatto il cittadino…
Luglio 2, 2009 alle 2:08 pm #1486268mikko77PartecipanteOriginariamente inviato da raffaella81: il problema sta nel fatto che i professionisti potrebbero lucrare sulla vendita di una foto, il cui soggetto è un bene pubblico. quale è la distinzione fra promozione e guadagno personale? che stia al singolo non è possibile, le regole non ci sono e dunque la discrezione è lasciata ai singoli “custodi” o direttori del caso che preferiscono tutelarsi con un no invece di accollarsi responsabilità di scelte per loro enormi. Sono stata nei musei di tutto il modo e a parte ovvie limitazioni relative alla conservazione delle opere esposte in tutti i luoghi da me frequentati è possibile scattare foto ed è una grande tristezza che in Italia questo sia troppo spesso proibito. Un direttore lungimirante ti avrebbe fatto scattare le foto per poi chiedertene copia da tenere in archivio e usarle per la promozione del suo museo. Avrebbe anche potuto riservarsi di vincolare la pubblicazione delle stesse foto ad una sua visione preventiva. Insomma avrebbe potuto, ma non ha voluto responsabilità.
Raffa…il problema è che la lettera di presentazione dell’agenzia del mio amico parlava esplicitamente fin da subito dell’utilizzo che si sarebbe fatto delle foto…cioè un utilizzo EDITORIALE (e quindi “lucro”)…la relativa risposta della direzione acconsentiva a poter scattare all’interno del museo senza però vincoli esplici, vincoli che ci sono stati imposti il giorno degli scatti. Io invece a berlino mi sono presentato come “signor nessuno”…chiedendo di poter fare delle foto editoriali…e l’atteggiamento è stato esattamente l’inverso….cioè: disponibilità e comprensione. se ti racconto che all’ara pacis abbiamo dovuto scattare la modella di schiena perchè altrimenti non sembrava un turista che guarda il monumento secondo il personale di custodia…tu cosa rispondi?? 🙂 a quel punto la nostra risposta è stata: grazie…abbiamo finito.
Luglio 2, 2009 alle 2:37 pm #1486280raffaella81Partecipanteil mio era un discorso generale, ovvero rivolto a coloro che scattano all’interno di musei, chiese etc etc. per cui è necessario un controllo, in molti posti per usare la macchina fotografica paghi un bigliettto “extra” per esempio. altri luoghi sono tutelati da fondazioni per cui se vuoi pubblicare le immagini paghi una sorta di diritti d’autore. insomma i modi per i turisti-professionisti delle cartoline ci sono. altro discorso per un editoriale: se hai un permesso “senza vincoli” è sacrosanto che tu abbia il diritto di scattare. a tua discrezione. come “romana” mi intristisce che i professionisti siano trattati in questo modo. io avrei piantato uno di quei casini facendo chiamare il sindaco in persona, se fossi stata in voi, altro che “grazie abbiamo finito”. pensa se il fotografo fosse venuto dall’estero solo per scattare quelle foto…
Luglio 2, 2009 alle 2:39 pm #1486282mikko77PartecipanteOriginariamente inviato da raffaella81: pensa se il fotografo fosse venuto dall’estero solo per scattare quelle foto…
il fotografo veniva da Tallin… 🙂 per fortuna avevamo altre location in programma e quindi siamo riusciti a sopperire…
Luglio 2, 2009 alle 2:48 pm #1486288raffaella81Partecipanteappunto…
Luglio 2, 2009 alle 2:56 pm #1486290SidduPartecipanteSarebbe interessare sapere cosa ti risponde l’assessore… il problema è che in Italia c’è il rischio di non ottenere alcuna risposta, ed il problema è solo un problema di cultura. Siamo un paese arretrato anni luce, in tutti i settori. Quello che ti è successo è spiacevole, soprattutto perchè sotto gli occhi di un professionista venuto appositamente dall’estero. Ma ormai non mi sorprende più nulla. Sembra quasi che in Italia si investa in cattiva pubblicità, come se ci fosse una corsa verso un traguardo in negativo. Facci sapere nel caso dovessi ottenere una lettera di risposta, vediamo a che punto si spinge la fantasia di una ulteriore figura istituzionale.
Luglio 2, 2009 alle 3:22 pm #1486303Antony999PartecipanteAll’ingresso del giardino di Villa d’Este, a Tivoli, hanno notato che avevo il 70-200/2,8 Canon sulla 350D e mi hanno detto che non potevo entrare con quell’apparecchio. Ho fatto notare che non ero un professionista, bensì un amatore, che l’apparecchio non era professionale, che ero con la famiglia, che non avevo con me attendenti e modelle. Al che mi hanno detto che se volevo entrare dovevo firmare una liberatoria con la quale mi impegnavo a non pubblicare fotografie senza la loro autorizzazione. Il problema è che in Italia, non ci si cura dello scempio e del degrado in cui versano i preziosi beni ambientali ed artistici che sono di proprietà pubblica. Interessa solo incassare denaro con la vendita delle loro pubblicazioni esclusive. Ma quanti fotoamatori, vistisi impediti a fotografare, acquisteranno le loro pubblicazioni? Non li sfiora minimamente la percezione che un’immagine scattata da un amatore possa richiamare l’attenzione di altri amatori che verranno anch’essi a fotografare, pagando altri biglietti d’ingresso. Non hanno neanche il fedifrago senso degli affari di un Toto’, che almeno lasciava fotografare la fontana di Trevi, chiedendo 100 lire a scatto. 😀 😀 😀
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