- Questo topic ha 47 risposte, 11 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni, 9 mesi fa da Matteo77.
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Febbraio 2, 2009 alle 2:28 pm #1432470austriacoPartecipante
Originariamente inviato da Matteo77: Non è questione di permalosità a no. Sulla tecnica non discuto, sono a zero, ma sull’emozionalità di un immagine me la posso giocare io come chiunque. Molto dipende dalle corde che abbiamo in corpo che vibrano o meno su stesse sollecitazioni. E di corde in corpo ne abbiamo un universo e non ancora esplorato completamente. Bacioni! [lo] [lo]
Hai completamente ragione, ma io sono curioso di sapere quale sentimento ti ha spinto a scattare questa foto.
Febbraio 2, 2009 alle 2:29 pm #1432471Matteo77PartecipanteScusate ma adesso non posso… magari stasera ne riparliamo. Ad ogni modo non me la sono presa assolutamente. Benvengano queste discussioni che in ogni caso proiettano le nostre coscienze verso lidi interiori inesplorati. Cao a tutti! [lo]
Febbraio 2, 2009 alle 5:02 pm #1432525Matteo77PartecipanteBene. Andiamo a noi, amici. « Ama il prossimo tuo come te stesso » (Mt 19,16-19) e non, Ama il tuo prossimo come te stesso (Mt 5,12) come riporta erroneamente (ma poco importa) la foto, è quel comandamento che espresse Gesù per riassumere in formulazione positiva tutti i comandamenti. Questo è il comandamento principe che riguarda lamore verso il prossimo. Amare il prossimo significa, non procurargli alcun male, non ostacolarlo nel suo bene, non procurargli dolore, non tradirlo, non perseguitarlo, non condannarlo, aiutarlo, soccorrerlo, consigliarlo in bene, difenderlo dal male, fargli la carità. Il Mt 5,12 in realtà dice: « Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno PERSEGUITATO i profeti prima di voi.» Tutto lascia pensare che chi ha scritto quel comandamento sulla fronte della gabbia viva un dramma di proporzioni non indifferenti. Si identifica con la gabbia stessa (probabilmente è la sua condizione psicologica) e, lancia un messaggio disperato, un bisogno daiuto, un grido di dolore al mondo di, chi vive una probabile tribolazione, affidandosi allultima spiaggia, ad una frase-valore universalmente riconosciuta da credenti e non credenti. Già, perché per i credenti « Ama il prossimo tuo come te stesso » è un vero e proprio comandamento del Dio in cui credono da non poter eludere, per i non credenti è pur sempre un valore universalmente riconosciuto al quale dovrebbero conformarsi tutti gli esseri ragionevoli. Quando ho visto il soggetto in questione che ho fotografato, con uno sforzo di comprensione intellettuale, ho metabolizzato un atteggiamento interiore empatico verso lautore del messaggio proiettandomi per quel che ho potuto dentro i sentimenti dellautore. In PP ho ritenuto opportuno e fondamentale applicare il giusto colore non tenue, non solare, ed altamente contrastato come segno di strazio, a quelle emozioni che empaticamente ho provato, cercando di mettere da parte pensieri personali e giudizi morali. Ne è venuto fuori un prodotto che piaccia o non piaccia è lesatta proiezione di ciò che ho provato. Ho interpretato in questo modo il racconto di un individuo in sofferenza e difficoltà che elemosina altruismo ed umanità, ma nello stesso tempo lancia al mondo un monito con il quale tutti dobbiamo fare i conti. Saluti. [lo]
Febbraio 2, 2009 alle 5:43 pm #1432534gloster1974Partecipantebene Matteo hai voluto trasmettere attraverso quella fotografia una tua emozione e questo e’ lo spirito della nostra passione , parlare attraverso un’immagine. Ricorda sempre pero’ che la fotografia e’ bella come ricordo tuo ma ancor piu’ bella se condiviso con tanti amici e qua lo siamo tutti. Non basta provare un sentimento davanti ad una certa situazione e scattare ma e’ allora che entra in gioco l’abilita’ del fotografo che curando l’inquadratura , magari valorizzando un particolare riesce a trasmettere tale sentimento , solo allora potrai dire ho scattato una bellissima foto. Questo si ottiene solo padroneggiando la tecnica fotografica e interpretando al meglio la luce , la PP lasciala in ultimo per valorizzare uno scatto quando gia’ di suo e’ magnifico. Il mio consiglio e’ quello di cominciare prima a curare maggiormente l’immagine nativa poi verra’ il tempo del PC e vedrai come tutti quanti ( almeno la maggioranza ) apprezzeranno il tuo operato (o) [com] Buoni scatti
Febbraio 2, 2009 alle 6:19 pm #1432548CrepyPartecipanteMatteo77 grazie per la spiegazione, ma quello che posso dirti, come critica, e’ che la tua foto e’ sbagliata. Ma mi spiego, non sto parlando di tecnica, composizione o che altro, non ne ho le competenze … e’ sbagliata semplicemente perche’ non sei riuscito a trasmetterci quello che volevi tu, quindi e’ sbagliata perche’ con la tua foto non hai raggiunto il tuo scopo. Ti faccio un semplice esempio di una cosa che mi e’ successa la scorsa settimana. Ho partecipato ad un incontro tenuto da un fotoamatore specializzato in ritratti in bianco e nero. Ad un certo punto siamo capitati su un ritratto di donna beh ti posso assicurare che tutti hanno pensato Anna Magnani (attrice degli anni 60 per chi non la conoscesse) poi guardando bene il soggetto non aveva molto a che fare con lattrice anche se in qualche modo la ricordava, ma il modo in cui era stata ritratta, la composizione della foto e la posa la richiamavano alla stragrande poi il B&N ha fatto il resto. Il fotoamatore ci ha detto che quando ha incontrato il soggetto della foto ha subito notato quel nonosoche riconducibile ad Anna Magnani e ha fatto di tutto per trasmettere nella foto la sua idea. Questo, secondo me, vuol dire azzeccare una foto, quando chi la vede riesce ad avere le stesse sensazioni o la stessa idea (chiamiamola pure genialata) dellautore della foto. Io questa cosa lho trovata straordinaria. Spero non ti sia dispiaciuto il mio commento e spero di averti trasmesso (io solo con le parole perche non sono un grande fotografo) il mio pensiero. Aggiungo solo una cosa: le foto per noi appassionati sono come i figli (ogni scarafone ) per noi che le abbiamo fatte, significano molto molto di piu di quello che in realta rappresentano trasmettere con una foto di piu di quello che nella realta viene rappresentato e una grande dote che appartiene a pochi la mia speranza e che mi capiti almeno una volta, nella mia carriera di apprendista fotoamatore, di ottenere un risultato simile. Ciao a tutti, Andrea. [lo]
Febbraio 2, 2009 alle 7:20 pm #1432567Matteo77PartecipanteBeh si, riconosco che in linea di principio avete perfettamente ragione ed apprezzo la vostra onestà intellettuale. E palpabile il fine costruttivo delle vostre critiche e commenti, cari amici, e ve ne sono grato. La riuscita di una foto non può non tener conto di un principio sacrosanto: la condivisione delle emozioni. Ma le emozioni sono anche dipendenti dal nostro vissuto, esperienze, gioie e dolori. Per stabilire se una foto non ha raggiunto il suo obbiettivo (sempre che si sia prefissato di averlo) bisognerebbe chiedere opinioni a larga scala. Anche il fatto che ne stiamo parlando, che piaccia o no, non è uno stimolo emozionale? Ad un certo punto può anche andarmi bene. OK, la foto di primo acchitto lascia molte perplessità ma ha suscitato interesse e stimolo ad una discussione più che costruttiva pluridisciplinare. In fondo anche lincomprensibile suscita un emozione. Un abbraccio. [lo]
Febbraio 2, 2009 alle 7:43 pm #1432582gloster1974PartecipanteDiciamo anche che leggere interventi pacati e mirati alla sola crescita non solo tua ma di tutta la comunita’ fa sempre piacere. Ottima la linea scelta di discussione , complimenti (o)
Febbraio 2, 2009 alle 8:02 pm #1432595Matteo77PartecipanteGrazie amico, complimenti anche a te ed a tutti gli utenti del forum senza il quale scatterei foto ancora a “carbone”. Buona luce a tutti. [lo]
Febbraio 3, 2009 alle 2:32 pm #1432887Antony999PartecipanteQuindi, come pensavo, nella tua foto c’era un concetto da comunicare agli altri; non l’avevi scattata a caso. Questo è già molto importante; perché molti, nelle proprie immagini, applicano solo tecniche fotografiche, senza curarsi dei contenuti. Allora nel tuo caso si tratta solo di riuscire a comunicare col linguaggio grafico. Per farti comprendere dagli altri, quindi fare arte, devi imparare il linguaggio grafico di comunicazione; che nella fotografia, come nelle pittura, si avvale di simboli grafici. Più sofisticato diventa il tuo linguaggio, maggiore sarà la tua capacità di comunicare. Userai la composizione, il taglio, il colore o il B/N, la luminoità delle singole parti, la messa a fuoco differenziata, per indirizzare la lettura della tua immagine sul significato voluto. Se, invece, come in questa tua immagine, lasci un campo troppo grande di interpretazione metti il lettore in una condizione discrezionale di interpretazione troppo larga, troppo anarchica. Egli si deve affannare a capirti e presto rinuncia. Invece devi portare il più possibile il lettore per mano, verso il significato che vuoi esprimere. Io avrei usato il B/N per significare che non ci sono vie di uscita (sfumature) tra il vero ed il falso; solo bianco o nero. Avrei ridotto l’immagine alla scritta ed alla grata di ferro senza la sua base. Un’inquadratura verticale che non ha base. Come non ha base né ragione, né futuro, l’anti-amore. Perché la società umana è culturalmente progredita solo nei momenti in cui c’era solidarietà, amore, condivisione delle proprie risorse. Mentre è tornata indietro, mostrando la sua stupidita distruttiva, nei momenti di violenza e di guerra. Le grate esprimono drammaticità, privazione della libertà, mancanza di dialogo e di libertà. Con un viso ritratto dietro a quelle sbarre avrei aggiunto ironia. Vedi come i simboli parlano a chi vuole, a chi sa ascoltare! Tu hai percepito i significati ma non li hai elaborati pienamente dentro di te, cercando una sintesi. E’ questo che devi imparare. Lascia da parte la nitidezza degli obiettivi, i crop…; contano molto poco. Anzi, nulla!
Febbraio 3, 2009 alle 4:20 pm #1432916Matteo77PartecipanteCaro amico Antony999,complimenti. Il tuo non è un post e basta ma, un post, direi dautore. Io capisco ma fino ad un certo punto. Mi sto rendendo conto, correggimi se sbaglio, che questa foto non poteva che essere diretta solo ed esclusivamente ad un target ben preciso. Ossia, a chi per background culturale, avesse gli strumenti idonei alla codifica ed esegesi del messaggio biblico, senza il quale non si può raggiungere la giusta dimensione interpretativa della foto. Sono convinto che il tallone di Achille che sblocca questo intricato vaso di Pandora sia proprio questo. Bisognava conoscere nei dettagli quel comandamento, il versetto biblico, e si sarebbe stati condotti, quindi correttamente orientati, a tutte le implicazioni antropologiche che questi comportavano, escludendo quindi ulteriori e indifferenti livelli interpretativi. Per il resto non posso che concordare con le tue soluzioni tecniche ben descritte e del tutto convincenti e del quale ne farò geloso tesoro. Saluti.[lo]
Febbraio 3, 2009 alle 6:56 pm #1432990deepyPartecipanteLascia da parte la nitidezza degli obiettivi, i crop…; contano molto poco. Anzi, nulla!
Ciao Antony, pur essendo d’accordo con tutto il resto del tuo discorso mi permetto di dissentire da quest’ultima frase. La fotografia è un’arte che unisce capacità sia espressive che tecniche e per tanto un buon fotografo (almeno secondo me) deve saper tenere conto delle caratteristiche della propria attrezzatura per poi saperle sfruttare.
Febbraio 3, 2009 alle 8:40 pm #1433013Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da Matteo77: Io capisco ma fino ad un certo punto. Mi sto rendendo conto, correggimi se sbaglio, che questa foto non poteva che essere diretta solo ed esclusivamente ad un target ben preciso.
Capisco l’ironia. Per favore rileggi il fiume del mio post e poi indicami il punto in cui avrei affermato quello che dici. Mi pare di aver detto tutt’altro. Se poi mi sono espresso male, per favore, fammi capire dov’é che non va il mio discorso.
Febbraio 3, 2009 alle 8:53 pm #1433020Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da deepy: La fotografia è un’arte che unisce capacità sia espressive che tecniche e per tanto un buon fotografo (almeno secondo me) deve saper tenere conto delle caratteristiche della propria attrezzatura per poi saperle sfruttare.
Non solo l’attrezzatura. Anzi essa può anche essere molto limitata. E talvolta l’eccesso dell’attrezzatura, per chi non sa utilizzarla può remare a sfavore. Bisogna certamente conoscerla bene e saper fotografare. Ma saper fotografare significa tante cose insieme. Bob Capa affermò un giorno quello che ora ripetono tutti: “non è la nitidezza dell’immagine ciò che ne appalesa il valore, ma l’emozione che sa suscitare e la verità che sa esprimere”. Quindi la cosa importante è avere emozioni o verità da comunicare. La seconda cosa è saperle comunicare. La fotografia è un’arte grafica. Non bisogna solo saper tenere il pennello in mano, ma anche saperlo usare. E il saperlo usare non è solo tecnica, ma anche capacità di osservazione e capacità di usare il simbolismo grafico. Ho fatto l’esempio della foto del nostro amico. Ha ripreso tutta la scala con tutto quello che c’era intorno. Ma per quello che ho capito voleva esprimere, bastava a mio modesto parere, osservare con attenzione la scena e selezionare solo i dettagli più importanti, riassumendo tutto il discorso con la scritta e la grata di ferro. Osservazione, capacità di relazione e sintesi tra i vari elementi, scatto. Mi pare un linguaggio universale.
Febbraio 3, 2009 alle 9:08 pm #1433028Antony999PartecipanteHo dimenticato un concetto importante nel mio posto precedente. Lo aggiungo ora perchè qualcuno potrebbe aver già letto il mio post precedente e non rileggerlo più. Dicevo.. “La fotografia è un’arte grafica. Non bisogna solo saper tenere il pennello in mano, ma anche saperlo usare. E il saperlo usare non è solo tecnica, ma anche capacità di osservazione e capacità di usare il simbolismo grafico.” Aggiungo, per completezza… La qualità del pennello può far affannare chi dipinge, ma non fa la qualità dell’opera! Chi sa dipingere, o scrivere, o fotografare, lo sa fare anche con la matita, col carboncino, con il cellulare o con l’apparecchio uso e getta. A tale proposito vi inviterei a conoscere le immagini di Luigi Ghirri, che usava solo la polaroid, ed è considerato uno dei massimi fotografi italiani ed europei. Quindi niente crop e niente obiettivi super…
Febbraio 3, 2009 alle 9:09 pm #1433029deepyPartecipanteCome hai detto tu saper fotografare significa tante cose asieme, per questo non sono d’accordo sul fatto che la nitidezza di un obiettivo o che un certo crop non contino nulla… tutto conta, sia avere emozioni da comunicare sia saperle comunicare come si deve. Leonardo, Michelangelo, e tutti i grandi artisti non sarebbero stati tali se non avessero saputo usare il pennello come si deve ( perdonatemi l’ambiguità della frase 🙂 ).
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