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Settembre 21, 2010 alle 2:50 pm #1600893Antony999Partecipante
Come diceva Renzo Arbore in quel suo programma di qualche anno fa … “Ragazzi, qui si vola alto! L’indice di gradimento sta salendo vertiginosamente”!” 🙂 🙂 Mi torna alla mente una frase di Man Ray che si riferisce all’arte: “In qualsiasi forma sia rappresentato, alla fine l’oggetto deve divertire, disorientare, annoiare o far riflettere, ma non suscitare ammirazione per la perfezione tecnica che abitualmente si cerca nelle opere d’arte. Le strade sono piene di artigiani bravissimi, ma di così pochi sognatori pratici” Significativa l’espressione “sognatori pratici”. La ricchezza di idee, la capacità di osservazione, la fantasia creativa devono però associarsi alla genialità espressiva in modo concreto e pratico, in modo che il messaggio sia il più possibile universale e possa essere compreso dal maggior numero possibile di utenti. Se pensiamo che un tempo al concetto di arte si associava “la capacità di eseguire un manufatto” e quindi era artista chiunque fosse capace di eseguire un’opera manuale e pratica; quindi anche un maniscalco, un vasaio, un fabbro… Il concetto di arte è radicalmente mutato nel tempo. Vi invito a leggere l’evoluzione del concetto di arte su Wikipedia. http://it.wikipedia.org/wiki/Arte
Settembre 21, 2010 alle 3:23 pm #1600900FrancoPartecipanteL’estetica (non quella fine a se stessa, ma legata ad un principio artistico) non è morta, non è piu’ attuale. Condivido quanto scritto, però è necessario un altro peso sulla bilancia, per non correre il rischio di passare il messaggio: l’arte contemporanea è il presente, il futuro si stà scrivendo, mentre l’arte dell’estetica di cui i primi artisti si fà cenno nei libri di storia greca, romana, etrusca, rinascimentale, ecc………. sono il passato. Pur essendo vero, il singolo artista non ha limiti e frontiere, eccetto quelle che il singolo individuo o le abitudini e il costume della società, impongono. Ci sono abili artigiani che non si definiscono artisti, ma sono piu’ artisti di chi elocubra il proprio lavoro di dotti particolari, per strappare il favore della critica. è necessario guardare ad una panoramica piu’ ampia, la frase di Man Ray non fà una piega, ma non dimentichiamoci che questo concetto ha portato anche a forme di arte e di costume molto in voga nel mondo contemporaneo occidentale, a mio parere non meritevoli di plauso. Nelle arti è necessario un decalogo etico, scritto nella mente di ognuno di noi, che non prende spunto necessariamente dai principi ispiratori presentati (solo) nei musei e nelle riviste di arte.
Settembre 21, 2010 alle 3:58 pm #1600905edd07PartecipanteBeh, la categoria dell’estetica può avere tanti significati. Prova a leggere “Diario di un seduttore” di Kierkegaard e l’ “Aestetica” di Baumgarten.. Sono due mondi completamente diversi. Questo per dire che l’estetica che comunemente indichiamo, è la scienza del bello. In realtà, l’estetica dovrebbe essere considerata una categoria che assume attributi diversi a seconda delle diverse realtà storiche. Il bello rinascimentale era quello misurato, pacato ed equilibrato; il bello contemporaneo secondo alcune correnti è ciò che è funzionale. Vivresti mai in una stanza sferica, perfetta dal punto di vista geometrico rinascimentale, ma senza alcuna finestra, perchè romperebbe l’equilibrio?
Settembre 21, 2010 alle 5:40 pm #1600922Antony999PartecipanteGli argomenti in discussione sono molti, direi troppi per essere affrontati tutti in una volta. Abbiamo allargato il discorso all’arte concettuale, al costruttivismo, al decostruttivismo. Occorrerebbe avere innanzi tutto i concetti di ciascuna di queste teorie artistiche e concettuali. Anche perché talvolta esse assumono valenze e significati diversi da un autore all’altro, da una disciplina artistica e di pensiero all’altra, da una nazione all’altra. Credo non esista un artista completamente inscrivibile in una sola corrente artistica. Significherebbe che egli si è lasciato inscatolare e riassumere da una “regola”. E le regole nell’arte sono molto flessibili, e talvolta perfino inesisteti dal punto di vista pratico e teorico. Innanzi tutto, stabilirei cos’é l’arte, come essa è cambiata col tempo. A tal fine ho già citato un link su Wikipedia che si può leggere cercando la parola “arte” o la storia dell’arte. leggere qualche libro in proposito farebbe molto bene a chiunque voglia definirsi fotografo. Acquisiamo innanzi tutto i concetti che sono fondamentali per poter discorrere. Lasciamo un momento da parte il discorso particolare (“l’opera d’artista”). Perché le singole individualità non sono “la corrente”, ma contruibuisccno a formarla. I giri di boa principali che hanno portato all’arte moderna direi che sono almeno tre, quattro: Impressionismo, Futurismo, Bauhaus tedesco, usi politici dell’arte. L’impressionismo svincola dalle regole della descrizione precisa del soggetto, privilegiando l’astrazione delle sensazioni, delle impressioni, alla resa del particolare e dela forma precisa. Il futurismo (ma anche il dadaismo) inventa l’evoluzione nel tempo, la rapidità, l’evoluzione quadridimensionale (spazio-tempo). Il soggetto non è più considerato in un momento statico (attimalità impressionista, o momento decisivo di Bresson), ma nella sua evoluzione nel tempo, oppure contemporaneamente da vari punti prospettici diversi. Il Bauhaus tedesco fa un ulteriore salto, portando l’arte tra la gente, con “l’unione profonda di tutte le discipline in una nuova arte del costruire”. Il Bauhaus è soprattutto legato all’architettura, ma da esso deriva il designer, la costruzione di elementi di arredo con uno stile funzionale e con la praticità costruttiva e di uso. Nello stesso tempo il Bauhaus ha influenzato la fotografia e le altre arti verso la interdisciplinarietà. Senza il Bauhaus non avremmo i fotomontaggi, le elaborazioni creative, ecc. Un’altra rivoluzione fondamentale dell’arte, in gran parte negativa, visti i risultati che ha prodotto e produce tuttora, è la finalizzazione dell’arte all’uso politico (nazista tedesco e comunista russo). L’opera non bada al suo valore concettuale, ma diviene strumento di propaganda, di indottrinamento politico e sociale. Da queste discende direttamente la pubblicità moderna. Alla fine della guerra e delle dittature c’é la perdita dei valori “romantici” della conquista, della patria, ecc. L’arte si rivolge alla ricostruzione prima e poi alla alla trasformazione che opera nelle strutture della vita e della società. Nascono le “avanguardie artistiche” con l’obiettivo di mutare le modalità e le finalità dell’arte. Esaminare ciascuna di queste avanguardie è un lavoro complesso e quasi sempre molto concettuale. La vita contemporanea è molto più complessa di quella del Rinascimento e di ogni altro perodo storico; quindi l’arte che rispecchia sempre le condizioni culturali e sociali dell’epoca che l’ha generata, risulta pertanto altrettanto complessa e variegata. La crescita del grado di istruzione, del modo di vivere sociale ha generato una diversificazioni di teorie e di modi diversi di concepire l’esistenza e quindi l’arte. Tutto questo, a mio parere, è positivo. Penso che tra tante menti a lavoro, ci sono certamente tantissime teste di cavolo, ma, spero, anche tantissimi geni creativi che lavorano per noi. Io “penso positivo”; non rinuncio al passato, ma credo nel presente e nel futuro, nell’evoluzione itellettuale dell’uomo. Ogni opera rispecchia il pensiero del suo tempo, il modo di vivere della gente, le sue aspirazioni e le sue debolezze. Se esiste “l’opera d’artista”, significa, e lo dico senza esprimere opinioni o pregiudizi, che ce la meritiamo, ci compete perché ci descrive in qualche modo. Ed effettivamente quell’opera esprime molto di noi, della nostra società dei consumi, del benessere effimero, del comprare pantaloni strappati solo perché “di marca”; del colorarci i capelli di rosso, del vestire “tutti uguali” ed omologati solo perché qualcuno dice che è fashion. Se ripensiamo al grado di automazione cui siamo soggetti, condizionati, coattati, non vedo perché non dovremmo comprare anche “l’opera d’artista”. Purtroppo siamo proprio come quest’opera ci descrive. L’arte del nostro tempo ci rispecchia, racconterà di noi e del nostro modo di vivere, le nostre contraddizioni, la nostra mancanza di ideali e di consapevolezza di quello che facciamo, ai nostri pronipoti. Non è colpa dell’arte. Ma di noi stessi e di quello che siamo. La persona colta non rigetta, non condanna a priori, non urla “alla strega”. Essa resta a guardare con grande senso dell’umorismo il modo di vivere di tanti che abbiamo intorno e che “si lasciano vivere in modo artefatto, direi robotico e pecoresco”. Ecco perché sorrido pensando “all’opera d’artista”. Io non la comprerei, ma mi fa piacere che qualcuno possa farlo e, soprattutto, che qualcuno si scandalizzi dell’audacia, dell’ironia, del pensiero creativo dell’artista che l’ha “deposta” come un uovo, in una sala espositiva; delle tante persone che si sono scandalizzate, dei giornali e delle TV che ne hanno parlato. Ripenso ai pittori dell’Impressinismo le cui opere erano rifiutare dalle mostre della fine ‘800, inizio ‘900. Ripenso ai futuristi che recitavano impettiti le frasi del manifesto futurista di Marinetti, tra le imprecazioni, le urla, le facce scandalizzate dei benpensanti. Mi viene proprio da ridere a questo pensiero. 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 Il grande artista, veramente profondo, originale e creativo ci ha osservato ed ha pensato; “si comprano i pantaloni strappati, allora perché non dovrebbero comprare anche la “mia opera”? L’opera d’artista è veramente arte. Se non altro ci ha fatto ragionare per giornate intere. Questa è la funzione dell’arte moderna: far pensare; prendere consapevolezza di quello che siamo e magari ridere di noi, prima che lo facciano gli altri. L’opera d’artista è il monumento che rappresenta il nostro modo di vivere e di ragionare attuale.
Settembre 21, 2010 alle 8:07 pm #1600952chinaskiPartecipantex Antony999 boia, hai scritto un poema (o) 🙂 diciamo che per quanto riguarda 3/4 di quello che hai scritto non ho nulla da ridire se non in piccoli punti di poca importanza.. in realtà nemmeno nel 1/4 che rimane non ho da ridire bensì da precisare una cosa
Il grande artista, veramente profondo, originale e creativo ci ha osservato ed ha pensato; “si comprano i pantaloni strappati, allora perché non dovrebbero comprare anche la “mia opera”? L’opera d’artista è veramente arte. Se non altro ci ha fatto ragionare per giornate intere. Questa è la funzione dell’arte moderna: far pensare; prendere consapevolezza di quello che siamo e magari ridere di noi, prima che lo facciano gli altri. L’opera d’artista è il monumento che rappresenta il nostro modo di vivere e di ragionare attuale.
l’opera d arte è il frutto di un attenta analisi del tempo in cui viene realizzata… è lo sbattere in faccia al fruitore quello che l artista ha recepito dalla realtà/situazione che lo circonda… questo però non vuol dire per forza che il fruitore mentre guarda l opera vede e pensa come l artista ( inoltre non è detto nememno che sia fondamentale che riesca a capire come la pensa l artista), l opera deve essere fine a se stessa cioè al gusto dell artista…. una volta chiesero ad uno dei più grandi maestri del ‘900 come mai avesse dipinto un bue squartato ( di classica ispirazione dell opera di Rembrandt) e prima ancora che potesse rispondere il giornalista aggiunse che per lui quel quadro dava anche un po di fastidio… questo grande maestro rispose semplicemente io non devo spiegare nulla, al massimo è lei che mi deve spiegare cosa ci vede… io l ho fatto perchè a me piace… ( stavo citando il grande maestro Francis Bacon)
Settembre 21, 2010 alle 8:18 pm #1600961Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da chinaski: i dadaisti quando decisero di arrivare ad una forma d arte che distruggesse tutto quello che erano le basi dell arte stessa, sono arrivati a questo punto solo grazie esclusivamente a tutto quello che era stato fatto fino ad allora…
In un certo senso questo è vero. Ma capiamone le motivazioni. Il dadaismo è il rifiuto di tutte quelle regole, quei principi romantici che avrebbero dovuto portare ordine e vita, ed invece si concretizzarono nella stupido ed irrazionale orrore della guerra (prima guerra mondiale). Se, parlando di moralità, di bellezza, di principi, si era arrivati in nome di questi a distruggere milioni di esseri viventi e tutto quello che esisteva intorno a loro, quale valore potevano avere ancora queste regole, questi principi? Di qui il rifiuto delle regole e delle ideologie; quindi l’anarchia anche nel campo dell’arte. Sentir recitare opere romantiche, ascoltare la musica sinfonica, massima espressione del pensiero e della civiltà umana, mentre l’uomo ammazzava l’uomo, per ideologie che nascondevano in realtà interessi economici privati, non poteva certo portare a qualcosa di diverso. Da una guerra la massa esce coi traumi e con cocenti distruzioni fisiche e morali, mentre qualcuno esce milionario. Allora l’unica via d’uscita è la rivoluzione verso la vita, la libertà da schemi illusori, il disprezzo delle ideologie e delle regole che hanno portato morte e distruzione. Certamente non si poteva distruggere l’arte antica se essa non fosse esistita. Ma le motivazioni che portavano a rinnegare l’arte antica erano basate su fatti concreti, sulla perdita di valori che sembravano immortali. Questa è la perdita di valori che porterà alla presa del potere da parte delle dittature. Ancora una volta l’arte è figlia delle condizioni e delle esigenze sociali e storiche che l’hanno generata. Questo è dimostrato dal parallelismo della storia e della economia con le diverse espressioni artistiche e culturali di ogni epoca. Talvolta anche con una diversità sostanziale tra diversi ambienti geografici, nella stessa epoca, ma con situazioni socio-economiche diverse. Per quanto in giro ci siano tanti pazzi, gli artisti rispecchiano la loro epoca, e talvolta precorrono perfino i tempi, riassumendo in anticipo i punti di arrivo di una società. Forse perché essi hanno la sensibilità di cogliere i significati, i valori e le angosce che permeano la loro società. Al contrario, l’essere comune difficilmente si accorge nel suo tempo dei cambiamenti, della via che inizia a cambiare direzione. L’essere normale vive il suo tempo con gli occhi bendati, abbarbicandosi alle regole e ai principi comuni, senza capacità critica. Ecco perché occorre far attenzione ai movimenti di pensiero ed artistici. In essi spesso sono già leggibili le prime avvisaglie del mondo che cambia, della società che muta indirizzo e costume sociale. Allora il bello muta identità. Se fino ad ieri il bello era nell’eroico soldato che parte per dar la vita per la patria e nella fanciulla dai fianchi larghi e dal ventre opulento che diventa madre e moglie per dare figli alla patria, dopo qualche anno il bello è nel ragazzo bruno che si depila e si riempie di droga e nella velina anoressica che mostra le gambe e le tette contraffatte in TV. Così cambiano i canoni della bellezza ed i valori sociali. Ma l’arte li evidenzia e li registra tutti
Settembre 21, 2010 alle 9:00 pm #1600987chinaskiPartecipantenon credo che tutto ciò sia una cosa negativa… l arte è lo specchio del tempo (rinterpretato)… l’essere politicizzata equivale in egual modo all essere commercializzata … ps siccome magari poi qualcuno si annoia a legegre queste cose 😛 aggiungo un piccolo video pubblicitario del 1984 [ado] che in realtà non si scosta molto da quello che stiamo scrivendo 🙂 http://www.youtube.com/watch?v=OYecfV3ubP8
Settembre 21, 2010 alle 9:06 pm #1600990Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da edd07: Beh, la categoria dell’estetica può avere tanti significati. Prova a leggere “Diario di un seduttore” di Kierkegaard e l’ “Aestetica” di Baumgarten.. Sono due mondi completamente diversi.
Aristotele evidenziò come la creazione dell’opera d’arte permette la materializzazione dell’idea e quindi la sua manifestazione. Quest’idea è però scaturita esclusivamente dalla mente dell’artista e non può essere equiparata alla concezione platonica di bellezza assoluta. Con l’illuminismo l’estetica (Denis Diderot) abbandona gli schemi idealistici. Il senso estetico e la bellezza divengono per il frutto di un rapporto tra loggetto artistico e chi lo percepisce con la propria sensibilità individuale. L’estetico non è più loggetto in sé, ma il rapporto soggetto-oggetto, con tipologie estremamente variabili, pluralistiche, non prive di casualità. Sono perciò tali rapporti a fondare il bello in generale, mentre ogni singolo bello particolare (di ogni oggetto artistico) non è riferibile ad alcuno degli schemi codificati di bellezza.
Questo per dire che l’estetica che comunemente indichiamo, è la scienza del bello.
Anche se nei trattati di Ghoete, e di tantissimi altri sono fissati i canoni di bellezza e determinati i criteri scientifici che portano all’identificazione di un oggetto come bello (simmetria, accordo cromatico, composizione, ecc.) il concetto di bello è pura filosofia. Perché esso è legato alla cultura, alle condizioni storico sociali. Il bianco degli abiti indiani ed arabi (anche il blu dei cosiddetti uomini blu del deserto), il rosso dei monaci tibetani, il nero ed il marrone dei nostri, i colori vivaci e fantasiosi degli abiti delle donne africane, quelli dei peruviani, ecc. Il colore, la forma degli abiti derivano dal materiale, dai colori, dalle condizioni ambientali in cui vivono i popoli. Qundi non esiste un canone assoluto di bellezza. Il bello, inoltre, raramente coincide con l’intelliente, col saggio, ecc. Talvolta in natura la bellezza è trappola mortale. Quindi occorre chiedersi se interessa veraemnte il bello, o piuttosto è preferibile l’intelligenza, il significato, il carattere, il tipo, l’originale, o addirittura il brutto accentuato. La nostra società ammira e imita il bello, proprio perché valuta tutto con grande superficialità. Il bello è proprio alla superficie. Questo mi richiama alla mente la splendida opera di artista! 😀 😀 😀 😀 😀 😀
Settembre 21, 2010 alle 9:17 pm #1600992Antony999Partecipante[quote]Originariamente inviato da ps siccome magari poi qualcuno si annoia a legegre queste cose 😛 aggiungo un piccolo video pubblicitario del 1984 [ado] che in realtà non si scosta molto da quello che stiamo scrivendo 🙂 http://www.youtube.com/watch?v=OYecfV3ubP8 Stupendo! Grazie per la segnalazione. Tutti belli, puliti, ordinati, inquadrati, disciplinati, monocolore. Il video che li indottrina. Il gesto della ragazza che rompe l’incantesimo. Stupendo!
Settembre 21, 2010 alle 9:57 pm #1601001chinaskiPartecipanteQundi non esiste un canone assoluto di bellezza. Il bello, inoltre, raramente coincide con l’intelliente, col saggio, ecc. Talvolta in natura la bellezza è trappola mortale. Quindi occorre chiedersi se interessa veraemnte il bello, o piuttosto è preferibile l’intelligenza, il significato, il carattere, il tipo, l’originale, o addirittura il brutto accentuato. La nostra società ammira e imita il bello, proprio perché valuta tutto con grande superficialità. Il bello è proprio alla superficie
Nel mondo reale, i canoni di bellezza ce li vogliono indottrinare ogni nuova stagione con nuovi vestiti, nuove modelle/i che li indossano, nuove automobili nuovi personaggi pubblici ecc… quindi è un canone che si rinnova ogni volta ( parlo naturalmente sotto l’aspetto sociologico). se però riusciamo a staccarci dalla massa e ogni volta che ci sono queste transumanze di pensiero ne rimaniamo ai lati solo ad osservare, riusciremo a crearci una nostra bellezza ”intelligente” e ”coscienziosa” che non si baserà esclusivamente su un fatto estetico ( cosa che comunque non è poi così tanto inutile) ma che riuscirà ad conglomerare in se tantissimi altri aspetti… forse in questo caso si potrebbe parlare ”bellezza assoluta soggettiva” che comunque avrà sempre delle piccole modifica pian piano che matureremo (o invecchieremo 🙂 )
Settembre 21, 2010 alle 10:25 pm #1601006chinaskiPartecipanteun pochino di Matthew Barney ( poco poco, il resto se vi interessa cercatevelo 🙂 ) http://www.youtube.com/watch?v=4gSMVPTa2XI
Settembre 22, 2010 alle 4:07 am #1601076FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da edd07: Vivresti mai in una stanza sferica, perfetta dal punto di vista geometrico rinascimentale, ma senza alcuna finestra, perchè romperebbe l’equilibrio?
vivo in una casa d’epoca, la volta del salone di oltre 40 mt2 è a botte e le pareti sono alte 2,4mt mentre il soffitto è alto il doppio ed è presente una sola finestra . però .. ho un arredamento molto moderno che rompe l’insano equilibrio architettonico (lo sò che a questo punto qualche architetto avrà da ridire).
Originariamente inviato da edd07: Beh, la categoria dell’estetica può avere tanti significati. Prova a leggere “Diario di un seduttore” di Kierkegaard e l’ “Aestetica” di Baumgarten.. Sono due mondi completamente diversi. Questo per dire che l’estetica che comunemente indichiamo, è la scienza del bello. In realtà, l’estetica dovrebbe essere considerata una categoria che assume attributi diversi a seconda delle diverse realtà storiche. Il bello rinascimentale era quello misurato, pacato ed equilibrato; il bello contemporaneo secondo alcune correnti è ciò che è funzionale.
quando scrivevo (in modo frettoloso, scusami se mi sono spiegato male) che l’estetica non è morta, ma ha perso l’attualità che aveva ad esempio nell’ottocento, intendevo esattamente quello che scrivi tu, che attualmente ha una fisionomia diversa dal passato. L’estetica ha attributi soggettivi che al giorno d’oggi non si mettono in discussione, anzi solitamente (dall’illuminismo in poi) si mettono in discussione. Ad esempio, tanto per parlare, in passato la vanità, l’elogio, l’intelligenza, la cortesia e la cavalleria erano il bello, oggi (generalmente) l’esatto opposto. Però il significato del termine estetica sotto il profilo filosofico non rientrava nel mio discorso, le citazioni erano solo un pretesto per mettere sull’altro piatto della bilancia anche le arti non moderne . l’arte è anche un gioiello cartaginese, un vaso greco, un’abitazione dell’antica Roma, non solo i tagli di F.Fontana, i ritratti cubisti e i paesaggi futuristi .. Io penso che le belle arti debbano riappropriarsi della manualità artigiana, invece la (giovane) fotografia deve acquisire una maggiore maturità artistica. Comunque, trovo che i vostri discorsi sull’evoluzione dell’arte siano interessanti, ma anche volendo portare un parallelo, molto lontani dalla fotografia, come ho già ripetutamente scritto in altre occasioni, i movimenti artistici nella fotografia seguono tempi (a volte) differenti rispetto il mondo delle belle arti, dov’è presente una tecnica più’ accessibile (costi minori, maggiore indipendenza, tecnica/tecnologia più’ semplice) e libera di interpretare il soggetto con maggiore costrutto (senza i vincoli descrittivi dell’immagine fotografica). sarebbe utile rientrare nel nostro seminato, e applicare l’argomento arte alla fotografia, altrimenti l’OT necessita di essere (ri)postato nella rubrica “off topic” 😉
Settembre 22, 2010 alle 5:04 am #1601089chinaskiPartecipanteComunque, trovo che i vostri discorsi sull’evoluzione dell’arte siano interessanti, ma anche volendo portare un parallelo, molto lontani dalla fotografia, come ho già ripetutamente scritto in altre occasioni, i movimenti artistici nella fotografia seguono tempi (a volte) differenti rispetto il mondo delle belle arti, dov’è presente una tecnica più’ accessibile (costi minori, maggiore indipendenza, tecnica/tecnologia più’ semplice) e libera di interpretare il soggetto con maggiore costrutto (senza i vincoli descrittivi dell’immagine fotografica).
sono completamente in disaccordo con te… come definisci te belle arti , non hanno assolutamente costi minori, maggiore indipendenza tecnica e tecnologia più semplice… inoltre ”i vincoli descrittivi dell’immagine fotografica” sono vincoli che ti dai da solo…
arebbe utile rientrare nel nostro seminato, e applicare l’argomento arte alla fotografia, altrimenti l’OT necessita di essere (ri)postato nella rubrica “off topic”
credo che siamo perfettamente in tema, la sessione si chiama ”Educazione all’immagine” quindi ci siamo… 🙂 inoltre la fotografia è una delle ”arti più giovani” e come tale si rifà per forza alle belle arti… [lo]
Settembre 22, 2010 alle 7:09 am #1601093FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da chinaski: sono completamente in disaccordo con te… come definisci te belle arti , non hanno assolutamente costi minori, maggiore indipendenza tecnica e tecnologia più semplice… inoltre ”i vincoli descrittivi dell’immagine fotografica” sono vincoli che ti dai da solo…
sei molto generico e non porti nessuna motivazione, comunque: 8-10 pennelli, una serie di colori acrilici (o ad olio, fai tu) medium e qualche tela…… secondo il tuo parere costano quanto un’attrezzatura fotografica? pensi che apprendere l’uso della tecnica del dipinto sia piu’ complesso dell’apprendimento della tecnica/tecnologia del mezzo fotografico? dai….. guarda in quante pagine si esaurisce un manuale di dipinto ad olio, guarda i capitoli e confrontali con quelli di un manuale di tecnica fotografica + libretti d’istruzioni vari per l’uso delle attrezzature, poi se non ti basta, osserva nei fotoalbum quante foto hanno un contenuto artistico evidente, io ne vedo poche (non faccio percentuali per non scandalizzare qualcuno), perchè pochi artisti (fotografi) riescono a superare il livello tecnico che li vede padroni del mezzo in modo da potersi esprimere come vorrebbero, e se lo fanno i risultati sono piu’ incostanti (maggiore casualità del risultato). riguardo la frase che trovi sbagliata: “nelle belle arti la tecnica è piu’ accessibile e libera di interpretare il soggetto con maggiore costrutto (senza i vincoli descrittivi dell’immagine fotografica)” cosa c’è di sbagliato? ti ricordo che con una tela bianca posso fare quello che voglio, mentre con una pellicola o sensore devo seguire dei dettami imposti dalla natura descrittiva del mezzo: fotografia= immagine che descrive una situazione reale = maggiori difficoltà di astrarre il soggetto in modo creativo. o forse mi sono perso qualcosa…..
Originariamente inviato da chinaski: credo che siamo perfettamente in tema, la sessione si chiama ”Educazione all’immagine” quindi ci siamo… inoltre la fotografia è una delle ”arti più giovani” e come tale si rifà per forza alle belle arti..
l’OT era una battuta, mi faceva sorridere l’idea che il topic potesse di nuovo essere spostato, comunque guarda che per “educazione all’immagine” è implicito che un piccolo riferimento alla fotografia (e adesso c’è) può far sembrare l’argomento meno sterile, siamo in un forum di fotografia. la fotografia si rifà per FORZA alle belle arti? non esageriamo, è un discorso vecchio, la fotografia ha da tempo acquisito una sua autonomia artistica, non è piu’ legata ai vincoli strutturali che la tenevano legata alla pittura, spesso l’arte, non solo quella figurativa, ha fatto uso della fotografia, e viceversa, sono due realtà distinte anche se in continuo dialogo. 😉
Settembre 22, 2010 alle 1:31 pm #1601113chinaskiPartecipanteallora….un pennello di martora arriva a costare a seconda delle dimensioni anche 50 o 60 euro ( e diciamo se trattato bene ti dura dai 2 a 3 mesi) quindi se pensi che in media parlando di pittori, uno ne possiede dai 20 ai 40… una tela: ci sono quelle normali ( già preparate e montate di cotone) metti dimensione 60 x 70, saremo sui 10-13 euro… poi a seconda della tela usata telaio usato ecc si sale drasticamente… un tubetto di colore viola serie oro da 33ml costa sui 60 euro poi cmq la media dei colori è difficile farla a seconda della serie marca e colore…. poi ci sono i pigmentii , poi ci sono i colori acrilici gli acquarelli ecc… ok qua abbiamo parlato di pittura in maniera abbastanza generica, ora parliamo della scultura, qui ti metto solo un piccolo elenco di materiale e di spese… compressore sclapelli e blocchi bastano e avanzano…. poi fonderia , un bronzo alto 30 ti arriva a costare sui 500/600 euro… poi c’è incisione… e anche li in bocca a lupo con le mille cose da comprare a prezzi esorbitanti… ok naturalmente tutto questo va imparaato a fare. pittura a olio : imparare a preparare le tele in quanto comprarle belle e pronte a volte non è l ideale anche se sono le migliori sul mercato.. imparare tutte le tecniche di pittura… affresco tempera acquarello (in bocca al lupo) olio ecc ecc… passando al mondo della ”scultura” ancora peggio, devi imparare e studiare a scolpire ogni materiale ( e non è sempre uguale la tecnica) senza parlare poi delle lucidature ecc… poi esiste la fonderia e anche li siamo da punto a capo… poi la modellazione della creta con annesse cotture… le tecniche dell incisione puntasecca acquaforte ecc ecc ecc… può bastare come esempio?
la fotografia si rifà per FORZA alle belle arti? non esageriamo, è un discorso vecchio, la fotografia ha da tempo acquisito una sua autonomia artistica, non è piu’ legata ai vincoli strutturali che la tenevano legata alla pittura, spesso l’arte, non solo quella figurativa, ha fatto uso della fotografia, e viceversa, sono due realtà distinte anche se in continuo dialogo.
sisisi esagero volentieri, la fotografia è una conseguenza dell arte che è stata fatta… ricordati che se Caravaggio non aveva fatto a suo tempo lo studio come creare atmosfere con luci artificiali il fotografo era sempre con in mano una lampadina a domandarsi cosa fare con questo oggetto 🙂 ( naturalmente è una battuta 🙂 ) ribadisco poi che è una conseguenza perchè basti pensare che Canaletto utilizzava già nel ‘700 un oggetto molto simile alla macchina fotografica di nome camera obscura per realizzare i suoi lavori… e nel momento in cui una persona distingue le forme d’arte in realtà diverse, mi rammarica tantissimo perchè mettere paletti all’arte ( una realtà di libertà umana assoluta) è la cosa più triste che ci possa essere…
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