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Novembre 12, 2010 alle 6:04 pm #1612627stegv88Partecipante
Vi sottopongo questo scatto della scorsa settimana. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, se piace o se invece non piace, e quali siano le eventuali critiche/commenti/complimenti. Vi ringrazio dell’attenzione! [IMG]public/imgsforum/2010/11/IMG_3239.jpg[/IMG]
Novembre 12, 2010 alle 6:11 pm #1612630Luca LupiPartecipanteDunque, Immagino che nelle tue intenzioni il soggetto della foto volesse essere la foglia secca. Però guarda bene la foto: cosa ti salta agli occhi per prima cosa? I due punti luce molto forti sullo sfondo. Se non avessi messo il titolo di primo acchito mi avrebbe dato l’idea di un notturno poco riuscito. Il soggetto principale è quello che deve godere delle migliori condizioni di luce all’interno dello scatto, altrimenti l’attenzione viene dirottata altrove. [lo]
Novembre 12, 2010 alle 6:14 pm #1612633AnonimoOspitesecondo me…la foglia si vede poco e ci sono quelle luci dietro che disturbano (distolgono lo sguardo dalla foglia) ma l’idea è buona,da sviluppare meglio [bir]
Novembre 12, 2010 alle 6:23 pm #1612640stegv88PartecipanteChe risposte tempestive! Grazie mille Lookaloopy e joppa! In effetti mi rendo conto che le luci disturbino un poco, me ne ero già reso conto guardandola dal pc dopo averla scaricata. La cosa che a me intriga di questo scatto è però proprio che alla prima vista l’attenzione si focalizza subito sulle luci e ci vuole un attimo per capire cosa sia ritratto, infatti dopo le luci si nota la foglia perchè è a fuoco (e completa il triangolo luce-luce-foglia) e poi si nota il ragazzo sfocato sullo sfondo. Non so però se questi ragionamenti siano “di parte” perchè lo scatto è mio e quindi io cerchi di trovarci comunque un senso o se invece sia una cosa che può stare in piedi..
Novembre 12, 2010 alle 6:27 pm #1612642stegv88PartecipanteVi allego un’immagine per spiegarmi meglio [IMG]public/imgsforum/2010/11/IMG_3239b.jpg[/IMG]
Novembre 12, 2010 alle 6:29 pm #1612643Luca LupiPartecipanteIn teoria perché lo sguardo possa viaggiare da un punto all’altro bisogna che i tre soggetti siano sullo stesso piano focale, o perlomeno che abbiano la stessa rilevanza, ma in questo caso proprio quello principale viene offuscato dalla predominanza dei punti luce. Poi hai notato che le diverse temperature di colore dovute ai vari tipi di illuminazione presenti nella parte alta della foto formano un insieme di colori che costituiscono un ulteriore elemento che attrae lo sguardo a scapito dell’attenzione verso il soggetto? 😉
Novembre 12, 2010 alle 6:37 pm #1612644firebladePartecipanteL’intenzione è lodevole, ma la foglia doveva essere rischiarata, sfruttando la lunga esposizione, anche con un colpo di luce proveniente da una torcia a pile.
Novembre 12, 2010 alle 6:38 pm #1612645stegv88PartecipanteMi hai scoperto! [all] In realtà lo scatto originale è questo [IMG]public/imgsforum/2010/11/IMG_32392.jpg[/IMG] ho provato a togliere in PP la luce forse troppo forte del lampione, perchè mi sembrava che distraesse troppo..touchè! Forse le mie congetture sulla composizione sono un tantinello forzate dal fatto che l’ho fatta io..
Novembre 12, 2010 alle 6:57 pm #1612650emmeti71PartecipanteLe tue congetture sulla composizione sono forzate solo perchè fatte DOPO lo scatto, e non prima… E’ comunque una ricerca apprezzabile. Posso provare a darti uno stimolo? Se tu dovessi definire la differenza fondamentale tra fotografia e pittura, cosa diresti? (al di là del lato tecnico, ovviamente)
Novembre 12, 2010 alle 8:52 pm #1612680stegv88PartecipanteUn grazie innanzitutto a fireblade che come sempre dispensa consigli utili e costruttivi. Per quanto riguarda la differenza tra fotografia e pittura, così sui due piedi ti direi che nella pittura la realtà può essere interpretata in modo consistente dall’artista, che è un filtro tra la realtà e l’opera dipinta (se ovviamente si sceglie di rappresentare la realtà); a seconda delle sue priorità ed interessi sceglie come comporre l’opera, e quindi si passa da artisti come Masaccio per il quale la prospettiva, la composizione e la geometria erano fondamentali più che la realtà in se, agli impressionisti, per i quali invece cogliere l’attimo, la luce, i colori era la cosa più importante (tanto per fare due esempi abbastanza contrapposti). Il fotografo invece non ha questa opportunità (a meno di pesanti utilizzi della PP, ma allora forse non è più fotografia), ma deve ritrarre la realtà per quella che è, e come unico mezzo interpretativo ha la fotocamera (lunghezze focali, aperture, tempi) e la scelta della posizione dalla quale scattare. Questa è la prima cosa che mi è venuta in mente, se però il tuo intento era farmi arrivare ad altre congetture aspetto la tua visione di pittura e fotografia! Comunque grazie per avermi fatto fare una riflessione che non avevo mai pensato prima!
Novembre 12, 2010 alle 8:57 pm #1612684firebladePartecipanteSe rifletti attentamente, la visione della realtà in fotografia è semplicemente inesistente. Tutte le scelte compiute dal fotografo, dall’attimo selezionato alla scelta della focale, della prospettiva, della profondità di campo, dell’isolamento o inclusione di elementi, concorrono a formare una sua visione di quel momento. E non è più realtà, e la sua interpretazione della realtà. Perciò non siamo poi così distanti dalla pittura. Tra i primi falsi fotografici del secolo scorso vi fu la simulazione dell’esistenza dei fantasmi. Qualcuno aveva scoperto le doppie esposizioni…
Novembre 12, 2010 alle 9:01 pm #1612686stegv88PartecipanteQuindi il fotografo come il pittore diventa un filtro attraverso il quale la realtà ritratta diventa “interpretata”. Non ci avevo mai pensato..
Novembre 12, 2010 alle 9:16 pm #1612689emmeti71PartecipanteOriginariamente inviato da stegv88: Un grazie innanzitutto a fireblade che come sempre dispensa consigli utili e costruttivi. Per quanto riguarda la differenza tra fotografia e pittura, così sui due piedi ti direi che nella pittura la realtà può essere interpretata in modo consistente dall’artista, che è un filtro tra la realtà e l’opera dipinta (se ovviamente si sceglie di rappresentare la realtà); a seconda delle sue priorità ed interessi sceglie come comporre l’opera, e quindi si passa da artisti come Masaccio per il quale la prospettiva, la composizione e la geometria erano fondamentali più che la realtà in se, agli impressionisti, per i quali invece cogliere l’attimo, la luce, i colori era la cosa più importante (tanto per fare due esempi abbastanza contrapposti). Il fotografo invece non ha questa opportunità (a meno di pesanti utilizzi della PP, ma allora forse non è più fotografia), ma deve ritrarre la realtà per quella che è, e come unico mezzo interpretativo ha la fotocamera (lunghezze focali, aperture, tempi) e la scelta della posizione dalla quale scattare.
Perfetto, una considerazione ottima, coadiuvata dall’intervento di Fireblade sulla “isolamento o inclusione” di elementi. Io ho fatto mie le parole di altri, che identificano la fotografia come una “arte del togliere” rispetto alla pittura “arte del mettere”. Il pittore ha a disposizione la tela bianca ed è lui a decidere cosa mettere e dove, e come. Solitamente parte da meno elementi per arrivare alla composizione finale aggiungendo mano a mano. Il fotografo ha davanti a se invece la scena che vuole fotografare (la realtà) che sicuramente avrà in se elementi di disturbo, pluralità di soggetti piu o meno forti. E per forza di cose dovrà farci i conti, e per dare forza al prorprio soggetto dovrà cambiare inquadratura in modo da togliere un lampione, una gru… qualsiasi elemento di disturbo. ma anche capire (e qui torna il parlallelismo con la pittura) se un possibile soggetto su un piano secondario possa dare o togliere forza alla foto stessa, e quindi giocare con le profondità… amplificare o ridurre i piani focali.
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