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Aprile 27, 2011 alle 4:41 am #1643571gloster1974Partecipante
Originariamente inviato da maxdima: non me ne volere se dico che se queste tue foto le avessi postate io o un qualsiasi altro utente quali sarebbero stati i commenti scusate questo intervento ma quando si parla di sincerita’ ci deve essere fino in fondo Max
Perche’ caro Max affermi cio’ ;hm ho riletto i primi commenti sino a quello di Esaurito e ci sono 5 commenti favorevoli , 2 neutrali e 4 negativi , io non direi che si tratti di mancanza di onesta’ nel commentare anzi il risultato e’ abbastanza equilibrato. Questo dato e’ confortante , tante teste e tutte autonome , questo e’ un punto a favore per tutti poi a te non piaciono e ci sta tutta , a me invece dicono di piu’ anzi dalla prima foto ho interpretato un messaggio particolare ma e’ personale e pertanto e’ scorretto criticare la mia lettura su questa foto , io conosco molto del post scatto e amo andare oltre le noiose regole che ci limitano la fantasia. Come ho detto nel mio primo post ( tralasciamo l’autore )………… resta il fatto che da due foto “brutte e insulse” stiamo parlando di concetti profondi e di Fotografia , quella con la F maiuscola 😉
Aprile 27, 2011 alle 5:41 am #1643579galadPartecipanteLa prima foto mi piace molto. E’ Avifauna? Non lo è? Non lo so e francamente non è un mio problema 🙂 Mi sembra interessante che però sia stata generata una discussione su ciò che definisce e delimita questo genere fotografico (e gli altri). In proposito, credo che alcuni elementi determinanti relativi ad ogni genere fotografico siano: la scelta del soggetto; le necessità/opportunità in fase scatto (che determinano le regole: focale, composizione, “bianchi non bruciati”, “dettagli”, sfocato…); la creazione/collocazione dell’immagine in un contesto narrativo/descrittivo (scelta del titolo, definizione del genere di appartenenza della foto, appartenenza o meno ad una serie); la nostra visione e immaginazione. Dall’insieme di questi elementi dipende la scelta dei criteri di valutazione della foto stessa. Se fireblade avesse postato la foto del cavaliere d’Italia in Astratte e l’avesse intitolata “Libertà” non credo che saremmo qui a discutere. Idem se l’avesse postata in B/N e si intitolasse “Stagno”. Infatti non si discute tanto della qualità della foto, ma della sua attribuzione al genere della fotografia naturalistica. A prescindere dalle risposte che ognuno preferisce dare, per me la discussione stessa dimostra quanto siano arbitrarie e convenzionali alcune regole che ci diamo e/o ci vengono date.
Aprile 27, 2011 alle 10:34 am #1643583maxdimaPartecipanteresta il fatto che da due foto “brutte e insulse” stiamo parlando di concetti profondi e di Fotografia , quella con la F maiuscola
ben venga per la miseria 🙂 Gloster …alias Roberto 🙂 :)almeno credo……. conosco Sandro personalmente e so’ benissimo quale impegno ci mette e quale è il suo livello di conoscenza in ambito fotofrafico e un conto è leggere una chat e un conto e’ parlarci con le persone,pero’ mi sembra che nessuno e dico nessuno si sia nemmeno immaginato di commentare le foto in maniera critica e severa,forse perche le ha postate l’admin? mi vorrai passare che esiste un minimo di timore reverenziale? tutto qua’ era solo questo il concetto che volevo sottolineare. chiaro che poi come hai sottolineato nascono discussioni interessantissime dove si parla davvero di fotografia o quanto meno di concetti fotografici,ultimamente tra noi fotoamatori quando ci incontriamo nelle varie location spesso affrontiamo lo stesso discorso…..”COME FACEVAMO PRIMA CON L’ANALOGICO” eppure si faceva,certo era piu’ difficile fermare un gabbiano in volo ma si faceva,IPERFOCALE…….forse a molti non dice nulla ma un tempo si scattava cosi’ almeno io e in certe situazioni. Mmi sono prolungato troppo forse ma non vorrei che qualcuno pensasse che Sandro mi sia antipatico o che mi sono schierato a priori contro di lui, no tutt’altro è che come ho detto precedentemente mi piace esser sincero Max
Aprile 27, 2011 alle 11:46 am #1643585firebladePartecipanteOriginariamente inviato da maxdima: “COME FACEVAMO PRIMA CON L’ANALOGICO” eppure si faceva,certo era piu’ difficile fermare un gabbiano in volo ma si faceva,IPERFOCALE…….forse a molti non dice nulla ma un tempo si scattava cosi’ almeno io e in certe situazioni.
Iperfocale? Per un gabbiano in volo?? Con un supertele??? Ma è semplicemente…impossibile, non esiste l’iperfocale dai 200mm in su che permetta di avere un campo nitido abbastanza esteso da poter comprendere il volo di un uccello, nemmeno lavorando ad F/32 con tempi di scatto stile “matusalemme”. Tanto per fare un esempio pratico, con un soggetto a 15metri di distanza, con un 300mm, usando una 7D, e tenendo l’apertura ad f/4 si ha una profondità di campo utile di 37 centimetri. Ora se il gabbiano è radiocomandato e vola in linea retta perpendicolarmente all’asse ottico bene, altrimenti…..se poi il soggetto è più lontano il campo utile aumenta, per esempio diventa di un metro e mezzo a 30 metri di distanza….ma un gabbiano a 30 metri con un 300mm è un puntino bianco (bruciato) disperso nel fotogramma. Inoltre come imposti la distanza iperfocale (1184 metri in questo caso) su una scala che ha come ultimo riferimento 30 metri e poi infinito con uno spazio tra i due valori di 3-5mm? Anche ipotizzando di usare un tele FD che ha ancora la vecchia scala dell’iperfocale, le tacche di riferimento relative ai diaframmi sono presenti solo per i valori F/16 ed F/32, quelli che garantiscono un minimo sensato di pdc. Cosa scatteresti ad F/16 o peggio F/32, anche in pieno giorno….? Se poi vuoi aumentare l’estensione devi chiudere il diaframma, ma avrai tempi lunghi, ed anche alzando la sensibilità avrai le ali mosse (e rumore da domare). Personalmente sono un fanatico dell’iperfocale, ma in questo caso semplicemente non è possibile usarla. Insomma, non me la bevo! [fis]
Mmi sono prolungato troppo forse ma non vorrei che qualcuno pensasse che Sandro mi sia antipatico o che mi sono schierato a priori contro di lui, no tutt’altro è che come ho detto precedentemente mi piace esser sincero Max
Tranquillo lo sappiamo che non hai nulla contro di me, anzi, la prossima volta che ci incontriamo al fiume ne parliamo di persona così vedrò se riesco a toglierti qualche preconcetto. Quanto all’analizzare criticamente le foto….beh, ci sono occhi ed occhi. Tutto qui. 🙂
Aprile 27, 2011 alle 12:04 pm #1643586heimdalPartecipanteManual focus è la mia modalità preferita in questi casi! Moolti meno errori in manual! Non avere scelta è anche meglio lol. Bella anche la seconda serie dei riflessi. [ado]
Aprile 27, 2011 alle 1:37 pm #1643596satana737PartecipanteMi piacciono, e non mi interessa se analogico o digitale, non mi interessa se BN o a colori, non mi interessa nemmeno chi è l’autore, anche se è innegabile che siamo tutti influenzati da questo parametro e ci piaceranno di più o meno le foto se sono state scattate da tizio piuttosto che da caio. Quello che mi interessa è il piacere dello sguardo e del mio animo quando le osservo. Immagino con la fantasia la preparazione della borsa con l’attrezzatura, l’appostamento,i profumi della natura che si mescolano con il profumo della “vecchia” attrezzatura, la trepidazione al momento dello scatto, e il fotografo che in modo impercettibile “ringrazia” il soggetto, e poi la preparazione dello sviluppo e della stampa e poi ancora quel pizzico di vanità che contraddistingue ognuno di noi al momento della pubblicazione. Esistono regole, esistono voti di scambio, esistono polemiche, e forse – perchè no – piccole invidie “buone”, a me succede di vedere alcune foto e pensare “avrei voluto averla fatta io”, ma voglio “sfrondare” tutto questo e guardare la foto intonsa. E’ bella, e grazie a questa foto ho potuto osservare un animale che vedrò magari raramente o addirittura mai. Ho potuto vivera l’istante con gli occhi e i sentimenti di chi l’ha scattata. Quindi grazie a ognuno di voi che mi farà vivere un emozione, e poco importa il “mezzo”, la focale,l’azienda che ha prodotto la fotocamera, se l’emozione di una foto mi rende felice, non posso chiedere certo di più. Un abbraccio a tutti Albi
Aprile 27, 2011 alle 3:37 pm #1643614rumblebeatPartecipantela tua foto dell’airone cenerino al link che hai postato, Fireblade, non la vedo più, è un problema mio o è stata tolta?
Aprile 27, 2011 alle 3:46 pm #1643616mattevillaPartecipanteIo la vedo bene!!
Aprile 27, 2011 alle 4:49 pm #1643629maxdimaPartecipanteIperfocale? Per un gabbiano in volo?? Con un supertele??? Ma è semplicemente…impossibile, non esiste l’iperfocale dai 200mm in su che permetta di avere un campo nitido abbastanza esteso da poter comprendere il volo di un uccello, nemmeno lavorando ad F/32 con tempi di scatto stile “matusalemme”. Tanto per fare un esempio pratico, con un soggetto a 15metri di distanza, con un 300mm, usando una 7D, e tenendo l’apertura ad f/4 si ha una profondità di campo utile di 37 centimetri. Ora se il gabbiano è radiocomandato e vola in linea retta perpendicolarmente all’asse ottico bene, altrimenti…..se poi il soggetto è più lontano il campo utile aumenta, per esempio diventa di un metro e mezzo a 30 metri di distanza….ma un gabbiano a 30 metri con un 300mm è un puntino bianco (bruciato) disperso nel fotogramma. Inoltre come imposti la distanza iperfocale (1184 metri in questo caso) su una scala che ha come ultimo riferimento 30 metri e poi infinito con uno spazio tra i due valori di 3-5mm? Anche ipotizzando di usare un tele FD che ha ancora la vecchia scala dell’iperfocale, le tacche di riferimento relative ai diaframmi sono presenti solo per i valori F/16 ed F/32, quelli che garantiscono un minimo sensato di pdc. Cosa scatteresti ad F/16 o peggio F/32, anche in pieno giorno….? Se poi vuoi aumentare l’estensione devi chiudere il diaframma, ma avrai tempi lunghi, ed anche alzando la sensibilità avrai le ali mosse (e rumore da domare). Personalmente sono un fanatico dell’iperfocale, ma in questo caso semplicemente non è possibile usarla. Insomma, non me la bevo! [fis]
Sandro…..con l’analogico nn usavo la 7D e con diaframmi attorno a 11 abbiamo sempre scattato utilizzando il vecchio e poco sicuro sistema dell’iperfocale……..sai forse nn te ne sei mai accorto ma ho 50 anni e scatto da quando ne ho 12 ……….credi che qualcosina l’abbia imparata? cmq avremo modo di vederci al fiume e farci delle belle chiacchierate (spero presto) [can] Max
Aprile 27, 2011 alle 5:13 pm #1643635yuzzo86Partecipantemmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm…………………………quale fiume? 🙂
Aprile 27, 2011 alle 5:14 pm #1643636firebladePartecipanteMassimo caro, non è per fare polemica, ma ascolta. Sicuramente hai usato l’iperfocale, ma anche io ho 50 anni, quindi ti dico che l’iperfocale l’hai usata, ma non con supertele nell’inseguimento di uccelli in volo. Questo per essere sinceri è doveroso dirlo, altrimenti chi ci legge può farsi un’opinione sbagliata. Questa è la scala dell’iperfocale del 500FD (identica anche nel 300FD, ma con spaziatura della scala metrica ovviamente diversa): [IMG]public/imgsforum/2011/4/iperFDcon_scala_32.jpg[/IMG] In questo caso è impostata per avere come limite superiore 50 metri e come limite inferiore (boh? 35 metri? 40 metri?). Ed è impostata ad F/32!!!! (per comodità ho tracciato in rosso i limiti della zona a fuoco) Ora dimmi tu come puoi riuscire ad impostare l’iperfocale su diaframmi ancora più aperti, peraltro non tracciati (ma interni alle due tacche per F/16), quando la spaziatura della scala metrica andando verso infinito è graduata solamente ogni dieci metri. Le tacche per F/11 se ci fossero, sarebbero due lineette praticamente a contatto tra loro come puoi vedere qui: , sfido chiunque a farlo sin da adesso: metto a disposizione il 500FD, l’adattatore originale EOS-FD per provare sul digitale ed avere riscontro immediato. E’ ovvio che se usiamo una focale più corta si può fare benissimo perché la graduazione dei diaframmi è molto più ampia, ma l’evidenza sui tele e supertele è questa. Difficile quindi poter sostenere il contrario….comunque se vuoi ti credo sulla parola, che vuoi che ti dica. Ne riparliamo di persona, sempre senza polemica e con le migliori intenzioni. 🙂
Aprile 27, 2011 alle 6:11 pm #1643648dirosa82PartecipanteCiao a tutti, innanzitutto complimenti a Sandro perchè riesce sempre a stimolare ed ad attirare l’attenzione dell’osservatore. Questi scatti non sono sicuramente “catalogabili” come avifauna, ma come già detto da altri sono cmq interessanti. Il secondo scatto ha troppi elementi di disturbo, il primo scatto invece mi piace e sinceramente anche in b/n fa la sua figura 😀 Ne approfitto del commento di Max per rilanciare un’idea di diversi mesi fa. Come per le foto del concorso, si potrebbe aprire una sezione dove chi vuole manda uno scatto, senza dati, senza exif e lo staff a rotazione potrebbe proporlo al forum non dichiarando l’autore. I commenti sarebbero davvero sinceri e costruttivi, perchè spesso tra voti di scambio, complimenti di cortesia, ci lasciamo andare al buonismo che non aiuta a crescere. Avere un forum con migliaia di foto poco valide o molte ripetitive alla lunga dà noia. Un saluto, Raffaele
Aprile 28, 2011 alle 5:22 am #1643807acrobatPartecipantePremessa; francamente non capisco tutto questo esitare e collocarsi ‘qua o la’ e comunque al di fuori in anticipo; nel commentare su questa sezione, sembra vogliate confermare tutti ipregiudizi dati alla sterilità che emerge dal genere! Io entro spesso nella speranza di vedere una bella fotografia e a volte è successo, e ho avuto e avrò il pioacere di commentarla, ‘pur non possedendo una collezione di figurine da scambiare’, non certo con l’aspettativa di verificare un’immagine ‘corretta’ e corrispondente a precise prerogative… Se vedo una ‘fotografia’ l’apprezzo e la commento, se mi va, e dove mi pare, in fondo di cosa dobbiamo parlare se non di fotografia? ..figuriamoci ora se dovessimo chiedere il permesso a chissà chi! Noto che i commenti dei presunti difensori dell’avifauna scaturiti dalle immagini di Sandro, che trovo non sia stato propriamente provocatorio, quanto forse ‘ingenuamente’ stimolante, vertano al suicidio artistico del genere, perchè volti a supportare la pochezza dell’artisticità e ricerca di senso e composizione, a beneficio del caso, sforzo e impegno nel sostare in attesa, prontezza nell’adoperare il mezzo piu potente possibile per ovviare alla distanza che sarà sempre più marcata… In sostanza un implicito rifiuto ad una Fotografia estetizzante e di carattere! In certi casi ‘volteggiando nella sezione, sembra di assistere non ad’una dimostrazione delle migliori capacità espressive, quanto ad una pugna tesa a stabilire le migliori capacità dell’individuo nel suo adattamento/assoggettamento al mezzo tecnologico – che risulta infine il vero soggetto dell’idolatria – il quale se ben supportato dall’umano-servire appunto, opportunamente privo di uno sguardo determinato, potra dare il meglio di ‘se’ a supporto del mezzo oltre/tecnico … Così la Fotografia di avifauna sembrerebbe essere una grossa specializzazione, come l’astronomica o la giudiziaria che cresce e si evolve di per sé, separata dalla cultura fotografica corrente… Una sorta di ‘Immagine infedele’ Che potremmo ribattezzare ‘Avigiudiziaria’. Con questo non vorrei si tralasciasse la concreta utilità delle immagini ‘avigiudiziarie’ che in pochi casi, come questo, vengono tradite da quelle “alle polveri o al bromolio”.. infatti, qui il modello viene abbellito ad arte a discapito del valore di assoluta riproduzione segnaletica. 8) Saluti.
Aprile 28, 2011 alle 6:00 am #1643809Fabrizio_ShakePartecipantene discutevo ieri in un gruppo su fb. Secondo me bisogna fare un minimo di distinguo tra fotografia didascalica e fotografia espressiva,come amdava dire un certo feininger. La foto di un gheppio che nutre il suo pullo a colori e’ facilmente identificabile come la foto di un rapace intento a nutrire la prole.Un animale,in un contesto probabilmente naturale. Il nostro cervello, o meglio il modo in cui questi lavora associa una fotografia a colori con il ricordo che abbiamo del soggetto ripreso,la prima cosa che facciamo e’ cercare un paragone nella nostra memoria.E quindi pensiamo subito a quando da bimbi abbiamo visto il gheppio fare lo spirito santo in cielo prima di cacciare,o quando lo abbiamo visto ferito a lato della strada,ecc ecc. Nella fotografia a in bianco e nero invece trovo che questa associazione mnemonica non avvenga con tanta facilita’,siamo maggiormente portati a vedere la fotografia come una statua ed a immaginarci una eventuale storia,carpirne l’essenza e non solo la fedeltà rispetto alla realta’ (fedelta’ che non potra’ mai essere totalmente oggettiva,poiche’ la fotografia in se non puo esserlo se non in pochi,rarissimi casi).Ecco quindi che abbiamo la stessa foto prima didascalica,documentativa,che trasmette emozione a chi ama quegli uccelli ma non per via della foto in se,quanto per l’amore stesso che si ha per il soggetto e per il fatto che sono ben nitidi e visibili,ed una fotografia espressiva,una fotografia dicevo dove con il bianco e nero trasformiamo una scena di natura nel simbolismo materno di protezione ad esempio,dove il gheppio diventa simbolo di una madre che lotta per nutrire il figlio,e il soggetto non e’ piu rappresentato dal pullo e dall’adulto quanto dal legame che li tiene uniti e che fa da filo conduttore anche con lo spettatore.Ed anche qui,e’ complesso fare i dovuti distinguo,la ripetività uccide la fotografia perche’ amalgama ed omologa lo stile,lo seda e seda anche la fantasia di ognuno di noi.Un po come la regola dei terzi,creata per evitare di centrare ad ogni costo dato che tutti centrano: eppure ora tutti usano questi terzi,rendendola banale e ripetitiva,un modus operandi per chi ha poco tempo e voglia per sforzarsi di interpretare uno scatto.Mi permetto un paragone con la musica: certi gfeneri fotografici sono basati sull’emozione,sulla capacita’ di sfiorare la pelle dell’osservatore craendo brividi,esattamente come certi musicisti che suonano magari senza puntare ed ambire alla perfezione tecnica ma all’estro compositivo,all’armonia o perche’ no alla dissonanza.Viceversa ci sono altre persone che suonano solo per il raggiungimento tecnico,per superare tutti i limiti e dimostrare di essere i piu’ veloci e puliti esecutori in assoluto.Ma quale delle due cose da piu’ soddisfazione,mi chiedo?Comporre una bella canzone ,che arriva al cuore di alcune persone nonostante la padronanza tecnica sia forse messa da parte in favore di quella artistica,o suonare pedissequamente e perfettamente musiche composte pero’ da altri? per essere OT: la prima foto non mi piace,nel senso che non e’ forse il tipo di bn che preferisco,il soggetto sembra schiacciato. la seconda foto viceversa,nonostante i rami mi piace tantissimo.SE togliessimo i rami a quella foto,mi piacerebbe lo stesso?NO: perche’ perderebbe di contestualizzazione,sarebbe solo un animale su sfondo uniforme.Invece in quel caso e’ un animale come e’ in natura: nascosto tra i rami e gli arbusti,intento a predare ma a guardarsi bene dal rivelar la propria posizione a chi di lui vuol fare ”polpette” 😛 . La foto con il polarizzatore e’ quella che mi piace di piu’,nel senso che la seocnda e’ una foto documentativa ben fatta,la terza la vedo piu’ come astrazione e quindi in linea con il mio pensiero o mood fotografico(sarebbe meglio dire visivo).Quanto si guarda una foto e’ tanto complesso dire ”mi piace/non mi piace” senza farsi mille pippe mentali sul contesto ove viene inserita?Il contesto e’ si importante ma suvvia,siamo qui per dondividere una passione non per stroncarla,dovremmo diffondere l’arte piuttosto che limitarla,quindi cerchiamo di essere maggiormente tolleranti verso le cose un poco ”fuori dagli schemi”. La fotografia e’ sperimentazione,e’ rischio,e’ ardore,ricerca e crescita: senza queste cose non saremmo qui a discutere ed arricchirci l’un l’altro di informazioni e pareri differenti tra loro.
Aprile 28, 2011 alle 8:23 am #1643810FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da acrobat: Noto che i commenti dei presunti difensori dell’avifauna vertano al suicidio artistico del genere, perchè volti a supportare la pochezza dell’artisticità e ricerca di senso e composizione, a beneficio del caso, sforzo e impegno nel sostare in attesa, prontezza nell’adoperare il mezzo piu potente possibile per ovviare alla distanza che sarà sempre più marcata… In sostanza un implicito rifiuto ad una Fotografia estetizzante e di carattere! ……..
se parli di arte, in generi prettamente descrittivi come l’avifauna, ti infili in un ginepraio….. Non perchè l’arte non è presente nelle foto degli avifaunisti canoniani, la cui qualità è indiscussa, e forse il genere che piu’ di altri si pregia di annoverare bravissimi fotografi, ma perchè “parla” un linguaggio diverso da altri generi. Nell’avifauna soprattutto, ma anche in altri generi naturalistici, il concetto di arte viene spesso associato all’abilità del fotografo nel comporre la scena, nell’esporre correttamente, nel trovare la situazione ideale perchè il soggetto possa esprimere canoni estetici, spesso conformi ad uno standard comune, consumistico (gradito alla massa). Ma sarebbe un gravissimo errore pensare che in fotografia, la creatività debba essere associata e misurata esclusivamente con l’uso anticonvenzionale del mezzo (originale=artistico, accademico=descrittivo), nell’arte la stravaganza è una conseguenza, non una prerogativa! Per evitare che la discussione s’incanali su binari sbagliati riguardo l’argomento arte, (avevo il timore che questo potesse avvenire) vorrei far notare che a mio avviso nelle foto di Sandro non ci sono le premesse necessarie per poter definire le foto oggetto del topic, artistiche. in queste foto la volontà (o la capacità) di creare e marginale, e questo si deduce dalle immagini e dalle parole dell’autore. Però sono presenti due indizi che fanno ben pensare, l’uso del BN con tutto il suo potenziale dissociativo nei confronti della realtà, e il tentativo di ricerca negli specchi d’acqua (4a foto) che ricordo era già presente nelle foto “all’epoca del digitale” (paperelle di Racconigi), col fine di associare un evento naturale, come il passaggio di un cavaliere nell’acqua che segue regole imprevedibili e del tutto naturali, con la volontà (non chiara) del fotografo di utilizzare i segni del passaggio come fossero un linguaggio scritto, facilmente comprensibile come “oggetto” nell’immagine. però la strada da percorrere è ancora lunga, questi “segni” hanno una paternità artistica facilmente attribuibile all’animale, sono ancora troppo casuali, caotici… diversamente, l’uso del BN abbinato ad un veicolo grezzo e spartano quanto comunicativo (autentico, spontaneo, diretto) che ricorda molto l’istantanea, non hanno senso d’esistere senza un presupposto di artisticità del lavoro, e sotto quest’aspetto le critiche poste alle foto trovano una valida giustificazione…… forse è arrivata l’ora di archiviarle e pensarne altre. [lo]
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