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Aprile 28, 2011 alle 10:18 am #1643811maxdimaPartecipante
Massimo caro, non è per fare polemica, ma ascolta. Sicuramente hai usato l’iperfocale, ma anche io ho 50 anni, quindi ti dico che l’iperfocale l’hai usata, ma non con supertele nell’inseguimento di uccelli in volo. Questo per essere sinceri è doveroso dirlo, altrimenti chi ci legge può farsi un’opinione sbagliata.
caro Sandro purtropo non ho mai avuto un supertele come il tuo 🙂 il massimo che sono riuscito ad avere è stato un mitico Jupiter 200 f4 con un moltiplicatore di focale …… (n) si fa’ quel che si puo’ :~(
Aprile 28, 2011 alle 8:08 pm #1643905acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: se parli di arte, in generi prettamente descrittivi come l’avifauna, ti infili in un ginepraio….. Non perchè l’arte non è presente nelle foto degli avifaunisti canoniani, la cui qualità è indiscussa, e forse il genere che piu’ di altri si pregia di annoverare bravissimi fotografi, ma perchè “parla” un linguaggio diverso da altri generi. Nell’avifauna soprattutto, ma anche in altri generi naturalistici, il concetto di arte viene spesso associato all’abilità del fotografo nel comporre la scena, nell’esporre correttamente, nel trovare la situazione ideale perchè il soggetto possa esprimere canoni estetici, spesso conformi ad uno standard comune, consumistico (gradito alla massa). Ma sarebbe un gravissimo errore pensare che in fotografia, la creatività debba essere associata e misurata esclusivamente con l’uso anticonvenzionale del mezzo (originale=artistico, accademico=descrittivo), nell’arte la stravaganza è una conseguenza, non una prerogativa! Per evitare che la discussione s’incanali su binari sbagliati riguardo l’argomento arte, (avevo il timore che questo potesse avvenire) vorrei far notare che a mio avviso nelle foto di Sandro non ci sono le premesse necessarie per poter definire le foto oggetto del topic, artistiche. in queste foto la volontà (o la capacità) di creare e marginale, e questo si deduce dalle immagini e dalle parole dell’autore. Però sono presenti due indizi che fanno ben pensare, l’uso del BN con tutto il suo potenziale dissociativo nei confronti della realtà, e il tentativo di ricerca negli specchi d’acqua (4a foto) che ricordo era già presente nelle foto “all’epoca del digitale” (paperelle di Racconigi), col fine di associare un evento naturale, come il passaggio di un cavaliere nell’acqua che segue regole imprevedibili e del tutto naturali, con la volontà (non chiara) del fotografo di utilizzare i segni del passaggio come fossero un linguaggio scritto, facilmente comprensibile come “oggetto” nell’immagine. però la strada da percorrere è ancora lunga, questi “segni” hanno una paternità artistica facilmente attribuibile all’animale, sono ancora troppo casuali, caotici… diversamente, l’uso del BN abbinato ad un veicolo grezzo e spartano quanto comunicativo (autentico, spontaneo, diretto) che ricorda molto l’istantanea, non hanno senso d’esistere senza un presupposto di artisticità del lavoro, e sotto quest’aspetto le critiche poste alle foto trovano una valida giustificazione…… forse è arrivata l’ora di archiviarle e pensarne altre. [lo]
Dalle tue considerazioni scaturiscono sempre molte idee… Voglio soffermarmi sui temi iniziali, per ulteriori dettagli. se parli di arte, in generi prettamente descrittivi come l’avifauna, ti infili in un ginepraio….. ma perchè “parla” un linguaggio diverso da altri generi “in generi prettamente descrittivi come l’avifauna” .. Credo che rimarcare le differenze percettive in un genere fotografico, possa favorire il proliferare delle classificazioni, facilitando un atteggiamento superficiale nel proporre lo stesso agli altri con le proprie opere, ignorando quindi a priori una formulazione estetica del soggetto, perchè tanto ci si può facilmente chiamare fuori dalla responsabilità dell’autocritica fondata su criteri se vogliamo ‘artistici’. Credo sia questo a produrre banalità e ripetizione. Pertanto, personalmente, se guardo un soggetto ripreso specificatamente con intento ‘enciclopedico’ – per dirla nel modo in cui si è espresso ‘chopin’ – io non mi pongo il problema di valutarne l’estetica come proposito critico ‘giudicante’, lo vedo già subito che non serve, ma questo spesso è superfluo perchè è l’autore stesso che solitamente ce lo anticipa… Invece la maggior parte delle immagini che vengono snocciolate prive di connotazioni, sono ambigue in tal senso, ‘catture’; che sono anche belle per carità, ma lattribuzione di valore implicita è, “guarda cosa ho catturato io”! Il valore delle foto viene spesso misurato principalmente in termini di distanza(vicinanza) di ripresa e al grado di nitidezza, a scapito di composizione e contesto, con grande apprezzamento generale automatizzato. (avevo il timore che questo potesse avvenire) (Sempre più spesso noto nelle risposte alle discussioni in cui partecipo, tali preoccupazioni…) 🙂 ” Nelle prossime mi procurerò dei biglietti in loggione…” 😀
vorrei far notare che a mio avviso nelle foto di Sandro non ci sono le premesse necessarie per poter definire le foto oggetto del topic, artistiche.
Forse, dipende, per quanto mi riguarda il mio uso della parola arte: ”infatti, qui il modello viene abbellito ad arte a discapito del valore di assoluta riproduzione segnaletica.”non voleva sottolineare una valenza di attibuzione per l’immagine, quanto un pretesto per dissacrare le immagini meramente descrittive. 😉 Tornando alla foto, ne approfitto per parlarne; io nella posa del gentile volatile vi scorgo una tensione comunicativa, avvalorata da quei grafismi dell’acqua, il suo mondo diviene anche mio… Sai chi ci vedo in quel corpicino attento e sensibile? un Jackson Pollock nel suo studio che dipinge con un lungo pennello, coi piedi sulla tela… 🙂 hem.. [lo]
Maggio 12, 2011 alle 7:49 pm #1646470Nimzo66Partecipantetrovo il primo scatto di sandro molto suggestivo… sembra quasi che l’uccello stia osservando il gioco prodotto dai cerchi nell’acqua…il bianconero secondo me è molto bello poichè ci si concentra maggiormente sulle forme geometriche “prodotte” nella foto…
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