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Marzo 30, 2015 alle 12:57 pm #1829487annaPartecipante
Decidere di sviluppare un negativo in casa è un passo che, prima o poi, diventa quasi obbligatorio se si passa alla pellicola.
Prima di pensare ai possibili risultati è bene partire con tutto l’occorrente necessario e riflettere sui rischi e pericoli.
L’idea è quella di creare un promemoria a disposizione di chi vuole fare questo passo.
Se volete solo provare, prima fatelo con qualcuno che lo sappia già fare perché si tratta di un investimento di tempo e di denaro non indifferente (almeno per me).
Tutto quello che volevo sapere o capire quando ho iniziato, lo riporto qui.
Prima di intraprendere questa avventura volevo avere una minima conoscenza di ciò che stavo per fare data la mia totale ignoranza sulla chimica in generale e sullo sviluppo del bianco e nero. [leg]Prima di tutto alcune avvertenze.
Lo sviluppo è un lavoro di responsabilità, che va standardizzato e controllato nei minimi dettagli.
La preparazione delle soluzioni dei prodotti chimici va fatta in sicurezza: è quindi bene agire pensando alla propria salute evitando contaminazioni accidentali.
Sono fortemente consigliati guanti di lattice o gomma per proteggere le mani.
Evitare di inalare i vapori durante la diluizione dei prodotti liquidi e nello sciogliere quelli in polvere.
Tenere le soluzioni lontane da occhi e bocca, dalle ferite e da escoriazioni.
Tenere lontano le soluzioni dal cibo.
Etichettare correttamente tutte le bottiglie perché non vengano scambiate in fase di sviluppo o con altri prodotti.
Evitare materiali come rame, bronzo, ferro zincato, cromo, materiali placcati d’argento, zinco, stagno e alluminio perché reagiscono ai prodotti chimici velando le pellicole. PVC, vetro, acciaio inossidabile sono quelli più adatti allo scopo.
Prestare molta attenzione alla contaminazione: termometro, guanti, bacchetta per mescolare e i contenitori dove si trasferiscono i vari chimici vanno lavati accuratamente. Evitare di scambiare i tappi delle bottiglie dei vari contenitori.
Una sola goccia di un prodotto può neutralizzare gli altri!
Non si tratta del giochino del piccolo chimico: lo sviluppo delle pellicole come la stampa prevede l’utilizzo di prodotti chimici altamente tossici e pericolosi.
Tenere lontano dalla portata dei bambini, evitare di mettere i prodotti sotto il lavello della cucina o in bagno.
Nonostante l’elevata diluizione è bene prestare un occhio di riguardo anche allo smaltimento dei prodotti chimici esauriti. Si possono conservare in una tanica che potrete portare successivamente all’isola ecologica della vostra città.
Consapevolezza e responsabilità! 😉Prodotti Chimici
I prodotti chimici si trovano in soluzioni concentrate che devono essere diluite in parti: per esempio 1 parte di liquido concentrato e 7 parti d’acqua, tradotto 1+7
Questa la formula:In altre parole la quantità di rivelatore, fix, stop o imbibente concentrati da diluire 1+7 per preparare 1 litro è di 1000:8 = 125 ml.
(…ci ho messo tre mesi per capire questa formula 🙂 )In ordine
Rivelatore
Contiene agenti rivelatori (metolo, fenidone, idrochinone), integratori alcalini, conservanti e prodotti chimici tampone.
In questa fase i granuli d’alogenuro d’argento colpiti dalla luce cedono elettroni e formano atomi d’argento, in numero via via crescente, fino a che l’immagine latente sull’emulsione cresce e diventa un’immagine visibile in argento metallico nero.
Il rivelatore, in cambio riceve bromo, sotto forma di bromuro di potassio liberato dall’emulsione in proporzione all’argento formato, più gli elettroni ceduti dai prodotti chimici esauriti dallo sviluppo indebolendo gradualmente e rallentando l’azione del rivelatore.
Durante questa fase prima si rivelano i dettagli delle zone luminose del soggetto e, poi, appaiono i mezzi toni e le ombre. La densità nelle luci forti aumenta più velocemente che non nelle ombre, così che il contrasto aumenta progressivamente con lo sviluppo. Evitare di prolungare il tempo di sviluppo.Stop
Si tratta di un bagno acido d’arresto che neutralizza qualsiasi traccia di rivelatore residuo in tempi brevi.Fix
Contiene tiosolfato di ammonio o di sodio acidificati (iposolfito) per fissare l’emulsione. Durante il fissaggio tutti i granuli di alogenuro d’argento, rimasti perché non sviluppati, vengono trasformati in sottoprodotti non visibili e solubili, che si lavano via dall’emulsione durante il lavaggio finale.Imbibente
Permette di far scivolare ed evaporare l’acqua più velocemente, lascia un residuo leggermente oleoso per proteggere la pellicola e per abbattere l’elettrostaticità del supporto. Va dosato con cautela perché se eccessivo, nell’asciugare può lasciare aloni sulla pellicola, è un “sapone liquido” molto concentrato.
Per evitare tracce di calcare dell’acqua è consigliata la sua diluizione in acqua demineralizzata.Nella fase di sviluppo è necessario tenere presente alcune variabili:
Tipo di rivelatore.
Sulla tabella della ilford se ne contano di 15 diversi tipi… sta a voi scegliere quello vi piace di più. [scu]Temperatura della soluzione
La temperatura influenza la cinetica della razione e quindi è un fattore fondamentale.
Raccomandata a 20°CTempo
Attenersi a quelli indicati a seconda della pellicola e del rivelatore sceltoAgitazione
Lo sviluppo in tank prevede una serie di agitazioni controllate; per ottenere risultati costanti è consigliabile cercare di operare sempre allo stesso modo.
Per cominciare si può provare ad ribaltare la tank i primi 30 secondi dello sviluppo e i primi 10 secondi dei minuti successivi (che equivalgono a 4/5 ribaltamenti). Ricordarsi sempre di battere la tank sul piano di lavoro per eliminare le bolle che si formano all’interno.
E’ molto importante sapere che uno sviluppo troppo energetico aumenta il contrasto della pellicola.
Un esempio di ribaltamento della tankAttrezzatura
– Estrattore di pellicole
– Tank con spirali
– Cilindri graduati (consigliati quelli da 650ml e almeno uno da 50 o 45 ml)
– Termometro
– Bacchetta per mescolare
– Timer
– Imbuto
– Bottiglie per la conservazione dei chimici
– Mollette per appendere la pellicola
– Guanti in lattice o in gomma
– Raccoglitore con pergamini per l’archiviazione
– Guanti in cotone per tagliare e maneggiare i negativi (le impronte digitali si vedono molto bene negli ingrandimenti 🙂 )La pellicola va caricata nella spirale al buio (necessario solo per questa prima fase), una volta inserita e chiusa nella tank, il lavoro si svolge alla luce.
prima di procedere verificare che non ci siano infiltrazioni di luce provenienti da finestre o da altre fonti luminose.
In alternativa, si può utilizzare la changing bag che permette di fare questa operazione ovunque.Lavorare sempre e comunque in un ambiente dove si possa cambiare aria è consigliabile per non avere dei mancamenti durante lo sviluppo [inf] .
L’odore dello Stop e del Fix sono improponibili e persistenti su tessuti e piano di lavoro, l’utilizzo di un grembiule è quasi d’obbligo.
Una volta finito, lavare in modo molto accurato lo spazio in cui si è svolto lo sviluppo.Penso di aver detto tutto, chiedo comunque ai miei “colleghi” analogici di aiutarmi nel caso ci siano delle inesattezze o altre cose da aggiungere. [amo]
Lettura: Nuovo Trattato di Fotografia Moderna di Michael Langford
Marzo 30, 2015 alle 1:05 pm #1829488MassimoPartecipanteAuguri Stefy…… ti toccherà studiare parecchio………… [leg] [leg] [leg]
Marzo 30, 2015 alle 1:42 pm #1829490annaPartecipante[quote=”maxcasa72″ post=654332]Auguri Stefy…… ti toccherà studiare parecchio………… [leg] [leg] [leg][/quote]
🙂
Marzo 30, 2015 alle 1:58 pm #1829492MassimoPartecipanteA proposito…… ho guardato i 2 link che avevi messo nel post della stefy…….. troppa scelta……. non è che hai anche il link a un kit completo di tutto?
Marzo 30, 2015 alle 2:53 pm #1829499annaPartecipante[quote=”maxcasa72″ post=654336]A proposito…… ho guardato i 2 link che avevi messo nel post della stefy…….. troppa scelta……. non è che hai anche il link a un kit completo di tutto?[/quote]
Purtroppo no… acquisto sempre un po’ da Western e un po’ da Fotomatica e, per alcuni prodotti chimici della tetenal, poco reperibili in Italia, da Macodirect. Non sempre si trova tutto in un unico negozio on line e non sempre c’è disponibilità immediata.
Il delirio è questo… stabilire dove come e cosa acquistare arrivando a dei compromessi sui costi del materiale e delle spedizioni.Marzo 30, 2015 alle 3:17 pm #1829502Lorenzo CanonianiAmministratore del forumOttimo lavoro Anna, provvedo subito a metterlo in evidenza.
Marzo 30, 2015 alle 10:38 pm #1829545marco66PartecipanteComplimenti brava Anna bella iniziativa [app] [app] [lo]
Marzo 30, 2015 alle 11:02 pm #1829547ItzerPartecipanteOvvero, come tornare indietro di almeno vent’anni.
Quante notti…Marzo 31, 2015 alle 11:45 am #1829568annaPartecipante[quote=”lorenzo70″ post=654342]Ottimo lavoro Anna, provvedo subito a metterlo in evidenza.[/quote]
Grazie Lorenzo, ne sono onorata. :im[quote=”marco66″ post=654377]Complimenti brava Anna bella iniziativa [app] [app] [lo][/quote]
Grazie Marco, in questi giorni ho ripensato molto al periodo iniziale delle mie avventure/disavventure e mi sembrava carino condividere le prime mie prime ricerche in merito, senza tante pretese ma con quelle informazioni, a mio avviso necessarie, per riuscire ad arrivare in modo consapevole a questa importante fase del processo della fotografia analogica.
Contenta che tu abbia gradito, 🙂[quote=”Itzer” post=654379]Ovvero, come tornare indietro di almeno vent’anni. Quante notti…[/quote]
E’ vero Itzer, è come ritornare al passato ma trovo sia anche bello poterlo fare.
Molti pensano che la fotografia analogica sia in dirittura di arrivo. Non è così.
Ci sono persone che ci credono a tal punto da dedicarsi al recupero di alcuni marchi come la Ferrania aiutate da altre persone (anche da alcuni canoniani 🙂 ):Founders Wall. Non dimentichiamoci il famoso Impossible Project!
Poi altri nostalgici che lavorano con il Collodio e adirittura con il Dagherrotipo e che ci credono in quello che fanno, tanto da andare a raduni dedicati solo a questo tipo di fotografia.
Non saranno in tanti ma a questi coraggiosi moderni va il merito di mantenere viva la storia della fotografia.
Con questo non voglio sminuire affatto il digitale, non voglio essere fraintesa per carità.
Dico solo che, dato che la possibilità di applicarsi a una tecnica piuttosto che a un’altra esiste in tutte le sue possibili forme, è più che giusto che ognuno di noi trovi la propria.
[bir]Marzo 31, 2015 alle 2:32 pm #1829573LorisPartecipanteGrazie Anna molto ben fatto, vien voglia di provarci seriamente, mi piacciono questi stimoli [bir]
Marzo 31, 2015 alle 3:48 pm #1829576annaPartecipante[quote=”lorisfromfvg” post=654399]Grazie Anna molto ben fatto, vien voglia di provarci seriamente, mi piacciono questi stimoli [bir][/quote]
Grazie Loris. A volte si pensa che sia troppo complesso e difficile ma non è necessario avere una laurea in chimica per sviluppare una pellicola, l’importante è capire cosa succede in questa fase delicata e, partire da questo per trovare un proprio metodo, scegliere una o due pellicole (gli esperimenti li lascio volentieri ad altri) e il rivelatore che può dare il risultato più adatto al nostro modo di interpretare la fotografia.
E’ fondamentale operare in un luogo pulito e preparare prima tutto il materiale necessario con ordine e precisione e senza distrazioni.
Se non ricordo male ne avevamo parlato in quel di Verona… 🙂Giusto per ….
Uso due sole pellicole: FP4 ilford e TRIX kodak.
Il rivelatore che utilizzo di solito è il D76 kodak , ma potrei passare presto alll’hidrophen della Bellini (provato questa mattina).
Stop, Fix e imbibente rigorosamente della Tetenal: il fix è inodore e lo stop diventa rosa quando si esaurisce; entrambi si possono riutilizzare più volte anche in stampa.
Non sono un genio dello sviluppo ma già aver fatto una scelta precisa mi permette di vedere dei buoni risultati, migliorabili sicuramente.. per questo si fa sempre in tempo. 8)Marzo 31, 2015 alle 5:08 pm #1829579annaPartecipanteA proposito di diluizione..
In questo caso si tratta della preparazione dello Stop, riconoscibile dal colore gialloDiluzione 1+19 su 1 litro, 50 ml di Stop e 950 ml di acqua necessaria la caraffa, e travasamento finale in bottiglia sulla quale si scrive il prodotto chimico contenuto e la data aggiornata.
Chiedo scusa per la pessima qualità dell’immagine [ver]
Marzo 31, 2015 alle 5:13 pm #1829580treemmePartecipante…e io che stavo per scrivere che lo stop “chimico” lo ritengo inutile e superfluo, meglio 2 scaraffate d’acqua e via
🙂
Marzo 31, 2015 alle 5:40 pm #1829582annaPartecipante[quote=”treemme” post=654405]…e io che stavo per scrivere che lo stop “chimico” lo ritengo inutile e superfluo, meglio 2 scaraffate d’acqua e via :)[/quote]
[b][u]
Dall’enciclopedia della Kodak, volume,1 pagina 174[/u][/b]:
“Un bagno di arresto, tra la fase dello sviluppo e quella di fissaggio, è consigliabile soprattutto per bloccare immediatamente lo sviluppo, neutralizzando l’azione dei residui di rivelatore presenti sull’emulsione e per non contaminare con questi il fissaggio, mantenendone così più a lungo l’acidità e di conseguenza la capacità.
Va osservato che i dati relativi alla capacità di un bagno di fissaggio sono validi, in genere, solo se si è usato un bagno di arresto intermedio.
Il bagno di arresto riduce anche la formazione del velo dicroico (..prodotto anche da rivelatori contenenti solventi degli alogenuri d’argento), elimina la schiuma di calcio che può formarsi nel rivelatore e contribuisce a evitare schiume e sedimenti di allume nel fissaggio.”Matteo tu fai come vuoi… io mi fido molto dell’enciclopedia. 🙂 🙂 🙂
Edit: il bagno d’arresto elimina anche le morchie generate dai residui di sottoprodotti di ossidazione dello sviluppo. 8)
Marzo 31, 2015 alle 10:41 pm #1829604ItzerPartecipante[quote=”anbe40″ post=654394]
…
Con questo non voglio sminuire affatto il digitale, non voglio essere fraintesa per carità.
Dico solo che, dato che la possibilità di applicarsi a una tecnica piuttosto che a un’altra esiste in tutte le sue possibili forme, è più che giusto che ognuno di noi trovi la propria.
[/quote]Assolutamente d’accordo.
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