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Chiarimenti su Rapporto di Riproduzione (R.R.)

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  • #1466210
    caos87
    Partecipante

    Mi chiarite il concetto? Ho già letto qualcosa, ma più fonti leggo più si confondono le idee. (?) Credevo di aver capito che il R.R. fosse una proprietà intrinseca degli obiettivi, con i quali gli stessi vengono qualificati, e che di fatto li distingueva tra “Macro” e “Non macro”. Su di un libro di fotografia ho invece letto il seguente esempio: se si scatta a 50mm con soggetto posto a 10m (unici due parametri focale e distanza, non il tipo di obiettivo) ho un R.R. pari a (10.000/50)=200, cioè 1:200 (soggetto 200 volte più piccolo dell’originale). Se lo fotografo da 1m il R.R. vale (1000/50) 1:20 (soggetto 20 volte più piccolo dell’originale). Con questo ragionamento se potessi scattare a 5 cm avrei (50/50) un R.R. di 1:1. Il testo aggiunge come sia possibile avere R.R. maggiori per cui da 1:1 a 10:1 si parla di MACROFOTOGRAFIA, mentre per valori ancora maggiori si parla di MICROFOTOGRAFIA. Visto così, sembrerebbe prescindere dall’obiettivo ed essere riferito solo alle condizioni (distanza e focale) in cui scatto la foto. Ora vi chiedo: il R.R. dato per un certo obiettivo è calcolato in condizioni standard per cui permette di qualificare un certo obiettivo (distinguendolo da altri a parità di tutto), oppure è una proprietà intrinseca dello stesso a priori di qualsiasi calcolo? Oppure altro ancora? Qual è il ragionamento esatto da seguire? [lo] & [gra]

    #1466214
    Ciubo
    Partecipante

    immagino per gli obiettivi si parli di massimo rapporto di riproduzione raggiungibile, che è ovviamente dato dalla minima distanza di messa a fuoco e dalla focale…

    #1466225
    caos87
    Partecipante

    Vedi? Non mi torna…. Il 100mm macro ha una minima distanza di messa a fuoco di 31cm ed un massimo rapporto 1:1. Ora.. (310/100)=3.1, vale a dire 1:3 Quindi con il ragionamento precedente (quello del libro), nella migliore delle ipotesi il soggetto verrebbe 3 volte più piccolo dell’originale, e non 1X. :lp

    #1466234
    icemanx
    Partecipante

    Ciao caos, non ho capito esattamente la domanda, ma la spiegazione di Ciubo è corretta. Gli obbiettivi macro sono studiati affinchè, alla minima distanza di messa a fuoco, l’area ripresa risulti almeno identica* alle dimensioni della pellicola/sensore(1:1) oppure ancora più piccola (2,3,…:1). Su FF quindi gli 1:1 riprendono 36x24mm, su APS-C 23×15~. Le APS-C hanno questo ulteriore vantaggio docuto al crop, è vero che 1mm reale corrisponde sempre ad 1mm sul sensore, ma il fotogramma alla fine lo riempo con un’area più piccola di quella del FF; in più il diaframma percepito è più chiuso di uno stop rispetto al FF (f2.8 su APS-C mi da più o meno DOF come f4 su FF) con il risultato che la foto sembra avere in tutto e x tutto un ingrandimento maggiore. Stesso motivo x cui con le compatte a f5.6 metti a fuoco dei cm reali da 1cm di distanza, lascio perdere circoli di confusione e calcoli :D. Saluti, Luca 😉

    #1466246
    ClaudioPG82
    Partecipante

    A me la domanda di caos sembra piuttosto chiara… sono le risposte che semmai sono un po’ “facilone”. Mi permetto di ripeterla senza introduzioni e ragionamenti che possono lasciano spazio a interpretazioni ambigue. 1) Quali elementi servono per calcolare il rapporto di riproduzione? (Sono sufficienti focale e distanza del soggetto?) 2) Come si calcola il rapporto di riproduzione? (Non “che cosa è il massimo ingrandimento di un obbiettivo macro”)

    #1466248
    fireblade
    Partecipante

    Il fatto è che sul nostro sito queste informazioni ci sono. Le abbiamo raccolte in questo post, che evidentemente leggono in pochi: http://www.portfolioitalia.com/vacchiano/formule.htm#uso

    #1466253
    icemanx
    Partecipante

    Originariamente inviato da ClaudioPG82: A me la domanda di caos sembra piuttosto chiara… sono le risposte che semmai sono un po’ “facilone”. Mi permetto di ripeterla senza introduzioni e ragionamenti che possono lasciano spazio a interpretazioni ambigue. 1) Quali elementi servono per calcolare il rapporto di riproduzione? (Sono sufficienti focale e distanza del soggetto?) 2) Come si calcola il rapporto di riproduzione? (Non “che cosa è il massimo ingrandimento di un obbiettivo macro”)

    ? Scusa hai letto il mio post? Vuoi dire che non si capisce che il fattore unico è l’area ripresa e l’ingrandimento(in X) si calcola area sensore/ area ripresa? [EDIT] avevo invertito scrivendo al volo…

    #1466254
    ClaudioPG82
    Partecipante

    Sì, ho letto il tuo post. Ma non posso smontare la macchina fotografica, prendere il metro e misurare la dimensione dell’immagine sul sensore. Sarebbe più utile capire il rapporto che c’è tra questo fattore, la lunghezza focale, la distanza del soggetto, il tiraggio ecc.. ecc.. vado a leggere i link di fire (che ringrazio).

    #1466260
    icemanx
    Partecipante

    Boh, il sensore è sempre quello (36×24 o 23×15), x l’immagine basta fotografare carta millimetrata. Ci siamo chiariti l’interpretazione in chat ma senza avere l’obbiettivo in mano i dati spesso non vengono forniti e siam da capo, serve sperimentazione x entrambe le versioni. http://www.canon.it/For_Home/Product_Finder/Cameras/EF_Lenses/Macro_Lenses/EF_100mm_f28_Macro_USM/index.asp?specs=1 [EDIT] Dovrebbe essere 44mm il tiraggio x le DSLR Canon, non so se xò il sistema EF-S con elementi arretrati grazie allo specchio più piccolo ed arretrato anch’esso introduca “casini” nei calcoli

    #1466264
    bepoc
    Partecipante

    Calcolo postato da: caos87 Vedi? Non mi torna…. Il 100mm macro ha una minima distanza di messa a fuoco di 31cm ed un massimo rapporto 1:1. Ora.. (310/100)=3.1, vale a dire 1:3 Quindi con il ragionamento precedente (quello del libro), nella migliore delle ipotesi il soggetto verrebbe 3 volte più piccolo dell’originale, e non 1X.

    Questa domanda, o domande simili, sono poste con una elevata frequenza. Come gia` evidenziato da fireblade sul sito trovi tutte le risposte. Non solo i link che Lui Ti ha gia` evidenziato, ma anche MOLTE risposte con evidenziata la geometria di ripresa con i disegni. Vediamo comunque dove sta` il De Quibus.

    Ora.. (310/100)=3.1, vale a dire 1:3

    Messa cosi` e` il classico trattato di piramidologia. Si prendono due punti, opportunamente scelti, sulla grande piramide di Giza e si scopre che gli antichi Egizi conoscevano: Pi = con 2000(e piu`) decimali Csi = altrettanto La costante di Plank. La costante di struttura fina. ……… e tutto il resto dello scibile umano noto ad oggi. Ora: Cosa intendi con “Distanza minima di messa a fuoco“? Cosa intendi con “Lunghezza focale“? Se NON lo specifichi si puo` intendere qualsiasi cosa e si puo` ottenere qualsiasi risultato.

    da ClaudioPG82 1) Quali elementi servono per calcolare il rapporto di riproduzione? (Sono sufficienti focale e distanza del soggetto?)

    Sono del tutto insufficienti. Occorre conoscere anche: 1) Distanza tra soggetto e …. che cosa? 2) Posizione della pupilla d’entrata. 3) Posizione della pupilla d’uscita. 4) Focale equivalente effettiva. __ La focale di un’ottica con messa a fuoco interna varia. 5) Se si vuole una elevata precisione alcune cose minori.

    da ClaudioPG82 2) Come si calcola il rapporto di riproduzione? (Non “che cosa è il massimo ingrandimento di un obbiettivo macro”)

    Una volta che hai i parametri di cui sopra si calcola: m = (S – 2f +-(S² – 4Sf)½) / 2f [inf]

    #1466267
    icemanx
    Partecipante

    😀 [app]

    #1466269
    ClaudioPG82
    Partecipante

    Cavolo questa sì che è una risposta. [app]

    #1466278
    caos87
    Partecipante

    Premesso che dalle vostre risposte confermo sia di non aver capito, sia che il R.R. è “forse” la cosa più complicata in fotografia, vorrei rispondere a queste domande di bepoc senza scomodare la sezione aurea:

    Ora: Cosa intendi con “Distanza minima di messa a fuoco”? Cosa intendi con “Lunghezza focale”?

    Io, da ignorante, considero la “Distanza minima di messa a fuoco” come la distanza minima (ho imparato..dal sensore e non dalla lente dell’obiettivo!) dall’oggetto alla quale la macchina riesce a mettere a fuoco. Per “lunghezza focale”… la lughezza focale. Insomma. Avevo già letto delle risposte (e anche i link!) e mi ero fatto un’idea. Poi ho preso il libro.. e li mi sembra di trovare scritto altro. Chiedevo in sostanza la relazione tra

    m = (S – 2f +-(S² – 4Sf)½) / 2f

    e

    se si scatta a 50mm con soggetto posto a 10m (unici due parametri focale e distanza, non il tipo di obiettivo) ho un R.R. pari a (10.000/50)=200, cioè 1:200 (soggetto 200 volte più piccolo dell’originale). Se lo fotografo da 1m il R.R. vale (1000/50) 1:20 (soggetto 20 volte più piccolo dell’originale). Con questo ragionamento se potessi scattare a 5 cm avrei (50/50) un R.R. di 1:1.

    ClaudioPG82 ha ben colto il senso delle mie perplessità. [lo] P.S. Lo capirò mai??? Mah..

    #1466310
    icemanx
    Partecipante

    Con il paragone che hai fatto ho capito il senso della tua domanda. Sia i calcoli che le considerazioni sulle aree li stiamo facendo su dati o osservazione che ci descrivono il comportamento di un obbiettivo, è un “50mm” con un tot di messa a fuoco minima ecc ecc. Ciò che determina il comportamento è lo schema ottico dell’obbiettivo costituito da varie parti, l’immagine viene acquisita dalla curvatura delle prime lenti, raddrizzata e proiettata correttamente a fuoco sul sensore o pellicola dal gruppo posteriore. La considerazione che hai fatto sul 50mm a 5 cm di distanza(dal sensore) è corretta prendedo un tubo vuoto con 2 lenti agli estremi che non modifichino in alcun modo l’immagine(impossibile ovviamente, diciamo idealmente), la pellicola o sensore appiccicati ad uno dei lati ed il soggetto dall’altro. Ma gli obbiettivi devono occuparsi di fare un tot di operazioni tra cui quelle sopracitate, ed il risultato equivalente ( o comparabile se preferisci) è quello indicato semplicisticamente dai suoi dati. X capire meglio, osserva il semplice funzionamento del 24-70L e se riesci cerca lo schema ottico agli estremi; a 70 è corto, a 24 è completamente esteso. Oppure il nuovo 17 TS, osserva la lente frontale, è una bolla, è anche lunghetto x comportarsi come una lente con fuoco(errata corrige) a 17mm dal sensore, ovviamente è tutto “merito” dello schema interno. Quello che a noi arriva come una semplice serie di numeri è in realtà frutto di complicate operazioni di ottica, ma essendo noi dei semplici utilizzatori e non ingegneri ottici, ci basta sapere come si comporta e usarlo come tale. Questa risposta va incontro alla domanda? [EDIT] Scusa, 1 lente all’estremo, e il soggetto attaccato vale solo x l’ipotetico rapporto 1:1

    #1466312
    bepoc
    Partecipante

    da Caos87 Io, da ignorante, considero la “Distanza minima di messa a fuoco” come la distanza minima (ho imparato..dal sensore e non dalla lente dell’obiettivo!) dall’oggetto alla quale la macchina riesce a mettere a fuoco.

    NO! Non e` il parametro del calcolo. Nel calcolo del rapporto di riproduzione la distanza che entra nella formula e` la distanza tra il soggetto e la pupilla d’entrata(vedi Forum, NON dalla lente, ma dalla pupilla d’entrata). In letteratura questa distanza e` di solito indicata con u. Per cui utilizzando il Tuo concetto di distanza (che probabilmente e` anche quello indicato nelle specifiche) devi prima levare la distanza tra la pupilla d’entrata ed il sensore poi applicarlo nella formula.

    da Caos87 Per “lunghezza focale”… la lunghezza focale.

    Anche qui non e` perfettamente cosi`. La lunghezza focale equivalente, in letteratura indicata con f e` la distanza tra la pupilla d’uscita ed il punto su cui vanno a fuoco i raggi quando il soggetto e` ad infinito. Dove con lunghezza focale equivalente si intende la lunghezza focale di una lente sottile che ha le medesime caratteristiche dell’obiettivo. Se il soggetto e` piu` vicino questa distanza chiamata generalmente v aumenta. Occorre infatti conservare la relazione: 1/u + 1/v = 1/f. Nel forum trovi sia i disegni sia i riferimenti. Su un obiettivo con messa a fuoco interna purtroppo la lunghezza focale equivalente non e` costante. La distanza tra alcune lenti infatti cambia e quindi cambia anche la lunghezza focale equivalente dell’obiettivo. Quella di specifica e` quella con il soggetto ad infinito. A distanze inferiori puo` essere diversa, e generalmente lo e`. L’obiettivo NON e` una lente sottile, ma e` piuttosto spesso. Si puo` tuttavia considerare alla stregua di una lente sottile, ma occorre conoscere la posizione dei sei piani (e per altre cose del guadagno pupillare) che ne definiscono le caratteristiche. La posizione di questi piani deve essere considerata nel calcolo. Se riesci a conoscere queste cose la formula dell’ingrandimento indicata e` abbastanza precisa. Devi solo sostituire: S = u + v.

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