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Gennaio 18, 2009 alle 4:03 pm #1427486AmstaffPartecipante
Veramente l’HDR nasce proprio per bilanciare la foto, non certo per storpiarla al limite del pittorico, che puo’ piacere o non piacere e’ solo questione di gusti. Se quelli sono HDR…sono quelli veri, gli altri sono rivisitazioni piu’ o meno spinte in chiave fumettistica di una foto. Che ripeto possono piacere e non piacere..a me ad esempio alcuni piacciono molto.
Gennaio 18, 2009 alle 4:20 pm #1427493AntonioPPartecipanteNon dimentichiamo di cosa è acronimo HDR… Direi che queste sono foto che hanno una “vastità” cromatica difficile da raggiungere con uno scatto solo. Tempi di esposizioni lunghi… ok… ma l’acqua e la nave verrebbero ferme? In ogni caso, sono delle bellissime immagini.
Gennaio 18, 2009 alle 4:34 pm #142750110stePartecipantecertamente.. questi due sono i migliori hdr che ho visto.. ci sono certi hdr su canoniani che non sono foto ma non saprei neanche che nome dargli.. stò solo dicendo che vale la pena cercare di ottenere certi risulati con un singolo scatto invece di partire con l’idea dei scatti multipli(vuoi mettere la soddisfazione???.) per fotografare un ponte in notturna serve d’avvero usare la tecnica dei scatti multipli? ne ho viste tante con scatto singolo e non hanno nulla da invidiare all’hdr. comunque non arriveremo mai ad una conclusione, ognuno ha le sue idee sulla fotografia quindi..
Gennaio 18, 2009 alle 5:04 pm #1427513FabioPartecipanteSecondo me sono HDR entrambe, hanno una gestione delle luci che ho come l’impressione siano impossibili con uno scatto singolo, soprattutto per il fatto che l’acqua è immobile… Non è uno scatto lungo a mio modesto parere. Belle immagini davvero
Gennaio 18, 2009 alle 7:01 pm #1427565zefiroPartecipanteMa non vedo quale sia il problema se considerarla o meno fotografia..per me lo è…del resto la doppia esposizione in analogico è stata già usata per creare effetti particolari su un unico fotogramma, il digitale permette di esplorare nuove capacità di azione sull’immagine e non capisco perchè non sfruttarlo..del resto nella camera oscura di una volta si usavano diversi stratagemmi per intervenire in postproduzione sul risultato finale…solo che tutto risultava confinato dentro la camera oscura appunto. Quindi perchè essere così ostili nei confronti della camera chiara oggi proprio non lo capisco..se ci permette di tirar fuori una gamma dinamica più ampia dove sta il problema..? Scattare con un bracketing e poi unire i livelli dello scatto non porterebbe ad un risultato simile? o sbaglio? non è forse questa la base dell’hdr..? poi ognuno può forzarlo a piacimento arrivando a dare un’immagine irreale totalmente. Mettere paletti così netti non mi sembra produttivo cmq e sta di fatto che lo scatto (o gli scatti) di partenza per ottenere un simile effetto dev’essere ottimo come qualcuno ha già fatto notare.
Gennaio 19, 2009 alle 3:06 pm #1427771thewizardofwizPartecipantebeh, vedi, io sono contrario a priori a pasticciare una foto ma qui non c’è limite tecnologico che tenga: è impossibile registrare correttamente la dinamica luminosa di certe scene, per cui l’artificio dei 2-3 scatti diventa un obbligo tecnico. poi, magari, ci metti del tuo 🙂 se la gamma delle luminosità non “entra” nella dinamica del sensore, c’è ben poco da fare, e la posa lunga in digitale NON CAMBIA NULLA come capacità di registrazione… [bir] Fabio
Gennaio 19, 2009 alle 3:17 pm #1427775Antony999PartecipanteLe ombre sono ben aperte e contemporaneamente le alte luci (ad esempio i faretti sulla gru della seconda) sono puntiformi, per non essere un HDR. Ma è un HDR equilibrato, senza eccessi. Quello che potrebbe ingannare (per un “non” HDR) sono i riflessi sull’acqua molto larghi e diffusi; ma essi sono dovuti al tempo relativamente lungo e al contemporaneo movimento dell’acqua. Ad ogni modo sono delle belle immagini, tecnicamente ben realizzate.
Gennaio 19, 2009 alle 3:47 pm #1427788Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da zefiro: Ma non vedo quale sia il problema se considerarla o meno fotografia..per me lo è…
Concordo con te. Solo pochi conoscono la fotografia analogica, e soprattutto anche la post produzione in camera oscura. La maggior parte faceva e fa stampare le foto dal laboratorio, oppure si accontenta-va di una stampa approssimativa. In camera oscura gli stessi effetti si ottengono con le bruciature e le mascherature. E la stampa “fine art” è fatta tutta così. Da un secolo! Quindi nulla di nuovo sotto il sole o … la luna. Un tempo, per ottenere questi effetti, occorreva una buona preparazione tecnica da camera oscura. Oltre ad una certa dose di gusto e di senso della misura. Invece oggi basta uno smanettone, che appena sappia usare il PC, per ottenere immagini senza ombre, senza modellato: irreali. Tutto qui. Lasciamo alla tecnica fotografica la più ampia possibilità di sviluppo, ma usiamola in modo appropriato. L’uso del Photoshop dovrebbe seguire “sempre e solo” alla conoscenza degli elementi primari della fotografia: il giusto contrasto, l’uso sapiente delle luci, la temperatura colore, il modellato, la grana, la composizione, il taglio, l’equilibrio della masse, ecc. Molti, anche dopo tanti anni di fotografia, non hanno ancora questi concetti di base; e senza di essi possono ottenere solo risultati casuali e quasi sempre non equilibrati. E’ un po’ come avere dei pennelli e dei colori e non saperli usare. Porre dei limiti etici alla fotografia non ha senso. A parte certi eccessi che sanno più di grafica. Per essere certi che qualcuno non “bari”, non resta che la dia.
Gennaio 21, 2009 alle 11:52 am #1428488Matteo77PartecipanteMi spiace ma non sono daccordo. Lucio Battisti non aveva voce ma le sue canzoni resteranno in eterno. E’ bello ciò che piace.
Gennaio 21, 2009 alle 12:41 pm #1428502Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da Matteo77: Mi spiace ma non sono daccordo. Lucio Battisti non aveva voce ma le sue canzoni resteranno in eterno. E’ bello ciò che piace.
Il problema è che piace “ciò che si conosce” o ciò che è legato al nostro tempo, alla nostra gioventù. Nelle regioni più remote conoscono solo il tam tam e può piacere solo quello. In Austria conoscono Strauss e piace quello. In America conoscono il JAZZ e il country e piacciono quelli. Solo chi ha gli orizzonti più liberi, nel campo della conoscenza, ha la possibilità di scegliere veramente. Il gusto è legato alla cultura ed alla conoscenza nel senso più ampio. Che poi la semplicità di un Battisti possa colpire chi è predisposto per recepirlo, soprattutto per età, è un’altra questione. E’ vero, basta una chitarra per creare canzoni immortali (vedi la canzone napoletana, cantata in tutto il mondo). Invece può non bastare un’intera orchestra, quando chi l’ascolta non ha una preparazione musicale che gli consenta di comprendere un Beethoven o un Bach. Basta un giro di DO ed uno “zum zum”, incombente ed ossessivo sulle viscere, per far felice la massa. Ma chi ha una preparazione musicale è in grado di apprezzare una musicalità più complessa e profonda nei contenuti e nella forma.
Gennaio 21, 2009 alle 4:48 pm #1428590zefiroPartecipanteConcordo con Antony999 mi fanno sorridere gli integralisti dello scatto singolo nudo e crudo come esce dalla macchina fotografica. Se volevate questo perchè non vi compravate una polaroid? E’ inutile conoscere le capacità della pellicola le sue caratteristiche fisico/chimiche se non ci si può intervenire sopra (in analogico in camera oscura) così come è inutile avere il raw a quel punto e poter intervenirvi in “camera chiara”. La gente ha dimentcato che gran lavoro del fotografo veniva fatto proprio in camera oscura non solo fuori durante i click in esterna o studio. ricorda giustamente Antony999 le mascherature e le bruciature ad esempio. http://www.gianlucafiesoli.com/mascherature_e_bruciature.htm quanto interveniva qua manualmente il fotografo nella postproduzione ritagliando il cartoncino con le sagome adatte ad esempio..? qualcuno potrebbe non chiamar più fotografia dentro questo forum le foto di R. Avedon sapendo il lavoro che ci stava dietro in camera oscura. Poi con tutto il rispetto di Battisti che ammiro.. ma che esempio è? Fare arte senza conoscere la tecnica (pittorica, fotografica, musicale, letteraria, e quant’altro) mi sembra ridicolo; la maggior parte delle opere che verrebbero partorite sarebbero mediocri e poco apprezzabili universalmente! solo una minima percentuale apprezzabile veramente. Ansel Adams a questo punto poteva anche starsene a casa sul divano invece di sbattere la testa e partorire le sue teorie sul sistema zonale. Poi siamo d’accordo una foto che suscita emozioni le suscita anche se scattata con una compattina usa e getta o una Holga dalla lente di plastica perchè suscitano in te un determinato stato d’animo legato alla tua esperienza soggettiva. Ma l’estetica è legata anche ad alcuni canoni oggettivi non solo ai clichè modaioli. L’equilibrio delle proporzioni e delle composizioni implica uno studio tecnico accurato. I grandi maestri di pittura frequentavano le sale degli obitori per studiare l’anatomia umana e renderla al meglio sulla carta. (scusate l’esempio macabro ma studiando medicina è il primo che mi sia venuto in mente 😀 ). I libri di Fabio Volo sono simpatici divertenti ed emozionanti per una discreto pubblico italiano e riscuotono un certo successo in Italia ma di certo non mi sentirei mai di paragonarli a Dostojevskij o Tolstoj ad esempio. 😉 Tra parentesi oggi moltissimi si dichiarano artisti e sembra quasi che l’essere artista presupponga necessariamente una giustificazione a rompere con la tecnica e la teoria di base. Io credo che senza quella non si vada da nessuna parte..solo chi ha una buona capacità e padronanza della tecnica può arrivare a forzarla… “Gli artisti possono colorare il cielo di rosso perchè sanno che è blu.” Jules Feiffer 😉 [com] Ma dato che siamo su un forum di fotografia aggiungo: “Una grande fotografia è la piena espressione di ciò che lautore sente del soggetto che sta fotografando nel senso più profondo; per questo è la vera espressione di ciò che lo stesso (fotografo) sente sulla vita nella propria complessità”. A.Adams [pen]
Gennaio 31, 2009 alle 7:10 am #1431782Riccardo78PartecipanteOriginariamente inviato da Matteo77: Mi spiace ma non sono daccordo. Lucio Battisti non aveva voce ma le sue canzoni resteranno in eterno. E’ bello ciò che piace.
sue?? di mogol se mai!! 🙂 🙂
Gennaio 31, 2009 alle 7:14 am #1431783Riccardo78PartecipanteOriginariamente inviato da dtpancio: scattare in notturna con una buona reflex e un cavalletto dà generalmente questi simili ottimi risultati. prova tu stesso.
su questo ho dei dubbi. puoi postare qualche esempio? [gra]
Gennaio 31, 2009 alle 11:57 am #1431793Matteo77PartecipanteSecondo me facciamo un pò di confusione fra tecnica ed emozione. Il perfettamente tecnico non è detto che sia sempre bello ed emozionante ma, un prodotto capace di emozionare, che è sempre VERO e PROFETICO, è sempre bello. E’ ovvio che il “il bello in se” è chimerico ed è definito in funzione di chi lo esprime. Ecco perchè è bello ciò che piace.
Gennaio 31, 2009 alle 3:52 pm #1431840Antony999PartecipanteOriginariamente inviato da Matteo77: Secondo me facciamo un pò di confusione fra tecnica ed emozione.
La tecnica dovrebbe servire a comunicare al meglio l’emozione, il significato. Un prodotto figlio solo della tecnica, che non esprime anche un significato, è più un’esercitazione tecnica che un’opera artistica. Ma è difficile che un foto sia solo tecnica, perché ognuno taglia o inquadra a suo modo e quindi fa già una scelta compositiva e significativa. L’opera artistica presuppone la comunicazione di un significato, di un’emozione.
Il perfettamente tecnico non è detto che sia sempre bello ed emozionante ma, un prodotto capace di emozionare, che è sempre VERO e PROFETICO, è sempre bello.
Su questo non sono d’accordo. Una foto di Cartier Bresson esprime situazioni, emozioni ed eleganza. Una foto di guerra di Bob Capa invece non è bella. E’ quasi solo significativa. Il bello può risultare anche insignificante e monotona nella sua perfezione. Il concetto di bellezza è legato al canone dell’epoca. Un tempo la bellezza femminile era formosa, oggi è quasi anoressica. Una donna è bella soprattutto se ha una particolarità che la distingue dalle altre. Eppure tutte hanno gli attributi femminili. Lo stereotipo delle riviste alla fine stanca.
E’ ovvio che il “il bello in se” è chimerico ed è definito in funzione di chi lo esprime. Ecco perchè è bello ciò che piace.
Però la bellezza, in fotografia, è prerogativa del soggetto fotografato. Un fiore, una donna, un paesaggio. Quindi in questo caso il contributo del fotografo è quasi solo tecnico. Il significato, invece, ce lo mette il fotografo, col taglio, con la scelta della luce e della tecnica impiegata per far risaltare quello che vuole comunicare. Nell’immagine non cerchiamo la bellezza, ma il contenuto, la comunicazione, l’interpretazione del fotografo. Il bello dipende dall’educazione estetica ricevuta dai media o dalla cultura acquisita in anni di studio. Se un’opera è ritenuta bella dalla massa non vuol dire che sia un capolavoro. La massa giudica in base a quel poco che conosce della bellezza. Per i più “una donna baffuta è sempre piaciuta”. Invece un quadro di Raffaello o di Caravaggio è compreso, nella sua complessità, solo da pochi esperti. Quindi è vero che “è bello ciò che piace”. Ma è arte ciò che è più complesso e comunicativo del solo bello. Quindi non dobbiamo cercare il bello, ma la comunicazione, il significato, l’emozione. Poi è anche vero che ciascuno capisce di un’opera quello “che può capirci” in base al suo gusto estetico ed alla sua cultura.
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