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fotograficamente.
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Marzo 12, 2014 alle 7:46 pm #1797816
GianMauro
PartecipantePer cominciare l’avventura di commentatore ufficiale ho scelto una foto particolarmente interessante di fotograficamente. Una foto onestamente come tante altre del suo genere e in totale stile reportagistico, uno stile spesso purtroppo abusato e convenzionale in cui onestamente è anche difficile proporre sempre qualcosa di nuovo. Del resto anche solo pensare di emulare i vari Salgado, McCurry o Pellegrin (tanto per citare un italiano della Magnum) risulta un impresa più che ardua. Ed è proprio guardando questa foto che ho pensato alla Magnum Photo. Una delle cose più belle del reportage è legato al viaggio, lo stesso Bresson incitava molto i soci giovani della Magnum a viaggiare e a testimoniare con le loro foto le storie degli uomini in tutti continenti.
Così troviamo scritto su un comunicato stampa della Magnum Photo:
“Presenti su tutti fronti, su tutti i continenti, i loro sguardi si dirigono sugli episodi salienti della nostra epoca, dai conflitti alle rivoluzioni, senza tralasciare gli aspetti della vita quotidiana e le personalità del mondo artistico. Le loro produzioni, ampiamente diffuse dalla stampa internazionale, assumono valore di icone, frammenti della nostra memoria collettiva”.
Io credo siano parole bellissime per chi come me e come Voi ama la fotografia.
A fotograficamente va il sicuramente il merito di essere riuscito a cogliere l’essenza di questa bella modella sorridente. I colori caldi avvolgono un’immagine delicata e pulita, un fotogramma diviso da due colori affini quasi un tono su tono. Peccato che non guardi in “macchina” mi sarebbe piaciuta di più. Fotograficamente attraverso il titolo sembra fare un omaggio alla cultura e all’identità della modella, scrive “al popolo himba” si ha qusi l’impressione che questa foto voglia testimoniare un grazie decidendo di donargli semplicemente questa foto. Sarebbe bello che il nostro autore completasse questa testimonianza magari raccontandoci qualche particolare del viaggio.
Grazie
Marzo 12, 2014 alle 10:32 pm #1797840Claudio
PartecipanteUn bel ritratto che è esempio e testimonianza di un modo di intendere la fotografia: Claudio (fotograficamente) ci ha abituato ormai da tempo, coi suoi reportage, a conoscere e apprezzare realtà esotiche, situazioni curiose, uomini del mondo che vivono quotidianità assai diverse dalle nostre, eppure nella loro essenza uguali. La forza di foto di questo genere, pure ben composte come la presente, è il contenuto: la descrizione di un’ambiente, di un’azione, di un abito, di un rituale. Non di rado si tratta di semplici ritratti in cui possiamo scorgere quelle espressioni che sono universali, però contestualizzate in un ambiente particolare. E’ il caso di questa foto in cui, ad esempio, si può leggere nel mancato sguardo in camera di cui si dispiace Gian Mauro, un semplice moto di interesse sollecitato da un evento circostante oppure vi si può indovinare una sorta di soggezione verso la fotocamera e l’essere fotografata o, meglio, puntata da quel tubo che si allunga (perché poi chissà se la ragazza sa come funziona una macchina fotografica?!). Una bellezza esotica, dolce e delicata: delicata come i suoi lineamenti e quella pelle che pare non aver bisogno né di fondotinta né di Photoshop. Uno scatto esotico in cui il colore e la (per noi insulsa) acconciatura e gli oggetti di cui s’adorna rendono la foto insieme interessante e curiosa.
Aprile 4, 2014 alle 6:07 am #1800242fotograficamente
PartecipanteTorno a scusarmi per il ritardo nel rispondere.
Questo in Namibia nel 2011 è stato un vero viaggio fotografico,parte tra gli animali ad etosha Park,parte tra gli Herero e gli Himba,parte nel meraviglioso deserto del Namib.
Gli Himba si cospargono il corpo con una polvere di di una pietra rossa,la stessa con cui trattano le acconciature.
Sono un popolo molto bello fisicamente e vivono in capanne di terra.
Si può stare con loro,al loro villaggio, circa 1 ora., fortunatamente la mattina presto,lo dico per la luce.
Non ho scattato molto nonostante loro lo consentissero ed ero anche un po’ imbarazzato.
Il soggetto del ritratto dimostrava anch’esso timidezza, sarà per quello che ha girato gli occhi dalla parte opposta.
La cosa però a me non dispiace, perché il risalto delle orbite di quel bianco,non lo avrei preso con lo sguardo di lei verso la fotocamera.
Sarei invece bugiardo se dicessi che questo titolo che è risultato casualmente appropriato, era pensato nella forma di dono.
In realtà lo scatto era parte di una specie di portfolio (di cui mi manca una apposita sezione) di tre scatti, dal titolo che
componeva un frase scritta un pezzo sotto ogni foto, che diceva:da etoscha park-al popolo Himba-al deserto del Namib,
Quando pubblico più di una foto insieme spesso sono legate anche nel titolo.
Lasciatemi di dire che l’attenzione ai miei scatti da parte di persone competenti, è per me un grande piacere e non esitate a bacchettarmi
quando sbaglio,
Credo che non dire a uno di cui guardi il suo scatto ,che c’è qualcosa che non ti convince,non lo aiuti a crescere.
Un salutone e ancora grazie -
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