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Gennaio 1, 2011 alle 12:11 am #1621750acrobatPartecipante
Un mattino a Padova, era freddo da gelar le mani, all’orto botanico, ma non cedevo.. “Oh, la serra tropicale! Entriamo!…” Il Distagon accecato, la mia vista annebbiata, la differenza di temperatura e l’alto tasso d’umidità mi scuotono fra le meraviglie della natura, i colori vibranti e i verdi avvolgenti in un entità profumata che quasi commuove… [IMG]/public/imgsforum/2010/12/Ortus_6840_DP.JPG[/IMG] Il filtro di protezione era come ghiacciato dai vapori, ma, è necessario fotografare comunque. [dan] edit: preciso il C.Zeiss Distagon 18mm f4 PP lievissima, i colori sono quelli, gli effetti cromatici sul controluce sono tali e quali…
Gennaio 3, 2011 alle 9:00 pm #1621991acrobatPartecipante[IMG]/public/imgsforum/2011/1/Tr45_7499_DP.JPG[/IMG] Ancora un ‘caso’ ieri a colazione..
Gennaio 11, 2011 alle 2:38 pm #1623798acrobatPartecipante“torna a casa..” [IMG]/public/imgsforum/2011/1/7624_Torna_a_casa…JPG[/IMG] ..dopo il sei gennaio le gioie di alcuni, e il terrore dei giocattoli. La sera stessa vicino casa, uno identico a questo ancora quello sguardo, ma era già buio…
Gennaio 11, 2011 alle 3:17 pm #1623810FrancoPartecipantetrovo la prima foto molto interessante e bella, a volte capita che un soggetto astratto riesca a trasmettere un’inspiegabile sensazione, quasi come se da quell’immagine di cui la ragione non riesce a comprendere le fattezze, i ricordi volino altrove .. Poi sorgono i pensieri, i bagliori della luce espressa in modo lungimirante, direi quasi sublime con tutta la sua potenza, il suo spretto, e le foglie al buio in attesa. Come spesso avviene, avrei preferito un diverso taglio, a destra per togliere le parti nitide (soprattutto l’angolino sotto che distoglie l’attenzione). bella anche la seconda immagine, decisamente astratta, un pò meno l’ultima per via dell’inquadratura dall’alto, centrale, cruda, fredda, troppo immediata, forse era preferibile un taglio dove i cassonetti avrebbero avuto avuto un ruolo importante, magari abbassando la prospettiva inquadrandone uno nell’angolino in alto a sinistra, ponendo il giocattolo nell’angolino in basso a ds, a condurre e tagliare con la diagonale del marciapiede come hai giustamente fatto nella foto, per obbligare lo sguardo alla fine del percorso sul giocattolo, evocare sensazioni nette… ciao (o)
Gennaio 12, 2011 alle 4:33 am #1624011acrobatPartecipanteGrazie di esserti soffermato con queste interessanti considerazioni… Effettivamente quell’angolo nitido lo avevo notato, e che andare ancora a sinistra nella tenebra avrebbe posto le aree luminose troppo a ridosso del bordo, e poi non sono ancora preso abbastanza dalla PP, e i tagli in particolare li trovo ancora espedienti artificiosi.. [scu] Nella seconda, con un tubo di prolunga ho voluto isolare dallo sfondo quella coincidenza dei due punti luce, di un Box Tengor Zeiss ikon. Riguardo la terza immagine, paradossalmente le parole da te usate per indicarmi le linee del tuo minor gradimento, un pò meno l’ultima per via dell’inquadratura dall’alto, centrale, cruda, fredda, troppo immediata sintetizzano esattamente la ragione e di conseguenza la volontà di proporla così! Infatti, ho voluto intenderla come una sorta di ‘fermo immagine’ di ‘un’incontro’, il giocattolo, intatto e abbandonato sembra in attesa di un perchè… Doveva bucare l’immagine! Gli ero passato accanto superandolo, ma ripensandoci poco dopo son dovuto tornare indietro necessariamente! Ciao! 😉
Gennaio 16, 2011 alle 5:59 am #1624832FrancoPartecipanteLa terza foto ha un realismo maggiore rispetto le altre, descrive un giocattolo dismesso abbandonato vicino ad un cassonetto gli occhi dello spettatore cadono fissi sul giocattolo e da lì non si muovono. Perché? perché il soggetto è centrale e tutt’attorno non ci sono elementi interessanti . la foto è priva di un percorso e l’attenzione cade al centro, sul giocattolo, per questo la foto può risultare cruda, fredda, troppo immediata. si esaurisce rapidamente, senza lasciare segni nell’animo di chi guarda .. è cruda perchè non comunica, è fredda in tutto il suo realismo…. è esattamente come l’hai descritta tu, un fermo immagine, un incontro però nelle nostre città siamo abituati ad incontri di questo tipo, se non ci colpiscono, tiriamo dritti . Si poteva abbassare l’angolo di ripresa (anche a 50-100cm da terra) per astrarre la prospettiva e togliere allo spettatore la visione “umana”: il giocattolo avrebbe assunto l’identità non di oggetto (dall’alto vedo un giocattolo a terra) ma di soggetto (il giocattolo guarda me), le differenze sono sottili, ma tangibili. Si poteva cercare una diversa struttura nella composizione, utilizzando le regole dei terzi, creando un percorso, magari sfruttando la diagonale del marciapiede . magari un percorso che partiva dal cassonetto (che avrebbe assunto il ruolo di soggetto principale) e terminava sul giocattolo, relegato in un angolino dell’immagine, in basso a sinistra Comunque, a volte capita anche a me di riprendere il soggetto in tutto il suo realismo, nel reportage a volte si “sente” lo scatto e si preme il tasto senza curare gli elementi della scena, senza provare la necessità di descrivere, narrare, ma semplicemente fornire una testimonianza; E anche dopo, riguardando la foto, anche se ricca di errori, anche se avrei potuto farla meglio, ritornando indietro la rifarei…… per me ha un significato, magari lo vedo solo io, ma per me è sufficiente. la fotografia è anche questo, non dev’essere necessariamente un esempio di comunicazione, può essere semplicemente la testimonianza di un “incontro”, per usare le tue parole .. ciao [lo] [lo]
Gennaio 16, 2011 alle 11:43 pm #1624961LOOSEPartecipanteLa prima mi piace, ma si vedono in sfondo le achitetture delle vetrate e distolgono dall’aria verde che si repirava con piacere. La seconda è uno scatto che non riesco a decifrare, è astratto ma nel suo indefinito con ti astrae dalle percezioni guidandoti in un percorso. La terza è quella che apprezzo di più, l’abbandono in se è sempre triste, e se fossero i giocattoli a piangere per l’abbandono subito?
Gennaio 18, 2011 alle 4:25 am #1625284acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: La terza foto ha un realismo maggiore rispetto le altre, descrive un giocattolo dismesso abbandonato vicino ad un cassonetto gli occhi dello spettatore cadono fissi sul giocattolo e da lì non si muovono. Perché? perché il soggetto è centrale e tutt’attorno non ci sono elementi interessanti . la foto è priva di un percorso e l’attenzione cade al centro, sul giocattolo, per questo la foto può risultare cruda, fredda, troppo immediata. si esaurisce rapidamente, senza lasciare segni nell’animo di chi guarda .. è cruda perchè non comunica, è fredda in tutto il suo realismo…. è esattamente come l’hai descritta tu, un fermo immagine, un incontro però nelle nostre città siamo abituati ad incontri di questo tipo, se non ci colpiscono, tiriamo dritti . Si poteva abbassare l’angolo di ripresa (anche a 50-100cm da terra) per astrarre la prospettiva e togliere allo spettatore la visione “umana”: il giocattolo avrebbe assunto l’identità non di oggetto (dall’alto vedo un giocattolo a terra) ma di soggetto (il giocattolo guarda me), le differenze sono sottili, ma tangibili. Si poteva cercare una diversa struttura nella composizione, utilizzando le regole dei terzi, creando un percorso, magari sfruttando la diagonale del marciapiede . magari un percorso che partiva dal cassonetto (che avrebbe assunto il ruolo di soggetto principale) e terminava sul giocattolo, relegato in un angolino dell’immagine, in basso a sinistra Comunque, a volte capita anche a me di riprendere il soggetto in tutto il suo realismo, nel reportage a volte si “sente” lo scatto e si preme il tasto senza curare gli elementi della scena, senza provare la necessità di descrivere, narrare, ma semplicemente fornire una testimonianza; E anche dopo, riguardando la foto, anche se ricca di errori, anche se avrei potuto farla meglio, ritornando indietro la rifarei…… per me ha un significato, magari lo vedo solo io, ma per me è sufficiente. la fotografia è anche questo, non dev’essere necessariamente un esempio di comunicazione, può essere semplicemente la testimonianza di un “incontro”, per usare le tue parole .. ciao [lo] [lo]
[leg] 🙂 .. […]anche se avrei potuto farla meglio, ritornando indietro la rifarei…… sarà quel genere di fotografia oggettiva, fatta di carne, quella del corpo, lo stesso che a volte stenta a ricomoscere il mondo, che ci trascina con se nel soggetto e in qualche modo ci scuote, l’istinto prevale sulla ‘cultura’? ..la lettura formale e l’esercizio del comporre è latente non necessita di raziocino, si dispone da se per quel tanto che è necessario a colmare l’ansiosa necessità di ‘catturare’! ..come un gatto che scruta fra le piante rapito da un segno … 😉
Gennaio 18, 2011 alle 5:00 am #1625291acrobatPartecipante[IMG]/public/imgsforum/2011/1/Rm_9753_DP.JPG[/IMG] Tessar – messa a fuoco con il corpo… [lo]
Gennaio 19, 2011 alle 8:56 pm #1625650acrobatPartecipante[IMG]/public/imgsforum/2011/1/StBa_2903DP.JPG[/IMG]
Gennaio 20, 2011 alle 4:53 am #1625742FrancoPartecipanteveramente bella la MaF selettiva del Tessar che rende meraviglioso l’istante catturato, dove tutto è “riflesso”, parvenza di reale, tranne lo sguardo, perfettamente a fuoco, ovviamente….. bello il riflesso (flare? oggetto sfocato?) che incrocia lo sguardo del gatto, presumo sia tanto “casuale” (indeterminato) quanto lo sguardo del gatto “necessario”, determinato
Originariamente inviato da acrobat: [leg] 🙂 .. […]anche se avrei potuto farla meglio, ritornando indietro la rifarei…… sarà quel genere di fotografia oggettiva, fatta di carne, quella del corpo, lo stesso che a volte stenta a ricomoscere il mondo, che ci trascina con se nel soggetto e in qualche modo ci scuote, l’istinto prevale sulla ‘cultura’? ..la lettura formale e l’esercizio del comporre è latente non necessita di raziocino, si dispone da se per quel tanto che è necessario a colmare l’ansiosa necessità di ‘catturare’! ..come un gatto che scruta fra le piante rapito da un segno … 😉
….. è proprio vero quello che scrivi…… il discorso è molto ampio e in passato avevamo accennato l’argomento, mi limito ad un’osservazione in tema col topic: Nelle nostre fotografie sono presenti sia la necessità che il caso…… diversamente vorrebbe dire che il medium espressivo si limita a seguire regole preconcette, oppure del tutto casuali. Detto in altre parole, l’approcio all’immagine ha un margine di libertà d’azione (che genera il caso), piu’ questo margine è ampio, piu’ diamo spazio all’estro creativo, espressivo, che crea regole ex tempora, valide per l’istante (fotografico) vissuto…… il bello di questa cosa è che la fotografia così vissuta procura molta soddisfazione al fotografo….. un pò come cucinare un piatto inventando una ricetta, piuttosto che servire a tavola un cibo preconfezionato/precotto… 😉
Gennaio 20, 2011 alle 7:27 pm #1625846acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da LOOSE: La prima mi piace, ma si vedono in sfondo le achitetture delle vetrate e distolgono dall’aria verde che si repirava con piacere. La seconda è uno scatto che non riesco a decifrare, è astratto ma nel suo indefinito con ti astrae dalle percezioni guidandoti in un percorso. La terza è quella che apprezzo di più, l’abbandono in se è sempre triste, e se fossero i giocattoli a piangere per l’abbandono subito?
Grazie del passaggio Loose, Ho tentato di decifrare il tuo secondo periodo.. Ma, una cosa che ‘non capisco’, che sta diventando un invasivo e sterile clichè… e non mi rivolgo a te in particolare ma all’attenzione generale… Sto ‘percorso guidato’ cos’è davvero per voi! [leg] ..ci credete davvero? 🙂 Ps: la foto della serra non è frutto di ricerca e studio formale(come del resto tutto ciò che posto in questo spazio..), ma espressione, fra l’istintivo e urgenza di riportare… E poi la bellezza e il fascino di una serra, sta in non minima parte anche nella struttura stessa, e nello specifico, in quel momento la sua presenza non mi ha minimamente interessato anche perchè di difficile percezione in quel controluce straripante… 😉
Gennaio 22, 2011 alle 1:39 am #1626078acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: ….. è proprio vero quello che scrivi…… il discorso è molto ampio e in passato avevamo accennato l’argomento, mi limito ad un’osservazione in tema col topic: Nelle nostre fotografie sono presenti sia la necessità che il caso…… diversamente vorrebbe dire che il medium espressivo si limita a seguire regole preconcette, oppure del tutto casuali. Detto in altre parole, l’approcio all’immagine ha un margine di libertà d’azione (che genera il caso), piu’ questo margine è ampio, piu’ diamo spazio all’estro creativo, espressivo, che crea regole ex tempora, valide per l’istante (fotografico) vissuto…… il bello di questa cosa è che la fotografia così vissuta procura molta soddisfazione al fotografo….. un pò come cucinare un piatto inventando una ricetta, piuttosto che servire a tavola un cibo preconfezionato/precotto… 😉
Con il Tessar45 ho fatto altri ritratti ad Oscar, nei cui occhi si riflette la lampada, intorno alla quale volteggiava un essere a me invisibile… [..]il bello di questa cosa è che la fotografia così vissuta procura molta soddisfazione al fotografo….. un pò come cucinare un piatto inventando una ricetta, piuttosto che servire a tavola un cibo preconfezionato/precotto… 🙂 ..un bell’accostamento, sempre un nutrirsi fra bisogno e piacere… [lo]
Febbraio 2, 2011 alle 3:39 am #1628190acrobatPartecipanteRoma, ‘manifestazione di potere’ – per scherzo del destino coincidono, ma, dalla ‘Salita del Grillo’ … [IMG]/public/imgsforum/2011/2/RM_8728_SalitaDelGrillo_DP.JPG[/IMG]
Marzo 19, 2011 alle 3:08 am #1636595acrobatPartecipanteEpistola accorata [IMG]/public/imgsforum/2011/3/9987_messaggio_b.JPG[/IMG]
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