Le PowerShot serie G sono le compatte più avanzate prodotte da Canon. Consentono di lavorare in RAW, di montare flash esterni, filtri e i comandi sono quasi comodi (in relazione alle reflex). La G15 è l’ultima nata ed è l’affinamento delle progenitrici, ma per ragioni commerciali non è più dotata del display girevole presente sulla precedenti G12 e G11. Riguardo alla qualità, la lotta (in casa Canon) si svolge fra la serie G e la serie S (attualmente in catalogo c’è S110), che è sempre un modello avanzato ma molto più tascabile, con uno zoom più corto e senza la possibilità di collegare flash standard o filtri. Molte volte la serie S è preferita perché l’obiettivo sarebbe migliore, cosa che non posso ne confermare ne smentire perché non ho mai fatto confronti. Se invece cerchiamo la massima qualità ottenibile con una compatta Canon, bisogna rivolgersi alla “PowerShot G1 X”, che è un ramo collaterale della serie G e la cui caratteristica principale è quella di avere un sensore grande quasi come quello delle reflex. Questa caratteristica si ripercuote sullo zoom (che risulta più corto rispetto alle G15 e G12), ma che mette meno in risalto i difetti delle lenti dell’obiettivo ed assicura una migliore ricezione della luce generando immagini più pulite rispetto alle macchine con sensore più piccolo. Questa macchina è anche il motivo per cui la G15 ha perso il display girevole.