- Questo topic ha 31 risposte, 15 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 11 anni fa da mighee.
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Settembre 11, 2013 alle 12:36 am #1777962reddoPartecipante
Ciao a tutti.Domenica ho visitato la mostra di Gardin a Milano e, vedendo le sue foto, mi è venuta voglia di provare a scattare con la pellicola.Ho iniziato a fotografare nel 2009 in digitale e questo sarebbe il primo tentativo.Per cui ho veramente bisogno dei vostri consigli. Cercherei il solo corpo macchina di una reflex a pellicola, non troppo vecchia (anni ’90 andrebbe bene), con la Maf automatica e che abbia la priorità di diaframma.Il massimo che posso spendere sono 150 euro.Ho provato a leggere un po’ di post in questa sezione ma …sono andato un po’ in confusione. Aspetto i vostri consigli e vi ringrazio anticipatamente!!
Settembre 11, 2013 alle 3:25 am #1777981AnonimoOspiteAnche a me venne voglia di analogico, così nel tempo ho affiancato alla digitale alcune reflex analogiche fra cui anche una canon eos 5; con le analogiche sei costretto a ragionare di più sullo scatto che stai per effettuare e questo a tutto vantaggio di una maggiore esperienza e soddisfazione, per cui di tanto in tanto consumo alcuni rullini a rotazione sulle mie tre analogiche di differenti marche con diverse e soddisfacentissime caratteristiche allo sviluppo e stampa. Al prezzo che dici di voler spendere trovi nell’usato, come solo corpo, il meglio che ci possa essere…ti consiglio questa esperienza. Dimenticavo…sul nostro sito, ho potuto scaricare le istruzioni complete in italiano della eos 5, così eventualmente puoi renderti conto bene della scelta prima dell’eventuale acquisto. [lo]
Settembre 11, 2013 alle 1:13 pm #1778008CivicFanPartecipanteAnche io mi sono fatto prendere dalla magia della pellicola (io che mi sono innamorato della fotografia con il digitale). Però ho operato una scelta differente: Canon FD, Sviluppo e stampa in casa. Sono ancora alle primissime armi, ma la gratificazione di fare tutto il percorso dalla foto alla stampa è impareggiabile. Ah chiaramente solo Bianco e Nero 😉
Settembre 11, 2013 alle 2:51 pm #1778021valeriobryPartecipanteSe cerchi su siti inglesi trovi ottime occasioni a prezzi più bassi che in Italia. Per meno di 50 (spese sped. incluse) ho trovato una 50e, piuttosto leggera. Per 160 (spese sped. incl.)addirittura la EOS3, macchina splendida, una quasi ammiraglia dell’analogico, su cui monti tutti gli obiettivi EF che vuoi, con tutti i loro automatismi. Massiccia ed ergonomica, è tra le migliori che puoi trovare.
Settembre 11, 2013 alle 3:25 pm #1778026AnonimoOspiteOriginariamente inviato da reddo: Ciao a tutti.Domenica ho visitato la mostra di Gardin a Milano e, vedendo le sue foto, mi è venuta voglia di provare a scattare con la pellicola.Ho iniziato a fotografare nel 2009 in digitale e questo sarebbe il primo tentativo.Per cui ho veramente bisogno dei vostri consigli. Cercherei il solo corpo macchina di una reflex a pellicola, non troppo vecchia (anni ’90 andrebbe bene), con la Maf automatica e che abbia la priorità di diaframma.Il massimo che posso spendere sono 150 euro.Ho provato a leggere un po’ di post in questa sezione ma …sono andato un po’ in confusione. Aspetto i vostri consigli e vi ringrazio anticipatamente!!
benvenuto nel meraviglioso mondo della pellicola, attenzione, stai entrando in un vortice senza fine :). Cerco di essere esauriente nele risposte. Se vuoi una macchina recente, quanto indicato da Valerio è il massimo che puoi acquistare(lasciando stare la 1V che è senza dubbio fuori budget), la EOS 3 è senza dubbio quello che fa per te, AF velocissimo, esposimetro preciso, vari sistemi di lettura esposimetrica(spot, media pesata al centro, valutativa, parziale) Eye control, doppie o triple o quadruple esposizioni(c’è il tasto dedicato) possibilità di montare tutte le ottiche EF(quindi anche i vari L).E’ il corrispettivo analogico della 5D. Tuttavia il prezzo di mercato non è quello indicato da Valerio, il prezzo giusto è sui 250 solo corpo in ottime condizioni(B+) con accessori(esempio Battery grip) si vende tranquillamente sui 350. Diffiderei di prezzi troppo bassi su siti online, la macchina è zeppa di elettronica, come tutte le EOS del resto, quindi sarebbe d’uopo una prova prima dell’acquisto, visto che se si rompe un aggeggio elettronico son dolori. Se invece decidi che il prezzo è troppo,evita le EOS più economiche, patacche da 50 per intenderci, sono poco affidabili, plasticose e si rompono solo a guardarle, passa direttamente al sistema Fd. Le lenti sono tutte manual focus, ma hanno il vantaggio della compattezza, leggerezza, sono di ottima qualità e le trovi a prezzi irrisori.La priorità di diaframmi ti assicuro con un analogica è del tutto superflua, inoltre lavorare in M ti farà da scuola anche per esporre in digitale. Per qualsiasi info circa il sistema Fd, oltre all’ottimo Gloster puoi contattarmi via mail. Mia personale opinione, conta che di canon analogiche ne ho giusto qualcuna(F1new, At-1, FTb, Eos 3) Ciao! P.S. Ti ho mandato un MP
Settembre 11, 2013 alle 3:46 pm #1778030barbara_74PartecipanteCiao! In questi ultimi mesi sono stata colta come te da questo “prurito” verso l’analogico, così ho tirato fuori la mia vecchia nikon “a rullino” e ho ritrovato la voglia di fare foto.. E’ stato quasi come riscoprire un mondo nuovo, a partire dal rumore che fa la macchina quando premi il pulsante di scatto, all’emozione di non sapere come è venuto lo scatto fino a quando non le vedrai sviluppate.. e con gioia e attesa le guarderai una ad una e proverai tutti i tipi di emozione.. a partire dallo scatto andato male a quello invece riuscito. Insomma, è difficile da spiegare ma è come aver riacquistato il giusto senso delle emozioni.. Non mi sentirete mai parlare male del digitale, ma ovviamente il fatto di poter controllare lo scatto, accorgersi che non è riuscito e riprovarlo 200 volte fino a quando non raggiungi il risultato, puo’ essere certamente un buon banco di prova e studio, ma dal lato emozionale porta un po’ di appiattimento.. Vabbè non mi dilungo.. L’unico problema che ho riscontrato (ma probabilmente è un limite mio) è lo sviluppo.. faccio fatica a trovare chi mi sviluppa le foto in modo decente.. non parliamo dei rullini in bn, mi sono ritrovata con delle foto rosa.. ma forse dovrei imparare a sviluppare da me.. ma per questo passo non mi sento ancora pronta.. sto iniziando ora a rivivere la fotografia analogica e voglio fare un passo alla volta.. Chiedo scusa per l’ot ma leggendo questo post mi è venuta voglia di scrivere 🙂
Settembre 11, 2013 alle 3:56 pm #1778031albo49PartecipanteSe hai voglia di giocare al piccolo chimico fai pure, sarà un’esperienza interessante. L’analogico ha senso se ti attrezzerai anche per lo sviluppo e la stampa, pratiche che dovrai fare con metodo ed estrema cura. In ogni caso è sempre il risultato finale quello che conta indipendentemente dalla tecnica utilizzata, una brutta foto non diventa bella perchè fatta con procedimenti e strumenti vintage o con vetri tedeschi, russi, coreani, giapponesi ecc.. Ciao
Settembre 11, 2013 alle 4:14 pm #1778033corsa46PartecipanteOriginariamente inviato da Albo49: Se hai voglia di giocare al piccolo chimico fai pure, sarà un’esperienza interessante. L’analogico ha senso se ti attrezzerai anche per lo sviluppo e la stampa, pratiche che dovrai fare con metodo ed estrema cura. In ogni caso è sempre il risultato finale quello che conta indipendentemente dalla tecnica utilizzata, una brutta foto non diventa bella perchè fatta con procedimenti e strumenti vintage o con vetri tedeschi, russi, coreani, giapponesi ecc.. Ciao
… questa è musica per le mie orecchie!!! Albo posso mettere questa tua frase nella mia firma??? scusate l’ OT [scu]
Settembre 11, 2013 alle 4:46 pm #1778036treemmePartecipanteIl pellegrino medioevale arrivava a Roma, Gerusalemme o Santiago de Compostela dopo un cammino la cui importanza non era inferiore a quella della meta raggiunta. L’alpinista ottocentesco era prima di tutto un voyageur”. Raggiungeva sì la vetta, ma dopo un itinerario, spesso periglioso, che lo aveva portato a conoscere e capire territori, genti, usi e culture. L’uomo contemporaneo non viaggia. Si sposta e tra il punto di partenza e la meta esiste solo il vuoto. Quello che conta è il risultato finale, l’arrivo, la conclusione.” cito Michele Vacchiano in quanto trovo estremamente intrigante e verosimile come riesce a raccontare quello che provo io da quando ho scelto di usare la pellicola a casa non conservo quintali di foto patinate, anzi sono poche e mediamente malconce rispetto agli standard di oggi, ma ne vado fiero oltre a questo, sono un convinto sostenitore dello spirito di ricerca che dovrebbe animare tutti coloro che vogliono fare della fotografia una passione profonda e stimolante (e gratificante) chi ha aperto il 3d ci dice essenzialmente che andare ad una mostra di “vecchie” fotografie l’ha fatto incuriosire nei confronti di un mondo che non conosce e che vorrebbe provare togliendo la mano del maestro gardin, cosa ci sara’ di tanto bello in quelle foto dove non c’è mai uno sfocato da super luminoso, dove la grana è presente a quintali e dove le nuvole sono bruciate… visto che si cita gardin, perche’ fare la “prova” con una macchina non tanto diversa da una che si usa gia (qualla digitale) e piuttosto che provare una macchina un po’ piu’ vecchia sul mercato dell usato c’è ne sono moltissime e, a parte canon che di veramente buono ha fatto solo la F1, si trovano altre mille soluzioni come le olympus serie OM, le pentex K(1000), le varie nikon FM/FE, la yaschica FX, ecc… cmq sia buone sperimentazioni [lo]
Settembre 11, 2013 alle 6:05 pm #1778040albo49PartecipanteOriginariamente inviato da treemme: “Il pellegrino medioevale arrivava a Roma, Gerusalemme o Santiago de Compostela dopo un cammino la cui importanza non era inferiore a quella della meta raggiunta. L’alpinista ottocentesco era prima di tutto un “voyageur”. Raggiungeva sì la vetta, ma dopo un itinerario, spesso periglioso, che lo aveva portato a conoscere e capire territori, genti, usi e culture. L’uomo contemporaneo non viaggia. Si sposta e tra il punto di partenza e la meta esiste solo il vuoto. Quello che conta è il risultato finale, l’arrivo, la conclusione.” cito Michele Vacchiano in quanto trovo estremamente intrigante e verosimile come riesce a raccontare quello che provo io da quando ho scelto di usare la pellicola a casa non conservo quintali di foto patinate, anzi sono poche e mediamente malconce rispetto agli standard di oggi, ma ne vado fiero oltre a questo, sono un convinto sostenitore dello spirito di ricerca che dovrebbe animare tutti coloro che vogliono fare della fotografia una passione profonda e stimolante (e gratificante) chi ha aperto il 3d ci dice essenzialmente che andare ad una mostra di “vecchie” fotografie l’ha fatto incuriosire nei confronti di un mondo che non conosce e che vorrebbe provare togliendo la mano del maestro gardin, cosa ci sara’ di tanto bello in quelle foto dove non c’è mai uno sfocato da super luminoso, dove la grana è presente a quintali e dove le nuvole sono bruciate… visto che si cita gardin, perche’ fare la “prova” con una macchina non tanto diversa da una che si usa gia (qualla digitale) e piuttosto che provare una macchina un po’ piu’ vecchia sul mercato dell usato c’è ne sono moltissime e, a parte canon che di veramente buono ha fatto solo la F1, si trovano altre mille soluzioni come le olympus serie OM, le pentex K(1000), le varie nikon FM/FE, la yaschica FX, ecc… cmq sia buone sperimentazioni [lo]
Appunto Matteo, peregrinare. Molte azioni hanno come obiettivo il risultato finale, raggiungere una vetta diventa lo scopo. Se scegli una strada lunga e tortuosa rischi di perderti e spesso non raggiungi l’obiettivo. In fotografia sono poche le regole da applicare per produrre immagini di qualità, sostanzialmente: tecnica sviluppo e estro. Quando mi soffermo sulle immagini dei cultori dell’analogico noto che si tende a dare risalto al tipo di pellicola, al trattamento e al mezzo utilizzato e spesso si giustifica la scarsa qualità dell’immagine adducendo problemi avuti durante lo sviluppo e la stampa e, cosa peggiore, lo si comprende. Perchè ? Perchè fare bene in prorio lo sviluppo e la stampa è molto difficile, tanto più oggi con una limitata scelta di prodotti specifici. Non ultimo il fatto che, per diffondere il prodotto del tuo lavoro, metti la pellicola dentro uno scanner, la sistemi con un minimo di PP e la pubblichi sul web. Conosco molti ex talebani dell’analogico, dicevano che non avrebbero mai prodotto immagini digitali delle loro pellicole “chi vuole vedere le mie foto deve venire a casa mia” dicevano. Ti lascio intendere come è finita, sono tutte in quegli anonimi social-contenitori digitali che vanno per la maggiore. Ben venga la sperimentazione, la curiosità e la voglia di esplorare diverse metodologie, ma che non porti allo snobismo e alla paranoia. Ciao Matteo è un piacere ritrovarti.
Settembre 11, 2013 alle 7:26 pm #1778056AnonimoOspiteOriginariamente inviato da treemme: “Il pellegrino medioevale arrivava a Roma, Gerusalemme o Santiago de Compostela dopo un cammino la cui importanza non era inferiore a quella della meta raggiunta. L’alpinista ottocentesco era prima di tutto un “voyageur”. Raggiungeva sì la vetta, ma dopo un itinerario, spesso periglioso, che lo aveva portato a conoscere e capire territori, genti, usi e culture. L’uomo contemporaneo non viaggia. Si sposta e tra il punto di partenza e la meta esiste solo il vuoto. Quello che conta è il risultato finale, l’arrivo, la conclusione.” [lo]
Parole sante. La meta è solo un pretesto per mettersi in viaggio. Pensare soltanto alla meta vista come scopo ti fa perdere, o quantomeno non gustare, il piacere di raggiungerla. Credo sia fortemente limitante pensare solo allo scopo in quanto il viaggio, il cammino, il processo che hai utilizzato per raggiungerlo sono altamente gratificanti. Pensiamo all’alpinista e alla sua meta, arrivarci a piedi o in elicottero cambia di molto la gratificazione personale che ne deriva. Eppure potrei essere sulla stessa vetta con l’alpinista, insieme a lui a godermi la cima. Solo lui però potrà apprezzare il valore che ha conquistarla. E’ evidente che il fotografo professionista, cioè colui che vende immagini, debba concentrarsi solo e soltanto sul risultato, anche per giustificare la propria attività, il suo compito è compiacere una platea, pagante o non. Ma per il fotoamatore il discorso cambia. Lui non deve trarre gratificazioni dal plauso della folla, sarebbe fuorviante, la gratificazione è altrove. Il suo cammino è parte integrante del processo creativo, ed è proprio il cammino a regalargli spunti nuovi, conoscenze nuove, sensazioni nuove. Proprio come per il viaggiatore, o l’alpinista… Lavorare con la pellicola portando a compimento la creazione di un’immagine su carta è quanto di più gratificante il fotoamatore possa ottenere, ancor di più del plauso, ancor di più dell’approvazione. E’ inoltre altamente formativo per coloro che vogliono spingersi in profondità. In ultimo, il valore che ha una mia fotografia analogica, pur banale, ma che mi è costata notti insonni, fallimenti, delusioni, prove di esposizione e di contrasto prima di ottenere il risultato desiderato è assolutamente superiore al mio miglior scatto digitale fatto in priorità di tempi o diaframmi e “sviluppato in camera chiara”. Non c’è proprio paragone. E qui la qualità o il risultato non centra nulla, si tratta solo di arricchimento personale derivato da una o dall’altra scelta. Non si cresce con un “bravo”. Si cresce con fatica e sforzi, che sinceramente non appartengono al sistema del “tutto pronto subito o quasi”. E’ evidenet che gli sforzi non debbano andare esclusivamente in direzione della produzione di stampe, ma anche magari nello studio, non della tecnica ma delle arti, della letteratura, del cinema d’autore. La nostra fotografia come diceva qualcuno è fatta di quello che leggiamo, della musica che ascoltiamo, delle esperienze che viviamo.. scusate per la lungaggine dell’intervento, in particolare reddo, per l’off topic.
Settembre 11, 2013 alle 7:46 pm #1778059albo49PartecipanteInfatti Simo, oggi l’alpinista scalatore usa tecnologie sempre più sofisticate per raggiungere la vetta. Non si tratta di andare a piedi o in elicottero, ma di raggiungere la cima. Prova a chedere ad un alpinista se è disposto a rinunciare alla moderna tecnologia per scalare una vetta come facevano cinquanta e più anni fa. Sembra quasi che solo versando sangue si possa comprendere di essere vivi, credo basti molto meno. Reddo, come altri è curioso e vuole sperimentare, potrà andare avanti come potrà fermarsi e questo lo deciderà in base ai risultati che otterrà. Ciao Simo.
Settembre 11, 2013 alle 8:30 pm #1778079ItzerPartecipanteDopo aver passato, ormai diversi anni addietro, innumerevoli notti in una camera oscura di fortuna attrezzata in un bagno di servizio, concordo con Albo quando dice che lanalogico ha senso solo raggiungendo autonomamente il risultato finale. Detto questo, provo ammirazione per chi, in tempi di esasperata tecnologia, prova ancora certi antichi pruriti che ciclicamente attaccano ancora il sottoscritto ma che rapidamente mi faccio passare. Il mio vecchio Lupo (non è un cane) assieme ad una Praktica ancora perfettamente funzionante sono ormai solo dei cimeli, testimoni un po crudeli e nostalgici di un tempo che ormai per me è passato. In bocca al… lupo quindi a chi certe voglie, beato lui, le ha ancora.
Settembre 11, 2013 alle 8:36 pm #1778080marco66PartecipanteNon e’ uguale raggiungere la cima a piedi o in elicottero Io da quando ho iniziato ad andare in bici le 2 ruote hanno perso molta zavorra ora siamo a meno di 7 chili e la differenza la senti ,ma la soddisfazione di arrivare lassu”pedalando e’un’altra cosa e non salirei mai in moto. L’analogico come diceva Albo ha senso se lo fai dall’inizio alla fine ,ma si puo’ scoprirlo anche solo scatto e sviluppo. Le foto che scatto in analogico b/N non sono meglio di quelle digitali (il fotografo rimane scarso) ma partire dalla scelta della luce durante lo scatto ,alla scelta del tempo di sviluppo,per provare ad avere delle stampe che mi appaghino mi da grande piacere. Se provi queste sensazioni ha senso continuare altrimenti forse no. Poi in questo caso forse avere una meta e’ sbagliato esiste solo il sentiero che si percorre a passo lento Comunque credo che anche Albo davanti ad una bella stampa in B/N old style abbia provato belle sensazioni [fis] [ado] [lo]
Settembre 11, 2013 alle 8:52 pm #1778087albo49PartecipanteOriginariamente inviato da marco66: Non e’ uguale raggiungere la cima a piedi o in elicottero Io da quando ho iniziato ad andare in bici le 2 ruote hanno perso molta zavorra ora siamo a meno di 7 chili e la differenza la senti ,ma la soddisfazione di arrivare lassu”pedalando e’un’altra cosa e non salirei mai in moto. L’analogico come diceva Albo ha senso se lo fai dall’inizio alla fine ,ma si puo’ scoprirlo anche solo scatto e sviluppo. Le foto che scatto in analogico b/N non sono meglio di quelle digitali (il fotografo rimane scarso) ma partire dalla scelta della luce durante lo scatto ,alla scelta del tempo di sviluppo,per provare ad avere delle stampe che mi appaghino mi da grande piacere. Se provi queste sensazioni ha senso continuare altrimenti forse no. Poi in questo caso forse avere una meta e’ sbagliato esiste solo il sentiero che si percorre a passo lento Comunque credo che anche Albo davanti ad una bella stampa in B/N old style abbia provato belle sensazioni [fis] [ado] [lo]
Parlare di bici vs elicottero è un estremismo. Una fotografia nasce dal pensiero fino alla sua materializzazione, quello che stà in mezzo è soggettivo, c’è chi lo fa in bici chi in elicottero, non è una corsa a chi arriva prima, ma a chi nel percorso usa i mezzi che ritiene più appropriati e nulla vieta di provarli tutti. Io non mi soffermo sul supporto, guardo il contenuto. A chi può interessare quali strumenti usano o hanno usato gli artisti ? Le loro opere giungono a noi come risultato finale.
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