Originariamente inviato da LOOSE: Che la foto pendi a destra, mi toglie un poco della magia del geometrismo, mi distoglie, e mi getta in faccia il crudo realismo dei vagoni.
Curiosamente l’apparente anarchia astratta è anch’essa soggetta a regole. Forse semplici per chi le riesce a comprendere, ma pur sempre articolate. 😀 😀 Parli giustamente delle regole delle linee e dei cromatismi (Kandinsky le ha codificate in “Punto Linea Superficie” (Adelphi 1968) e nel suo trattato sui colori. Questi due testi sono il riferimento più assoluto per chi fa grafica.
Credo che fotografare, creare in genere l’astrattismo, implichi in primo luogo una fatica di elaborazione dei segnali, una perfetta conoscenza di come linee e cromatismi regolino l’idea percettiva e, quindi, usare queste consapevolezze per donare la visione di qualcosa, di un meccanismo che non sia solo rotelle e bulloni, che non abbia in breve solo la parvenza di qualcosa in grado di muoversi, parlare, mettersi in moto, grattare formaggio, ma che lo faccia davvero, che sia caricato dalla nostra esperienza e dall’attimo colto e voluto.
Vero. L’astrattismo sembra facile e superficiale. Ma non è così. Le sue regole precise fanno la differenza tra un “pasticcio” illeggibile ed un qualcosa di intelligente che stimola la fantasia di chi osserva e gratifica il suo gusto. Quindi arte.
.
