[ilpetauro]

Se sei così fortunato da conoscere uno stampatore che possa stampare da file tiff a 16 bit allora non hai problemi. Ma dato che per la maggior parte dei casi e con tutte le stampanti domestiche non è possibile stampare immagini a 16 bit allora è necessaria un ulteriore pp una volta trasformata l’immagine in jpg, per corregere contrasto, saturazione e quant’altro venga piu o meno perso dalla convessione. Il processo normale secondo me è: – Scatto in raw. – Scarico la raw e modifico le impostazioni iniziali, soprattutto alte luci e profondità delle ombre, lasciando la mitidezza massimo a 3. – Converto in jpg. – Apllico alla jpg il profilo suggeritomi dal mio stampatore o dalla mia stampante. – Modifico la foto in tutti i parametri necessari, nitidezza, rumore, contrasto, luminosità – Salvo il tutto come jpg. – Stampo o faccio stampare. Premesso che come detto il discorso cade se il mio stampatore riesce a stampare immagini a 16 bit. [lo]

[slave1]

La modifica dei parametri va fatta solo sul sul RAW prima della conversione in JPEG, nel tuo metodo oltre ad effettuare 2 salvataggi in JPEG con conseguente perdita di qualità operi le modifiche di nitidezza riduzione rumore su un JPEG ad 8 bit invece che su di un RAW a 14 bit con risultati nettamente inferiori.

[ilpetauro]

ah, pazzissimi amici canoniani 🙂 (Scherzo) Ma secondo te, se do allo stampatore le foto profilate secondo l’icc del mio monitor, lui che ci fa? le guarda e poi?… Il profilo di un monitor ha sempre e dico sempre un gamut inferiore di quello di una qul si voglia stampante di livello semi pro o pro. Ergo: se do a qualcuno una foto con il profilo del mio monito applicato, avro meno colori e meno profondita degli stessi= mi tiro la zappa sui piedi. Il profilo deve essere !sempre! quello della stampante, in modo da rendersi conto di cosa si andrà a stampare, e correggere così anche i colori fuori gamma. Incorregibili canoniani, fate sempre una confusione assurda sui profili… 🙂 🙂 🙂 Scherzo, vi amo tutti! [lo]

[ilpetauro]

Ps: modifico sia in raw sia in ps. Per quanto riguarda la seconda serie di modifiche, sono indispensabili per ottimizzare il file a 8bit, che sarà di sicuro il più utilizzato. Pps: la nitidezza avvolte è meglio modificarla sotto profilo LAB che non in raw.

[slave1]

Il problema del profilo stampante dello stampatore non me lo sono mai posto in quanto stampo in proprio , però ho letto diverse discussioni nel forum stampa fine-art dove si parlava appunto di quale sia la strada migliore per effettuare stampe in laboratorio e la conclusione era appunto di fornire il profilo del monitor allo stampatore stesso.

[ilpetauro]

Vedi, come già detto, il gamuti di un monito è molto, ma mooolto minore, generalmente, di quello di una stampante di livello pro. In pratica, la stampante restituisce (stampa) più colori di quanti un monitor ne possa visualizzare. Ergo, perchè limitare una stampante ad una quantità di colori minori? (quelli che visualizza il tuo schermo) Per questo motivo bisogna applicare alla foto il profilo della stampante, e se possibili applicare quel profilo anche al monitor. Un esempio su tutti, per il lavoro che faccio ho fatto stampare di tutto, dalla stampa tiografica con macchine a quattro stazioni colore ai plotter alle stampanti domestiche, ogni mezzo deve essere conosciuto quando bisogna servirsene. Quando si stampa in CMYK ad esempio il nero è reso dall’inchiostro nero, e non dall’unione di rosso verde e blu, come nella stampa fotografica, ergo, io non posso rendere i neri se non con una percentuale di 100% nero e basta. Sapendo ciò sarà bene adattare il lavoro ad un profilo cmyk con i neri resi solo dal nero. Mica posso dire al tipografo: Tieni, questo file ha il profilo del mio monitor, poi vedi un po’ tu… Minimo mi picchia! 🙂 Spero di essere stato chiaro e di non aver confuso ulteriormente le idee 🙂

[slave1]

Sei stato chiarissimo ne farò tesoro se mai porterò stampe in laboratorio. Per quanto riguarda la stampa casalinga cosa mi dici , io ad esempio ho un monitor Wide Gamut che mi permette di coprire al 100% lo apazio AdobeRGB , ed una stampante fotografica , normalmente io scatto in AdobeRGB sulla macchina , poi con DPP uso lo spazio di lavoro AdobeRGB e per la visualizzazione lo spazio colore ricavato dalla calibrazione del mio monitor e come profilo di stampa “nessuno” in quanto non ho un profilo della stampante o uno spettrometro per poterne creare uno. Quando stampo uso il profilo AdobeRGB inserito nei drivers di stampa e noto che la corrispondenza è molto buona , potrei migliorare ulteriormente con qualche accorgimento ?

[ilpetauro]

Non credo, per le stampanti domestiche, se non si possiede uno spettrofotometro è raro trovare profili esatti, ma considera che anche il laboratorio da cui porto a stampare le mie foto usa generalmente il profilo adobe sRGB. Se trovi una buona corrispondenza tra ciò che vedi e ciò che stampi allora non mi muoverei. Se vuoi avere certezze semi assolute senza spendere per l’acquisto di uno spettrofotometro, compra una scala pantone e stmpa i colori primari e complementari poi confrontali con quelli della scala pantone, fai lo stesso con il monitor e avvicinati il più possibile alla scala pantone. Per esperienza, questo metodo è economico e funziona abbastanza bene. Ricorda poi sempre che anche un buon monitor ha la possibilità di aggiustare il suo wb a seconda della luce presente nell’ambiente in cui lavori. Spero di esserti stato utile [bir]

[slave1]

Grazie vedrò di seguire i tuoi consigli , per quanto riguarda il monitor e la luce ambiente ho cercato di regolarla al meglio seguendo le indicazioni del calibratore in modo da avere il WB e la calibrazione il piu accurata possibile.

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