Diciamo che se lo scopo era la soddisfazione di autocostruirsi un tubo di prolunga e` stato pienamente centrato Se invece era quello di avere un tubo di prolunga funzionale direi che andiamo molto meno bene. Anche se l’autore possiede un tornio, e quindi la planarita` puo` forse essere buona, abbiamo i seguenti problemi. 1) Dalla foto si vedono forti riflessi all’interno del tubo, quindi drastica diminuzione del contrasto. 2) Su un sistema EOS La mancanza dei contatti elettrici per leggere ed azionare il diaframma obbliga prima di uno scatto a: 2.1) Montare l’obiettivo senza tubo di prolunga per poter misurare la luminosita` del soggetto. Ricordiamo che per questa operazione il corpo macchina richiede di sapere il diaframma e questo glielo comunica l’obiettivo tramite i contatti. 2.2) Calcolare il fattore di attenuazione della luminosita` dovuto al tubo. 2.3) Mettere la macchina in modo manuale e fissare tempo e diaframma. 2.4) Premere il pulsante di controllo della profondita` di campo e smontare l’obiettivo continuando a tenere premuto il pulsante altrimenti il diaframma si riapre. Il tutto naturalmente a macchina sempre accesa. 2.5) Montare tubo di prolunga ed obiettivo. 2.6) Inquadrare, mettere a fuoco e scattare. Come si vede la faccenda e` un po` macchinosa ed un buon esposimetro manuale la semplifica e` vero, ma non di molto. 3) Vediamo i costi: Un set di tre tubi di prolunga Kenko(12, 20 e 36mm) costa 180 euro e consente 7 combinazioni di lunghezza (12, 20, 32, 36, 48, 56, 68). Il costo percio` e` di 60 euro a tubo oppure di 25 euro a combinazione. Una coppia di tappi(supponendo nullo il costo del distanziatore) costa solo 12 euro, ma fornisce una sola combinazione di lunghezza. Non si possono mettere in serie piu` tubi perche` la scarsa rigidita` dei tappi causerebbe seri problemi di planarita`.