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Marzo 9, 2013 alle 5:25 am #1756906acrobatPartecipante
..a Julia Margaret Cameron [IMG]public/imgsforum/2013/3/_MG_1270__Cameron_800.jpg[/IMG] ..a quarantotto anni scattò le sue prime fotografie, usando una fotocamera a lastre ricevuta in regalo fece della carbonaia una camera oscura e del pollaio un laboratorio… Ci ha lasciato notevoli ritratti di eminenti vittoriani, allegorie pittoriche e un fuoco indimenticabile! [leg] .. http://www.vam.ac.uk/content/articles/j/julia-margaret-cameron-collection-highlights/
Marzo 9, 2013 alle 6:27 am #1756908FrancoPartecipanteLa storia agli albori della fotografia non annovera tante donne, a dire il vero neppure l’inizio del secolo scorso ha visto molte presenze femminili, bisogna però bisogna rilevare che la qualità degli scatti, forse perchè conditi da una forte sensibilità femminile, è di tutto rispetto. Un bell’omaggio anche alla festa delle donne……. ma Claudio…… non ci parli del libro? 🙂
Aprile 3, 2013 alle 3:50 am #1760113acrobatPartecipante..ciao Franco, non feci caso al tuo… Purtroppo il miserabile panorama editoriale italiano non considera molto la Cameron, a parte Phaidon (ediz. ita) e credo, Fabbri ed. una vecchia pubblicazione periodica, ovviamente in inglese ce ne moltissimi… La foto riguarda le pagine a lei dedicate sul volume della Taschen “Camera Work” di Stieglitz, corposo strumento saturo di immagini fascinose e sorprendenti. Un potente antidoto alla banalità nonchè la volgarità del fotografico imperante! Per il quale dico, a chi non lo avesse ancora considerato, di non porre oltre tempo in mezzo e … … [lo]
Aprile 3, 2013 alle 4:47 am #1760117FrancoPartecipanteHo capito, il volumetto (si fà per dire, quello che perde in altezza, recupera in profondità) della Taschen …. è molto interessante, decisamente di mio gusto, poi è molto economico, come altre pubblicazioni di questo editore, quindi mi accodo al tuo consiglio…. volumetto da non perdere per chi ama la fotografia.
Ottobre 27, 2013 alle 4:24 am #1783837acrobatPartecipanteIl fotografo di Auschwitz Un articolo di Michele Smargiassi: http://www.repubblica.it/cultura/2013/10/26/news/il_fotografo_del_lager_l_uomo_che_document_il_male-69466194/
Gennaio 27, 2014 alle 2:02 pm #1792333acrobatPartecipanteGennaio 27, 2014 alle 7:08 pm #1792361ClaudioPartecipanteGrazie per la condivisione. La nostra società spettacolarizza tutto; e l’orrore di Auschwitz non é immune da questa “ossessione”. E poi vien fuori che il luogo non é all’altezza della sua stessa fama. Molte recensioni di Tripadvisor sono il sintomo di un diffuso modo di percepire la realtà e il viaggio: in cerca di parossismo piuttosto che di riflessione. Un immaginario (ma forse dò alla parola un significato un po’ diverso dal tuo) alla fine mi pare ci sia lo stesso, anche in questi casi; solo che si cosituisce attorno a un paio di film e a una manciata di luoghi comuni. Ancora paralleli… …con la fotografia che deve emozionare, cui molti aspirano e che non pochi vedono come unico fine di uno scatto: da qui al non riconoscere nel campo di Auschwitz visitato l’immagine che quel campo dovrebbe (dovrebbe?!) avere, il passo non é poi cosě lungo. …con la realtà degli schermi LED e OLED e delle immagini “patinate” che molti stanno illudendo… perché, per quanto azoto poi si aggiunga al proprio prato, non la si riesce mica a far crescere quell’erba lě. …coi “Dungeons”: “Scary, historical, educational attractions”. “Educational attractions”, appunto. Per ricordare Auschwitz é cosě tanto necessario andare ad Auschwitz?
Febbraio 3, 2014 alle 3:48 am #1793265acrobatPartecipanteGrazie a te. Si, forse “immaginario” può essere un termine suscettibile di ‘pedanteria’, comunque, alludevo a un immaginario di senso, a cui è impossibile accedere senza cultura…
Il mio primo post della nuova era immaginifica canoniana è dedicato ad un suggerimento di lettura.
..un’intervista a Wim Wenders, l’autore di splendidi film – e un fotografo – nei quali spesso, oltre la letteratura, vi si possono leggere contenuti fotografici latenti o espliciti, come ad esempio in “Palermo Shooting”…http://archivio.feltrinellieditore.it/SchedaTesti?id_testo=2554&id_int=2488
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