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Novembre 10, 2010 alle 12:20 pm #1612067firebladePartecipante
Sotto un certo punto di vista Marco (Emmeti71) ha ragione. Prendiamo l’esempio del fotoamatore medio, per nulla affascinato dall’idea romantica del fotografo di fine 800 che saltava per aria maneggiando il cotone collodio, o s’intossicava respirando i fumi di cianuri. Il digitale è stato una grande rivoluzione. Prima infatti questi appassionati scaricavano rullini a volontà, li portavano “dal fotografo” e poi qualche giorno dopo ritiravano i classici raccoglitori a fogli trasparenti zeppi di foto 10×15. Purtroppo dovevano buttarne via la metà. Oggi invece le infilano dentro il computer. Che questo corrisponda formalmente a buttarle via non c’entra. Resta il fatto che possono rifare la foto ed ottenerla, quando prima l’attimo poteva andar perduto. A livello professionale ipotizzo che il digitale contribuisca notevolmente all’abbattimento dei costi “di produzione”, visti i tempi di magra in cui viviamo la cosa è tutt’altro che deprecabile. Che poi questo corrisponda anche ad un calo generalizzato della qualità è un puro caso. Oggi il fotografo “romantico” che cura la foto nei minimi dettagli morirebbe di fame. Ed ancora. Il digitale ha due pregi enormi: avvicinare alla fotografia tutti coloro che in precedenza erano impauriti dall’aspetto “chimico”, ed aver riversato sul mercato grandi quantità di materiale fotografico usato che precedentemente aveva prezzi proibitivi. Per contro ci sono alcuni aspetti che possono non convincere del tutto, e sono quelli elencati da Reynolds; di mio aggiungo solo che la resa degli obiettivi moderni è troppo asettica per i miei gusti fotografici, e mi rendo conto che questa definizione non è quantificabile matematicamente, quindi prendetela con beneficio d’inventario. Salvo poi osservare le mie stampe come qualcuno dei miei amici ha già avuto occasione di fare. Sul discorso della maschera di contrasto devo contraddire Marco, è nata molto prima, già ai tempi della pellicola si studiava l’effetto “adiacenza” e si formulavano rivelatori capaci di aumentarlo, cosiddetti “ad alta acutanza”. Il concetto poi è stato solo trasposto matematicamente dai bravi programmatori di photoshop. Le tungsten poi si trovano ancora, ovviamente online. Il fatto è che essendo abituati, specie sul bianco e nero, ad avere luci pulite, ombre leggibili, dettaglio a volontà (con le pellicole idonee), doversi accontentare della resa media del digitale può essere insopportabile, specie se si appartiene al gruppo dei romantici di cui parlavo sopra. Di conseguenza anche i limiti della pellicola che ha elencato giustamente Marco appaiono del tutto irrilevanti. Ed anche col colore, santo cielo, mica è vero che si bruciano luci e si perdono ombre, osservate la scansione di questa diapositiva: Questi signori intuito il potenziale commerciale del digitale lo hanno fatto letteralmente sperimentare dai fotoamatori, che inebbriati dalle grandi possibilità di controllo autonomo del processo si sono lanciati a capofitto in un grande buco nero. Solo oggi forse il digitale comincia a fornire risultati accettabili, ma, sempre a mio avviso, ancora troppo lontani per essere una valida e divertente alternativa. Se in futuro il digitale dovesse fornirmi le stesse sensazioni che ho dalla pellicola sarò ben lieto di cambiare ancora. Lo ritengo però molto improbabile, perlomeno rapportato al tempo che mi resta, prima che diventi un vecchietto rimbecillito. 🙂
Novembre 10, 2010 alle 1:23 pm #1612075archiaPartecipanteE’ da quando mi occupo di fotografia ( poco piu’ di un anno) che sento questo tipo di discorsi, spesso chi parteggia per una o per l’atra sponda esprime le proprie ragioni senza pero’ riuscire a convincere veramente l’interlocutore ..forse perche’ una vera risposta non c’e’. Critichiamo, a ragion veduta, tutti coloro che sprecano tempo nell’analisi del crop al 100% dimenticandosi magari di dedicare piu’ attenzione alla composizione, alla poesia o alla lettura di un buon libro,poi pero’ quando approfondisci la materia, quando cominci a leggere le biografie dei grandi maestri del passato ti rendi conto che la divisione e il confronto tra le due tecnologie e’ paragonabile alla’analisi del crop al 100%, cio che conta e’ la fotografia e non il mezzo, LE MAGNIFICHE immagini del passato non avevavo nitidezze impressionanti eppure hanno segnato il corso dell’arte fotografica e tutt’oogi nell’era della nitidezza al 100% continuano a offrire emozioni . Difficile quindi dire se un mezzo e’ migliore dell’atro, sono due tecniche diverse che richiedono approcci diversi ma che producono lo stesso risultato,magari non qualitativamente ma alternandosi a seconda dei contesti, delle capacita’ e del soggetto ( credo che oggi sia impensabile fare macro in analogico, possibile ma sconsigliabile ). La poesia in fotografia dipende sempre dalla sensibilita’ chi riprende non dal modello di fotocamera dal marchio o dalla tecnologia impiegata .Dico questo proprio mentre sto’ timidamente sperimentando l’analogico .Le poche volte che ho avuto l’occasione di utilizzare la mia A1 ho avuto un approccio diverso piu’ introspettivo, mi sono goduto di piu’ cio’ che stava intorno a me,non cercavo la “fotografia” a tutti i costi, la quale diviene semplice conseguenza di quello che provo e che vivo,forse perche, forzatamente, esentati dal verificare subito il risultato che spesso diviene l’unico interesse dimenticandoci che scattare l’attimo vuol dire sopratutto viverlo.
Novembre 10, 2010 alle 2:57 pm #1612091LOOSEPartecipanteSe facessi vedere le foto che facevo con una reflex da duecento euro (Yaschica fx3, con il 50mm in dotazione), molti penserebbero siano state scattate con macchine digitali professionali. Ma la chimica era gestita da chissà chi, e a volte con superficialità. Tanti erano gli aspetti che potevano condizionare il risultato. Il negativo poteva essere asciugato male, caduto magari per terra, poteva essere avvolto male e graffiato. Le chimiche di stampa, poi, tutte dovevano (e devono ancora adesso, che la stampa è sempre stampa, anche con il digitale) lavorare in sinergia, essere cambiate per tempo, e parliamo di tanti bidoni di tossici prodotti. La carta di stampa, variava (e varia) il risultato. I periodici test di calibrazione di una stampa, permettevano di non creare dominanti che nel negativo non c’erano. La corretta maniera di tenere il negativo fra le dita, in fase di scansione, per evitare che venissero nella foto granelli di polvere. La corretta post produzione (in questo caso addirittura pre produzione, visto che si faceva sulla visualizzazione del negativo, prima di mandarlo in scansione e stampa), affidata all’esperienza, visto che quello che si vedeva non era la foto, ma il piccolo rettangolo della pellicola, illuminato di rosso, e occorreva capire se correggere esposizione o dominanti. Adesso la foto la faccio tutta io, e mi prendo le mie colpe, ma anche i meriti, quando ho sul tavolo la mia foto. La porto allo stampatore, è vero, ma mette il file al computer e senza alcuna correzione mette in stampa, ed esce sempre una foto come volevo io. Preventivamente ho fatto stampare le stesse tre foto a molti laboratori, ognuno con un risultato molto diverso e con strane dominanti. Bella la constatazione di archia: “scattare l’attimo vuol dire sopratutto viverlo”.
Novembre 10, 2010 alle 3:08 pm #1612095FrancoPartecipante
Originariamente inviato da reynolds: Se questo è il futuro della fotografia, spero solo che i fabbricanti provvedano a migliorare questi difetti, invece di correre sempre dietro al numero dei pixels.
spero veramente che la fotografia non sia solo nitidezza e latitudine di posa estrema, personalmente col digitale non mi sono mai lasciato prendere da queste smanie, anzi fino a poco tempo fà utilizzavo con profitto una 350D (però con ottimi vetri), forse avevo già appreso la “lezione” all’epoca dell’analogico, andando a cercare cose che non mi erano di nessun aiuto per conseguire il risultato ricercato .. a) NITIDEZZA noto una contraddizione nella critica mossa ai costruttori per la rincorsa all’aumento del numero dei pixel, questo non è forse un tentativo per elevare la definizione nella fotografia digitale? In ambito non professionale, Il digitale fornisce una buona definizione, inferiore ad una pellicola ma oggettivamente sufficiente per la maggioranza dei lavori, il problema riguarda il metodo utilizzato per valutare la definizione, spesso confrontiamo una foto cartacea scattata con l’analogica con una foto digitale riprodotta sullo schermo (a bassa definizione), si tratta di un confronto senza senso. Stò mettendo in ordine degli album e ho qui sotto gli occhi delle stampe 20×30, in parte fatte su carta radiance da invertibile medio formato (velvia 50 e ottiche zeiss e fujinon), altre in BN sviluppato per aumentare l’acutanza, e altre ancora scattate con una digitale . la differenza si vede, ma si nota soprattutto la qualità del supporto delle carte radiance o normali cibachrome, oppure la carta baritata BN stampata con cura . nettamente migliori rispetto la stampa di un fotolab digitale (non ne ho ancora trovati di decenti). Come ho già ripetuto in altri topic, il problema non è (solo) la qualità del sistema di “cattura” dell’immagine, ma SOPRATTUTTO il pessimo servizio fornito dalle stampanti fotoamatoriali, mentre con la pellicola è possibile tenere sotto controllo la qualità di stampa in CO, col digitale no! Se prendiamo una pellicola e un file digitale e lo portiamo ad un minilab, il risultato sarà in tutti due i casi mediocre. Il digitale è (mediamente e genericamente) superiore in fase di ripresa e sviluppo, inferiore in stampa. b) CONTRASTO vero, soprattutto con ottiche di qualità mediocre il contrasto è bassino, lo si nota principalmente nella fotografia a colori, però è anche vero che le curve impostate di default dal costruttore (sempre piuttosto scialbe, soprattutto canon) possono venire elaborate in vario modo, anche aprendo in blocco una serie di foto e poi elaborarle in poco tempo con ACR, l’ho fatto di recente con ottimi risultati c) FORATURA NELLE LUCI A parer mio è proprio nella fotografia naturalistica che il digitale risulta superiore, a volte in modo netto. Nella tecnica analogica, il sistema zonale, l’uso di specifici sviluppi, particolari tecniche di stampa sia chimica che meccanica (mascherature) vengono utilizzate prevalentemente nella fotografia BN. Personalmente nel colore ho sempre utilizzato dia e il tramonto (quando il sole era ancora alto) è sempre stato un soggetto molto critico, spesso era necessario sacrificare le ombre, anche quando era possibile utilizzare filtri GND. d) WB Il WB è sempre stata una peculiarità del digitale, con i pro è contro, nel digitale possiamo modificare la temperatura colore sul raw, nell’analogico? chi lavora in interni con l’analogico conosce bene il problema .. Inoltre, non dimentichiamo che i “difetti” del WB, per il fotografo creativo sono vantaggi, sappiamo bene che una pellicola è tarata per una determinata temperatura e le variazioni che si vengono a creare nella scena nell’arco della giornata obbligano il fotografo ad attenersi ad una visione realistica a scapito di un’interpretazione creativa. Per finire, capisco il motivo per cui si ritiene la tecnica analogica superiore a quella digitale, non è una novità, lo si afferma da quando è nato il digitale, ma è altrettanto vero che oggigiorno l’evoluzione tecnologica ci può far apprezzare queste attrezzature, senza troppi rimpianti. Poi se qualcuno preferisce adottare tecnologie analogiche per diletto, approfondimento culturale o perché interessato alle peculiarità (stampa e sviluppo del BN, proiezione dia) o vantaggi (maggiore nitidezza ad elevati ingrandimenti, maggiore latitudine di posa nel BN) questo avviene perché l’attuale mercato mette a disposizione diversi strumenti, e questo è un vantaggio, un arricchimento per chi vorrà approfondire tecniche diverse.
Novembre 10, 2010 alle 3:18 pm #1612096FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da archia: non cercavo la “fotografia” a tutti i costi, la quale diviene semplice conseguenza di quello che provo e che vivo,forse perche, forzatamente, esentati dal verificare subito il risultato che spesso diviene l’unico interesse dimenticandoci che scattare l’attimo vuol dire sopratutto viverlo.
Trovo giusto quanto scritto, aggiungo solo che il fotografo che utilizza tecniche digitali, ha imparato per necessità ad utilizzare le nuove tecnologie messe a disposizione, ha imparato ad utilizzarle nel modo più’ corretto, più’ veloce, più’ comodo, questo ha portato indubbiamente delle differenze di approccio col soggetto, alla fotografia stessa, ma questo non vuol dire (sempre) che ha dimenticato a fotografare, posso immaginare che per qualcuno non ci sia mai stata una vera consapevolezza dell’essere fotografo, ne ieri con l’analogico ne oggi col passaggio al digitale. Vuol dire solo che il fotografo che usava l’analogico non era cosciente che l’uso di una tecnica “lenta” e manuale lo portava a riflettere maggiormente sul soggetto . questo è comunque uno sbaglio di fondo, ieri mancava la CONSAPEVOLEZZA della necessità di un giusto approccio al soggetto, e adesso col ritorno all’uso della tecnica analogica ci si rende conto che presi dalla smania di successo a tutti i costi, avevamo preso abitudini che sotto certi versi sono positive per alcuni generi fotografici, per altri invece no . ma siamo sicuri che si tratta di vera consapevolezza????? non ne sono affatto convinto, e quello che leggo rafforza la mia convinzione
Novembre 12, 2010 alle 9:56 pm #1612696acrobatPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: archia non cercavo la “fotografia” a tutti i costi, la quale diviene semplice conseguenza di quello che provo e che vivo,forse perche, forzatamente, esentati dal verificare subito il risultato che spesso diviene l’unico interesse dimenticandoci che scattare l’attimo vuol dire sopratutto viverlo. – reynolds Ho aperto il topic solo per evidenziare i problemi del digitale, e non per fare un confronto con il vecchio sistema analogico …- Trovo giusto quanto scritto, aggiungo solo che il fotografo che utilizza tecniche digitali, ha imparato per necessità ad utilizzare le nuove tecnologie messe a disposizione, ha imparato ad utilizzarle nel modo più’ corretto, più’ veloce, più’ comodo, questo ha portato indubbiamente delle differenze di approccio col soggetto, alla fotografia stessa, ma questo non vuol dire (sempre) che ha dimenticato a fotografare, posso immaginare che per qualcuno non ci sia mai stata una vera consapevolezza dell’essere fotografo, ne ieri con l’analogico ne oggi col passaggio al digitale. Vuol dire solo che il fotografo che usava l’analogico non era cosciente che l’uso di una tecnica “lenta” e manuale lo portava a riflettere maggiormente sul soggetto . questo è comunque uno sbaglio di fondo, ieri mancava la CONSAPEVOLEZZA della necessità di un giusto approccio al soggetto, e adesso col ritorno all’uso della tecnica analogica ci si rende conto che presi dalla smania di successo a tutti i costi, avevamo preso abitudini che sotto certi versi sono positive per alcuni generi fotografici, per altri invece no . ma siamo sicuri che si tratta di vera consapevolezza????? non ne sono affatto convinto, e quello che leggo rafforza la mia convinzione
Interessanti considerazioni, difficile non pensare ad una dicotomia fra le due tipologie. ‘Fra i due litiganti il terzo gode, la Fotografia, consapevolezza… La fotografia digitale non è un assoluto, non è il risultato dell’evoluzione, per ‘noi’ che sappiamo… è una manna che dobbiamo ‘sfruttare’! Ma perché il digitale possa essere per me una delusione, esso dovrebbe ostacolare il processo creativo del fare fotografico, l’azione a seguito di una idea, lo svolgersi pratico quotidiano del ricercare! La fotografia non può riconoscersi in un percorso fatto di parametri che si esaurisce in un finale stampato, ad esempio… ‘Distortions’ Paradossalmente oggi, per quanto mi riguarda, il digitale rafforza la mia consapevolezza di fotografo grazie alle sue proprietà di ‘riproducibilità’ – senza addentrarmi in classificazioni e dettagli – la pratica del fotografare, adesso, si è moltiplicata a dismisura, pur sapendone approfittare… Per esser più chiaro ora posso (a prescindere dalle aspettative e/o dai risultati del caso) fotografare tanto quanto mi garba senza restrizioni, posso dilatare un motivo di ricerca fotografica nel genere Street Photography ad esempio, e diffonderlo nell’arco di una giornata o di più Separatamente dalle istanze tecniche, le quali solo marginalmente possono riguardarla. – Ma da queste dichiarazioni possono nascere dei fraintendimenti. – Fotografare tanto, non è poter scattare raffiche, Iso alti, AF servo, ecc. – E’ andare incontro, disporre del fotografare per leggere, scrivere, e comunicare… Con ciò non voglio affatto affermare che ora sono un fotografo, perchè ‘digitale’, no, non scorrazzerei a giro con il peso degli Zeiss, l’approccio non è cambiato – la pellicola però mi impedirebbe di camminare per ore in una città con l’intento di carpirne un volto, per un limite fisico economico, se fossi abbiente potrei tranquillamente alternare la 50D con una Leica M, una Contax I, un’Hasselblad ‘se’ in tal caso non sarei qui a parlarne, potrei essere a Londra, o in veneto per verificare con gli obiettivi una realtà drammatica, o perché no passeggiare in un bosco d’aceri in Giappone con una Contax e un soffietto… Il fotografo che seleziona e discrimina i soggetti, che ne studia i valori in vista delle possibilità date dagli strumenti che adotta (pellicole), è condizionato da questi non creativamente(anche se in parte, inevitabilmente), ma nel mero atto pratico del fotografare, altri direbbero che ne è esaltato, per i motivi che tutti ‘noi prima analogico e poi digitali’ ben conosciamo, ma altresì un amatore digitale può argomentare a sua volta, ponendo in campo i ‘vantaggi’ del digitale, una maggior ‘potenza produttiva’, ma allora non si parla della stessa cosa partendo dagli strumenti adottati? Quando abbiamo a disposizione una fotocamera, cosa scatta in noi, la curiosità di sperimentare la sua tecnica(digitale e analogica) o la ‘necessità’ di uscire per incontrare il mondo, così da ritrarlo? Spero che anche per voi sia prioritaria la seconda [com]
Novembre 16, 2010 alle 9:39 pm #1613513reynoldsPartecipanteOriginariamente inviato da ilcalmo: Scusa, ma qui mi sfugge qualcosa. Che dettaglio ci deve essere? Anche con pellicola viene una palla bianca, o no?
Intendevo dire nel senso della sovraesposizione, ho parecchie diapositive dove il Sole al tramonto è di colore arancio, o quello che vuoi, ma non bianco bianco. Il fatto che il digitale tenda a bruciare le alte luci è cosa risaputa, e di fatti i progettisti hanno inserito la funzione CFn II-3 “Priorità tonalità chiare” (esempio. su Canon EOS 1D Mk3) appunto per cercare di ridurre questo problema.
Novembre 16, 2010 alle 11:07 pm #1613547albo49Partecipante– reynolds Ho aperto il topic solo per evidenziare i problemi del digitale, e non per fare un confronto con il vecchio sistema analogico …- E’ quantomeno discutibile questa affermazione. mettiamoci nei panni di chi inizia a fotografare col digitale:
Novembre 17, 2010 alle 12:40 am #1613574reynoldsPartecipanteOriginariamente inviato da Albo49: – reynolds Ho aperto il topic solo per evidenziare i problemi del digitale, e non per fare un confronto con il vecchio sistema analogico …- E’ quantomeno discutibile questa affermazione. 1) mettiamoci nei panni di chi inizia a fotografare col digitale: è evidente che non è in grado di fare confronti, le sue foto al massimo possono essere confrontate con quelle fatte con un’altra macchina digitale. 2)Dicendo che nel digitale riscontri delle mancanze diventa implicito il confronto: rispetto cosa o chi ? 3) Molti iscritti riportano le loro esperienze con l’analogico, la loro crescita con l’analogico, le loro belle foto con l’analogico; poi vai a vedere e nei loro album trovi altrettante belle foto fatte col digitale. 4) Io credo che per fare foto generiche conta solo il fotografo, tutto il resto è noia.
Credo che tu non abbia ben compreso il senso di questo mio topic, per cui ti rispondo punto per punto: Punto 1) Non è il mio caso, ho usato sia l’analogico che il digitale, per cui credo di potere dire le mie impressioni, come ho fatto. Punto 2) Mi sembra piuttosto evidente che le mancanze che riscontro nel digitale si riferiscono ad un confronto con l’analogico. Punto 3) Ho pubblicato anch’io parecchie foto scattate con l’analogico, qualcuna è anche presente nel mio fotoalbum. Punto 4) Non capisco questa tua disntinzione di “foto generiche”, sicuramente conta anche il fotografo, però con una macchina fotografica in mano, e qui c’è la scelta da fare, ognuno è libero di fare quello che crede. Il tutto senza alcuna polemica, vorrei solo farti capire quali erano stati i motivi che mi avevano spinto ad aprire questa discussione, che mi sono sembrati suffragati dalla maggior parte degli intervenuti.
Novembre 17, 2010 alle 3:21 am #1613610GianMauroPartecipantePer Reynolds: Mi introduco in questa discussione affermando: non ho esperienza con l’analogico. Questa definizione (analogico), fra l’altro, e stata introdotta con l’era digitale dato che prima non esisteva la necessità di discriminare i due mezzi, quindi piuttosto direi che: non ho esperienza con la pellicola. Io, sono uno di quelli, che si è avvicinato alla fotografia quando questa era praticamente già diventata digitale. Ostentando onestamente la mia ignoranza, preciso che non ho neanche consapevolezza di quello che si chiama camera oscura, pellicola, solvente ed altro ancora se no per sentito dire. Sono consapevole invece, che tecnologicamente la pellicola, nata un centinaio di anni fa, si era plafonata e non evolveva con le stesse caratteristiche di fruibilità della macchina fotografica che invece evolveva a vista d’occhio (tanto per citare solo alcuni esempi, AF, esposimetro e flash). Può sembrare incredibile, ma la macchina fotografica, paradossalmente, era limitata dalla sua stessa anima, la pellicola. L’introduzione del sensore e del formato fotografico digitale, ha sensibilmente cambiato le abitudini del fotografo (professionista e non) non solo dal punto di vista pratico-economico ma è anche diventato, dal punto di vista antropologico, un fenomeno sociale, il nostro Forum, fb, flickr, ne sono un esempio. La fotografia è diventata un fenomeno di massa, non è più relegata all’artista o al reporter, o alla foto di famiglia. La fotografia, anche grazie ad internet e ai telefonini e alla diffusione e la condivisione del jpeg è diventata alla portata di tutti, e tutti scattano. Prima era sicuramente un fenomeno di nicchia. Credo che quanto scritto, sia assolutamente condivisibile da tutti e alla luce di quanto esposto, la delusione del digitale espressa da te (delusione fra l’altro solo tecnica e oggettivamente condivisibile), deve pertanto, a mio avviso, essere mediata da quanto affermato sopra. Come scritto da fireblade, la tecnologia è stata messa in commercio quando forse era ancora immatura, ma è anche innegabile, che è in forte evoluzione tecnica. Il problema è capire quanto evolverà e dove ci porterà. Qualitativamente invece, possiamo sicuramente affermare che… migliorerà!. Comunque il problema del sensore è solo una parte, il sistema SLR è lo stesso da decenni sicuramente si affina, si migliora ma non cambia… resta lo stesso. Alcuni diranno è un bene, forse si vedremo cosa succederà, io non ho preclusioni si sorta. Analogo discorso vale per le ottiche si affinano, si migliorano ma fondamentalmente resta un concetto vecchio un tubo (avvolte lungo ed ingombrante) con qualche lente dentro (stabilizzatore escluso). Devi avere pazienza (dobbiamo aver pazienza) i problemi da te denunciati, sicuramente verranno risolti è solo una questione di tempo, ma la vera rivoluzione digitale, secondo me, deve ancora arrivare.
Novembre 17, 2010 alle 3:47 am #1613612chinaskiPartecipanteSono consapevole invece, che tecnologicamente la pellicola, nata un centinaio di anni fa, si era plafonata e non evolveva con le stesse caratteristiche di fruibilità della macchina fotografica che invece evolveva a vista d’occhio (tanto per citare solo alcuni esempi, AF, esposimetro e flash). Può sembrare incredibile, ma la macchina fotografica, paradossalmente, era limitata dalla sua stessa anima, la pellicola.
sai vero di aver detto un po una cavolata?! solo alcuni esempi : evoluzione degli asa (iso), pellicole fatte per reagire in maniera diversa alle tonalità di colore, diapositive , pellicole per polaroid, per medio formato, per banco ottico, non dimentichiamoci le pellicole per l infrarossi (in questo caso non tutti i corpi macchina sono adatti)… e qui mi fermo [lo]
Novembre 17, 2010 alle 3:00 pm #1613677albo49PartecipanteReynolds: Non per polemica ma per fare quattro chiacchiere tra amici che frequentano un fotoclub. Tralasciamo i punti 1 e 2 perchè potrebbe diventare stucchevole continuare a parlare di confronti. Relativamente al punto 3 mi riferivo al fatto che si vedono belle foto fatte con entrambi i sistemi e che, in fondo, quello che conta è il “manico”. Per “foto generiche” intendevo non orientate solo ad uno specifico settore (macro, sport, moda ecc..), dove diventa determinante l’attrezzatura e che, per ottenere buoni risultati, non basta la creatività. Poi sai, avevo ‘solo’ premesso che trovavo discutibile parlare di mancanze nel digitale senza aspettarsi un confronto. Volente o nolente quando si postano topic di tipo tecnologico diventa quasi inevitabile il confronto: tra sistemi, tra marche, tra obiettivi, tra filtri ecc.. ecc.. ecc.. che, per quanto mi riguarda, è solo noia.
Novembre 17, 2010 alle 4:04 pm #1613693reynoldsPartecipanteE ci mancherebbe pure che facessimo polemiche Albo, so benissimo che non è nè nelle tue nè nelle mie intenzioni. Per quanto riguarda il punto 3, sono d’accordissimo con te, entrambi i sistemi sfornano e sforneranno sempre eccellenti immagini, se così non fosse ci sarebbero seri problemi. E logicamente, il manico ha sempre la sua importanza, come in tutte le attività umane. Ora ho capito cosa intendi per foto generiche, poi ti dirò una cosa, che per esempio nella fotografia naturalistica, che io pratico molto spesso, i vantaggi del digitale sono innegabili, ne elenco uno solo, la velocità di raffica, dopo 3 secondi addio rullino…, tanto è vero che difficilmente uso la pellicola per questa tipologia di scatti. Però, rimane sempre il fatto che il digitale non è ancora perfetto, anzi, a mio parere il bello dovrà ancora venire, e spero che si elimino gradualmente i problemi che attualmente affliggono questa forma di fotografia.
Novembre 17, 2010 alle 4:39 pm #1613696albo49PartecipanteReynolds, conosco le tue “preferenze fotografiche” e posso dire scherzosamente: peggio per te perchè invece a me la fotografia di insetti, animali, paesaggi e tramonti mi procurano l’orticaria. Ciao e buna fotografia.
Novembre 19, 2010 alle 1:39 am #1613972GianMauroPartecipanteper chinaski: “sai vero di aver detto un po una cavolata?! solo alcuni esempi : evoluzione degli asa (iso), pellicole fatte per reagire in maniera diversa alle tonalità di colore, diapositive , pellicole per polaroid, per medio formato, per banco ottico, non dimentichiamoci le pellicole per l infrarossi (in questo caso non tutti i corpi macchina sono adatti)… e qui mi fermo” forse avrò scritto una cavolata ma, rispetto al sensore, questa presunta evoluzione della pellicola mi sembra un’inezia.
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