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Aprile 28, 2010 alle 2:19 am #1569874firebladePartecipante
Voglio riportare qui una mia esperienza che credo possa essere interessante. Non molti hanno avuto il piacere di osservare una proiezione di diapositive in bianco e nero. Con i soggetti adatti può essere un’esperienza indimenticabile. Purtroppo la situazione attuale è piuttosto desolante: in pratica è rimasta una sola pellicola per diapositive in bianco e nero, l’Agfa Scala 200. E’ una pellicola di ottima qualità, con molto argento, capace quindi di produrre positivi densi e contrastati. Tuttavia (che io sappia) è rimasto un solo laboratorio in Italia a svilupparla: il laboratorio Luce a Trieste. I costi sono elevatissimi. Un kit da 5 rulli da 36 pose, sviluppo ed intelaiatura compresi, costa 90 euro e c’è da considerare la difficoltà estrema nell’esporla vista la ristretta latitudine di posa, che obbliga a scelte critiche. Oltretutto i tempi d’attesa sono molto lunghi, si parla di almeno un mese. Esistono tuttavia altre possibilità. La più immediata è quella di effettuare l’inversione di una negativa bianco e nero comune. Le Ilford per esempio, nei suoi datasheet, fornisce le istruzioni per l’inversione del negativo: – Primo sviluppo – Sbianca (con miscela di permanganato di potassio ed acido solforico) – Lavaggio intermedio – Secondo sviluppo – Fissaggio – Lavaggio finale Si tratta di passaggi che comportano l’uso di sostanze pericolose, non è un’operazione fattibile da chiunque. In ogni caso occorre effettuare questo procedimento in sostituzione dello sviluppo tradizionale, quindi è applicabile se le foto sono ancora da fare. Disponendo invece di negativi in bianco e nero già sviluppati, l’operazione diventa difficile, non sono previsti sistemi di inversione diretta. Spesso alcuni soggetti non sono rifotografabili, il che rende questa strada stimolante. Mi sono posto questo problema a margine di una mostra sulle mie fotografie del Cimitero Staglieno; mi sarebbe piaciuto proporre una proiezione di diapositive delle stesse foto, per mostrare il grande impatto emozionale che può offrire. Il primo tentativo fatto è stato quello di rifotografare i negativi, con un’altro negativo in bianco e nero, utilizzando questo sistema: A questo punto basta ritagliarle ed intelaiarle e godersi una proiezione che lascia a bocca aperta 😉 Una nota: la pulizia è essenziale durante la stampa a contatto, per evitare che pelucchi che si interpongano tra i due film ed il vetro del provinatore possano rimanere definitivamente fissati. Se qualcuno desidera ulteriori ragguagli sono ben lieto di poterli dare.
Aprile 28, 2010 alle 2:56 am #1569892piciandulPartecipantemolto interessante,mi complimento con te x tutta la passione che ci comunichi,mi piace molto il tuo non arrenderti mai e cercare sempre nuovi spunti per conoscere ed apprendere sempre qualcosa di nuovo,(scusa la forma sgrammaticata,mi chiedo se sto dimenticandomi l’italiano a forza di imparare il tedesco ,comunque si capisce vero?)Grazie di farci partecipi delle tue nuove esperienze. [lo]
Aprile 28, 2010 alle 3:55 am #1569903FrancoPartecipanteinteressate descrizione….. per curiosità……… piu’ di un anno fà mi sono capitati tra le mani gli album delle pellicole 35mm BN, mi pare fossero sempre agfa, ricordo che gli sviluppi costavano molto cari (i rullini venivano spediti come per la scala) e il risultato era ottimo per la proiezione, mentre per la stampa probabilmente possedevano una scarsa latitudine di posa e il risultato non era ottimale, proprio per questo motivo le prove si conclusero dopo una ventina di rullini, in seguito feci le stesse prove (limitate ad alcuni esperimenti) che hai fatto tu, esposizione del negativo a contatto diretto sul rullo 120…… il risultato fu’ decisamente migliore (contrasto e LdP) della pellicola positiva Bn! Comunque, mi ha sorpreso vedere che dopo tutti questi anni (1979-1980) avevano ancora oggi un contrasto come se fossero state appena sviluppate…. [lo]
Aprile 28, 2010 alle 4:16 am #1569907nixrayPartecipante[sci] [sci] [sci] [sci] [sci] [sci] [sci] [sci] [sci] Bravo [chi] [chi] [chi] [chi] Forse potevi ottenere lo stesso risultato utilizzando pellicole da lastre radiologiche. Anche queste hanno supporti trasparenti. Sono però anche più spessi delle pellicole 35mm. Se esiste qualche piccolo gabinetto radiologico che sta passando al digitale, probabilmente ti danno scatole intere gratis.
Aprile 28, 2010 alle 1:50 pm #1569956nixrayPartecipanteOriginariamente inviato da esaurito: affascinante, decisamente… adesso non so quanto possa essere utile, e probabilmente sto dicendo qualcosa che già sai, ma non si sa mai: quando faccio sviluppare le diapositive in cross processing, da positive diventano negative… hai provato a utilizzare un bianco e nero c41 e a svilupparlo in e6?
ma le pellicole b/n hanno un supporto che non è trasparente, quindi non ne viene un gran che come diapositiva da proiettare…
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