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Marzo 18, 2009 alle 5:38 pm #1447349Guiduzz6012Partecipante
Ciao a tutti! Non è da molto che mi sono iscritto al forum e, finalmente, mi decido a scrivere. Ho iniziato a fare fotografia “seriamente” da circa un anno; a gennaio’08 ho acquistato la mia I° reflex > Canon EOS 30D ed ho iniziato a studiare su di un libro delle ed. “Reflex”>’Nuovo corso di fotigrafia’ di Bryan Peterson. Ora visto che i ‘danni’ ovvero gli errori di esposizione sono, haimè, spesso ricorrenti, specie nelle ore centrali dove sarebbe meglio non fotografare (ma a volte il tempo è quello che è, vedi le ‘gite’ fuori porta), vorrei chiedere ai più esperti quanto segue: stando alle mie letture ed al minimo di esperienza, nelle ore del mattino e del tardo pomeriggio, effettuo la misurazione (valutativa nel 95% dei casi) puntando direttamente sul soggetto; non sempre funzia, specie se ci sono differenze notevoli fra ombre e luci. Quindi in questo caso, o quando scatti “x forza di cose” a tutte le ore, dove punto l’esposimetro? Sul testo consiglia il blu del cielo, o, nel controluce -albe tramonti – sopra, sotto a dx o sx del sole, escludendolo – e poi ricomporre, mettere a fuoco e scattare. Ho capito bene? E’ giusto fare così? Scusate la lunghezza e grazie dell’aiuto, Guido
Marzo 23, 2009 alle 1:17 pm #1449221longdreamPartecipanteQuando ci sono forti contrasti di luce tra soggetto ed ambiente è difficile per tutti gestire l’esposizione migliore e spesso non è solo la scelta della modalità di esposizione che deve essere considerata ma anche una attenta gestione della coppia tempo/diaframma che deve portare ad un compromesso tra le zone buie e quelle in luce. Posso dirti che, avendo il tempo di comporre la foto, alcuni professionisti scattano due foto (nel caso di albe o tramonti) impostando l’esposizione sul cielo, nel primo scatto, e sulla terra, nel secondo, e poi ricompongono le due immagini in post produzione: queste consente di avere un risultato migliore per una scena che altrimenti non avrebbe dato gli effetti voluti. Ci vuole esperienza, colpo d’occhio e indubbiamente conoscenza della tecnica e tante, tante prove sul campo. 😉
Marzo 23, 2009 alle 2:00 pm #1449237firebladePartecipanteQuesta è una domanda che fa molto piacere leggere. Il fatto di porsi la questione è indice di una curiosità intellettuale che sicuramente porterà ad una maturazione se supportata da letture opportune. La maggior parte delle persone che frequenta questo forum, non considera affatto l’uso dell’esposimetro: si limita a fidarsi ciecamente degli automatismi e, qualora questi falliscano, si limita nuovamente nel ripetere lo scatto, modificando i parametri fino ad ottenere il risultato voluto. Questo modo retroattivo di procedere, per carità, del tutto lecito, a mio avviso non permetterà mai quella padronanza della tecnica che rende istintiva la regolazione della macchina e che permette quindi di catturare le immagini più belle perché si ha la piena comprensione di ciò che si sta facendo. Ti consiglio la lettura di un altro libro, visto quello che hai citato è il classico esempio editoriale attuale dove si tratta di tutto, ma con scarso approfondimento, non a caso ti ha lasciato una grave lacuna sull’esposizione. Il libro di cui parlo è “Fotografia Reflex” di Giulio Forti. Senza entrare nei dettagli tecnici, visto che se indicassi dei valori precisi sorgerebbero immediatamente mille guru pronti a correggere un decimale fuori posto (gli stessi guru di cui, ahimé non possiamo mai osservare i lavori e che non sono capaci di apprezzare la sintesi, ma che disquisiscono a profusione e fino alla noia sui minimi dettagli), ti voglio dare qualche indicazione di massima, utile alla comprensione del meccanismo dell’esposizione. Il concetto fondamentale da cui derivano tutti i problemi è la differenza tra il sistema di visione umano e quello della fotocamera. I nostri occhi hanno la soprendente capacità di distinguere dettagli sia nelle luci più forti, che nelle ombre più profonde, sono dotati di sistemi di acquisizione del dettaglio ed hanno sensibilità alla luce variabile, inoltre hanno un adattamento cromatico impressionante che è la fonte di tutti gli errori dei fotografi. Le pellicole ed i sensori digitali invece sono fortemente limitati, spesso occorre sacrificare le luci oppure le ombre. La latitudine di posa è indice della capacità del mezzo di registrare dettagli nelle sia luci sia nelle ombre, ed è limitata a pochi stop (5/6/7 stop, non voglio dare valori precisi perché ci sono pareri discordanti), oltretutto poi in fase di stampa, la dinamica si restringe ulteriormente, creando ulteriori problemi. Molti si sono industriati nel montaggio sovrapposto di scatti esposti diversamente, ma ahimé, quasi sempre il risultato di questi lavori risulta artificioso, visto che i nostri occhi sono abituati da molto tempo alla lettura delle foto e sono perfettamente in grado di riconoscere una foto dove le ombre sono state schiarite in modo innaturale; occorrono sapienza ed esperienza per ottenere validi risultati con questo sistema. Nel caso che hai citato, la presa di panorami con forti contrasti luminosi, la cosa più saggia è misurare l’esposizione in modalità spot sui punti piu’ luminosi e più bui (escludendo la massima luce e l’ombra nera), e cercare una via di mezzo. Non sempre questo è possibile: se il contrasto tra luci ed ombre supera la latitudine di posa del mezzo, occorre decidere se sacrificare le luci o le ombre in base al risultato che desideriamo ottenere. In ogni caso occorre maturare un’esperienza che ci permetta di capire a colpo d’occhio se la scena che stiamo osservando è fotografabile o no: è molto più saggio rinunciare a fare la foto quando si sa già che il risultato non ci sarà piuttosto che accanirsi nel tentativo di un improbabile recupero, ma anche questa filosofia operativa è il risultato dell’esperienza, che tuttavia non puo’ diventare costruttiva se non supportata da una solida base di conoscenza tecnica. Quindi comprati il libro che ti ho indicato, leggilo con calma e metti in pratica i principi che troverai descritti, e vedrai che i risultati arriveranno, ma non farti prendere dalla furia del risultato immediato: questo atteggiamento è il peggior nemico del fotografo 😉
Marzo 23, 2009 alle 2:05 pm #1449239mikko77PartecipanteOriginariamente inviato da fireblade: Senza entrare nei dettagli tecnici, visto che se indicassi dei valori precisi sorgerebbero immediatamente mille guru pronti a correggere un decimale fuori posto (gli stessi guru di cui, ahimé non possiamo mai osservare i lavori e che non sono capaci di apprezzare la sintesi, ma che disquisiscono a profusione e fino alla noia sui minimi dettagli), ti voglio dare qualche indicazione di massima, utile alla comprensione del meccanismo dell’esposizione. …ma non farti prendere dalla furia del risultato immediato: questo atteggiamento è il peggior nemico del fotografo 😉
quoto
Marzo 23, 2009 alle 4:41 pm #1449350giancannonPartecipanteAnche io quoto quanto scritto da Fireblade. Personalmente ho letto il libro ed è stato molto utile.
Marzo 23, 2009 alle 5:00 pm #1449365mister_xPartecipantequoto quanto detto da fireblade e io lo sto leggendo il libro in questione…. molto ben fatto ! compralo !
Marzo 25, 2009 alle 1:08 pm #1450112Guiduzz6012PartecipanteBeh, che dire…siete stati davvero GRANDI! Mi avete dato delle risposte che da una parte mi hanno fatto piacere (“..domanda che fa piacere leggere…ecc), da un’altra mi hanno dato una spinta ulteriore a studiare e far pratica, e da un’altra ancora anche nell’imparare a non avere fretta, a non rincorrere il ‘tutto e subito’ che a volte ti prende, specie nei neofiti come me. Ultima cosa, ma forse la + importante: è il mio I° post e avere un’attenzione di questo tipo è importante; l’accoglienza è fondamentale per “l’ospite”, che “entra in punta di piedi e osserva, in attesa”. Grazie, Guido [gra] [lo]
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