- Questo topic ha 9 risposte, 7 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 11 anni, 9 mesi fa da GianMauro.
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Febbraio 2, 2013 alle 8:30 pm #1752320monsterFXPartecipante
Buongiorno a tutti, da qualche giorno sono in possesso del fantastico 50ino e nel poco utilizzo sono arrivato ad una conclusione. Al di la della bontà del l’ottica , mi chiedo che “utilità” ha avere un’ottica F1.8 o inferiore se alla minima distanza di messa a fuoco la PDC è scarsissima(Max 1cm) a F1.8(non voglio immaginare a F1.4 o F1.2)? Non voglio parlare di qualità del l’ottica, che sarà nitidissima, ma dell’usabilità. Certo per avere maggiore PDC bisogna essere a maggiore distanza. Ma per ritrattistica con il 50ino devi stare a non meno di 50cm… Figuriamoci con un 85mm… Magari sbaglio concezione o modo di pensare, o qualche nozione mi manca, ma il dubbio resta. 🙂
Febbraio 2, 2013 alle 10:16 pm #1752334rossomotoPartecipanteOriginariamente inviato da monsterFX: … mi chiedo che “utilità” ha avere un’ottica F1.8 o inferiore se alla minima distanza di messa a fuoco la PDC è scarsissima(Max 1cm) a F1.8(non voglio immaginare a F1.4 o F1.2)?… Ma per ritrattistica con il 50ino devi stare a non meno di 50cm… Figuriamoci con un 85mm… Magari sbaglio concezione o modo di pensare, o qualche nozione mi manca, ma il dubbio resta. 🙂
In fotografia la scarsa profondità di campo non sempre è un male, anzi: proprio nella ritrattistica è qualcosa di appositamente ricercato per separare il soggetto dallo sfondo.
Febbraio 2, 2013 alle 10:33 pm #1752339reynoldsPartecipanteMah, 50 cm di distanza con una APS-C con il 50 mm per un ritratto mi sembrano un pò pochi. Il concetto espresso da Monster non è corretto, in quanto la luminosità massima di un obiettivo non si deve considerare per lo sfuocato, ma appunto per la sua luminosità. In altre parole, con un’ottica luminosa, è possibile scattare al crepuscolo con un tempo di scatto ancora accettabile senza dovere ricorrere a cavalletti o ad altri supporti.
Febbraio 3, 2013 alle 1:07 am #1752382monsterFXPartecipanteRingrazio ad entrambi per le risposte. Tendenzialmente un 50mm su aps-c diventa un 80mm (da quel che sapevo io). Rey so’ che la luminosità non si deve considerare per lo sfuocato ma contando che ottica a TA tende ad avere una PDC corta… ma come ho detto io in precedenza in base alla distanza del soggetto(magari non mi sono espresso magari nel modo più corretto). E’ normale che a F1.8 da 1m si ha una PDC di 3cm a 2m diventa di 11cm … ma se fai un 1^ piano a f1.8 è veramente scarsa … figurarsi a f1.4 o f1.2 .
Febbraio 3, 2013 alle 1:11 am #1752384fotoitPartecipanteOriginariamente inviato da monsterFX: Ringrazio ad entrambi per le risposte. Tendenzialmente un 50mm su aps-c diventa un 80mm (da quel che sapevo io).
Sì ma attenzione solo il campo inquadrato è equivalente ad un 80mm ma tutto il resto rimane come un 50mm, prospettiva, sfuocato, eventuali deformazioni ecc.
E’ normale che a F1.8 da 1m si ha una PDC di 3cm a 2m diventa di 11cm … ma se fai un 1^ piano a f1.8 è veramente scarsa … figurarsi a f1.4 o f1.2 .
Concordo con te per i primi piani si deve chiudere il diaframma.
Febbraio 3, 2013 alle 1:14 am #1752386reynoldsPartecipanteEh no Monster, un 50 mm su APS-C rimane sempre un 50 mm, e non un 80 come si crede. Il sensore ridotto “inquadra meno” rispetto ad un Full Frame, per cui cambia solo l’angolo di campo, ma la focale rimane sempre quella. In pratica quindi è il solo angolo di campo che diventa quello di un 80 mm, dando l’impressione di ottenere una focale più lunga, che su tutti i testi di fotografia viene denominata “focale apparente”, e quindi non reale.
Febbraio 3, 2013 alle 9:06 am #1752435FrancoPartecipanteUn obbiettivo con elevata apertura a parità di quantità di luce che arriva al sensore, fornisce una differente PdC rispetto un’obbiettivo meno luminoso, utilizzato anch’esso alla massima apertura. Ciò che vediamo nell’immagine è una diversa PdC, ed è proprio questa differente PdC che rende l’approccio del fotografo nei confronti del soggetto, differente. Non è solo una questione di piacevolezza dello sfocato, il cosiddetto bokeh, che tendenzialmente risulta migliore man mano che l’apertura è maggiore, ed ha connotati che spesso vengono interpretati in modo piuttosto soggettivo. Ma serve anche per definire in fase di ripresa, l’area nitida che contraddistingue il soggetto da ciò che non è soggetto, in altri termini serve per isolare (o contestualizzare) il soggetto, e nella composizione, questo è un dato oggettivo. Ritratto con un 50mm a 50 cm dal soggetto? in genere nel ritratto la distanza è superiore . 1 o 2 metri in entrambi i casi la PdC a f/1,8 è utilizzabile nella ritrattistica, ma richiede alcuni accorgimenti, ad esempio è necessario che il piano degli occhi sia perpendicolare al piano di ripresa, inoltre il punto di MaF dev’essere anticipato, uno sbaglio comune è posizionare la MaF sull’occhio, in questo modo alcune parti importanti del viso (naso, ciglia, bocca) potrebbero rimanere sfocate perché l’area a fuoco anteriore è superiore rispetto l’area anteriore e l’occhio è situato in una posizione piuttosto arretrata. Un’altro sbaglio comune nel ritratto eseguito con macchine AF è ricomporre la scena, in genere sia il soggetto che il fotografo oscillano, non sono mai fermi, è sufficiente aspettare 1 secondo tra conferma del fuoco e scatto, e il soggetto che richiede una collocazione del fuoco millimetrica, può essere già fuori posto, basta poco, su 4,5 cm di PdC un’allineamento sbagliato si traduce in una sensazione di sfocato, di scarsa nitidezza, scarsa PdC! Tieni inoltre presente che un obbiettivo ottimizzato per lavorare a corta distanza (in genere gli obbiettivi luminosi) lavora meglio di un’obbiettivo nato per lavorare a media o lunga distanza, inoltre solitamente il punto critico di un’obbiettivo luminoso è a tutt’apertura, dove si riscontrano maggiori aberrazioni, quindi a parità di f/, è più probabile che l’obbiettivo più luminoso abbia una resa più corretta. [lo]
Febbraio 3, 2013 alle 12:48 pm #1752441AnalogicPartecipantela risposta di Fra65 è chiara e interessante due domande a proposito: “è necessario che il piano degli occhi sia perpendicolare al piano di ripresa” questo vale se inquadri il soggetto perfettamente di fronte ma di solito il viso è leggermente in obliquo… ” inoltre il punto di MaF dev’essere anticipato” tecnicamente come si fa?
Febbraio 3, 2013 alle 5:00 pm #1752476FrancoPartecipantedomande lecite, il mio era solo un’abbozzo, l’argomento che gira attorno alla MaF è veramente ampio, si potrebbe scrivere un libro intero, e per quanto riguarda i ritratti, un’apprendimento dello studio del ritratto artistico, può essere di grande aiuto . Correggimi se sbaglio, i miei rudimenti di geometria sono piuttosto lontani…. Come specificato, nella definizione perpendicolare mi riferivo alla perpendicolarità di due piani. Il piano del soggetto, Immaginiamo il viso come un piano che coincide con il punto di messa a fuoco, teoricamente dovrebbe trovarsi in una situazione di perpendicolarità rispetto il piano del supporto sensibile, la linea tracciata tra gli occhi del soggetto dovrebbe trovarsi parallela alla linea orizzontale del sensore e l’ipotetica linea verticale del viso tracciata comprendendo le aree del viso che si preferisce evidenziare, ad esempio gli occhi e la bocca, dovrebbe essere parallela rispetto la linea verticale del sensore, o della pellicola, . Sotto l’aspetto pratico il fotografo si deve sforzare di cercare questa posizione osservando lo sfocato nel mirino, e cercando di posizionarsi nel punto (e nel modo) piu’ corretto per il fine richiesto, assumendo grazie all’esperienza e alla tecnica acquisita, una percezione degli spazi e una percezione spaziale dei piani; cosa difficile ma non impossibile, ci sono fotografi che quando fotografano un soggetto architettonico (dove i piani sono inequivocabili) sbagliano quasi sempre le rette, altri che le indovinano quasi sempre….. Per quanto riguarda il punto di messa a fuoco, come prassi metto a fuoco il setto nasale ad altezza degli occhi. Nel caso di AF, muovo il punto di fuoco nel mirino in direzione del punto in cui intendo posizionare il soggetto, non ricompongo, scatto subito per evitare il quasi inevitabile errore di fuoco, soprattutto considerando anche l’ipotetico e fisiologico errore dell’AF, ogni tanto sbagliano anche le macchine ma se sbagliamo anche noi, la probabilità di centrare il punto di MaF con scarsa PdC diventa veramente esiguo. Ovviamente dopo aver appreso la tecnica si può trasgredirla (non sempre il ritratto dev’essere in stile “fototessara”), ma per evitare ulteriori difficoltà della MaF, non prima di aver compreso come devono essere applicate le regole, altrimenti è normale che un’errata collocazione della MaF venga scambiata per una scarsa PdC, in realtà la PdC non è scarsa, ma gestita in modo non corretto……. [lo]
Febbraio 3, 2013 alle 6:51 pm #1752484GianMauroPartecipanteIo i ritratti preferisco farli con i tele o medio tele e stare relativamente lontano dal soggetto anche 3-4 volte la distanza min di maf. Lo preferisco perchè in questi casi gli obbiettivi restituiscono minori aberrazioni ottiche e il viso risulta decisamente più naturale e proporzionato. Poi c’è ovviamente l’aspetto della pdc che è funzione non solo dell’apertura di diaframma ma anche della distanza focale e in questi casi per esempio utilizzando un 70-200 f/4 tra 100 e 200 mm, non scendo quasi mai sotto f/5.6 e cerco tempi decisamente rapidi (luce permettendo, o alzando gli ISO). In pratica cerco di evitare i problemi di cui parlava Franco sulle parti del viso non a fuoco o sui movimenti fotografo/soggetto. Se potessi… ma non posso, prenderei lo splendido 100 mm Macro f/2.8 L ma con una spesa decisamente inferiore c’è anche l’ottimo 85 mm f/1,8
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