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Elaborazioni.

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  • #1334434
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da mukko: ecco, la luce. soprattutto quella. quello che il digitale ha messo in secondi piano forse è proprio la luce. tra iso che riescono a scattare anche con un filo di luce, bilanciamento del bianco etc si tende a dimenticare a volte che la luce è la vera protagonista.

    Le pellicole ad altissima sensibilità ci sono sempre state, erano di difficile utilizzo e bisognava accontentarsi del risultato, ma ci sono sempre state. La differenza oggi è che puoi impostare la sensibilità per ogni singola foto, mentre allora, anche per un solo scatto dovevi cambiare rullino e magari svilupparlo con 23 pose inutilizzate oppure dimenticarselo in macchina scattando a bassa sensibilità 23 pose da buttare via…. [fis]

    #1334437
    mukko
    Partecipante

    lo so Fire, però secondo me ormai si tende ad abusare della tecnologia, cercando scatti in condizioni di luce difficilissimi, tanto poi c’è photoshop.

    #1334444
    frabruni
    Partecipante

    Originariamente inviato da rpolonio: Dai post letti mi sembra di capire che qualche grande del passato è divenuto grande perchè ci sapeva fare con le elaborazioni….spero di aver capito male. [lo]

    Hai capito benissimo ! L’elaborazione è sempre esistita anche in analogico e molto di quel che si fa ora in photoshop si è sempre fatto con strumenti diversi, l’uso di pennelli, colori, sbianchetto, matita, sfumature, gomma, spugna ecc non è un invenzione di mamma adobe… Ciao

    #1334447
    axela
    Partecipante

    Ho letto velocmente gli ultimi post di questo 3d, quoto i due Fra e Fire. Basta leggere un buon libro che argomenta la storia della fotografia per capire che l’elaborazione è sempre esistita. Ricordo ancora mio nonno che con i pennellini ritoccava e corregeva gli ingrandimenti azzeccando il colore giusto della pelle, ricordo anche che lavorava direttamente sui negativi(il suo pezzo forte). Insomma quello che distingueva mio nonno da altri semplici fotografi era la sua capacità di lavorare lo scatto in post produzione. Ciao Ale [lo]

    #1334450
    rpolonio
    Partecipante

    Per capire meglio il significato dei termini usati. CORREGGERE=Rendere migliore. ELABORARE=Stravolgere. Anche se i due termini hanno delle similitudini, la cosa che gli distingue è la realtà. [lo]

    #1334470
    beppe83
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: un adagio Giap cita: “per la luna c’è la nuvola, per il fiore c’è il vento”. …….come potremmo vedere la luna nella sua essenza se in quel momento non passasse una nuvola, tanto differente di forma e composizione? E’ sbagliato cercare di comprendere? 😉

    Scherzi?? No che non è sbagliato cercare di comprendere…anzi…tutto l’opposto!! Questa comunità mi ha insegnato tanto, nel bene e nel male, e tanto continua e continuerà ad insegnarmi… Detto questo, quando leggo frasi come queste

    Originariamente inviato da rpolonio: L’evento del digitale ha sconvolto quello che un tempo era arte, oggi quello che viene avanti in questo uso di cattivo gusto questo modo di elaborare.[…]Sono uguali come quando un bambino colora un disegno, dove si nota l’estro infantile.[…]Non penso minimamente che ciò sia una capacità, ma soltanto un qualcosa di ridicolo e distruttivo nello stesso tempo. [lo]

    allora mi viene da pensare…troppo probabilmente come diceva renzo…ma mi viene da pensare…e per esempio mi ricordo che nel 1860 (si,proprio 1860)un certo Felice Beato (e successivamente il suo allievo Kusakabe Kimbei) cominciarono a colorare a mano le stampe all’albumina in bianco e nero dando vita a quello che successivamente fu soprannominato “lo stile di Yokohama”…(che ne dite? si trattava di elaborazione allo stato primitivo?) e ancora mi ricordo che nel XIX secolo, sotto la spinta di correnti culturali che avevano per nome “Dadaismo” e “Surrealismo”, si cominciano a sovrapporre le immagini attraverso le doppie esposizioni dello stesso frame di pellicola o, addirittura, attraverso una doppia esposizione della stampa in post-produzione…(anche questo un altro caso di elaborazione forse??)…e ancora…nel 1948 un certo Asser Felling cominciò a sperimentare le distorsioni delle immagini attraverso vetri curvi,negativi deformati dal calore o addirittura posacenere(e dire che c’è chi si lamenta del plasticotto [feu] )…e ancora…un certo Man Ray cominciò a produrre immagini off-camera (impressionando direttamente la carta sensibile in camera oscura) o a ricercare l’effetto Sabattier dandogli una dignità del tutto nuova ed autonoma…per non parlare delle immagini pubblicitarie eseguite attraverso la fusione di diapositive diverse (badate bene,non “files RAW” ma diapositive) unite in modo tale da avere l’effetto di rappresentare un “uomo pieghevole” (l’immagine è di Steve Cavalier, per la rivista Ferguson…non l’ho trovata on line,cel’ho su un libro altrimenti ve l’avrei postata :nw )…insomma tutto questo per dire cosa??? Una cosa vecchia come la fotografia almeno: e cioè che l’elaborazione delle immagini è sempre esistita ed ha sempre spinto il fotografo a cercare i limiti della propria tecnica,della tecnologia a disposizione e della propria creatività…e il digitale non si discosta da questo lungo percorso evolutivo…

    Originariamente inviato da enrix: Scusa ma quale è il tuo contributo a questo thread? Stai offendendo e sei completamente OT. Quindi non osservi neanche il regolamento del sito. Prima di sentenziare il nonnulla pensa 5 volte prima di scrivere. Grazie.

    Dici che devo risponderti? mmm…no,non serve…piuttosto ti ricordo che quando scrivi post come questi anche tu vai OT e non osservi il regolamento [fru] [mat] …non solo,ma affermi (implicitamente è chiaro) che non penso prima di scrivere…e se fossi permaloso dovrei considerare la tua come un’offesa… Che ne pensi? Va bene come contributo al thread? [lo]

    #1334478
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da beppe83: allora mi viene da pensare…troppo probabilmente come diceva renzo…ma mi viene da pensare…e per esempio mi ricordo che nel 1860 (si,proprio 1860)un certo Felice Beato (e successivamente il suo allievo Kusakabe Kimbei) cominciarono a colorare a mano le stampe all’albumina in bianco e nero dando vita a quello che successivamente fu soprannominato “lo stile di Yokohama”…(che ne dite? si trattava di elaborazione allo stato primitivo?) e ancora mi ricordo che nel XIX secolo, sotto la spinta di correnti culturali che avevano per nome “Dadaismo” e “Surrealismo”, si cominciano a sovrapporre le immagini attraverso le doppie esposizioni dello stesso frame di pellicola o, addirittura, attraverso una doppia esposizione della stampa in post-produzione…(anche questo un altro caso di elaborazione forse??)…e ancora…nel 1948 un certo Asser Felling cominciò a sperimentare le distorsioni delle immagini attraverso vetri curvi,negativi deformati dal calore o addirittura posacenere(e dire che c’è chi si lamenta del plasticotto [feu] )…e ancora…un certo Man Ray cominciò a produrre immagini off-camera (impressionando direttamente la carta sensibile in camera oscura) o a ricercare l’effetto Sabattier dandogli una dignità del tutto nuova ed autonoma…per non parlare delle immagini pubblicitarie eseguite attraverso la fusione di diapositive diverse (badate bene,non “files RAW” ma diapositive) unite in modo tale da avere l’effetto di rappresentare un “uomo pieghevole” (l’immagine è di Steve Cavalier, per la rivista Ferguson…non l’ho trovata on line,cel’ho su un libro altrimenti ve l’avrei postata :nw )…insomma tutto questo per dire cosa??? Una cosa vecchia come la fotografia almeno: e cioè che l’elaborazione delle immagini è sempre esistita ed ha sempre spinto il fotografo a cercare i limiti della propria tecnica,della tecnologia a disposizione e della propria creatività…e il digitale non si discosta da questo lungo percorso evolutivo…

    Purtroppo beppe non tutti vogliono/possono/hanno tempo di approfondire le proprie passioni, come stai facendo tu. Frequento forum fotografici diversi e da molti anni, ed un denominatore comune l’ho sempre riscontrato: spesso è più facile arroccarsi dietro un integralismo ideologico piuttosto che mettersi in gioco e studiare, ricercare, approfondire, fare sperimentazione….in poche parole: “aprire la mente al nuovo”. Queste persone purtroppo prive di un adeguato supporto cognitivo e di esperienza, trascendono le discussioni quando vedono sgretolarsi la loro idea tanto tenacemente difesa, che sia una presunta tecnica fotografica oppure il marchio preferito. Ritengo che a questo mondo ci sia spazio per tutti (non tutti nascono geni o artisti), ma l’educazione, il buon senso e, sopratutto, il non voler imporre agli altri le proprie idee a tutti i costi, siano atteggiamenti che alla lunga pagano moltissimo, come nella vita reale del resto ed a cui si debba tendere idealmente, quale cammino personale di miglioramento. [lo]

    #1334481
    beppe83
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Purtroppo beppe non tutti vogliono/possono/hanno tempo di approfondire le proprie passioni, come stai facendo tu. Frequento forum fotografici diversi e da molti anni, ed un denominatore comune l’ho sempre riscontrato: spesso è più facile arroccarsi dietro un integralismo ideologico piuttosto che mettersi in gioco e studiare, ricercare, approfondire, fare sperimentazione….in poche parole: “aprire la mente al nuovo”. Queste persone purtroppo prive di un adeguato supporto cognitivo e di esperienza, trascendono le discussioni quando vedono sgretolarsi la loro idea tanto tenacemente difesa, che sia una presunta tecnica fotografica oppure il marchio preferito. Ritengo che a questo mondo ci sia spazio per tutti (non tutti nascono geni o artisti), ma l’educazione, il buon senso e, sopratutto, il non voler imporre agli altri le proprie idee a tutti i costi, siano atteggiamenti che alla lunga pagano moltissimo, come nella vita reale del resto ed a cui si debba tendere idealmente, quale cammino personale di miglioramento. [lo]

    SEI IL MIO IDOLO!!! [ado] [ado] [ado] Sono d’accordo con te al 2000×100!!! (o) respect! (o) ps. Sono diventato “assiduo” con questo post… :~( commozione profonda…

    #1334484
    frabruni
    Partecipante

    Originariamente inviato da rpolonio: Per capire meglio il significato dei termini usati. CORREGGERE=Rendere migliore. ELABORARE=Stravolgere. Anche se i due termini hanno delle similitudini, la cosa che gli distingue è la realtà. [lo]

    Senza polemica, ELABORARE=Stravolgere è una tua personalissima interpretazione del termine elaborare il cui significato etimologico è completamente diverso: Elaborare: dal lat E-Laborare, affaticarsi con zelo, studiarsi. Fare con molta diligenza ed arte. Come per qualsiasi forma espressiva, anche l’elaborazione può spingersi fino allo stravolgimento, ma non è necessariamente la regola e non mi sembra opportuno accusare di stravolgere l’immagine chiunque la elabori sia analogicamente che attraverso software digitali. Ripeto, senza polemica ma per chiarezza. Ciao Francesco

    #1334496
    Anonimo
    Ospite

    Originariamente inviato da fra65: quasi tutti i grandi fotografi erano grandi elaboratori dei loro scatti, e se non lo facevano direttamente, avevano alle loro spalle abili stampatori! Oltre all’abilità (tecnica) e alla virtuosità espressiva (arte) non necessariamente in fase di scatto, ma quasi sempre in camera oscura, grandi fotografi come A.Adams hanno visto riconoscere le loro doti grazie soprattutto all’intervento in CO.

    Verissimo. In una documentario di fotografia, su sky, ho notato l’uniformità di “carattere” che presentavano le foto in B/N di due grandi maestri. Le loro foto sembravano indistinguibili per stile. Poi ho appreso che avevano lo stesso stampatore. Modificare i rapporti di grigio tra le varie zone, alterare i neri, i bianchi, vuol dire alterare completamente il significato, l’espressività di una foto, perfino il significato. In una foto in B/N, lavorando in camera oscura, puoi accentuare i toni scuri, rendendo il nero profondo, creando atmosfera. Puoi ingrigire i bianchi troppo sparati che non hanno dettaglio, rendendoli meno aggressivi all’occhio. Troppe zone bianche (ad esempio sullo sfondo) distolgono l’attenzione dal soggetto principale, rendendolo meno evidente. Puoi evidenziare le nuvole del cielo, sovraesponendole in fase di stampa. Puoi alterare la prospettiva, inclinando il piano di stampa. Puoi cambiare il contrasto con l’uso della diversa gradazione delle carte. Esistevano carte speciali che, da sole, già alteravano il significato di una foto, rendendo la dolcezza dei grigi o la forza del nero. In fase di stampa puoi alterare i rapporti di contrasto e di presenza esistenti fra le varie zone. Puoi far sparire fili, capelli fuori posto. Ma, già prima della stampa, sulla “lastra di vetro 6×6, 6×9”) si facevano sparire con la china bianca diluita, persone e case, si spuntinavano le stampa con un pennello sottilissimo, con inchiostro nero diluito, per eliminare piccoli dettagli. Ho passato tante ore nella camera oscura di un fotografo professionista, molto bravo. Parlavamo per ore, mentre lui inseriva e cancellava dettagli. Ho imparato tante cose importanti: la confidenza con la pellicola, portandola all’estremo per capirne i limiti. Egli sapeva ottenere da una foto di matrimonio la ceramica per una lapide. Eliminava le persone sedute accanto a lui, le bottiglie ed i piatti. Rifotografava e spediva l’immagine del defunto ad un laboratorio specializzato, dove, maestri nell’arte del ritocco, con matite speciali, rivestivano il defunto, gli ritoccavano i tratti del volto, eliminando i difetti, la risata della festa (troppo accentuato per una pietra tombale). Il disegno ottenuto veniva poi rifotografato e stampato sulla ceramica. Altro procedimento particolare era quello che richiedeva l’uso della pellicola lith, per creare contrasto e grana elevatissima. Un effetto che Photoshop consente di ottenere con pochi comandi. Ma già nello sviluppo della pellicola si poteva accentuare il contrasto, diminuirlo, usando diverse concentrazioni di sviluppo o con particolari acidi “rilevatori”. Erano formule chimiche che si trovavano sui libri o negli appunti tramandati dal maestro di fotografia. Ricordo il ferricianuro di potassio comprato in una farmacia di Bologna, tanti anni fa, per il mio amico, per ottenere una grana particolare. Con questi sviluppi potevi ottenere effetti sorprendenti, neri profondi, contrasti incredibili, oppure incredibili sfumature di grigio. Questa era la fotografia professionale che nasceva da esigenze diverse da quella del fotografo amatore. Ma quello che si realizza in camera chiara, col Photoshop, è poco più di quello che si otteneva in camera oscura. Le “manomissioni” sono sempre esistite. Le solarizzazioni si ottenevano anche senza Photoshop. I viraggi utilizzavano prodotti chimici. bastava variare la filtratura dell’ingranditore a colori per ottenere colori diversi. Le stesse carte a colori es

    #1334499
    Brained
    Partecipante

    Dulcis in fundo, e oserei dire come volevasi dimostrare, questa tua risposta è l’ennesima riprova che esistono persone preparate e soprattutto educate nei modi e nella forma. Le tesi e le relative motivazioni addotte da Antonino, Fra65, Frabruni e Fireblade sono una splendida dimostrazione di competenza e disponibilità verso gli altri utenti. Ben altra cosa rispetto al lanciare un sasso e nascondere il braccio senza avvalorare la propria affermazione con motivazioni documentate. Complimenti ragazzi, un comportamento esemplare. Andrea

    #1334504
    beppe83
    Partecipante

    Antonino,sposo e sottoscrivo il tuo ultimo post… …e devo sinceramente confessare che ti invidio per l’esperienza in camera oscura che io,purtroppo,non conosco se non indirettamente ed in piccolissima parte… 😉 [lo]

    #1334506
    gloster1974
    Partecipante

    adesso si’ che leggo con piacere un 3d aperto nella sezione giusta ” educazione dell’immagine” (o)

    #1334520
    rpolonio
    Partecipante

    Ho aperto questo topic per sentire opinioni diverse, e verificare se esiste una possibilità di mettere dei paletti nel definire una fotografia accettabile usando l’elaborazione. “Tutti” possono dire la propria opinione e lasciare un commento, anche un principiante. Vi chiedo soltanto una cosa, di non inserire classifiche di bravura. Ho apprezzato molto un passaggio nell’ultimo post di Antonino…. “Non mi interessano i concorsi. Mi piace andare in giro ad osservare e fotografare. Tolta la competizione di mezzo, diminuisce anche la necessità di travisare, coi trucchi in camera chiara”, queste parole sono un segno di maturità non solo fotografica, ma anche della persona. Questa è una sezione che tutti dovremmo partecipare, anche se a dire il vero io stesso avevo qualche perplessità all’inizio. [lo] Renzo

    #1334524
    Brained
    Partecipante

    Non mi pare che qualcuno abbia cercato di inserire graduatorie… Ma, cosa più importante, non penso sia il caso di “porre dei paletti”, in quanto, volento annoverare la fotografia tra le forme artistiche, appare scontato che porre dei limiti possa essere interpretato come una limitazione delle possibilità, siano esse in fase di scatto o di fronte ad un computer. Questo però è il mio pensiero, condivisibile, confutabile o limitato che possa sembrare Andrea

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