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Elaborazioni.

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  • #1334539
    gloster1974
    Partecipante

    Dico anche la mia L’avvento dell’era digitale nel campo della fotografia ha travolto milioni di fotografi ( me compreso ) per la sua versatilita’ e per il rapido apprendimento di tecniche. Sempre con l’avvento del digitale sono nati tantissimi neo fotografi che con questo supporto di immediata visualizzazione si sono avvicinati a quella che io definisco una vera e proria forma d’arte , la fotografia appunto. Ma di tanti neo fotografi solo pochi si distinguono nel sapere trasmettere attraverso un’immagine un’emozione e solo in questo caso io parlo di arte. Altri invece si gettano a capofitto negli abissi dei programmi di fotoritocco e cercano piuttosto di imparare ad utilizzare al meglio la propria atrezzatura , di imparare tutti i trucchetti per creare immagini artificiose. Ma onestamente come succede a me , sono sicuro che anche a voi se capita di osservare un’immagine troppo “digitalizzata” l’interesse svanisce o addirittura non esiste. La fotografia forma d’arte per come la interpreto io non e’ quella che si fissa su pellicola o su sensore ma quella che si ferma nell’ultima lente posteriore dell’obiettivo. Solo in questo caso se l’immagine “emoziona” nella sua forma nativa allora con piccoli interventi di Post produzione si riesce a valorizzare maggiormente , basta solo non perdere la conizione della realta’. Io sono nato fotografo su pellicola parecchi anni fa ma sono cresciuto in modo esponenziale con l’avvento del digitale proprio per una questione economica e di tempo. Ammiro e stimo tantissimo chi non ha lasciato la pellicola o chi lavora con le diapo ma allo stesso modo ammiro e stimo chi lavora completamente con il supporto digitale. Per me quello che conta e’ potersi esprimere con mmagini reali che emozionino chi le osserva. Grazie Joseph Nicephore Niepce [ado] [ado] [ado] [ado]

    #1334630
    enrix
    Partecipante

    Permettetemi di fare alcune considerazioni su alcuni ultimi post che non hanno APPORTATO nessun contributo alla discussione intavolata e al confronto costruttivo di opinioni, ma bensì sono stati rivolti solo come critica unilaterale a quello che si era scritto, stroncando e abbassando il livello qualitativo del thread. Tengo a precisare che questo non è un duello tra elaboratori digitali e non, come molti credono o vogliono far sembrare, dividendo il pubblico in due “fazioni”. Osannare il discorso degli intervenuti al 3D con slogan da tifoserie ultrà o semplicemente dimostrando adulazione e gioia come se si fosse ottenuta una vittoria, non mi sembra un atteggiamento costruttivo, soprattutto se non si partecipa attivamente con le proprie riflessioni sull’argomento. Ribadito che non esistono regole (è meglio ripeterlo pedissequamente affinché nessuno continui a confondere lo spirito di questa discussione!) continuo a dare il mio piccolo personale contributo alla discussione. Il discorso di Antonino è molto esauriente ed ha messo in luce alcune verità della camera oscura che sinceramente non conoscevo. Ciò non toglie che anche in camera oscura quando nell’elaborazione si superavano certi limiti come la sottrazione o l’aggiunta di elementi estranei al fotografato, si parlava di fotomontaggio http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_digitale Riamane inteso, a mio avviso, che nessuno deve avere vincoli di sorta, ognuno deve essere libero di esprimersi come vuole e soprattutto di fare ciò che gli piace. Ma per favore, non confondiamo il bianco con il nero altrimenti otterremmo un grigio medio 128! [cit

    #1334715
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Molti dicono che la fotografia non ha “paletti” perché è una forma d’arte e quindi libera di esprimersi come vuole. Scusate, ma questa è una GRANDE assurdità (sempre secondo me!).

    secondo te la fotografia ha dei “paletti” e io dovrei rispettarli??? (altrimenti non avrebbero senso!)

    Originariamente inviato da enrix: L’arte in generale come definizione è libera di esprimersi come vuole, ma sempre nell’ambito della propria disciplina artistica http://it.wikipedia.org/wiki/Arte#Discipline_artistiche

    l’arte è libera d’esprimersi ma sempre nell’ambito della propria disciplina artistica???? è un’affermazione senza senso, l’arte è un’entità astratta e non può esprimersi, lo può fare l’artista, ma se questo è libero di agire come ritiene piu’ opportuno perchè dovrebbe rimanere nell’ambito della propria disciplina artistica? queste sono le piu’ grandi assurdità lette nel thread! Arrivo alla considerazione che la fotografia dovrebbe rispettare precisi canoni tecnici ed etici per essere tale???? (e quali sarebbero?) Cos’è la fotografia senza noi fotografi? siamo noi la fotografia…. noi e la storia dei nostri maestri! e la storia dobbiamo farla, mica leggerla sui dizionari….. quando parli di termini come “arte” oppure “fotografia”, a volte dimentichi che sono termini astratti, la realtà và poi ricondotta ad una dimensione vissuta: artista, fotografo, spettatore……. [inc]

    Originariamente inviato da enrix: Riamane inteso, a mio avviso, che nessuno deve avere vincoli di sorta, ognuno deve essere libero di esprimersi come vuole e soprattutto di fare ciò che gli piace. Ma per favore, non confondiamo il bianco con il nero altrimenti otterremmo un grigio medio 128!

    hai visto male, non c’è nero e non c’è bianco, solo tonalità intermedie….. ma se riesci a definirmi il confine netto tra fotografia artistica e arte fotografica e riesci a metterlo in pratica nella fotografia vissuta, forse meriti un Nobel, però se nel farlo devi mettere 5000 paletti su quello che si deve fare o non fare, al massimo potrai ricevere un tapiro….. [quote]Originariamente inviato da enrix: L’Ikebana è l’arte della disposizione dei fiori…,non dell’insalata. La musica è l’arte della generazione e della combinazione di suoni. La pittura è l’arte che consiste nell’applicare pigmenti sospesi in un elemento portante (o in un mezzo) ed un agente collante ad un supporto…Il termine fotografia si riferisce sia alla tecnica che permette di creare immagini per effetto della luce… Queste sono tutte definizioni prese da Wikipedia. Adesso leggiamo insieme la definizione di wikipedia di “arte digitale”, in particolare verso il 12° rigo http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_digitalehttp://dam.org/gallery/index

    #1334731
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Molti dicono che la fotografia non ha “paletti” perché è una forma d’arte e quindi libera di esprimersi come vuole. Scusate, ma questa è una GRANDE assurdità (sempre secondo me!). L’arte in generale come definizione è libera di esprimersi come vuole, ma sempre nell’ambito della propria disciplina artistica http://it.wikipedia.org/wiki/Arte#Discipline_artistiche. L’Ikebana è l’arte della disposizione dei fiori…,non dell’insalata. La musica è l’arte della generazione e della combinazione di suoni. La pittura è l’arte che consiste nell’applicare pigmenti sospesi in un elemento portante (o in un mezzo) ed un agente collante ad un supporto…Il termine fotografia si riferisce alla tecnica che permette di creare immagini per effetto della luce. Queste sono tutte definizioni prese da Wikipedia. Adesso leggiamo insieme la definizione di wikipedia di “arte digitale”, in particolare verso il 12° rigo http://it.wikipedia.org/wiki/Arte_digitale Riamane inteso, a mio avviso, che nessuno deve avere vincoli di sorta, ognuno deve essere libero di esprimersi come vuole e soprattutto di fare ciò che gli piace. Ma per favore, non confondiamo il bianco con il nero altrimenti otterremmo un grigio medio 128!

    Questa mi sembra una notevole contraddizione, il che mi fa supporre che tu non abbia le idee chiare, oppure che basi la tua formazione su “definizioni” recuperate in modo casuale per giustificare in qualche modo le tue idee. Prima dici che trovi assurdo non porre “paletti” alla fotografia come forma d’arte, in quanto dovrebbe esprimersi secondo una non meglio precisata “disciplina artistica” a cui giustificazione adduci una “definizione” di wikipedia (e cosa sarà mai?) In chiusura concludi dicendo che ognuno deve essere libero di esprimersi come vuole quindi neghi l’assunto originale sull’obbligo descrittivo della “disciplina artistica”. Il voler ricondurre a tutti i costi l’arte ad una serie di definizioni che la possano spiegare, a mio avviso denuncia solo una mancanza di sensibilità nei confronti dell’arte stessa. Il desiderio di poter spiegare razionalmente le emozioni che proviamo porta inevitabilmente all’inaridimento delle stesse emozioni che, filtrate da un sistema descrittivo, perdono la loro potenza evocativa, la loro valenza onirica, e diventano quasi uno sciocco fenomeno fisico ingabbiato in una sterile quanto pretestuosa definizione. Ho letto in questo thread argomentazioni sulla musica che mi lasciano perplesso. Si parla di musica riprodotta ed ovviamente entrano in gioco anche qui le solite diatribe analogico-digitale, dimenticando che la riproduzione della musica è un solo un sistema conservativo. Andate a sentire un concerto in un teatro, e vi garantisco che poi qualsiasi sistema di riproduzione a confronto, parrà una barzelletta. Nel corso della mia vita ho spesso notato che le persone troppo attratte dalla tecnologia e troppo desiderose di spiegare ad ogni costo e con ogni mezzo tutto lo scibile umano spesso si perdono qualcosa di meravigliosamente bello, quel qualcosa che non si può spiegare, ma che attraversa il nostro misero essere in un lampo, regalandoci uno stato emotivo, breve, intenso e sublime. Se questo istante pretendiamo di “definirlo” lo abbiamo sciupato e gettato via per sempre e questo continuo inaridimento emotivo alla fine ci rovina l’esistenza, rendendoci ogni giorno un po’ piu’ cinici. Non vuole essere un attacco personale nei tuoi confronti, caro enrix, ma il consiglio di una persona che alle soglie dei 50anni si rende conto, dopo aver fatto tanti errori nella sua vita, che quegli stessi errori, se qualcuno li avesse corretti per tempo, avrebbero cagionato meno sofferenza 😉

    #1334750
    Spleen
    Partecipante

    Uh Sandro, nel leggere il tuo post mi pareva di sentire il tono della tua voce ;), ovviamente è quello che mi aspettavo di veder scritto, e concordo [chi] L’arte si esprime attraverso la propria sensibilità, ed è ovvio che questa esige una tecnica di sviluppo, di elaborazione. Possiamo avere entrambi i requisiti, oppure il primo solamente,oppure solo il secondo, a volte né il primo e né il secondo…ma se fosse così non saremmo qui a parlarne 🙂

    #1334760
    Franco
    Partecipante

    Sandro, é quello che avrei voluto scrivere io! scritto in modo chiaro, lucido, sintetico ed efficace! E’ stato un piacere leggere queste righe, come altre in questo Thread, provocatorie o no (ci vogliono anche queste), sono riuscite a consolidare in me alcune idee e a correggerne altre, quindi, ricordando il mistico tedesco Tauler che scrisse: “ vera povertà è quando tu non puoi ricordare se, è perchè qualcuno ti è stato debitore” chiedo grazie a tutti, anche ad Enrix che seppure arroccato nelle sue idee, infine condividiamo lo stesso modo di fare fotografia e questo vuol dire che pur non volendo trovare (ancora?) un punto d’incontro su alcune idee, all’atto pratico queste vengono superate…… 😉

    #1334778
    rpolonio
    Partecipante

    Vi esprimete a memoria, da libro aperto. Usate termini come “arte”, “emozioni”, con una convizione da esperti, penso che questo sia il vero male del momento. Definite “artisti” (in pratica tutti secondo voi), perchè diversi, inventori di qualcosa dei nuovo. Trovo difficile provare un’emozione difronte alla fotografia di un fiore o di un animale, il massimo che posso provare è dire “bella”, ma non direi mai che è stata eseguita da un’artista, se eseguita bene posso dire che è stato bravo. Oggi c’è un decadimento dell’arte fotografica, oggi è tutto automatico, di suo il fotografo ci mette molto poco, oggi si pensa solo a far vedere un’immagine perfetta. Oggi c’è troppa teoria che crea confusione, troppa tecnologia che aiuta solo ad essere dei robot. Ma secondo voi oggi di cosa si parlerebbe in una scuola dove viene insegnato “educazione all’immagine”.

    #1334785
    gloster1974
    Partecipante

    Originariamente inviato da rpolonio: Ma secondo voi oggi di cosa si parlerebbe in una scuola dove viene insegnato “educazione all’immagine”.

    Oggi a scuola insegnano “l’arte della fotografia” iniziando dalle radici sino all’era moderna con il digitale , non per sentito dire ma confermato da mia nipote ( 15 anni ) che frequenta l’istituto d’arte Venturi di Modena 😉 [amo]orgoglio di zio [amo]

    #1334790
    Anonimo
    Ospite

    Originariamente inviato da gloster1974: Sempre con l’avvento del digitale sono nati tantissimi neo fotografi che con questo supporto di immediata visualizzazione si sono avvicinati a quella che io definisco una vera e proria forma d’arte , la fotografia appunto. Ma di tanti neo fotografi solo pochi si distinguono nel sapere trasmettere attraverso un’immagine un’emozione e solo in questo caso io parlo di arte. Altri invece si gettano a capofitto negli abissi dei programmi di fotoritocco e cercano piuttosto di imparare ad utilizzare al meglio la propria atrezzatura , di imparare tutti i trucchetti per creare immagini artificiose. Ma onestamente come succede a me , sono sicuro che anche a voi se capita di osservare un’immagine troppo “digitalizzata” l’interesse svanisce o addirittura non esiste.

    Hai ragione. Un tempo non c’erano le possibilità economiche ed i mezzi di divulgazione di oggi. Per fotografare dovevi trovare un maestro, qualcuno disposto ad insegnarti. I mezzi economici erano limitati e non consentivano l’acquisto di apparecchiature sofisticate, quindi, pochi automatismi, pochi obiettivi. Le manipolazioni, oggi ottenibili facilmente in camera chiara, richiedevano la conoscenza e l’uso di procedimenti meno accessibili di quelli su PC. In Italia i libri di fotografia erano pochi ed antiquati. Ora beneficiamo di molti più mezzi di istruzione: libri, riviste, tanti link specializzati in fotografia, splendidi forum (come questo) che consentono di entrare facilmente con gente esperta e disponibile. Ma soprattutto possediamo sofisticati mezzi di ripresa e post-ripresa. Purtroppo l’approccio del neofita con la fotografia avviene soprattutto tramite riviste specializzate, che hanno come scopo principale la vendita di apparecchi, obiettivi, programmi per PC. Leggendo queste riviste, chi si avvicina alla fotografia non riceve un’educazione “all’immagine” ma soprattutto e direi solo lo stimolo all’acquisto. Il neofita, come tutti i neofiti, non vede l’ora di “arrivare”, di ottenere risultati concreti. E le riviste non gli insegnano le regole fondamentali dell’immagine, se non in modo molto limitato e non possono seguire, correggere ed indirizzare le necessità di ciascuno Le riviste offrono facili metodi digitali per elaborare, per copiare. Nessuna capacità critica e nessuno vero strumento per correggere gli errori individuali, per imparare con solide basi. Anche quando fanno la critica delle immagini inviate dai lettori, non possono seguire ed indirizzare il percorso evolutivo di ciascuno. Quindi i neofiti finiscono per l’indirizzare il proprio percorso evolutivo solo sul binario del “consumismo”. Inoltre i maestri, ormai invecchiati, hanno difficltà a mantenere il passo col digitale e soprattutto a comprenderlo. Da essi, spesso derivano certi preconcetti; che all’inizio sono solo opinioni, ma che, passando di bocca in bocca, di rivista in rivista, di sezione in sezione, finiscono col formare “regole” che nella realtà, poi, sono solo pregiudizi. Nella mia città abbiamo formato un gruppo di amici, che non è un’associazione. Non abbiamo tessere, non abbiamo quote di iscrizione. Abbiamo solo la passione comune per la fotografia. Ogni volta, ciascuno porta il suo tema individuale, secondo il suo gusto. Prevalentemente si tratta di diapositive. Ogni mese mettiamo insieme 400/500 dia da proiettare. Non partecipiamo a concorsi. La nostra sala è sempre piena di invitati, anche non fotografi. Cerchiamo di aiutare chi inizia, correggendo, un po’ per volta, gli errori; cercando di rilevare soprattutto i progressi di ciascuno per motivarlo a continuare. Da noi non ci sono stroncature; solo consigli per migliorare. Siamo quasi tutti canonisti, ma non abbiamo preclusioni. Ho avuto la fortuna di avere ottimi maestri, tra cui la Giuliana Traverso (fotografa Italiana dell’anno 2000), con la quale ho anche frequentato un workshop di ritratto. E l’h

    #1334797
    rpolonio
    Partecipante

    Originariamente inviato da gloster1974: Oggi a scuola insegnano “l’arte della fotografia” iniziando dalle radici sino all’era moderna con il digitale , non per sentito dire ma confermato da mia nipote ( 15 anni ) che frequenta l’istituto d’arte Venturi di Modena 😉 [amo]orgoglio di zio [amo]

    Caro Gloster…prova a dire a tuo nipote di fare una domanda al suo insegnante: “L’emozione è traferibile?”. [lo]

    #1334876
    lidiapoe
    Partecipante

    Caro renzo, se posso risponderti io a questa domanda, penso proprio che direi di si. Non sempre è ovvio, e non tutti sono in grado di farlo con la stessa intensità, ma un’emozione è trasferibile, almeno per me. Un’immagine, perchè quì di immagini si parla, ma potrebbe essere giustamente una melodia oppure uno scritto poetico, se sono dettati dal desiderio di dare corpo a un’emozione, possono essere trasferiti al suo interlocutore: non potrebbero altrimenti diventare passioni, di cui tu stesso sei vittima, altrimenti non decideresti di condividere quì i tuoi interessi con altri amanti della fotografia come te. Altro discorso è se l’emozione dell’autore è poi sempre la stessa che recepisce il ricevente: in questo caso giocano fattori diversi come l’attitudine personale, il gusto, la sensibilità che è variabile in ciascuno di noi. Sarebbe troppo triste e arido pensare che un’immagine è solo bella o brutta, senza contare poi che anche quà potremmo aprire un tema che parla del concetto estetico. Così come è altrettanto limitativo pensare che ogni immagine sia arte, e da quello che leggo, mi sembra che nessuno lo sostenga. Ma è altrettanto vero che un vero artista non è solo quello di nota fama, probabilmente invece è colui che riesce meglio degli altri a trasferire questa sua emozione, fosse anche con un computer, perchè dietro la macchina c’è sempre un cervello umano, l’arte secondo me è soprattutto quà. Colgo poi una domanda che sembri porre: perchè “educazione all’immagine”: Se questa sezione è stata indicata come “educazione all’immagine”,(forse il nome non è stato quello più corretto, ma dava il senso) comunque non ha come suo scopo quello di creare adepti ad un determinato pensiero, tantomeno quello di insegnare come è un’immagine, ma più semplicemente quello di dare spazio al confronto delle proprie convinzioni con quelle altrui e crescere insieme e, perchè no, se capita, leggere di un autore che non si conosceva o che si era sentito rammentare e scoprire che può anche piacere, oppure deludere ignobilmente. In un mondo fotografico composto spesso troppo da sentito dire, tecnicismi e la ricerca della perfezione, finisce per essere un angolo di riflessione serena ( quasi sempre hihihi) su temi che non sempre possono essere condivisi con l’amico di infanzia, il collega o la moglie che non hanno il nostro stesso piacere nel prendere in mano una macchina fotografica e scattare a un filo di fumo che distrattamente, con forme sinuose e colori inaspettati ci passa davanti. Questa stessa discussione ce lo dimostra: il fervore che impegna i partecipanti, non sò in quanti altri forum lo potresti ritrovare, non male no? L’importante è sempre ricordare che nessuno è detentore della verità assoluta, ma tutti insieme concorrono a crearla. [bir] [lo]

    #1334929
    beppe83
    Partecipante

    Originariamente inviato da rpolonio: Vi esprimete a memoria, da libro aperto. Usate termini come “arte”, “emozioni”, con una convizione da esperti, penso che questo sia il vero male del momento. Definite “artisti” (in pratica tutti secondo voi), perchè diversi, inventori di qualcosa dei nuovo. Trovo difficile provare un’emozione difronte alla fotografia di un fiore o di un animale, il massimo che posso provare è dire “bella”, ma non direi mai che è stata eseguita da un’artista, se eseguita bene posso dire che è stato bravo. Oggi c’è un decadimento dell’arte fotografica, oggi è tutto automatico, di suo il fotografo ci mette molto poco, oggi si pensa solo a far vedere un’immagine perfetta. Oggi c’è troppa teoria che crea confusione, troppa tecnologia che aiuta solo ad essere dei robot. Ma secondo voi oggi di cosa si parlerebbe in una scuola dove viene insegnato “educazione all’immagine”.

    Sottoscrivo!!! (o) [bir]

    #1334939
    enrix
    Partecipante

    Fireblade srive: Questa mi sembra una notevole contraddizione, il che mi fa supporre che tu non abbia le idee chiare, oppure che basi la tua formazione su “definizioni” recuperate in modo casuale per giustificare in qualche modo le tue idee.

    Esattamente, io baso la mia formazione sulle definizioni, ma non recuperate in modo casuale. Tutto il sapere umano è costruito sulle definizioni e anche sulle esperienze che se hanno una validità accertata vengono poi scritte sui libri. Nei libri è scritto tutto lo scibile umano e oggi anche nei supporti magnetici e ottici. Ignorarli con la convinzione di essere liberi di esprimersi come ognuno vuole è la vera presunzione. Liberi dalle definizioni a volte può significare essere schiavi dell’ignoranza.

    Prima dici che trovi assurdo non porre “paletti” alla fotografia come forma d’arte, in quanto dovrebbe esprimersi secondo una non meglio precisata “disciplina artistica” a cui giustificazione adduci una “definizione” di wikipedia (e cosa sarà mai?) In chiusura concludi dicendo che ognuno deve essere libero di esprimersi come vuole quindi neghi l’assunto originale sull’obbligo descrittivo della “disciplina artistica”.

    Le “non meglio precisate discipline artistiche” che tu citi, non le ho inventate io purtroppo, mi dispiace deluderti. Cito wikipedia perché è più facilmente consultabile da tutti visto che siamo online. Comunque, puoi anche consultare la Treccani, sempre se non lo ritieni un libro sciocco con delle riduttive definizioni. Per me, mettere dei paletti alla fotografia o ad altre forme di arte non significa reprimere lo spirito artistico e rendere riduttivo il campo di operatività, ma piuttosto preservare l’arte stessa da possibili contaminazioni posticce che degraderebbero inesorabilmente la sua qualità, come sta accadendo oggi con la fotografia. In un mondo dove tutto tende alla mistificazione, dove il falso sta prevaricando il vero, io cerco, godo, rimango estasiato, se trovo un angolo di purezza, un’isola felice incontaminata, una scultura dove non mi devo preoccupare di controllare se il marmo della statua è vero o contraffatto da un calco di gesso costruito dal cinese di turno. E’ possibile che un cielo finto, un gabbiano aggiunto ad una composizione, un paesaggio inesistente ti possa emozionare? E finché tu lo capisci che quella è una foto artefatta tutto è legale, ognuno si emoziona secondo le proprio percezioni, in relazione alla propria formamentis, secondo il proprio bagalio culturale. Ma quando il novellino (me compreso) non capisce che la foto è un collage, che i bellissimi nuvolosi in realtà appartenevano ad un altro paesaggio, che quel favoloso panorama è stato sapientemente costruito al computer ed esprime un senso di ammirazione, di soddisfazione e prova infine un’emozione…., come la mettiamo? Dov’è il nostro senso etico? Chi ci autorizza a prendere in giro il prossimo? Chi ci autorizza a chiamarla fotografia? E se quel prossimo sono i nostri figli….E’ meglio lasciare stare! Certo che ho detto che “ognuno è libero di fare come vuole”, il mio è solo un pensiero personale, messo a disposizione di questo forum per un confronto d’idee. Ma evidentemente ha colpito qualcuno nel profondo per ricevere anche degli insulti!

    Il voler ricondurre a tutti i costi l’arte ad una serie di definizioni che la possano spiegare, a mio avviso denuncia solo una mancanza di sensibilità nei confronti dell’arte stessa. Il desiderio di poter spiegare razionalmente le emozioni che proviamo porta inevitabilmente all’inaridimento delle stesse emozioni che, filtrate da un sistema descrittivo, perdono la loro potenza evocativa, la loro valenza onirica, e diventano quasi uno sciocco fenomeno fisico ingabbiato in una sterile quanto pretestuosa definizione.

    Come fai a parlare di qualcosa se non hai ben chiaro il concetto di che cosa è? Le definizioni occorrono per non confondere (come dicono dalle mie parti) l’aglio con la cipolla! Qui mi sembr

    #1334943
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Fireblade io ti stimo come persona colta e assennata e spero di continuarlo a fare anche in futuro. Questo mio post è naturalmente una difesa alla tua quasi “aggressione” nei miei confronti e finisce qua. Invece quello che non capisco è l’ostilità dimostrata da alcune persone che si accaniscono che a confutare anche senza argomenti validi il mio pensiero, dimenticando che questo è un forum di pacifica discussione e di confronti costruttivi e il rispetto del prossimo è una forma di educazione. Non sono riuscito a rispondere agli altri ultimi post, ma in questo periodo il tempo a disposizione è davvero poco per me…appena posso lo farò! [lo] [bir]

    E di questo ti ringrazio, ma voglio precisare che non c’è stato nessun attacco personale nei tuoi confronti, ho semplicemente espresso mie considerazioni. Tuttavia una tale difesa delle tue posizioni, non ammette ulteriori repliche, quindi per me l’argomento è chiuso qui, senza offesa ovviamente. [lo]

    #1334959
    Anonimo
    Ospite

    Originariamente inviato da rpolonio: Caro Gloster…prova a dire a tuo nipote di fare una domanda al suo insegnante: “L’emozione è traferibile?”. [lo]

    La risposta dell’insegnate mi interessa. E’ trasferibile. Altrimenti non esisterebbe l’arte. L’arte traferisce (direi meglio comunica) l’emozione che si prova davanti a: bellezza, dolcezza, forza, drammaticità, sofferenza. Ma chi osserva deve avere la sensibilità (e la cultura, come conoscenza – più si conosce più si ha possibilità di distinguere, comprendere, condividere con gli altri) per recepirle. Quindi è soggettiva per “chi scrive” e per “chi legge”. Come diceva quel tale… “non dare le perle ai porci”. Ma esistono infinite sensibilità e gradi di cultura. Non è possibile definire una separazione, senza soluzione di continuità, tra chi è sensibile e colto e chi non lo è. Quindi esistono infiniti “gradi” ed “esigenze” di arte. Tra l’arte diffusa nei supermercati e quella dei grandi studiosi ed intenditori c’é una gamma infinita di mezze misure, tutte emozionali per chi le possiede. [lo]

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