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Elaborazioni.

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  • #1334990
    Anonimo
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    Originariamente inviato da rpolonio: Vi esprimete a memoria, da libro aperto. Usate termini come “arte”, “emozioni”, con una convizione da esperti, penso che questo sia il vero male del momento. Definite “artisti” (in pratica tutti secondo voi), perchè diversi, inventori di qualcosa dei nuovo.

    Ci esprimiamo senza presunzioni. Esponiamo quello che pensiamo, le nostre opinioni, che sono solo “opinioni”. Tu sei libero di pensarla in modo diverso, non solo per il fatto che esiste la libertà, ma perché vogliamo che TU “sia libero”; perché nella libertà, puoi portare qualcosa di nuovo anche a noi. Il tuo pensiero è valido come il mio, come quello di chiunque altro. Ed io ti leggo con la massima attenzione ed interesse. E sono pronto a cambiare opinione se il tuo contributo mi arricchisce.

    Trovo difficile provare un’emozione difronte alla fotografia di un fiore o di un animale, il massimo che posso provare è dire “bella”, ma non direi mai che è stata eseguita da un’artista, se eseguita bene posso dire che è stato bravo.

    Mi segno il tuo indirizzo. Appena mi capita qualcosa di appropriato te lo invio personalmente, così possiamo riparlarne, con semplicità ed in modo costruttivo. Su due piedi mi vengono in mente: – la foto del musetto di un coniglietto, di un cagnolino, ripreso in modo sapiente, per rilevare lo sguardo. La tenerezza, la curiosità verso il nuovo mondo (per lui). – la foto di un soffione piegato dal vento che gli sottrae uno ad uno i sottili peli, su uno sfondo di tempesta. Sono due storie, due emozioni o più. Ma dipende anche da te. Se tu non ami la natura, se non ti affascini davanti a certe immagini semplici – ma infinite (per me) nei significati – certamente proverai emozione davanti ad altri soggetti. Ma questo non significa che queste emozioni non le provino altri, davanti a questi soggetti che non ti emozionano. Le emozioni sono personali. Dipendono dalle esperienze, dal vissuto di ciascuno.

    Oggi c’è un decadimento dell’arte fotografica, oggi è tutto automatico, di suo il fotografo ci mette molto poco, oggi si pensa solo a far vedere un’immagine perfetta. Oggi c’è troppa teoria che crea confusione, troppa tecnologia che aiuta solo ad essere dei robot. Ma secondo voi oggi di cosa si parlerebbe in una scuola dove viene insegnato “educazione all’immagine”.

    Può essere vero quello che dici; ma occorre fare delle distinzioni. Occorre analizzare queste situazioni che a mio parere hanno origini e cause più complesse. Anche prima del digitale c’erano gli stessi problemi. C’erano gli smanettoni ed i puristi. E si dibatteva allo stesso modo, come ora. Io sono 40 anni che fotografo. Le persone intelligenti sono sempre esistite. Se l’arte la fanno gli uomini e non il corredo fotografico, gli uomini sono rimasti gli stessi di prima. La fotografia ha attratto molte persone. Le disponibilità economiche e di tempo libero, per fortuna, sono maggiori di quelle di un tempo. Più aumenta il numero delle persone, maggiore aumenta il numero di chi sa e di chi non sa. Ci sono molti fotografi nuovi, che hanno avuto poco tempo per imparare e pochi e poco validi maestri. Le riviste ed i libri di “diffusione di massa”, spesso sono non qualificati e superficiali. Essi sviliscono il concetto di fotografia, addomesticandolo agli interessi commerciali. Quando ti avvicini ad un nuovo campo e non sai ancora orizzontarti, è facile cadere nel “concetto” prevalente, che normalmente è assai mediocre. Figurati se esso è indirizzato non al tuo interesse, ma a quello di altri! Nella scuola di fotografia si insegnano i concetti sia tecnici che culturali. Si insegna la composizione dell’immagine, la teoria dei colori, la storia della fotografia e tutto il resto. Si studiano i maestri, l’evoluzione del pensiero fotografico. Come puoi pensare che gli ultimi arrivati nel campo della fotografia possano aver già acquisi

    #1335015
    beppe83
    Partecipante

    [quote] Originariamente inviato da enrix: Nei libri è scritto tutto lo scibile umano e oggi anche nei supporti magnetici e ottici. [quote] Non sono d’accordo nella maniera più assoluta!! Accettare questo dogma significherebbe ignorare che i libri sono scritti da uomini e che gli uomini non sono esenti da imprefezioni o da interessi personali,ma soprattutto, perdonami, lo scibile umano è là fuori!! Non sui libri…. La teoria è trasferibile sui libri…la pratica,è un’altra cosa! Solo con la pratica si può comprendere davvero la teoria…solo sperimentando empiricamente quello che è scritto sui libri si può conoscere davvero!!! 😉

    #1335154
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da Antonino52: Le definizioni (fotografia si, fotografia no) non servono che a perdere tempo. Se ne parlo, è solo perche credo che ci sia un bisogno – ed è costruttivo – di eliminare i pregiudizi, che abbiamo tutti. Anche tu puoi aiutarmi ad eliminare i miei. E sono molti. E potete farlo solo “tu” e gli “altri amici di questo forum”, che avete la mia stessa passione. Se ne parlo a casa, mi mettono a tacere. “Parli sempre di fotografia !” Abbiamo uno strumento formidabile – internet – che ci fa uscire dalla mediocrità del quotidiano e ci accomuna nello stesso interesse. Approfittiamone per costruire, per criticare in modo costruttivo. Lasciamo le etichette a chi vuole fare …”fotografia di etichette”.

    come non essere daccordo con quanto scrivi, mi associo a questo tuo pensiero (ma anche agli altri)! Però parte mia, leggere da due anni sempre le stesse cose dalle stesse persone, mi sta portando a pensare che, mentre c’è chi aiuta ad eliminare alcuni pregiudizi, qualcun’altro aspira (senz’altro inconsciamente, voglio pensare) a formarli, sia che si parli di problematiche sulle fotocamere o di etica in ambito fotografico, ci sono pregiudizi molto molto radicati in alcune idee. Visto che tu fotografi da diverso tempo, ricorderai i pregiudizi che vennero fuori (negli anni 70 erano ancora evidenti) quando uscì la pellicola a colori, i professionisti, soprattutto i circoli e una parte dell’entourage culturale che girava intorno ai concorsi, accolse la novità prima con scetticismo e poi con ostilità, questa era evidente soprattutto nei circoli fotografici, dove si asseriva che la pellicola a colori non aveva il fascino del BN e che il colore non era vera fotografia siccome solo il BN, con la sua lunga tradizione di tecniche in CO e con la possibilità di poter rendere meglio in termini espressivi, era la “vera” fotografia. Questi pregiudizi vennero superati, ma poi venne la fotografia digitale, con i suoi mille dubbi e interrogativi, all’inizio era troppo evidente la superiorità della pellicola, ma ora che il digitale ha superato la pellicola in termini d’espressività, tecnica e diffusione, ora si teme che proprio questa maggiore espressività possa essere d’intralcio e pericolo. Si teme che il bello possa essere troppo bello!! che la facilità d’uso di alcuni mezzi, che i nostri figli sapranno usare con un solo dito, possa far dimenticare l’abilità manuale, alla quale siamo abituati. Si pensa che l’elaborazione odierna possa far morire la fotografia com’era una volta, e nel farlo si dimentica (o non si vuol vedere) com’era realmente (sempre con elaborazioni). In futuro la fotografia si evolvera, avrà una fisionomia diversa rispetto oggi, ma io continuerò a fare la stessa fotografia che facevo 30 anni fa, con attrezzature e metodi diversi, ma l’immagine sarà sempre la stessa (come base, ovvio che sperimento sempre tecniche e attrezzature diverse che mi portano a migliorare), per questo non mi preoccupo e non ho paura di quello che fanno o faranno gli altri. Ho sfogliato alcuni post presenti in questo thread e ho copiato alcune frasi che mi hanno fatto sorridere, tra tutte la prima per il contenuto di contraddizione. mi perdonino gli autori per averle trascritte : [quote]Originariamente inviato daautori vari : – Vi chiedo soltanto una cosa, di non inserire classifiche di bravura. Ho apprezzato molto un passaggio nell’ultimo post di Antonino………. queste parole sono un segno di maturità non solo fotografica, ma anche della persona – Vedo della demagogia in quello che scrivi. Io non mi “appicico” alle regole, anzi nella mia vita nei limiti del possibile le ho sempre infrante. Ho la mente apertissima e sono anarchico di pensiero. – Tutto il sapere umano è costruito sulle definizioni – io baso la mia formazione sulle definizioni – Liberi dalle definizioni a volte può significare essere schiavi dell’ignoranza

    #1335170
    rpolonio
    Partecipante

    Una cosa ho capito dai post, che per capire l’arte bisogna avere anche una certa età. Per molti l’arte è solo un qualcosa da imitare. L’arte dovrebbe sempre farci vedere la realtà. L’educazione all’immagine nei giovani è poco recepita, a volte come un concorso. Credo che i soli paletti da me citati siano insufficienti. Per molti la fotografia è un passatempo, un divertimento, un lavoro, un mezzo per ricordare, un mezzo per fare nuove amicizie, ben venga allora, cerchiamo di dare vita alla fotografia. [lo]

    #1335220
    enrix
    Partecipante

    beppe83 scrive] Accettare questo dogma significherebbe ignorare che i libri sono scritti da uomini e che gli uomini non sono esenti da imprefezioni o da interessi personali,ma soprattutto, perdonami, lo scibile umano è là fuori!! Non sui libri…. La teoria è trasferibile sui libri…la pratica,è un’altra cosa! Solo con la pratica si può comprendere davvero la teoria…solo sperimentando empiricamente quello che è scritto sui libri si può conoscere davvero!!!

    In parte sono d’accordo con te, ma tralasci un fattore essenziale. La vita media umana oggi è di 75-80 anni. Se l’esperienza che hai assimilato in questo arco di tempo non la trascrivi su un libro o la tramandi oralmente (con perdita di dati) ad un’altra persona, la nuova generazione che nascerà avrà le stesse conoscenze che avevi tu e il sapere non andrà mai avanti. L’homo sapiens ha impiegato circa 200.000 anni per inventare il computer e oggi le nuove generazioni grazie ai libri, hanno 200.000 anni di pratiche, di esperienze, di teorie, di definizioni, già pronte ad essere utilizzate per proiettarsi nelle invenzioni, nelle conoscenze e nelle pratiche del futuro…. Fra65 visto che hai annoverato più frasi dei miei post tra quelle che ti hanno fatto sorridere: -Tutto il sapere umano è costruito sulle definizioni; – io baso la mia formazione sulle definizioni; – Liberi dalle definizioni a volte può significare essere schiavi dell’ignoranza; (cito queste 3 perchè sono allacciate), ti ricordo che se tu fossi nato in un’isola deserta e senza nessun contatto con il mondo esterno, saresti culturalmente uguale all’homo sapiens, solo con un cervello leggermente più sviluppato grazie alle modificazioni genetiche dovute all’evoluzione della specie! Comunque anche tu hai usato alcune frasi contraddittorie e alcune divertenti:

    su quest’aspetto concordo con te, è necessaria un’etica dell’immagine tale da consentire di effettuare i controlli di livelli, contrasto, ecc. ma senza stravolgere l’immagine. Se attacco delle fotografie su un elemento portante, secondo wilkipedia (e anche secondo me) può essere arte e contemporaneamente anche pittura (leggiti le definizioni), io la chiamo arte fotografica, ma se preferisci si può creare un neologismo nuovo e la chiamiamo newPophotoart. Pittura e arte sono due aspetti distinti di una stessa materia, una caccola sul muro è arte? Secondo quello che riporta wilkipedia si! Oggi c’è meno elaborazione perchè risulta piu’ facile scattare una bella fotografia, ed è piu’ facile essere originali senza scadere in elaborazioni che deturpano troppo l’immagine fotografica con elementi estranei ricordando il mistico tedesco Tauler che scrisse: “ vera povertà è quando tu non puoi ricordare se, è perchè qualcuno ti è stato debitore

    Bella quest’ultima! Ma cosa significa nella nostra discussione? [lo]

    #1335223
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Comunque anche tu hai usato alcune frasi contraddittorie e alcune divertenti: su quest’aspetto concordo con te, è necessaria un’etica dell’immagine tale da consentire di effettuare i controlli di livelli, contrasto, ecc. ma senza stravolgere l’immagine. Se attacco delle fotografie su un elemento portante, secondo wilkipedia (e anche secondo me) può essere arte e contemporaneamente anche pittura (leggiti le definizioni), io la chiamo arte fotografica, ma se preferisci si può creare un neologismo nuovo e la chiamiamo newPophotoart. Pittura e arte sono due aspetti distinti di una stessa materia, una caccola sul muro è arte? Secondo quello che riporta wilkipedia si! Oggi c’è meno elaborazione perchè risulta piu’ facile scattare una bella fotografia, ed è piu’ facile essere originali senza scadere in elaborazioni che deturpano troppo l’immagine fotografica con elementi estranei ricordando il mistico tedesco Tauler che scrisse: “ vera povertà è quando tu non puoi ricordare se, è perchè qualcuno ti è stato debitore Bella! Ma cosa significa nella nostra discussione?

    ……centrano, se solo leggessi anche quello che segue/precede. grazie del complimento comunque

    #1335224
    beppe83
    Partecipante

    Che i libri possano essere utili nella prosecuzione dell’evoluzione tecnologica è un conto,ma che tutto lo scibile umano sia contenuti in essi è una cosa che,mi dispiace,mi rifiuto di far passare… Ribadisco,la vera esperienza è fuori!!! Il libro può essere solo una base da cui partire… 😉

    #1335226
    enrix
    Partecipante

    ……centrano, se solo leggessi anche quello che segue/precede.

    esattamente come le mie!

    grazie del complimento comunque

    Fra, assolutamnte non era mia intenzione offenderti e ne mi sembra di averlo fatto. Ho solo mantenuto il tono del tuo post! Comunque, sincere scuse, se involontariamente l’ho fatto! Lo sai che per me sei un’amico e mi guarderei bene di oltraggiare la tua enorme personalità! Enrico [oop] [lo]

    #1335228
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da beppe83: Che i libri possano essere utili nella prosecuzione dell’evoluzione tecnologica è un conto,ma che tutto lo scibile umano sia contenuti in essi è una cosa che,mi dispiace,mi rifiuto di far passare… Ribadisco,la vera esperienza è fuori!!! Il libro può essere solo una base da cui partire… 😉

    vero, e anche se rimanessimo su un piano filosofico, dove per esporre i nostri concetti si rendono necessari i mezzi della dialettica, le parole non vanno prese come oggetto dell’indagine, prima si parte dall’uomo fotografo, dai suoi mezzi e poi si arriva ai termini. Concettualizzare astrattamente partendo dai termini, dando per assoluto il loro valore, è un concetto che in questo contesto, anch’io non comprendo.

    #1335233
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da enrix: Fra, assolutamnte non era mia intenzione offenderti e ne mi sembra di averlo fatto. Ho solo mantenuto il tono del tuo post! Comunque, sincere scuse, se involontariamente l’ho fatto! Lo sai che per me sei un’amico e mi guarderei bene di oltraggiare la tua enorme personalità! Enrico

    quando dicevo “grazie del complimento”, quello che intendevo era l’esatto significato delle parole scritte, quindi non hai niente di cui scusarti. aspetto sempre una risposta alle 10-12 domande fatte nel post precedente, se non hai una risposta dimmi anche solo: non ho una risposta, e la chiudiamo qui….. [fis]

    #1335236
    enrix
    Partecipante

    Direi di chiuderla qui! Forse ho già detto tutto e non mi va di ripetermi, forse non ho le risposte, forse sono un pò stanco, forse non mi va che questo thread abbia preso le sembianze di una belligeranza, forse avete ragione voi e forse è volata qualche parola di troppo ed io sono per l’amicizia in primis… Al prossimo thread. Ringrazio tutti i colloquianti intervenuti e spero che almeno qualcosa di costruttivo sia uscito da questa discussione! [bir] [lo]

    #1335313
    Franco
    Partecipante

    [mua] con tutto questo scrivere, guarda che rischiamo grosso se finisce tutto in una bolla di sapone…. [mat] ritorno a dirti che vedo la fotografia in modo simile al tuo, ma trovo inattuabile, sconveniente, deleterio imporre alla “comunità” di fotografi regole di comportamento etico (autoregolamentazione) oppure regole che impongono paletti (leggi) e suddivisioni in categorie, eccetto il discorso competizioni e concorsi vari. Lasciando da parte il discorso dell’etica professionale (artigiani professionisti), il miglior insegnamento etico per noi fotoamatori è quello pratico, e l’esempio che tutti noi dimostriamo seguendo un rigore etico è d’aiuto a far capire a chi inizia quale può essere la strada da perseguire. Non possiamo imporre le nostre idee, non possiamo dettare leggi, e questo semplicemente perchè non esiste una costituzione di fotografi, nessuna corporazione si è unita (non è del tutto vero) per definire quelli che devono essere i paletti tra un genere (scuola) e l’altro (non parliamo poi di obbligo di utilizzare determinati filtri di lavoro che limitano l’uso di programmi e funzioni particolari, perchè questa limitazione và contro il concetto stesso di arte e progresso) Nessuno può dire cosa sarà domani la fotografia…. Prima di cena ho avuto modo di parlare con un noto maestro di pittura, noto fotografo e anche noto collezionista di fotocamere analogiche (per di piu’ anche nikoniano [mat]) possiede tutti i modelli nikon, anche i modelli anniversario e le ottiche piu’ rare, aveva appena finito una lezione di pittura con le sue allieve e stufo di parlare di colori, quando mi ha visto si è messo a parlare di fotografia……. durata delle batterie in montagna, utilizzo senza batterie in condizioni difficili, resa dell’85f/2, ottimizzazione del 105micro…….. conoscevo la sua ostilità verso il mondo digitale e mi ha molto stupito l’argomento che in breve andammo a parare…… il nokia non sò piu’ quale modello (li conosceva tutti), sò solo che aveva un monitor piu’ grosso della mia 40D un cellulare con mp3, non ricordo piu’ quanti Gb di memoria, fotocamera 5Mpix e altri dispositivi vari, me li ha elencati con l’entusiasmo di un bambino col giocattolo tra le mani, mi ha anche detto che con alcune sue allieve, prima scatta una foto, poi la invia tramite sms o quando si trova vicino utilizza blutooth, e successivamente da quella foto verrà poi eseguito un dipinto, mi ha fatto vedere almeno una trentina di foto scattate quest’inverno sulla neve e ne andava molto fiero, sembrava estasiato dalle potenzialità creative e dalla versatilità del mezzo. questo per dire…… dov’è il confine della fotografia? dov’è quello dell’arte? Il domani non è scritto da nessuna parte, dizionari o manuali di fotografia ci dicono quello che c’è oggi, quello che c’era ieri, ma il futuro siamo noi e non possiamo restringerlo a nostro piacimento perchè questo è il progresso, altrimenti saremmo ancora al dagherrotipo, tecnica “pura” che non consente modifiche in “post” siccome dall’esposizione diretta viene ottenuta una lastra di rame con l’immagine positiva, e non avremmo il negativo perchè i successivi passaggi possono influire sulla “realtà” del soggetto (vari passaggi di luce artificiale)…… ma non rientro in questa discussione perchè già stata affrontata…… un saluto ciao [lo]

    #1335329
    rpolonio
    Partecipante

    Prima di cena ho avuto modo di parlare con un noto maestro di pittura, noto fotografo e anche noto collezionista di…… Dalle mie parti esiste una battuta: “Chi troppo vuole nulla stringe”. E’ vero che nessuno può dire come sarà la fotografia domani, però di sicuro ci sarà una metamorfosi, “la macchina fotografica sarà il fotografo e il fotografo sarà la macchina fotografica. Non credo che si voglia imporre qualcosa, si vuole solo “distinguere” la realtà da un falso. Se questo non viene fatto il fotografo rischia l’estinzione. Definiano come scuola i grandi maestri del passato, penso che questa sia una regola o no, allora lasciamo perdere le contradizioni e liberiamo il nostro pensiero. Un Salutone a tutti.

    #1335341
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da rpolonio: Non credo che si voglia imporre qualcosa, si vuole solo “distinguere” la realtà da un falso. Un Salutone a tutti.

    Allora mi devi dire cosa è la realtà e cosa è il falso, visto che la stessa fotografia, è una violenta distorsione del meccanismo della visione umana, profondamente diverso da quell’accrocchio primitivo di lenti e sistemi di registrazione dell’immagine che è la macchina fotografica. Continuando ad arroccarsi dietro l’alibi di una definizione a tutti i costi si fa ben poca strada, ma visto che dopo pagine e pagine di discussioni si ritorna sempre qui, credo sia del tutto inutile continuare….chi non vuol vedere non vedrà mai. Nulla di personale, ovviamente. 😉

    #1335360
    Franco
    Partecipante

    …….. ti rispondo per l’ultima volta in questo topic, perchè come scrive Fire, altrimenti ripetiamo sempre le stesse cose, in modo diverso ma i concetti sono sempre gli stessi e chi li comprende avrebbe anche ragione ad annoiarsi

    Originariamente inviato da rpolonio: Dalle mie parti esiste una battuta: “Chi troppo vuole nulla stringe”. E’ vero che nessuno può dire come sarà la fotografia domani, però di sicuro ci sarà una metamorfosi, “la macchina fotografica sarà il fotografo e il fotografo sarà la macchina fotografica.

    non sò dirti, però è sempre stato coerente, la fotografia, la pittura sono da sempre legate da una competizione su chi esprime piu’ realisticità, oppure piu’ arte. Agli albori della fotografia si negava che questa potesse esprimere arte perchè troppo realistica, oggi che ha raggiunto questo status (da un secolo), la si vuole negare perchè troppo “artistica”? Però ti facevo notare che anche nella persona piu’ coerente (nell’uso pratico utilizza ancora quella che all’epoca era la sua macchina preferita una F2, rigorosamente con ottiche fisse) ci può essere un punto in cui le tentazioni, passatemi il termine, sono talmente tante che impongono alla mente stessa il cambiamento. Mi spiego, quando ricerchi nell’immagine, sia essa fotografia o pittura, un modo per scaricare le tue potenzialità creative ed espressive, queste possono trovare una limitazione nella tecnica (fotocamera, pennelli, colori, programmi, acidi, ecc) ma quando questa (la tecnica) supera queste limitazioni, una persona può resistere quanto vuole, ma prima o poi avverrà che proprio la sua stessa vena creativa ed espressiva, imporra il cambiamento alla mente che fino allora testardamente aveva resistito.

    Originariamente inviato da rpolonio: Non credo che si voglia imporre qualcosa, si vuole solo “distinguere” la realtà da un falso. Se questo non viene fatto il fotografo rischia l’estinzione.

    Il termine estinzione di cui tu parli non è realistico, direi che si addice piu’ il termine “evoluzione” siccome nelle cose terrene non c’è niente di certo e definitivo, tendiamo al caos e finchè questo non verrà raggiunto, saremo sempre alla ricerca dell’ordine e della perfezione…… è nella nostra natura di esseri imperfetti. Per distinguere tra realtà e falso oggettivo, siccome questa realtà non esiste, anzi non deve esistere (altrimenti perdiamo molti connotati artistici) dovremmo per forza imporre qualcosa…… Scusa ma queste diatribe sul reale/falso nella fotografia sono state affrontate diverse volte, possibile che tu non le abbia ancora “assorbite”

    Originariamente inviato da rpolonio: Definiano come scuola i grandi maestri del passato, penso che questa sia una regola o no, allora lasciamo perdere le contradizioni e liberiamo il nostro pensiero.

    neanche per sogno….. i grandi maestri sono il riferimento, le regole le dobbiamo trovare dentro noi stessi, altrimenti saremo/faremo solo copie. Per liberere il pensiero da questi preconcetti è necessario non creare problemi dove questi non esistono. cito l’ultimo libro scritto da K.Popper poco prima della sua morte, che trovo esprima bene alcuni concetti oggetto della discussione: [quote]tratto da “tutta la vita è risolvere problemi” di Karl Popper, Rusconi Ed.: Il futuro è decisamente aperto. Esso dipende da noi. dipende da quello che noi e molte altre persone facciamo e faremo: oggi, domani e dopodomani. E quello che facciamo e faremo dipende a sua volta dai nostri pensieri; e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dalle nostre paure! Dipende da come vediamo il mondo; e da come valutiamo le possibilità largamente disponibili del futuro. Invece di posare a profeti, dobbiamo diventare creatori del nostro destino. E imparare a far le cose nel miglior modo possibile e ad andare alla ricerca dei nostri errori. Ma questo significa che dobbiamo cambi

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