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Febbraio 27, 2013 alle 1:52 am #1755701peis84Partecipante
ciao a tutti mi chiamo veronica e sono alle prime armi – dicono di allenarsi molto a fare foto per imparare e prendere confidenza con la macchina fotografica. il mio problema e quando passo alla modalita M CIOE MANUALE vado in palla non riesco a regolare i valori sono propio un disastro ho letto anche dei libri uno dei quale giulio forti ma per me la sicronizzazione di questi valori e un mistero non mi potete aiutare a capire i concetti principali o regole per capire meglio come si regola il tutto? scusate e vi ringrazio [scr]
Febbraio 27, 2013 alle 2:43 am #1755704stefanomirabelloPartecipanteBeh regola il diaframma col tasto AV + rotella vicina al tasto di scatto( 3,5 è diaframma più aperto, con più vai su con i numeri, più si chiude il diaframma). Poi regoli i tempo di scatto con la sola rotella vicino al tasto di scatto.( valore tutto a sinistra all’ora interno del mirino). Lo scopo è di mettere l’ esposimetro a centro scala ( la lancetta da -2 a +2 deve stare nel mezzo) e scattare….se hai pazienza e passione capirai come leggere tempi e diaframmi all’ interno del mirino e le differenze con diaframma aperto e chiuso per quanto riguarda lo foto che farai e poi tante altre cose…sperimentando…
Marzo 16, 2013 alle 12:52 pm #1757730max1874Partecipanteio al inizio ho imparato cosi e un video corso di fotografia base lo spiega in modo molto semplice http://youtu.be/IBEBjw8o4Y4
Marzo 16, 2013 alle 1:40 pm #1757731_Franz_PartecipanteMa perchè devi fotografare in M….? Usa P, Tv o Av. E intanto vedi cosa succede…. Se non hai chiaro come funzionani i tempi, i diaframmi e la sensibilità ISO non puoi saltarci fuori… 😉
Marzo 16, 2013 alle 3:50 pm #1757739migliorabilePartecipanteParti da questa semplice considerazione: per poter acquisire una foto, il sensore deve riceve una certa quantita’ di luce (fotoni). Diciamo N. Ora, ci sono 3 parametri che entrano in gioco per ottenere questa quantita’ di luce: – ISO: sensibilita’ del sensore, quanti fotoni devono arrivare al sensore – diaframma: quanti fotoni attraversano l’obbiettivo – tempo: per quanto tempo bisogna accumulare i fotoni che arrivano al sensore. Ora, supponiamo di variare un solo paramero alla volta, partendo da un’impostazione che dice che ci sono abbastanza fotoni per acquisire correttamente una fotografia (tanto per fare un esempio, diciamo ISO 100, f 5.6, tempo 1/60 s) – se ad ISO 100 mi servono N fotoni, a ISO 200 me ne bastano N/2, a ISO 400 me ne bastano N/4. A ISO 50, ne servono 2*N – il diaframma e’ un parametro che ha a che fare con una l’area del foto dell’obbiettivo attraverso cui passa la luce. Passando da f5.6 a f4 (il diaframma aumenta, il numero di fotoni che passano nell’unita’ di tempo e’ 2*N. A f8, ne passano N/2 – ovviamente, se il tempo raddoppia (1/30s) passeranno 2*N fotoni, mentre se si dimmezza (1/120s) passeranno N/2 fotoni. Ora, poiche’ servono sempre N fotoni per acquisire correttamente la foto, modificando un parametro devi corrispondentemente modificare uno degli altri due o entrambi. Ogni modifica di un parametro ha, ovviamente, un effetto collaterale: – ISO: ISO piu’ alti generano rumore, l’equivalente della grana nella pellicola. Si perdono i dettagli – tempo piu’ lunghi fanno si che non si risca a congelare soggetti in movimento – diaframma piu’ aperto (f4, f2.8) ha come conseguenza la riduzione della profondita’ di campo: cio’e metti a fuoco solo la punta del naso del soggetto, ma non l’intera faccia In modalita M, e’ il fotografo che decide tutti e tre i parametri. In Av, il fotografo decide ISO e diaframma e il computer di bordo della macchina fotografica decide il tempo In Tv, il fotografo decide ISO e tempo, e il computer di bordo decide il diaframma. Ma come fa a decidere il diaframma o il tempo? Qui’ entra in gioco l’esposimetro, e la modalita’ di valutazioen dell’esposizione. L’esposimetro suddivide la scena in un certo numero di sezioni mentre la modalita’ di valutazione assegna ad ogni sezione un peso. Ad esempio la modalita’ spot assegna un peso piu’ alto al centro e pesi piu’ bassi ai bordi, quella valutativo assegna lo stesso peso a tutte le sezioni. Poi viene fatto un calcolo che dice: con queste impostazioni io ricevo K fotoni. Se K < N, la foto risultera' sottoesposta Se K > N, la foto risultera’ sovvraesposta Se K = N, la foto risultera’ correttamente esposta Ora, la bravura del fotografo sta’ proprio in questo: saper calibrare opportunamente questi parametri per ottenere quello che vuole. Non e’ facile, ci vuole tempo, sperimentazione e fantasia. E capire i concetti fondamentali, cioe’ studiare 🙂 .
Marzo 28, 2013 alle 12:54 pm #1759160AngorPartecipantela bravura sta, giustamente, nel definire i tre paramentri…ma anche nello stabilire quando sia il caso di usare la modalità manuale, ossia forse in uno 0,5% degli scatti. Infatti, l’unico motivo per lavorare in M è quando si decide di IGNORARE l’esposimetro della macchina. Altrimenti, è un lavoro inutile: regolare diaframmi e tempi usando come base l’indicazione della macchina, non ottiene nulla di diverso di quello che la macchina stessa otterrebbe in una frazione di secondo. E quante sono le situazioni in cui si vuole che la macchina scatti ignorando la lettura esposimetrica? Appunto, forse lo 0,5%….Ad esempio, io spesso lo faccio quando fotografo all’aperto: sapendo che le condizioni di luce bene o male sono fisse, regolo in manuale in modo da avere l’esposizione che mi interessa (es. sull’erba o sul cielo blu), al sole piuttosto che all’ombra e così sono sicuro che qualsiasi luce entri nell’obiettivo (controluce, riflessi, soggetti bianchi o neri) l’esposizione sarà quella che avevo predefinito. Per cui, lavorare in M ha senso solo se si studia prima le condizioni di esposizione e poi si vuole che vengano mantenute dalla macchina, INDIPENDENTEMENTE dalla lettura esposimetrica. Usare l’M inseguendo l’esposimetro è una semplice perdita di tempo.
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