gli effetti ottenuti sul soggetto grazie all’abbassamento dei tempi di posa (ad esempio l’effetto mosso dell’acqua) non sono riproducibili con programmi di post produzione e si ottengono con tutti i filtri neutri che tolgono luce alla scena, ND, GND, polarizzatore… invece l’utilizzo dei GND neutri per modificare il contrasto tonale di alcune aree della scena (ad esempio per abbassare i toni di un cielo troppo luminoso) si possono ottenere anche tramite software, a volte il risultato può essere perfino migliore se il contrasto non è troppo elevato, se il sensore della fotocamera è in grado di catturare un buon dettaglio nelle luci, se l’esposizione è corretta……… ho messo molti “SE”? conviene quindi munirsi di un portafiltro (relativamente) economico come il cokin “P wide” e filtri GND/ND (attenzione, con i grandangolari spinti può vignettare) e fare delle prove? La realtà potrebbe essere diversa da come la immaginiamo, in passato sai quante lastrine seminuove sono ammuffite nei tiretti? utilizzare i filtri a lastrina GND non è così facile come può sembrare, per ottenere discreti risultati bisogna avere pazienza e fare molta pratica per allenare l’occhio (che spesso tradisce) sulle luci della scena magari facendosi aiutare da un’esposimetro spot e qualche fondamenta di sistema zonale, cercare l’angolo di ripresa piu’ adatto, ed essere disposti a sopportare le problematiche che inevitabilmente si verranno a creare, come la luce parassita, la vignettatura, il costo dell’attrezzatura, lo spazio occupato nella borsa (soprattutto se usi filtri da 100mm). un consiglio: prova prima con gli ND neutri, se hai photoshop utilizzalo per migliorare le tue foto (tramite il filtro degradante su ACR) e dopo esserci riuscito, se ritieni che ti servano ancora i GND, vorrà dire che hai raggiunto un buon livello tecnico…. 😉
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