Allora, non sono chissà quale esperto, ma mi sembrano un ibrido fra il classico flash portatile e i modelli da studio, addirittura del tipo con alimentatore separato. Il Cheetah è sicuramente molto interessante. Decisamente potente per la sua taglia (NG 60 con riflettore da 28mm e 153/180 Ws, non ho ben capito qual’è la misurazione corretta, ma è comunque tanto), con pacco batterie opzionale e in grado di effettuare la sincronizzazione ad alta velocità. Il Polaroid invece è molto meno potente (60 Ws), funziona correttamente solo con le classiche pile stilo e lo stesso articolo riporta questo giudizio:
The needle is nudging toward “junk.”
C’è anche scritto che è già stato tolto dal mercato, insomma una robaccia. Considerando le peculiarità di questi flash, direi che per l’uso in movimento non sono il massimo della praticità, anche se sicuramente consentono l’uso di accessori particolari come piccoli ombrellini o altri modificatori che difficilmente si usano sui flash on-camera (a ben pensarci, qualche occasione per usarli mi potrebbero venire in mente, ma non so se il gioco vale la spesa). Io credo che li userei solo in situazioni da studio, quindi con la stessa cifra penso che si possano trovare soluzioni più pratiche anche se non necessariamente più potenti. In particolare, con circa 500 ci si può portare a casa un kit base Elinchrom con due mono-torce D-Lite RX One (100 Ws l’una) e vari accessori per iniziare ad imparare l’uso dei flash da studio.