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Foam, come cambia la fotografia.

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  • #1821469
    albo49
    Partecipante

    [quote=”Mullahomark86″ post=647562][quote=”Albo49″ post=647560]Nell’arte (e la fotografia è arte), viene premiata la genialità e non la banalità[/quote]

    Alvaro, genialità e banalità sono due concetti enormemente relativi che dipendono da moltissimi fattori e che mutano nel tempo. A volte si esagera nel voler per forza trovare genialità e originalità ovunque, tantopiù in un’arte come la fotografia che secondo me almeno con l’originalità non ha nulla a che fare. Sul concetto di genialità possiamo discutere, ma forse un concorso del genere (come la maggior parte dei concorsi) non è lo spunto adatto per farlo.[/quote]
    Marco, proprio tu figlio mio. Già ti sei cimentato con scatti originali usando soggetti banali che hanno portato a risultati per nulla banali.
    Nel mio sproloquio non parlo mai di originalità (questa si che è difficile), ma di genialità opposta alla banalità. Moltissime sono le opere banali, ripetitive e scontate, poche sono le opere complessivamente eccellenti, rarissime sono quelle che hanno un tocco di genialità. Geniale è l’idea e, se ne hai la capacità, geniale sarà il risultato. Chi è chiamato a giudicare, tra un’opera “bella”, ma scontata e un’opera ruvida ma intrisa di originalità, tende a premiare quest’ultima anche se di difficile comprensione alle nostre menti non allenate e poco ricettive (vedi le opere della biennale di venezia o le opere dell’ultimo periodo di Salvador Dalì)

    #1821474
    Mullahomark86
    Partecipante

    Alvaro è un discorso molto interessante che però secondo me nasconde dei trabocchetti (non parlo di ciò che hai scritto tu ma in generale di queste questioni teoriche sulla “percezione” di opere di vario genere).
    La genialità è un concetto evanescente, anche se esistono sicuramente degli esempi innegabili di genio nell’arte, in fotografia e in altre discipline. Forse la genialità di chi produce pittura, fotografia e arte in generale è il saper rompere degli schemi mostrando nuove strade, quasi anticipando il futuro, ma senza rinnegare la tradizione e il passato. Dimenticare la storia perchè ormai la si è assorbita e la si può usare come strumento per costruire il futuro. In questo senso l’originalità non occupa un posto di rilievo secondo me in tutto questo discorso.
    A volte tendo a dubitare un po’ di questi eventi che vorrebbero gettare le basi per le nuove tendenze artistiche del futuro. Bisogna rapportarsi con curiosità al lavoro dei contemporanei, giovani e non, che può essere di primo acchito di difficle lettura e quindi studiarlo con spirito critico e allora qualche insegnamento lo si può sempre trarre.

    #1821519
    anna
    Partecipante

    Ho guardato le fotografie, ho letto i vostri commenti ma, c’è una cosa che mi spaventa più di tutte cioè il volerci abituare nell’accettare il “brutto” e il “cattivo gusto”. Questi concorsi a cosa e a chi servono? Alle nuove generazioni che, dimentiche della storia della fotografia, si avvicinano alla visione e quindi all’accettazione dell’orrido? Io non ci trovo nulla di artistico né poi così tanto futuristico per i molti riferimenti tritri e ritriti.
    A guardarle bene mi domando se e quando alla fotografia, si darà il giusto valore di contemporaneità, collocandola finalmente al suo posto.
    Alcune di queste non sono fotografie ma “elaborazioni artistiche”, se si possono definire così, quindi quello che, secondo me, in questo concorso dovrebbe sparire è la parola “fotografia”.
    Lasciamo stare il pappagallino bruciato dal flash che sembra una brutta fotografia anni 70, le potete vedere ovunque nelle fotoraccolte apposite in ogni quotidiano online, che farebbe rabbrividire il presidente di greenpeace e svenire Max e i suoi bravi colleghi avifaunisti..
    Io non faccio parte di nessuna giuria, di nessun credo fotografico specifico, ho i miei gusti e ho fatto la mia scelta: per me queste sono brutte fotografie chiamate tali semplicemente perché non appartengono ancora a un movimento artistico ben definito.
    Dimenticavo.. complimenti ai vincitori.
    8)

    #1821521
    Franco
    Partecipante

    Ragazzi, parliamo di FOAM e di fotografia d’arte che nel bene e nel male cerca di esprimere qualcosa (anche) fuori dai soliti canoni estetici.
    Ogni considerazione e paragone con le realtà dell’editoria commerciale, dei grandi mass media e del fotoamatorialismo di provincia tipicamente italiano, sono improprie.

    #1821522
    Franco
    Partecipante

    Leggendo quanto scritto sull’originalità di un lavoro fotografico concordo con Alvaro e al tempo stesso anche con Marco, l’originalità è spesso ricercata da chi vuole uscire dagli schemi e questo vale in tutti i campi della fotografia, ma soprattutto da chi non è legato da una visione limitata.
    A questo proposito, nella fotografia d’arte, proprio perché libera dai classici schemi, e non dovendo “piacere” (spesso esclusivamente dal punto di vista estetico e tecnico) per essere accettata, possiamo trovare lavori apparentemente originali, ma in realtà, com’è stato detto, attingono a piene mani in realtà ben consolidate da quasi mezzo secolo…… ma attenzione, nel -ristretto- settore dell’arte fotografica contemporanea.
    Ma questo è normale, nella fotografia come in tante altre arti, poesia, musica, pittura, ecc…

    #1821528
    Luppolo
    Partecipante

    Io non faccio paragoni, non ne sono in grado.
    Però posso osservare e decidere se mi piace o no. Il mio giudizio non conta? Non é rilevante? Pazienza, é il mio.
    Davanti all’Annunciazione di Leonardo sono rimasto a bocca aperta , così come davanti alla Primavera di Botticelli. Caravaggio mi emoziona sempre. Altri artisti altrettanto famosi mi lasciano indifferente e altri non mi piacciono proprio. Queste foto del Foam saranno anche arte o tentativi di arrivare a forme artistiche, ma a me non piacciono, tranne la 21.

    #1821534
    tecnico73
    Partecipante

    [quote=”Lippolo” post=647618]Io non faccio paragoni, non ne sono in grado.
    Però posso osservare e decidere se mi piace o no. Il mio giudizio non conta? Non é rilevante? Pazienza, é il mio.
    Davanti all’Annunciazione di Leonardo sono rimasto a bocca aperta , così come davanti alla Primavera di Botticelli. Caravaggio mi emoziona sempre. Altri artisti altrettanto famosi mi lasciano indifferente e altri non mi piacciono proprio. Queste foto del Foam saranno anche arte o tentativi di arrivare a forme artistiche, ma a me non piacciono, tranne la 21.[/quote]

    la fotografia non è cambiata, se mai sta peggiorando di giorno in giorno per tanti motivi. Scrivere con la luce ha sempre avuto 1000 sfaccettature che vanno dal semplice ricordo alla forma d’arte più estrema e spinta, nel pensiero di lippolo è racchiuso l’essenza della fotografia, posso guardare una banalissima foto ricordo che mi suscita grandi emozioni, ricordi, sentimenti, farmi rivivere un momento passato, posso guardare la fotografia di un grande maestro della fotografia e non avere nessuna emozione, rimanere completamente indifferente, Ogni cosa che vedi guardando sulla lastra di vetro della tua reflex è la realtà, le cose come sono. La fotografia è ciò che tu deciderai di farne di tutto questo. George Rodger

    non è semplice giudicare una foto qualsiasi essa sia

    #1821536
    anna
    Partecipante

    Se questa è arte io ve la lascio tutta… poco interessata a questo tipo di arte.
    Forse un giorno cambierò idea come con Picasso, Dalì e altri, ma ora come ora preferisco far godere i miei occhi con cose belle e comprensibili, coererenti alla mia quotidiana ricerca e a un mio limite che evidentemente faccio fatica a superare e forse non ne ho nemmeno voglia di superarlo.
    L’arte è per pochi e solo per chi se la puo’ permettere?
    Diego Rivera si rivolterebbe nella tomba.
    Io onestamente me ne infischio.

    #1821540
    GianMauro
    Partecipante

    …difficile dire se queste foto siano arte o meno. Ma è altrettanto difficile dire cosa sia l’arte.

    Non basta dire quel “coso” è bello quindi per me è arte oppure è brutto, quindi per me è mondezza… o peggio ancora quel quadro, quella foto, quella lettura ecc. mi emozionano quindi per me sono arte mentre se non lo fanno non sono arte. É pur vero e bisogna riconoscerlo, come del resto ha fatto Filippo, che certe opere d’arte sono universalmente belle… ma l’arte si sa non sempre è bella (vedi il dadaismo). Se domandassimo in giro cosa sia arte e cosa non lo sia ci troveremmo difronte ad una innumerevole serie di equivoci concettuali a dir poco imbarazzanti e allora mi viene in mente un’affermazione di Ando Gilardi proprio sull’arte e sulla fotografia; “quanto sei disposto a pagare per averla? […]”. Nel momento in cui attribuiamo ad un’opera un valore che va al di là del costo effettivo del manufatto allora siamo propensi a considerarla arte… altrimenti è solo quello che è. Sembra un affermazione cinica ma di fatto il sistema sociale si muove in questa direzione.

    #1821543
    Franco
    Partecipante

    Il fatto che ci sia confusione sul concetto di arte deriva da un certo nichilismo nei confronti di essa (tutto è arte quindi nulla è arte, l’arte è morta), determinato adlla sua naturale evoluzione, ma non dobbiamo tirarci in inganno, quando parliamo di arte dobbiamo scindere l’arte del circuito del mercato dell’arte, dove è arte tutto ciò che ha un prezzo, e le manifestazioni artistiche dove tutti noi possiamo essere soggetti in causa…..
    Ripeto, è necessario non far confusione su questi due aspetti. altrimenti corriamo il rischio di pensare che siccome l’arte è morta, anche la fotografia è morta, invece è ancora vitale, è ancora in evoluzione,….

    #1821547
    Franco
    Partecipante

    Ognuno di noi ha i propri gusti, infatti dire “mi piace o non mi piace” ha valore molto relativo, si tratta di un’opinione come tante altre, con valore soggettivo. Se poi viene detta attribuendo all’opera un valore estetico, dimenticando che essa ha anche (e soprattutto) un valore concettuale, e quando parliamo del concorso FOAM non possiamo prescindere da esso, compiamo un errore.

    Spesso non piace quello che non siamo in grado di capire, o non vogliamo capire, ma questo è tanto comune quanto normale, e perfino propizio, se dovesse piacere alla maggioranza dei Fotoamatori dovremmo, anzi qualcuno dovrebbe seriamente preoccuparsi…… Ogni cosa deve stare al suo posto!

    Ghirri è stato un incompreso, lo capirono solo alcuni amici che avvertirono nelle sue fotografie un grandissimo potenziale. Quando faceva vedere le sue foto ai colleghi e ai critici nazional-popolari, ma anche all’estero non arrivavano alla seconda foto e chiudevano subito l’album, così avvenne anche con Fontana, fortemente osteggiato in Italia a tal punto che all’inizio era l’unico a sperimentare con geometrie e colori (e questa fu’ anche la sua fortuna, come anche il proporsi subito al mercato della fotografia d’arte e non all’editoria o al fotoamatorialismo), la stragrande parte del fotoamatorialismo italiano di allora era ancora legato al BN e vedeva nel colore un -attentato alla fotografia- e questo clima continuò anche dopo l’affermazione internazionale, come avvenne anche con Ghirri, dove ancora oggi c’è diffidenza sul suo lavoro.
    Ogni cosa deve stare al suo posto! e cercare l’approvazione -anche- dove, per motivi fisiologici, non può arrivare è un errore quanto la sottovalutazione dei valori che la fotografia è in grado di esprimere.

    #1821549
    albo49
    Partecipante

    Come contestare un’affermazione: “è bello quello che mi piace”.
    Tutto ruota attorno al personale giudizio, alla personale valutazione, alla (così detta) emozione che si prova nell’osservare un’opera. Una giuria non deve e non può “soffrire” di questo e men che meno una giuria chiamata a giudicare opere chiaramente aternative.
    Se metto tutto nello stesso calderone ne esce una minestra spesso indigesta, occorre avere la sensibilità per separare i sapori, oggi tutti fanno i cuochi come tutti fanno fotografie e mai come oggi è difficile emergere.
    Il secolo scorso su 100 persone 97 facevano 10 rullini all’anno e quasi tutte quelle foto finivano in un cassetto dopo essere state viste da pochi famigliari. Dal restante 3% emergevano grandi autori che uscivano dalla gestazione amatoriale con personalità e innegata capacità, era più facile emergere. Oggi su 100 persone, 50 fanno buone fotografie che non restano più nei cassetti riducendo drasticamente il concetto di originalità. tra l’altro 50% si arrabattano fotoamatori e pseudo professionisti con opere di eccellente qualità che, gioco forza, livellano verso l’alto una mole enorme di opere che rende e renderà sempre più difficile l’emersione dei talenti. Nel secolo scorso abbiamo visto affermarsi decine di grandi autori, negli ultimi 20 anni pochissimi ed è per questo che nelle rassegne e nei concorsi nasce la tendenza a favorire opere alternative che, per un motivo o per un’altro, escono dagli schemi consolidati delle “belle” immagini che piacciono tanto.
    Non ho certezze e non sono in grado, come molti, di valutare un’opera sganciandomi completamente dalla zavorra della consuetudine, non cerco l’alternativa con tecnologie vintage o con superattrezzature che in fondo portano sempre ad un quasi meccanico gesto: schiacciare un pulsante. Osservo un’opera e cerco di capirne la storia, se un’autore presenta 20 opere scadenti e una eccellente, rimane sempre un’autore scadente, se un’autore produce oprere quasi sempre eccellenti, mi sento autorizzato a concedergli l’opera alternativa, di difficile comprensione ed anche criticabile negativamente, ne ha tutto il diritto.

    #1821556
    anna
    Partecipante

    Infatti la questione è probabilmente legata a un valore soggettivo che noi stessi diamo alle parole “arte” e “bello”, e che si diiferenziano parecchio indipendentemente dalla cultura e/o dall’interesse nel vedere e capire la “nuova arte”.
    Personalmente mi ritengo ancora molto indietro in questo senso per riuscire a capire la scelta di una giuria “qualsiasi” nel decretare i vincitori di un concorso e nel diffondere una cultura “futuristica” della fotografia.
    Ecco forse il senso è quello di non appatenenza a certi contesti troppo lontani dall’essere raggiunti anche solo mentalmente.
    [lo]

    #1821637
    Mullahomark86
    Partecipante

    [quote=”fra65″ post=647613]Ragazzi, parliamo di FOAM e di fotografia d’arte che nel bene e nel male cerca di esprimere qualcosa (anche) fuori dai soliti canoni estetici.
    Ogni considerazione e paragone con le realtà dell’editoria commerciale, dei grandi mass media e del fotoamatorialismo di provincia tipicamente italiano, sono improprie.[/quote]

    Franco capiso ciò che vuoi dire ma penso che l’equivalenza “fotografia d’arte” = “rottura degli schemi/originalità a tutti i costi” non sia sempre valida e meno male. Esiste molta “fotografia d’arte” (tra l’altro un’espressione equivoca, secondo me) che giace ben salda in una forte consapevolezza della tradizione, ovviamente filtrata attraverso il proprio approccio alle cose. Ed è l’approccio, o storia, o modo di vedere il mondo, che quando emerge da un lavoro fotografico di un chicchessia qualunque (amatore, appassionato, professionista, artista storicizzato) rende quel lavoro “arte”, ars, modo di fare le cose. Il resto è il grande gioco dell’arte, fatto di case d’aste, prezzi, concorsi, premi e tanta autoreferenzialità. Ma come dicevo in un altro post, anche in queste dimensioni così “elitarie”, o oligarchiche, sono sempre esistite persone illuminate che hanno aiutato l’arte di qualcuno ad emergere, per fortuna.
    Nel guardare queste fotografie del FOAM, e altre, non bisogna insistere sul bello o brutto e annegare il tutto nel relativismo del gusto personale, ma forse cercare di fingere di stare entrando in un ristorante etnico con una cucina lontanissima dai nostri gusti. E’ un rischio, certo, ma forse qualcosa di buono (nè bello, nè brutto) lo si può trovare. Non sarà il caso delle foto in questione, ma l’importanza di un certo tipo di arte e fotografia esiste che ci piaccia o meno.

    #1821641
    hansel
    Partecipante

    ciao a tutti,intanto segnalazione interessante.
    Sinceramente qualche idea è presente in queste fotografie,è chiaro che si tratta di un genere che va in una direzione diametralmente opposta rispetto alla fotografia amatoriale e forse anche commerciale.
    Ci sono un paio di autori che si sono presi l’onere di raccogliere i fotografi emergenti e i loro lavori,sono piu’ in linea con questo concorso rispetto ad uscite classiche per fotoamatori.
    Se la fotografia è una analisi emerge il punto di vista del pubblico e l’attitudine a riconoscere in qualche modo cio’ che appare piu’ familiare.Cambia la linea editoriale,forse assuefatti dal web e dalla foto pensata solo per vendere o per quel pubblico,è stato adottato lo standard del numero delle visualizzazioni,del mi piace,cosi’ da un un lato l’originalita’,(difficile che si proprio innovativa) appare un po’ ostentata,nel confronto con una fotografia piu’ vicina al lavoro quotidiano,dell’uomo talmente inserito nel meccanismo che diventa parte dello stesso.

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