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forbidden

  • Questo topic ha 24 risposte, 11 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 9 anni, 7 mesi fa da Elisa.
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  • #1832118
    GianMauro
    Partecipante

    Tempo fa grazie al supporto di due amici Canoniani, ho avuto la fortuna di leggere uno dei libri più interessanti sulla fotografia (preparai anche un topic proprio su Canoniani), il libro in oggetto si chiamava “L’errore Fotografico” di Clément Chéroux… (i dettagli li trovi nella sezione bibliografia del nostro Forum) un libro a mio modo di vedere illuminate a tratti geniale, capace di farti cambiare radicalmente il punto di vista sulla fotografia… un libro pieno di esempi, di foto bizzarre e di foto “sbagliate” che poi, nonostante le critiche, sono diventate icone.

    Diverso tempo dopo verlo letto mi capitò una cosa per me molto bella…. mi ricordo che lo sfogliavo così quasi per noia senza un vero e proprio motivo …. trovai all’inizio del trattato una frase di Diane Arbus:

    “E’ importante fare brutte fotografie”

    Strano pensai…. come mai mi è sfuggita una frase così bella?

    Per saperlo a questo punto non ti resta che leggerlo….

    Ciao

    EDIT: magari se ti va puoi dare un’occhiata al topic http://www.canoniani.it/forum-canoniani/bibliografia/519102-l-errore-fotografico.html?limitstart=0

    #1832125
    Mullahomark86
    Partecipante

    Ciao Krishna, voglio aggiungere qualcosa di più elaborato alla laconica domanda che ti ho posto in apertura di topic, mi sento anche un po’ “responsabile” della nascita di tutta la discussione per cui ci tengo a spiegare meglio anche il senso di quella domanda.

    Il punto che volevo stimolare è precisamente quello che tu hai ribadito nei tuoi interventi. Era facilmente intuibile, almeno per me, che nel fare e proporre qui queste due foto, tu intendessi presentare una tua idea, che nasce dalla relazione che in questo momento hai con la fotografia. E’ altrettanto evidente che il tutto è ancora ad uno stadio molto acerbo, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista della visione che intendi proporre.
    Ed è giusto che sia così, agli inizi è così per tutti e tutti abbiamo attraversato una fase più o meno di sperimentazione molto libera. A volte questa viene presto dimenticata, a volte invece semina qualcosa nel nostro modo di vedere che poi può crescere e portare frutti prima impensabili. E’ ovvio, quindi, che è molto difficile interagire con queste fotografie attraverso le categorie di “giusto/buono/sbagliato”, soprattutto dal punto di vista tecnico. Sono un prodotto del tuo sentire e vanno prese come tali.
    Ma è qui che secondo me deve concentrarsi il grosso del lavoro. Sono sì il risultato del tuo personale modo di vedere e di sentire, ma nel momento in cui vengono proposte, fosse anche solo in un forum come questo, diventano anche, e soprattutto, degli altri. E come giustamente hai detto, quello è il momento in cui si misurano molte cose.
    Esagerando un po’, si potrebbe dire che si può misurare la capacità di un’immagine di avere una vita propria. Di avere la capacità di veicolare, seppur in modo filtrato ed interpretabile, la visione dell’autore/autrice che le ha scaturite, e questo può essere fatto attraverso la tecnica, attraverso una storia da raccontare, attraverso la forma, attraverso un’attenzione ai soggetti e al modo di riprenderli.
    Quest’ultimo punto mi sembra che possa adattarsi al tuo caso: se posso permettermi, ti consiglio di scegliere sempre con più cura possibile i tuoi soggetti, anche in base al tipo di trattamento che poi vorrai utilizzare per riprenderli, che in questo caso può essere il mosso. Non tutti i soggetti diventano interessanti solo muovendo la macchina fotografica. Molto probabilmente, se una foto non dice nulla da nitida, dirà ancora meno da mossa. Con il rischio che possa sembrare solo una stramberia. In altri casi sicuramente sarà vero l’opposto, il tutto sta nell’individuare bene cosa si vuole dire con quella fotografia e con quella tecnica.

    Ovviamente, è una cosa più facile a dirsi che a farsi, ma, secondo me, se si intraprende questa strada si possono incontrare, oltre a molte difficoltà, grandi soddisfazioni. [lo]

    #1832128
    _Franz_
    Partecipante

    [quote=”Krishna” post=656488][quote=”Albo49″ post=656487]Se mi posso permettere riassumo il tuo pensiero: “queste sono le foto che faccio” niente di più niente di meno.
    Diverso sarebbe se tu dicessi: “queste sono le foto che mi piace fare” perchè presupporrebbe consapevolezza tecnica ed estetica.
    Sono molto in sintonia con parte del tuo discorso, relativamente ad una certa pensiero anarchico, credo inoltre che la tua presenza in canoniani possa essere di stimolo per molti utenti. Il tuo approccio fotgrafico mi sembra molto personale, intimo e poco interessato al giudizio. C’è però una domanda che a questo punto vorrei farti: perchè hai sentito il bisogno di condividerle ? [lo][/quote]

    Ho sentito il bisogno di condividerle perchè per me è un metro di giudizio (o auto giudizio) per capire come le persone, esterne ma esperte, vedono i miei lavori :)[/quote]

    ti do il mio, visto che lo chiedi:
    non trasmettono una visione particolare dell’evento. Non c’è un filo comune tra le due foto che possa richiamare una ricerca stilistica o la sperimentazione di una tecnica particolare (tra l’altro una è in b/n, l’altra a colori).
    La seconda è completamente illeggibile e quindi presa a se stante così è, a mio modesto avviso, solo una foto sbagliata, seppure volutamente sbagliata.
    [lo]

    #1832283
    Elisa
    Partecipante

    [quote=”anbe40″ post=656491]
    cominciando anche a documentarti sul tipo di fotografia che intendi fare o che pensi un giorno tu possa fare. [scu][/quote]

    Il punto è proprio questo, ho visto delle fotografie che mi piacevano, simili a quelle che esprimono me stessa, ma non voglio andare a guardare di proposito i grandi esempi di una fotografia simile alla con l’intento di copiare o prendere spunto. Vorrei fosse il più possibile una fotografia “mia” con meno influenze esterne possibili.

    Ringrazio tutti gli altri per i pareri e i consigli, si impara sempre

    #1832291
    anna
    Partecipante

    [quote=”Krishna” post=656633][quote=”anbe40″ post=656491]
    cominciando anche a documentarti sul tipo di fotografia che intendi fare o che pensi un giorno tu possa fare. [scu][/quote]

    Il punto è proprio questo, ho visto delle fotografie che mi piacevano, simili a quelle che esprimono me stessa, ma non voglio andare a guardare di proposito i grandi esempi di una fotografia simile alla con l’intento di copiare o prendere spunto. Vorrei fosse il più possibile una fotografia “mia” con meno influenze esterne possibili.

    Ringrazio tutti gli altri per i pareri e i consigli, si impara sempre[/quote]

    Non sono d’accordo sul tuo pensiero e cerco di spiegare il perché dal mio punto di vista.
    All’inizio tutto è possibile, impariamo e scopriamo un’affinità verso un genere piuttosto che un altro, si va per tentativi che comunque non ci soddisfano a pieno perché sentiamo che manca un qualcosa.
    Quel qualcosa difficilmente si trova dentro noi stessi, i casi sono davvero rari, e arriva il momento in cui diventa necessario capire e, lo si può fare, osservando e cercando il senso del lavoro degli altri oltre al comprendere le varie tecniche necessarie al raggiungimento di quel risultato.
    Questo non significa copiare e non significa nemmeno esserne influenzati ma prendere coscienza di ciò che quel tipo di esperienza fotografica ci può insegnare. E’ un arricchimento.
    La casa di un fotografo è di solito piena di libri con fotografie molto simili alle proprie o comunque che rispecchiano la propria idea di fotografia, libri che a volte restano chiusi per mesi ma che possono servire un giorno a trovare l’ispirazione giusta al momento giusto.
    Una “mia” fotografia ce l’abbiamo tutti e lo dimostra il fatto ormai acclarato che uno stesso soggetto fotografato da 10 persone sarà colto in modo diverso e ci saranno alla fine 10 fotografie diverse, ciò significa che nessuno riuscirà mai a fare una fotografia uguale alla tua e tu non riuscirai mai a copiare un lavoro altrui. La fotografia è fatta di momenti e luci quasi impossibili al ripetersi.

    #1832318
    Elisa
    Partecipante

    [quote=”anbe40″ post=656640]
    Non sono d’accordo sul tuo pensiero e cerco di spiegare il perché dal mio punto di vista.
    All’inizio tutto è possibile, impariamo e scopriamo un’affinità verso un genere piuttosto che un altro, si va per tentativi che comunque non ci soddisfano a pieno perché sentiamo che manca un qualcosa.
    Quel qualcosa difficilmente si trova dentro noi stessi, i casi sono davvero rari, e arriva il momento in cui diventa necessario capire e, lo si può fare, osservando e cercando il senso del lavoro degli altri oltre al comprendere le varie tecniche necessarie al raggiungimento di quel risultato.
    Questo non significa copiare e non significa nemmeno esserne influenzati ma prendere coscienza di ciò che quel tipo di esperienza fotografica ci può insegnare. E’ un arricchimento.
    La casa di un fotografo è di solito piena di libri con fotografie molto simili alle proprie o comunque che rispecchiano la propria idea di fotografia, libri che a volte restano chiusi per mesi ma che possono servire un giorno a trovare l’ispirazione giusta al momento giusto.
    Una “mia” fotografia ce l’abbiamo tutti e lo dimostra il fatto ormai acclarato che uno stesso soggetto fotografato da 10 persone sarà colto in modo diverso e ci saranno alla fine 10 fotografie diverse, ciò significa che nessuno riuscirà mai a fare una fotografia uguale alla tua e tu non riuscirai mai a copiare un lavoro altrui. La fotografia è fatta di momenti e luci quasi impossibili al ripetersi.[/quote]

    ..Va bene, ma se posso, perchè devi contestare la mia decisione se per ora (dico per ora, tutto può cambiare) non voglio circondarmi di libri di fotografie ma bensì, mi circondo di mie fotografie su cui posso elaborare un pensiero o una riflessione critica in modo tale da riuscire a trovare al meglio la fotografia più degna secondo il mio punto di vista critico ed estetico? Ribadisco come sempre che accetto i consigli altrui ma certe volte noto quella minima percentuale di insistenza che mi disturba. E’ un forum, i forum sono fatti di scambi di opinioni e pareri di solito, e dopo la terza volta che leggo sempre dei consigli inerenti alla lettura di un libro, inizia a pesarmi il fatto di dover ripetere sempre le stesse cose. (sullo stesso post) Se il mio è un pensiero sbagliato, lo capirò con il tempo. Sono stata in molte librerie o biblioteche, ho preso in mano svariati manuali o libri di fotografia e NESSUNO mi ha colpito. Sono critica nei confronti dei libri, indipendentemente dal tema. Se uno non mi ispira, non spendo quaranta euro per farlo prendere polvere. Lo lascio a qualcuno che lo sappia apprezzare. Ora non sono nella fase di poter comprare un libro e ispirarmi a lui. E se la mia casa è priva di libri fotografici, un perchè ci sarà, ma non vuol dire che sarà per sempre così.. 😉

    #1832323
    Luppolo
    Partecipante

    Sei ovviamente libera di fare quello che più ti piace, ma quello che dici tu è sostanzialmente uguale al voler fare il pittore senza conoscere Leonardo, Michelangelo, Giotto e Caravaggio (tanto per fare dei nomi).
    La Fotografia è un linguaggio complesso, un po’ di sintassi, di grammatica e di storia della letteratura vanno studiate.
    Nessuno ti contesta, gli interventi sono degli spunti, che tu deciderai se utilizzare o no per alcune riflessioni, tutto qua.

    #1832336
    roberto7857
    Partecipante

    Interessantissimo il fatto che riguardo a foto che i più definiscono “sbagliate” si sia aperto un dibattito così fitto e articolato, molto più articolato che sul merito di altre fotografie ritenute “giuste”. E’ indice, secondo me, che queste foto così “sbagliate” dopo tutto non lo sono. Dietro ad uno sbaglio c’è una distrazione o un’incompetenza ma questo non mi sembra il caso di Krishna che ha postato le fotografie consapevole di ciò che aveva scattato (e poi, non credo si deva postare foto su un forum per sapere se sono o non sono mosse o fuori fuoco!!) quindi do per scontata l’intenzionalità e la consapevolezza dell’autrice degli scatti.
    Premesso questo ritengo che il tuo errore Krishna, se di errore si può parlare, sia stato quello di avere postato le immagini prive di qualsiasi didascalia esplicativa, prive in sostanza di una dichiarazione di intenti, di una forma di poetica che rendesse chiara la tua scelta stilistica.
    Ci si conforma a dei parametri e ciò che esula da questi parametri consolidati va motivato e sulla base delle motivazioni date va giudicato. Ciò che è veramente difficile è trasmettere agli altri la nostra intenzionalità, le nostre emozioni.
    Due parole sulle tue foto (mi sembra doveroso): a mio parere devi mantenere una unità di stile, o il bianco nero o il colore; inoltre, se il mosso o sfocato intenzionale è la tua strada, opterei per un intervento più incisivo e starei sul colore: la seconda fotografia a mio avviso trasmette meglio uno stato inquietante di tensione rispetto alla prima che mi sembra più statica.

    Roberto

    #1832339
    Luppolo
    Partecipante

    In realtà la discussione si è sviluppata su un filone parallelo alle foto, non sulle foto stesse.

    #1832362
    Elisa
    Partecipante

    Grazie a tutti

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