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Fotografia e parola

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  • #1836452
    Mullahomark86
    Partecipante

    Dalla pagina facebook “Fotografia – Il nuovo cassetto” (che consiglio):

    “Osservo.
    Leggo tutti i commenti dei lettori, sempre.

    Una costante si ripete nel tempo. Quella dei tanti che sostengono che lo scopo della fotografia sia quello di “emozionare”, e che per farlo la fotografia non abbia bisogno di parole a corredo dell’immagine.

    “Non serve la didascalia – dicono – la fotografia deve parlare da sola”.
    E a sostegno della loro tesi citano spesso un abusato (e abusivo, a mio parere) aforisma di Ansel Adams, quando questi teorizzava che la fotografia ha da essere come una barzelletta: se la devi spiegare significa che è venuta male.

    Niente di più sbagliato.

    La fotografia è un linguaggio, un medium, un intermediario per veicolare pensieri tra esseri umani, ed è un linguaggio diverso dal linguaggio della parola.

    Ciò che dice una fotografia è intraducibile: se ciò che dice una fotografia lo potessimo dire con le parole renderemmo vana la fotografia, e fotografia e parola sarebbero due linguaggi paralleli e intercambiabili coi quali esprimere i medesimi pensieri, comunicare le stesse informazioni, scambiare le stesse riflessioni.

    Le fotografie dicono cose che le parole non possono dire.

    Se te lo potessi dire sarebbe superfluo che te lo facessi vedere, ma facendotelo vedere te lo dico meglio e ti dico più cose di quelle che ti direi se te lo raccontassi.

    Tuttavia le fotografie non parlano mai da sole.

    Le fotografie hanno bisogno di parole che dicano quello che le fotografie non riescono a dire.

    Anche la semiotica, quella disciplina che studia il significato dei segni e dei modi in cui si comunica, nega che un testo o un immagine siano la manifestazione di strutture ontologiche, che si rappresentano cioè per se stesse e per il valore che hanno nella realtà, indipendenti dalla lettura e dall’interpretazione soggettiva che se ne possa dare.

    Le fotografie hanno bisogno di parole per essere comprese, perché il messaggio veicolato dalle “loro” parole arrivi per intero e corretto.
    Parole che ne illustrino la genesi e l’intenzione dell’autore, parole che ne indichino il contesto.

    “Non dirmelo, fammelo vedere” era la massima di Hitchcock per il cinema.
    Vale anche per la fotografia.
    Ma dopo avermelo fatto vedere, spiegami cosa volevi dirmi, e dove e come e quando e perché hai realizzato quella fotografia, affinché io capisca se mi stai dicendo la verità, o una verità parziale, o addirittura un bugia.”

    Che ne pensate?

    #1836454
    Massimo
    Partecipante

    Per come la vedo io, la cosa peggiore, e purtroppo la vedo spessissimo, è quando ad una fotografia insignificante, e spesso fatta male, viene abbinato una frase o citazione per darle un significato……..

    #1836461
    valeriobry
    Partecipante

    … oppure, le si da un titolo in inglese…

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