- Questo topic ha 13 risposte, 10 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 13 anni, 11 mesi fa da albo49.
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Marzo 13, 2010 alle 9:31 pm #1558510eye110Partecipante
Vi propongo uno di quei problemi che sono frutto di quelle domande viscerali, che sorgono dal nulla in un istante pungendoti come un ago e poi un po’ se ne vanno e un po’ rimangono… L’ho notato un po’ di tempo fa fotografando un evento sportivo. Intento là a badare all’inquadratura, tempi e diaframmi, tentando di congelare il gesto atletico nella sua potenza, sentivo di non percepirne la sostanza, di non godermelo, di non provare la soddisfazione per aver visto una bella schiacciata, di non provare coivolgimento nel boato del pubblico festante. Mi sembrava in definitiva di non vivere quel momento, di saltarlo. Cosa che invece non mi accade per i soggetti che mi coinvolgono emotivamente di meno, tipo che sò… il volo di un gabbiano… A volte mi sembra che la fotografia abbia un effetto estraniante sul momento vissuto, che sia un “vissuto” non integralmente vissuto. Che ne pensate? Avete mai avuto la stessa sensazione?
Marzo 14, 2010 alle 5:15 am #1558643acrobatPartecipanteAssolutamente si! ..e mi sembra del tutto normale, dato che lo sguardo di chi fotografa non può e non dovrebbe necessariamente essere puntato sul tutto, su quel tutto che è apparentemente centrale e visibile a tutti. In quanto esso è focalizzato su un determinato punto del soggetto o addirittura al di fuori di esso, alla ricerca di quel segno che se pur non palese, se posto in rilievo, se previsualizzato e sapientemente colto e impressionato, è capace di farci creare l’immagine.
Marzo 14, 2010 alle 12:10 pm #1558653xilviaPartecipanteCiao Eye110. concordo con quanto dici. concentrandosi sullo scatto non si vive pienamnete il momento. a me capita quando viaggio. per cui credo si debba decidere quando è il caso di lasciar la fotocamera nello zaino e respirare a pieni polmoni quello che ci circonda, e quando vedere il mondo da dietro l’obbiettivo. solo che il respirare a pieni polmoni è una parte che, per quel che mi riguarda, non può mancare, senza la quale la “creazione dell’immagine” potrebbe mancare di spessore. si potrebbero trascurare degli aspetti che nella fretta di metterci dietro l’obiettivo, finiamo per non cogliere. ovviamente parlo da appassionata e non da professionista. un saluto p.s. interessante riflessione [lo]
Marzo 14, 2010 alle 1:17 pm #1558660FrancoPartecipantesicuramente è così, ognuno di noi vive e percepisce l’oggetto in modo diverso, non a caso si usa definire “soggetto” la nostra personale visione fotografica. Durante lo scatto l’oggetto perde la sua forma originale, la sua dimensione spaziale per assumerne un’altra, nella nostra mente e poi nella fotografia cartacea agli occhi dello spettatore. Questo modo di percepire le circostanze terrene oggetto dell’inquadratura, può risultare talmente naturale per chi fotografa da molti anni, da non essere piu’ percepito…… durante l’osservazione fotografica degli eventi terreni viene assunto un naturale atteggiamento di distacco dall’evento oggettivo (inteso come percezione trascendentale del soggetto) per favorire una visione strutturata su una concezione formale di carattere estetico/simbolica, ovvero la CREAZIONE fotografica. La realtà perde la fisionomia del vissuto quotidiano perchè agli occhi del fotografo (e dello spettatore), la razionalità oggettiva dell’evento nel suo insieme, svanisce a favore di una visione trascendentale unitaria.
Dicembre 15, 2010 alle 5:53 pm #1618749yuzzo86Partecipantenon dirmi niente….pensa che tra qualche mese dovro fare da fotografo al matrimonio di uno dei miei piu cari amici…..mi prende male [scr]
Dicembre 15, 2010 alle 5:55 pm #1618750firebladePartecipanteOriginariamente inviato da yuzzo86: non dirmi niente….pensa che tra qualche mese dovro fare da fotografo al matrimonio di uno dei miei piu cari amici…..mi prende male [scr]
serve aiuto?
Dicembre 15, 2010 alle 6:16 pm #1618757LorisPartecipanteAnche per me è difficile al momento unire in un viaggio/vacanza assaporare l’atmosfera respirare un aria nuova e allo stesso tempo stuidiare la fattibilità di trasformare tutto questo in foto non banali ed emozionanti, difficilissimo, forse sono ancora giovane (fotograficamente parlando) seguirò volentieri questo post sopratutto per chi ha dei suggerimenti utili, ripeto chi mi ha preceduto bel argomento…. [bir]
Dicembre 15, 2010 alle 7:37 pm #1618765Luca LupiPartecipanteOriginariamente inviato da fra65: La realtà perde la fisionomia del vissuto quotidiano perchè agli occhi del fotografo (e dello spettatore), la razionalità oggettiva dell’evento nel suo insieme, svanisce a favore di una visione trascendentale unitaria.
Oh, sicuramente avrai ragione da vendere, ma giuro che non ci ho capito un’acca! [scr]
Dicembre 15, 2010 alle 8:05 pm #1618773acrobatPartecipantelorisfromfvg ..
stuidiare la fattibilità di trasformare tutto questo in foto non banali ed emozionanti, difficilissimo
… Forse ti è difficile a causa della concentrazione riposta nelle aspettative, questa intenzionalità nel ottenere dei risultati viaggiando(ad esempio), credo sia nociva. Prova a viaggiare con animo sereno senza aspettarti nulla di ‘specifico’, in fondo arte casualità errore e sorpresa vanno bene insieme, non proporti di andare a fotografare qualcosa, ma vai con l’intenzione di leggere, osserva e sii pronto ad annotare, abbi pittosto consapevolezza delle regole e le possibilità nella tua tecnica, per far si che al momento opportuno ti aiutino a cogliere il soggetto…
Dicembre 15, 2010 alle 8:15 pm #1618775firebladePartecipantePer l’esperienza che ho io, la padronanza della tecnica inizialmente è indispensabile. Non fosse altro che per superare la fase iniziale di completa ignoranza, dove si scatta senza consapevolezza ed arrivati a casa si butta via tutto. Nella fase della padronanza della tecnica però si perdono le foto per un altro motivo: tra il momento in cui si riflette su quali impostazioni utilizzare e le decisioni prese, il soggetto è già svanito. Nella terza fase invece, la padronanza della tecnica è tanto abituale che diventa istintiva. A questo punto non ci si chiede cosa fare e come farlo, lo si fa e basta. Non solo, il bagaglio di esperienza accumulato, permette di sapere già in anticipo che regolazioni usare per determinate situazioni (certo, non tutte), e quali sono gli errori da non fare. Oppure decidere se rinunciare a scattare perché la foto non c’è. Ma ci vuole un bel po’ di tempo prima di arrivarci.
Dicembre 15, 2010 alle 8:56 pm #1618782lovis1PartecipanteA volte mi sembra che la fotografia abbia un effetto estraniante sul momento vissuto, che sia un “vissuto” non integralmente vissuto. Che ne pensate? Avete mai avuto la stessa sensazione? Il cervello di una persona normale riesce a pensare ad una cosa alla volta (e quindi a viverla con coscenza).Non riuscirai mai secondo me ha fotografare un evento e al tempo stesso viverlo pienamente fissandolo poi nei tuoi ricordi.Ho le foto di saggi e cerimonie e quindi possiedo in qualche maniera il ricordo…ma il “patos” degli stessi non potrò mai averlo.
Dicembre 15, 2010 alle 9:23 pm #1618785FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da Fra65: La realtà perde la fisionomia del vissuto quotidiano perchè agli occhi del fotografo (e dello spettatore), la razionalità oggettiva dell’evento nel suo insieme, svanisce a favore di una visione trascendentale unitaria.
Originariamente inviato da Lookaloopy: Oh, sicuramente avrai ragione da vendere, ma giuro che non ci ho capito un’acca! [scr]
La realtà vista dal mirino di una fotocamera può essere pesata con unità di misura diverse e assumere differenti dimensioni e forme; può perfino astrarsi dal soggetto stesso, dipende dalla sensibilità e cultura del fotografo, dagli obbiettivi che si è prefisso. a volte succede che guardando nel mirino non vedi una persona, vedi quello che la persona rappresenta (ai tuoi occhi, visione trascendente), e questo è l’esatto opposto di quello che l’autore del topic riferisce, e che efficacemente Sandro ha poco sopra esposto, ovvero l’attenzione rivolta esclusivamente alle impostazioni, alla tecnica. Però succede che dopo aver “dimenticato” i particolari tecnici che ci assillano/assillavano durante il periodo di apprendimento della tecnica, segua il livello superiore che ho appena descritto: l’attenzione intima, trascendente del soggetto (senza il freno della ragione), che spesso è in antitesi con la tecnologia, a volte perfino con la tecnica, ma ci tengo a precisare, non indispensabile, a volte neppure utile, apprezzata. ciao [lo]
Dicembre 15, 2010 alle 9:36 pm #1618793FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da esaurito: Come fai a scrivere una poesia se non sai scrivere??
il parallelismo è azzeccato, prima s’impara a parlare, poi a scrivere le parole, poi ancora a scriverle nel modo piu’ corretto, infine le parole non sono piu’ nella punta della matita, nei tasti di un pc, ma nella nostra mente, nella nostra anima e nascono senza che ci si accorga da dove arrivano la forma delle lettere e delle parole non ha piu’ importanza del loro contenuto…….. fino a trascendere il significato stesso. a questo punto anche l’espressione insignificante di un bimbo è poesia
Dicembre 15, 2010 alle 10:52 pm #1618807albo49Partecipanteeye110: il bello dei forum è che chiedi acqua per dissetarti e spesso ti viene offerto, oltre all’acqua, tutto il pasto. L’acqua (il tema): La tua considerazione è vera se partecipi ad un evento come spettatore interessato e non come fotografo. Quasi sempre chi fotografa non è interessato all’evento in quanto tale ma si interessa dell’evento dal punto di vista fotografico. Difficilmente si vede esultare un fotografo professionista per un bel canestro, una bella schiacciata o un bel gol, se fa questo deve cambiare mestiere. Se un evento ti coinvolge lascia fotografare ad altri. Certi eventi possono risultare irripetibili e non ne vale la pena perdersi anche un solo attimo. Quasi sempre le foto delle vacanze sono cartoline documentaristiche e spesso sono pure brutte. Fare il fotoamatore in vacanza con famiglia al seguito è molto difficile. In questi casi conviene non portarsi appresso il corredo fotografico ma ripiegare su una dignitosa compatta facendo centinaia di scatti per poi cestinarne il 90%. Tutto il pasto (oltre il tema e forse anche inutile): Non amo particolarmente le foto ricordo, anche se paradossalmente ogni foto è un ricordo. Quando visitavo luoghi, musei o località turistiche molto rinomate, acquistavo le diapositive già fatte e le inserivo nella proiezione evidenziandone la provenienza. Spesso, su questo sito, vediamo foto documentaristiche banali e a volte tecnicamente scadenti. Se dipendesse da me eliminerei tutte le foto cartolina, i tramonti più o meno esotici, le foto di insetti o di animali, le foto del natale, della pasqua, dei figli o dei nipoti in fasce. Queste foto dovrebbero restare nell’album di famiglia. Fortunatamente posso scegliere, mi basta andare oltre per soffermarmi sulle foto che attirano il mio interesse, ma così fan tutti: ed è questo il bello di una comunità.
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