Home » Topic » Canoniani Cafe’ » Gli amatori e la sopravvalutazione degli scatti da fare

Gli amatori e la sopravvalutazione degli scatti da fare

Stai visualizzando 10 post - dal 76 a 85 (di 85 totali)
  • Autore
    Post
  • #1648690
    fireblade
    Partecipante

    Originariamente inviato da bepoc: Lo stampatore non firma le sue opere e, nella storia dell’arte, è chiamato, per questo, Artigiano e non Artista, ma l’assenza della firma nulla toglie ai suoi meriti.

    Non sarai, come dici tu, un intellettuale (e non so se è un bene o un male), ma doni sempre la tua saggezza in modo che definire esemplare è molto, molto riduttivo.

    #1648814
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: […] il fotografo è fotografo, l’artista è un artista. Per un artista, qualsiasi cosa ha in mano, non importa che sia una fotocamera di 100 anni fà oppure l’utimo modello di macchina, uno scalpello, una sgorbia, del fango……… qualsiasi cosa sarà presa come pretesto per creare. Invece al fotografo interessa solo la fotografia, con tutti i suoi limiti…… limiti che dopo un pò cerca di superare, per superare se stesso, per superare in bravura gli altri….. le case produttrici di attrezzatura fotografica si rivolgono principalmente al fotografo che consente loro d’intrattenere un rapporto più’ duraturo e proficuo, e per farlo non dicono, ascolta te stesso, preferiscono dire “ascolta il rumore dell’otturatore, guarda il mirino, il display, le luci rosse dell’esposimetro”. dopo un pò ci convinciamo che per fare fotografia, in modo artistico, sia sufficiente disporre di un mezzo potente, non acquistiamo le attrezzature perché servono per ottenere determinati risultati, un teleobiettivo per fotografare avifauna, acquistiamo 10 obbiettivi per essere pronti in ogni situazione…… semplicemente perché, non ci rendiamo conto che non abbiamo nessun obbiettivo da conseguire……. oggi siamo pieni di attrezzature, vecchie, vecchissime, nuove e all’ultimo grido, ma non sappiamo a cosa servono…. cosa dobbiamo mettere dentro. allora, scusa……. è meglio, molto meglio fotografare scene familiari [bir]

    .. se nel pormi la domanda se un’arte sia ‘arte’, come potrei concludere che “fotografare scene familiari” possa rivelarsi proficuo? Anche se un ‘documento’, alla lunga possa avvalorarsi artisticamente… il fotografo è fotografo, l’artista è un artista. Credo sia un’affermazione leggera, può essere fuorviante :s o mi sono perso un passaggio… Se un’artista può creare con qualsiasi mezzo(ed è vero), quello(fotografo) che crea con la fotocamera di 100 anni fà o attuale, è solo artista ma non fotografo? Ma non sarà che tu abbia voluto descrivere l’illusione dell’artista-fotografo oggi? Se è così puoi frustarmi a dovere e non considerare il seguito… Idee sulla fotografia. Artisti come i pittori impressionisti sono stati capaci di proporci visioni straordinarie della natura, giorni ideali, molto speciali, per questo forse non sempre aderenti al nostro vissuto quotidiano, alcuni fotografi sono stati in grado di proporci anche quei momenti meno idilliaci che possiamo riconoscere tutti i giorni, gli artisti della fotografia… Il sistema delle immagini che ci sovrasta programma la nostra vita, crea l’apparenza di un mondo, ingenuamente creduto, sarà per questo che molti, nel tentativo di proporre un prodotto artistico ricorrono al bianco e nero, che è assenza e totalità del colore? La tecnica non può assolvere il compito dell’arte, in quanto è strumento, sarà la ‘nostra tecnica’ a definire l’arte. La fotografia fuori programma può essere arte. Così come quelle immagini che nella loro totalità definiscono concetti(del fotografo e del mondo) sono arte. Direi che discostarsi dall’apparecchio tecnico – programmato per diffondere dati – è un primo passo per avvicinarsi all’arte… [bir]

    #1648837
    ilcorto
    Partecipante

    Originariamente inviato da fireblade: Non sarai, come dici tu, un intellettuale (e non so se è un bene o un male), ma doni sempre la tua saggezza in modo che definire esemplare è molto, molto riduttivo.

    perdonatemi allora di aggiungere la banalità più grande di tutte sull’argomento… la cosa più bella di quelle foto è martina colombari. Fotografare lei rende già di partenza un immagine più gradevole rispetto a fotografare mariangela fantozzi (presa nell’immaginario collettivo come icona di bruttezza) [all]

    #1648947
    Franco
    Partecipante

    Fabrizio, siete voi che arricchite il forum, insieme a topic come questo….. [bir] Claudio, lo sò….. mi stai lusingando….. ma è inutile….. :pr Moderatore culturale onoris causa?? non conviene a nessuno!! riguardo il tono populistico, di certo non era snob e nella sua ordinarietà, neppure retorico ho scritto quello che vedo, vivo, non solo quello che penso….. tra le persone intervenute nel dibattito mi è sembrato ci fosse la necessità di trovare una strada diversa da quella che stanno percorrendo……. è difficile, molto difficile comprendere intimamente alcuni concetti, se non si vivono…… e in realtà anche le parole servono a poco, ho comunque tentato….. il mio è stato un modesto contributo, uno scambio d’opinione del tutto ripagato dai vostri interventi, dal confronto con le vostre esperienze, idee. Concordo con Sandro sull’intervento di Bepoc, ultimamente concordiamo poco, ma almeno in questo, straquoto. La sua presenza di spirito, critica e cruda, estremamente realista, nonostante le inevitabili incomprensioni (negli scritti piu’ goliardici) è di grande arricchimento per tutti noi……. Pur essendo vero che il compito dello stampatore può essere considerato alla stregua del comune artigiano (anche se produce copie uniche, non sono opere sue, deve seguire scrupolosamente le indicazioni del committente) il suo compito non è marginale, gli interventi in CO hanno un alto potenziale creativo, ma anche il lavoro in camera chiara, lo sviluppo del negativo digitale non è da meno, mentre la stampa digitale……. lasciamo perdere…….. Per l’artista, la situazione ideale (ma non fondamentale) è seguire tutti i processi produttivi……. però si sà, ancor oggi guardiamo grandi opere dove l’autore seguiva i cantieri e i sui allievi eseguivano il lavoro, infine passava firmava e ritirava il compenso…..….. Riguardo la confessione di Bepo sulla sua partecipazione alla mostra di M.Colombari, dopo quest’affermazione io non sarei tranquillo, pur essendo in ottima compagnia spero vivamente che in quest’epoca di gogne mediatiche non si decida di ripristinare forme cruente di condanna in “piazza”, dopotutto non abbiamo fatto nulla di male, nessuna pozione magica, e poi, se proprio patibolo dev’essere, ci sia concessa l’opportunità di negare tutto…….

    Originariamente inviato da acrobat: .. se nel pormi la domanda se un’arte sia ‘arte’, come potrei concludere che “fotografare scene familiari” possa rivelarsi proficuo? Anche se un ‘documento’, alla lunga possa avvalorarsi artisticamente… il fotografo è fotografo, l’artista è un artista. Credo sia un’affermazione leggera, può essere fuorviante :s o mi sono perso un passaggio… Se un’artista può creare con qualsiasi mezzo(ed è vero), quello(fotografo) che crea con la fotocamera di 100 anni fà o attuale, è solo artista ma non fotografo? Ma non sarà che tu abbia voluto descrivere l’illusione dell’artista-fotografo oggi?

    Claudio, devo fare ammenda….. ho scritto velocemente e malamente (solo la sera tardi riesco a trovare un pò di tranquillità), rileggendolo mi sono reso conto che poteva lasciar adito a diverse interpretazioni. La conclusione “allora è meglio fotografare scene familiari”, pur senza negare il potenziale artistico presente in una foto familiare (ricordi Barthes?), era un grido disperato: piuttosto che far foto senza una finalità, meglio utilizzare la fotocamera per qualcosa di utile, un “qualsiasi” ricordo familiare è qualcosa che non subisce inflazione e si rivaluta col tempo, un pò come il metallo nobile. questo pensiero l’ho ripetuto centinaia di volte negli ultimi anni, lo scriverò per semplificazioni: come sai uso dividere la fotografia in descrittiva e f.artistica chi fà f.descrittiva è un fotografo, chi usa la fotografia come forma d’arte è un f.artistico tutti due sono fotografi, ma chi utilizza la fotografia come mezzo descrittivo, ad esempio per fare foto ricordo, non può essere considerato un’artista. Invece l’artista sarà sia artista che fotografo, oppure scultore, pittore….. se usa altri “attrezzi” spesso l’artista non si ferma ad una sola forma artistica ma ne prova altre, spesso il f.artistico si riconosce da questa indole. Bene, ritorniamo alla prima affermazione, che ora specifico meglio: “il fotografo è un fotografo (descrittivo), l’artista è prima di tutto un’artista e poi anche un fotografo.” ora, facciamo l’esempio più’ banale possibile: prendiamo ad esempio una persona che decide di acquistare una fotocamera per fare foto ricordo, dopo l’acquisto si rende conto di essere interessato a fare fotografie più’ belle, sfoglia le riviste e si chiede “come faccio a fare foto così?” a questo punto incomincia ad interessarsi di tecnica, acquista manuali e legge internet, le riviste specializzate (devono pur vivere anche loro) acquista nuova attrezzatura con la speranza di fare foto migliori, e infatti avviene un miglioramento, ma non come vorrebbe, a questo punto cosa fà? invece di porsi una finalità artistica, cerca l’arte nella tecnologia in una rincorsa infinita dove nel corso di un tempo più’ o meno lungo cambierà le apparecchiature, digitale, analogico, medio formato, banco ottico, foro stenopeico, poi abbandonerà tutto per riprendere da capo qualche anno dopo, oppure si fermerà ad uno “stadio” imponendosi un’etica, con delle precise regole che lo faranno sembrare un pò snob, ma in realtà questo suo comportamento è solo un mezzo di difesa, non ha compreso le sue aspirazioni, sottomesse, cancellate, oscurate. Difesa da cosa? da se stesso? dall’insoddisfazione di non trovare ciò che cerca (l’arte) nel mezzo? la mente è variegata e ognuno di noi può cercare di capire quest’aspetto, guardando se stesso. Io lo feci molti anni fà, scelte di vita, lavorative (sono un elettronico “mancato” perché subito dopo gli studi ho avviato un’azienda artigiana che crea campionari per l’alta moda utilizzando macchinari ad alta tecnologia: creo con la tecnologia), o di passioni, nella fotografia ebbi modo di provare ogni genere d’attrezzatura, arrivando a spendere tutto quello che guadagnavo, per poi capire infine, per fortuna, che quello che stavo cercando non poteva essere ricercato nell’attrezzatura, nelle tecniche, ma doveva essere cercato da altre parti, come facevo con altre attività. L’alta tecnologia (da sempre presente nella fotografia) mi aveva illuso di aver trovato la giusta via e il giusto mezzo. Come ha scritto “il corto” l’indole di Jekill/Hide può convivere in noi, ma spesso queste due personalità sono in conflitto, anzi, per quella che è la mia esperienza, quasi sempre lo sono. L’arte mal sopporta la tecnologia, pur utilizzandola. Mentre la tecnologia oscura, letteralmente inibisce l’istinto creativo che vive in noi, ovvio, più’ la tecnologia è spinta e più’ aumentano i rischi, ma questo non è dovuto dalla tecnologia in sè, ma dall’uso che se ne fà. Sotto quest’aspetto le sofisticate apparecchiature moderne non sono peggiori delle apparecchiature meccaniche di parecchi anni fà, però è presente un più’ alto rischio di confondere le proprie aspirazioni……. viene richiesta una maggiore consapevolezza. Al contrario però, consentono una maggiore libertà d’azione, sotto alcuni aspetti la tecnologia digitale ha introdotto notevoli migliorie abbattendo inutili barriere che nell’attrezzatura meccanica limitavano notevolmente l’espressione artistica. Basta vedere le “branchie” più’ tecniche della fotografia fotoamatoriale, la macro e la fotografia di animali……. se guardo le vecchie riviste di fotografia che ancora posseggo (da metà degli anni 70 sono stato abbonato a 4 riviste, per poi abbandonare completamente la lettura a metà degli anni 80, comprendendo che anche la lettura avrebbe potuto limitare l’esercizio artistico) trovo belle fotografie naturalistiche, ma sotto l’aspetto artistico possiamo notare un notevole miglioramento qualitativo: nell’interpretazione, nell’attimo colto, nell’aspetto puramente estetico. I motivi sono ovvi e non vado ad elencarli, per non dilungare la discussione….. la tecnologia ha apportato evidenti migliorie che si ripercuotono non solo nel risultato tecnico ma anche in quello artistico. cit]Originariamente inviato da acrobat: Idee sulla fotografia. Artisti come i pittori impressionisti sono stati capaci di proporci visioni straordinarie della natura, giorni ideali, molto speciali, per questo forse non sempre aderenti al nostro vissuto quotidiano, alcuni fotografi sono stati in grado di proporci anche quei momenti meno idilliaci che possiamo riconoscere tutti i giorni, gli artisti della fotografia… Il sistema delle immagini che ci sovrasta programma la nostra vita, crea l’apparenza di un mondo, ingenuamente creduto, sarà per questo che molti, nel tentativo di proporre un prodotto artistico ricorrono al bianco e nero, che è assenza e totalità del colore? La tecnica non può assolvere il compito dell’arte, in quanto è strumento, sarà la ‘nostra tecnica’ a definire l’arte. La fotografia fuori programma può essere arte. Così come quelle immagini che nella loro totalità definiscono concetti(del fotografo e del mondo) sono arte. Direi che discostarsi dall’apparecchio tecnico – programmato per diffondere dati – è un primo passo per avvicinarsi all’arte… [/quote] condivido…. Come avviene nel mondo dell’arte, non prettamente fotografica, vi è una divisione tra un tipo di arte “composta” (costruita, messa in scena) che può essere associata alle forme di arte antica e una forma d’arte più’ moderna, contemporanea, basata più’ frequentemente sull’istinto creativo o sull’idea di arte come Duchamp con la sua irriverente latrina (firmata) aveva insegnato nel suo eccesso: tutto può essere arte, se ha una firma (e qui mi riallaccio all’affermazione sull’evidente sottovalutazione dell’importanza dello stampatore). Tutto può essere arte, se l’artista afferma che quel determinato oggetto è parte di un concetto, di un progetto che l’artista vuole trasmettere ad un ipotetico osservatore, e ne decreta la paternità. Adesso non vorrei introdurre un nuovo argomento, ma ti ricordo che tempo fà feci una suddivisione in fotografo/fotografo artistico/arte fotografica, dove quest’ultima è arte ma non è fotografia, bensì una manifestazione artistica dove la firma è più’ importante dell’oggetto e la fotografia viene in secondo piano, vedi le sperimentazioni Newyorkesi anni 60-70. Torno a dire con una certa ossessione, che fotografia/fotografia artistica/arte fotografica sono la base di partenza per definire ogni proposizione critica sulla fotografia intesa come oggetto, e sono fondamentali per far comprendere al fotografo artistico le sue aspirazioni e le sue potenzialità, senza confusione. Poi certe cose, qualcuno le comprende anche senza il bisogno di schematizzare, però da quello che vedo c’è una grande sete di comprensione, una forte ricerca d’identità ……. in campi come la fotografia è così!………. è sempre stato cos셅. ciao [lo]

    #1649389
    acrobat
    Partecipante

    Quale ammenda… 😉 forse non eri poi così ‘populistico’ mai aprirsi troppo sulla base di supposte ‘accuse’ infondate… Ma ne approfitto, grazie per averlo fatto! .. 🙂

    tra le persone intervenute nel dibattito mi è sembrato ci fosse la necessità di trovare una strada diversa da quella che stanno percorrendo……

    Ammetto di non aver letto tutto..! Si, a volte le parole non bastano, ma chi sa pronunciarle senza interessi ‘politici’ dispensando apertura di idee, deve comunque poter comunicare…

    La conclusione “allora è meglio fotografare scene familiari”, pur senza negare il potenziale artistico presente in una foto familiare (ricordi Barthes?), era un grido disperato: piuttosto che far foto senza una finalità, meglio utilizzare la fotocamera per qualcosa di utile, un “qualsiasi” ricordo familiare è qualcosa che non subisce inflazione e si rivaluta col tempo, un pò come il metallo nobile.

    ..in fondo Franco, che si trattasse di “grido” lo supponevo … Barthes lo ricordo – non riesco ancora a rileggerlo dopo tanto – però in questo tuo (condivisibile) slancio ‘vedevo’ anche un’implicita esortazione verso ‘i semplici’, a far ricorso all’utilità del genere; soluzione consolatoria che di conseguenza delega il loro potere, creativo, consentendo una schiavitù autoinflitta, perchè il “far foto senza una finalità” può insinuare una presa di distanza dalla ricerca provocatoria, una rinuncia evolutiva a discapito della creatività e forse anche del confronto, vedi anche commenti banali e ripetitivi nel forum. Ed è su queste linee che spesso mi muovo, a difesa di quelli che si autolimitano in tante cose nella vita, penso non di debba mai concedere alibi alcuno in ogni ambito culturale, certo non è stato fatto, ma la mia ‘attenzione auto-determinata, mi ha portato ad individuarla… Nel mio recente passato (lavorativo) arricchito e ‘disgustato’ da rapporti con il ‘mondo operaio’ – restauro, archeologia – anche per la mia condizione difficile con ‘il padrone’, ho potuto riversare passione – unitamente ad una esigenza di rivalsa – nell’esortare i più ‘semplici’ e spesso testardamente ignoranti a non sottovalutare mai la ricerca nel realizzare le proprie inclinazioni e desideri, perchè la vita è breve, e spesso quello che viene costantemente sotteso come prioritario, può essere in realtà secondario…

    il fotografo è un fotografo (descrittivo), l’artista è prima di tutto un’artista e poi anche un fotografo.

    chiara sintesi… [leg] giorni ‘distratti’, ma tanti stimoli su cui tornare.. [lo]

    #1649482
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: ..in fondo Franco, che si trattasse di “grido” lo supponevo … Barthes lo ricordo – non riesco ancora a rileggerlo dopo tanto – però in questo tuo (condivisibile) slancio ‘vedevo’ anche un’implicita esortazione verso ‘i semplici’, a far ricorso all’utilità del genere; soluzione consolatoria che di conseguenza delega il loro potere, creativo, consentendo una schiavitù autoinflitta, perchè il “far foto senza una finalità” può insinuare una presa di distanza dalla ricerca provocatoria, una rinuncia evolutiva a discapito della creatività e forse anche del confronto, vedi anche commenti banali e ripetitivi nel forum. Ed è su queste linee che spesso mi muovo, a difesa di quelli che si autolimitano in tante cose nella vita, penso non di debba mai concedere alibi alcuno in ogni ambito culturale, certo non è stato fatto, ma la mia ‘attenzione auto-determinata, mi ha portato ad individuarla… Nel mio recente passato (lavorativo) arricchito e ‘disgustato’ da rapporti con il ‘mondo operaio’ – restauro, archeologia – anche per la mia condizione difficile con ‘il padrone’, ho potuto riversare passione – unitamente ad una esigenza di rivalsa – nell’esortare i più ‘semplici’ e spesso testardamente ignoranti a non sottovalutare mai la ricerca nel realizzare le proprie inclinazioni e desideri, perchè la vita è breve, e spesso quello che viene costantemente sotteso come prioritario, può essere in realtà secondario…

    Avevi visto giusto riguardo l’esortazione verso i “semplici” come li hai definiti tu, alla richiesta, preghiera, di non lasciarsi convincere, ammaliare da inutili automatismi, ma non per reprimere l’istinto d’innovazione, anzi per incentivarlo, essendo proprio questa spinta, il motore necessario per sviluppare un forte stimolo a creare, crescere. Continuo con degli esempi………… precedentemente avevo scritto di colori, senz’altro saprai che gli impressionisti ebbero modo di esprimere le loro idee rivoluzionarie anche grazie all’uso, all’epoca innovativo, dei colori ad olio confezionati in modo simile agli attuali tubetti in vendita nei negozi, questa rivoluzione tecnica, che oggi apparirà come una normale consuetudine, consentì loro di dipingere fuori dallo studio (dal vivo) e soprattutto permise loro di sfruttare in modo creativo l’evoluzione stessa dei nuovi impasti di colore, pigmenti più’ brillanti, consistenti….. la tecnologia aveva inconsapevolmente dato il via ad un nuovo modo di concepire l’arte…… aveva creato i presupposti per generare una rivoluzione nel concetto di arte. E’ necessario non fuggire al “nuovo” e al tempo stesso essere consapevolmente coerenti nelle proprie scelte, ma come già scritto, non è facile, ci sono troppe distrazioni……. ciao [lo]

    #1649611
    acrobat
    Partecipante

    Originariamente inviato da fra65: […] Continuo con degli esempi………… precedentemente avevo scritto di colori, senz’altro saprai che gli impressionisti ebbero modo di esprimere le loro idee rivoluzionarie anche grazie all’uso, all’epoca innovativo, dei colori ad olio confezionati in modo simile agli attuali tubetti in vendita nei negozi, questa rivoluzione tecnica, che oggi apparirà come una normale consuetudine, consentì loro di dipingere fuori dallo studio (dal vivo) e soprattutto permise loro di sfruttare in modo creativo l’evoluzione stessa dei nuovi impasti di colore, pigmenti più’ brillanti, consistenti….. la tecnologia aveva inconsapevolmente dato il via ad un nuovo modo di concepire l’arte…… aveva creato i presupposti per generare una rivoluzione nel concetto di arte. E’ necessario non fuggire al “nuovo” e al tempo stesso essere consapevolmente coerenti nelle proprie scelte, ma come già scritto, non è facile, ci sono troppe distrazioni……. ciao

    Hai ragione, non fuggiamo dal “nuovo”, troppe distrazioni si, e troppe opzioni, troppa comunicazione masmediale mal riposta… No, non conoscevo il dettaglio tubetti di colore e il nascente impressionismo! Interessantissimo… 😉 Proverò a ricercare nei libri questa avvincente traccia… Parallelamente nella fotografia, lo si potrebbe in qualche modo leggere nell’avvento del rullino e il formato 35mm, che ha moltiplicato rapidamente la pratica della fotografia, prima appannaggio di pochi, trasportatori di lastre e mobilio fotografico… 🙂 [lo]

    #1649620
    Franco
    Partecipante

    Originariamente inviato da acrobat: Proverò a ricercare nei libri questa avvincente traccia… Parallelamente nella fotografia, lo si potrebbe in qualche modo leggere nell’avvento del rullino e il formato 35mm, che ha moltiplicato rapidamente la pratica della fotografia, prima appannaggio di pochi, trasportatori di lastre e mobilio fotografico… 🙂 [lo]

    si, il passaggio tra l’impasto di colori preparato artigianalmente dallo stesso pittore con diluenti, terre e altri prodotti organici e minerali, ai pigmenti industriali con caratteristiche innovative (Lefranc) fu’ una vera rivoluzione nel modo di concepire la pittura. Cambiò l’approcio al soggetto (non erano piu’ necessarie le lunghe pose in studio), la visione e disposizione dei colori mutò radicalmente, la consistenza materica dell’impasto sulla tela assunse una dimensione piu’ libera, pura e diventò protagonista dell’opera d’arte, le tele lisciate con infiniti passaggi di veli di colore molto liquido divenne archeologia. L’accostamento con le prime fotocamere con pellicola a rullo e di conseguenza le prime istantanee ha tantissime similitudini, ne parlammo in passato, non sò se ricordi, in quell’occasione azzardai l’ipotesi che l’avvento dell’istantanea è stata la piu’ grande rivoluzione nel mondo della fotografia, piu’ dell’introduzione delle tecnologie digitali….. a dire il vero oggi non ho piu’ questa certezza…….. l’epoca digitale è appena iniziata e nel futuro ci aspettano altri cambiamenti, mi riferisco al modo di vedere e concepire la fotografia, non alle tecnologie di per se….. [lo]

    #1649623
    acrobat
    Partecipante

    Dev’essere stato un momento eccezionale di grande fermento delle passioni… Si, lo ricordo..

    in quell’occasione azzardai l’ipotesi che l’avvento dell’istantanea è stata la piu’ grande rivoluzione nel mondo della fotografia, piu’ dell’introduzione delle tecnologie digitali….. a dire il vero oggi non ho piu’ questa certezza…….. l’epoca digitale è appena iniziata e nel futuro ci aspettano altri cambiamenti, mi riferisco al modo di vedere e concepire la fotografia, non alle tecnologie di per se…..

    Concordo sulla tua non-certezza, ma è stato un momento sicuramente rivoluzionario, infatti il digitale – tecnicamente, come precisi – non è stata poi tutta questa gran rivoluzione. Una delle prove che spesso secondo me saltano agli occhi, è – da parte di quelli che non hanno percorso la fotografia a pellicola, con tutto ciò che ne consegue – il continuo ricorso a soluzioni di PP estemporanee volte a dare valore ulteriore all’immagine digitale, cercando di imitare gli effetti della stampa, e persino i difetti (tanto odiati dai puristi dei vetri – vedi vignettatura), nel tentativo di conferire carattere all’immagine, così facendo, denunciano implicitamente un credito formativo che indubbiamente pesa… Intanto io, ripenserei un attimo agli impressionisti, vado a sfogliare Gombrich.. 🙂 Ciao [lo]

    #1649799
    ilcorto
    Partecipante

    sono contento che la discussione da me proposta sia riuscita a spiccare il volo così tanto. Sono partito da un po di autoironia, pensando che nessuno mi avesse preso sul serio, almeno non molto più della scherzosità dell’argomento, ed invece noto con piacere che l’animo tormentato, saccettato e poliedrico che alberga dentro il mio essere fotografo, non solo è comprensibile ma è anche abbastanza condiviso [gra] a tutti per aver finora condiviso con me il vostro pensiero!

Stai visualizzando 10 post - dal 76 a 85 (di 85 totali)
  • Devi essere connesso per rispondere a questo topic.

People Who Like Thisx

Loading...

People Who viewed ThisX