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Marzo 2, 2008 alle 8:42 pm #1328504DoctorFragPartecipante
Ho recuperato l’ottica in questione da una vecchia Zenit ed ho pensato di montarla sulla 400D, visto che manco di un classico cinquantino fisso. Non avendo l’adattatore a vite, ho pensato di montare il 58/2 utilizzando l’adattatore T2 per montare il corpo EOS sul telescopio, ed il risultato è…peculiare: l’ottica ha un tiraggio maggiorato e perde quindi la messa a fuoco all’infinito…ma guadagna qualcosa sulla minima…divenendo quasi un obiettivo macro. Dico “quasi” perchè non arriva al canonico 1:1. Qui sotto posto una prova…per chiedere a chi volesse intervenire se valga la pena di acquistare un vero adattatore per sfruttarlo come ottica da ritratto…o invece comprare dei tubi di prolunga :im [IMG]public/imgsforum/2008/Euro.jpg[/IMG] Ho notato che non ha quasi aberrazioni cromatiche, di cui invece soffre il mio 17-70 usato in macro…e da f/5.6 in poi pare molto nitido 🙂 Insomma…che ci faccio?
Marzo 3, 2008 alle 3:53 pm #1328700longdreamPartecipanteLa lente mi sembra abbia una buona resa. Forse è un peccato lasciar correre. Chiedi in giro quanto costa l’adattatore: se non sbaglio ce n’è un modello con chip integrato che ti permette di mantenere l’autofocus.
Marzo 4, 2008 alle 1:26 am #1328884DoctorFragPartecipanteHo fatto esattamente così, long. Ho preso l’adattatore su ebay…dovrebbe arrivarmi tra alcuni giorni…e proverò a sfruttare l’ottica come un 100/2 equivalente su full frame: ritratti alla mia Lei, così, giusto per darle un pò il tormento [fis] Ho fatto alcune prove sfruttando il 58/2 come macro (mette a fuoco da circa 25cm dalla lente frontale), e il risultato mi piace; è soltanto noiosissimo e molto difficoltoso ottenere una precisa messa a fuoco, visto che…giuro non capisco…la pdc realmente ottenuta in foto è NETTAMENTE inferiore a quanto si vede nel mirino a tutta apertura [ner] Uno sfocato molto più marcato degli sfondi, risultato del curioso effetto, è invece molto interessante. Boh (?)
Marzo 5, 2008 alle 3:32 am #1329329umberto37itPartecipanteI vetrini smerigliati delle reflex digitali sono in realtà semitrasparenti per consentire una maggiore luminosità e quindi una visione più agevole. La percezione della zona di messa a fuoco nitida viene perciò ingannata dalla sensazione di una maggiore profondità di campo, che poi l’immagine non restituisce. Questo rende particolarmente problematica la focheggiatura manuale, soprattutto con obiettivi che perdono, nell’adattamento, l’automatismo del diaframma. Ci sono degli anelli di conversione dotati di un finto chip, che dovrebbe segnalare con un lampeggio la messa a fuoro esatta, come fanno gli obiettivi originali autofocus quando impiegati in manuale. Non ne ho però esperienza diretta e sono anche restio ad utilizzarli, nel timore che mi mettano in corto il circuito della macchina. Umberto
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