- Questo topic ha 27 risposte, 10 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni, 9 mesi fa da wintermute.
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Febbraio 24, 2012 alle 3:27 pm #1696846ItzerPartecipante
E vero che i bambini, a volte, devono sopportare i… capricci degli adulti, ma qui mi pare si stia un po esagerando nel cercare a tutti i costi in una foto significati che a me sembrano più arrovellamenti o contorsionismi mentali. Chissà quanto quei bambini avranno corso, riso e saltato prima e dopo quelle foto. Lo spero! Diversamente, se davvero erano a disagio e trasmettevano solitudine ed emarginazione, allora si vien da chiedersi se un genitore non avrebbe fatto bene a prenderli e portarli a casa domandando loro scusa per i loro… capricci da adulti, appunto. Scusa Gian Mauro, non mi riferisco direttamente a te, ovviamente, ed ho talmente poche certezze che dar lezioni o sputar sentenze è cosa fuori dalle mie capacità; le mie sono semplici considerazioni che faccio su un argomento (i bambini) che mi sta molto a cuore, come voi le fate su queste foto. Un saluto.
Febbraio 24, 2012 alle 3:42 pm #1696847AnonimoOspiteMe l’ero perso questo 3d… buona la prima, il problema dei piedi tagliati è un non problema, nella street passa in secondo piano, non è un ritratto. Il senso c’è e si coglie, la tua interpretazione(che non necessariamente dev’essere reale, ribadisco, la fotografia non è rappresentazione dela realtà, ma è interpretazione attraverso i nostri occhi, è astrazione,è concetto, idea) conferisce enfasi al significato. La seconda non la gradisco per via dei colori esageratamente saturi, mi disturba gli occhi tutto quel fosforescente 🙂 parere personale.
Febbraio 24, 2012 alle 3:55 pm #1696853GianMauroPartecipanteNo itzer, ti sbagli. Non sono i bambini ad essere in disagio ma io. Sono io che ho provato quelle sensazioni. Ho scritto: “…quando ho visto queste due foto ho provato una senzazione di strana solitudine quasi un’emarginazione. Sperduti tra la folla e la calca dell’ultima domenica di carnevale.” C’è una bella differenza. Tutto è riconducibile ad una mia interpretazione Ciao
Febbraio 24, 2012 alle 4:33 pm #1696854GianMauroPartecipanteGrazie Gibo, Mi fa molto piacere che concordi sul fatto che la fotografia sia interpretazione e non solo un semplice specchio della realtà. Grazie del commento e dell’apprezzamento Ciao
Febbraio 24, 2012 alle 4:53 pm #1696855AnonimoOspiteOriginariamente inviato da GianMauro: Grazie Gibo, Mi fa molto piacere che concordi sul fatto che la fotografia sia interpretazione e non solo un semplice specchio della realtà. Grazie del commento e dell’apprezzamento Ciao
Cito testualmente, da ” il negativo” di A.A. “E’ importante rendersi conto che tanto la fotografia espressiva(detta anche creativa) quanto quella di documentazione non sono in rapporto diretto con quello che noi chiamiamo realtà. Noi, senza percepire determinati valori del soggetto cerchiamo di duplicarlo nella stampa. Se lo desideriamo, possimao simularne l’apparenza in termini di valore di densità riflessa, oppure possiamo restituirlo ricorrendo ad altri valori, basati sull’impatto emotivo. Molti ritengono che le mie immagini rientrino nella categoria “foto realistiche”, mentre di fatto quanto offrono di reale risiede solo nella precisione dell’immagine ottica; i loro “valori” sono invece decisamente distaccati dalla realtà. L’osservatore può accettarli come realistici in quanto l’effetto visivo può essere plausibile, ma se fosse possibile metterli in confronto diretto con i soggetti reali le differenze risulterebbero sorprendenti”. e ancora “Un brano musicale così come la stampa di un negativo, può essere eseguito in mille modi, e nonostante ciò rifarsi ai medesimi elementi base”
Febbraio 24, 2012 alle 5:05 pm #1696857wintermutePartecipanteOriginariamente inviato da 78gibo: Cito testualmente, da ” il negativo” di A.A. …
Wow, sicuramente un bellissimo pensiero. Penso che chiunque si sia reso conto, almeno una volta, che una proprio foto conteneva e esprimeva una parte di sé, non può che condividerlo.
Febbraio 24, 2012 alle 5:24 pm #1696861pippobassiPartecipanteCiao GianMauro! Anche per me la prima foto è riuscitissima ed i colori così saturi rimandano ad un mondo da fiaba e mi piacciono. Trovo molto interessante lo spunto di gibo che citando A.A. parla dell’esecuzione di una foto come quella di un brano musicale. Se ci pensiamo bene la realtà stessa, essendo sempre e comunque guardata dai nostri occhi , varia da persona a persona.
Febbraio 24, 2012 alle 7:09 pm #1696881GianMauroPartecipanteSorprendente, non conoscevo questo pensiero di Adams. Ho sempre considerato Adams un “cartolinaro” un’eccellenza nel suo genere sicuramente intendiamoci, ma non mi sarei mai aspettato proprio da lui un pensiero così. Grazie Gibo
Febbraio 24, 2012 alle 7:24 pm #1696886GianMauroPartecipanteGrazie Pippo, non si può notare che le idee convergono. Mi fa molto piacere Ciao
Febbraio 24, 2012 alle 11:32 pm #1696923ItzerPartecipanteOriginariamente inviato da wintermute: … la bambina con il capo chino, sembra triste e sconsolata sotto quella pioggia di coriandoli
Originariamente inviato da GianMauro: … La seconda è vero comunica meno il senso di emarginazione, ma l’indipendenza con cui il bimbo si muove è, secondo me, un altro segno di solitudine…
Mah… Non è per insistere, però… “la bambina con il capo chino sembra triste e sconsolata…” Ed ancora: “l’indipendenza con cui il bimbo si muove è, secondo me, un altro segno di solitudine…” sono parole vostre e parlano di quello che i bambini trasmettono, non di quel che il fotografo interpreta. Che poi la fotografia sia anche soggettiva interpretazione e che un brano musicale lo si possa eseguire in mille modi diversi pur essendo sempre sette le note musicali, non mi sembra un pensiero poi così rivoluzionario e comunque lo sapevamo anche senza scomodare A.A.
Febbraio 24, 2012 alle 11:42 pm #1696928GianMauroPartecipantePaolo che dire… prendo atto del tuo punto di vista e ti assicuro anche che sarà sicuramente motivo di autocritica ciao
Febbraio 25, 2012 alle 12:02 am #1696933ItzerPartecipanteMa no, non mi devi nessuna autocritica, ci mancherebbe! E poi di che??? Forse io mi accaloro troppo quando si tratta di bambini e questo mezzo, per tanti versi straordinario, è così limitato da impedire quella serenità nel dialogare che invece è naturale trovandosi a quattr’occhi.
Febbraio 27, 2012 alle 2:07 pm #1697192wintermutePartecipanteOriginariamente inviato da Itzer: Mah… Non è per insistere, però… “la bambina con il capo chino sembra triste e sconsolata…” Ed ancora: “l’indipendenza con cui il bimbo si muove è, secondo me, un altro segno di solitudine…” sono parole vostre e parlano di quello che i bambini trasmettono, non di quel che il fotografo interpreta.
Beh, dato il titolo delle foto e la descrizione che le precedeva io ho cercato di osservare le foto da “quell’angolazione”, ricercando in esse quello che l’autore voleva trasmettere. Ho cercato di interpretare le foto cercando di capire se i soggetti ritratti potevano trasmettermi le sensazioni descritte dal titolo e dalla breve descrizione dell’autore: la prima foto, per quanto mi riguarda, è riuscita nell’intento, la seconda no. Poi è chiaro e auspicabile che i bambini, al carnevale, si divertissero e fossero felici 🙂
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