- Questo topic ha 55 risposte, 22 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 14 anni fa da Franco.
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Ottobre 28, 2010 alle 5:33 am #1609436CarloPartecipante
E’ raro che si parli di fotografi, ed è ancora più raro che si parli di fotografi non ‘di massa’. Oggi sul corriere della sera è apparso un articolo: http://kabul.corriere.it/2010/10/i_paparazzi_della_violenza.html E’ la storia di questo gruppo di amici che tra il 1990 e il 1994 documentano fotograficamente la drammatica situazione di violenza e degrado del Sudafrica. Arrivano premi anche prestigiosi (Pulzer), mentre il soprannome che gli viene affibbiato è quello di “paparazzi della morte”. E sarà la morte un filo conduttore che sembra non averli mai abbandonati. Uno di loro è morto sul campo, un altro si è suicidato incapace di cancellare l’orrore che ha visto e dcoumentato. Un terzo ha perso le gambe su una mina in Afghanistan pochi giorni fa. L’articolo mi ha colpito. Non conoscevo nessuno di loro nè avevo mai sentito parlare del gruppo Bang Bang. Certo la foto che pubblica il corriere della bambina che stremata si trascina con un avvoltoio a pochi metri che aspetta… beh è stato un colpo allo stomaco. Si spiega che uno dei motivi per cui Kevin Carter si è suicidato è stato proprio il tormento seguito a quello scatto. Lui dice di non aver aiutato la piccola a raggiungere il centro di aiuto. Ha “solo” scattato. Un reporter deve essere sempre neutrale. Primo per essere super partes e non condizionato in qualsiasi conflitto si trovi a scattare. Secondo per salvarsi la vita. terzo perchè la stampa dovrebbe essere sempre indipendente (fotografi, giornalisti ecc…) al fine di consrvare l’accesso anche ai territori di guerra, ai campi di prigionia, alle prigioni ecc… Ma la guerra che combatteva la bimba non era contro un esercito. Era contro la fame e la morte. E’ stato giusto il comportamento di Carter ?? Aggiungo che purtroppo di questo fotografo, di questo gruppo e della loro storia non so nulla. Ho solo letto l’articolo del Corriere della Sera. Carlo
Ottobre 28, 2010 alle 5:58 am #1609438FrancoPartecipantebrutto mestiere fare il reporter in zone di crisi, guerra. l’ho fatto molti anni fà, in situazioni molto meno pesanti di quelle descritte, lascia dentro una ferita che non si può descrivere, dimenticare…… se vivi la fotografia con passione, ogni emozione viene amplificata in modo esponenziale…….. la foto della bambina e l’avvoltoio è agghiacciante
Ottobre 28, 2010 alle 2:05 pm #1609483jackerssPartecipanteBello. Bello nel senso di avvincente. Tstimoniare intendo. Essere l’artefice di unos catto cinico ma coraggioso direi che è fondamentale per quelal memoria storica che avvicina i lontani a questa realtà sconosciuta. Sindacare sul merito dell’obiettivo raggiunto, grazie ad un carattere piu’ o meno spietato direi che demotiva il fine. Una forte realtà, che imamginavo ma che non consocevo in certi termini, e forse mi prende perchè è da un po’ che penso ad un certo tipo di fotografia-verità.
Ottobre 28, 2010 alle 2:10 pm #1609484EnricoXPartecipanteAmo la fotografia. Da anni. La amo visceralmente, ammiro e rispetto il lavoro di chi, sul campo, documenta la vita in tutti i suoi aspetti, anche i più tragici. Ritengo però che a tutto ci debba essere un limite, e che Carter lo abbia abbondantemente superato, e tale limite è quello dell’umana compassione ed etica. E’ etico scattare quell’immagine? Secondo me si. E’ etico NON aiutare una bambina in punto di morte, magari per correre a fare altri scatti? NO santi cielo, NO! Nachtwey, un grandissimo, ha più e più volte ribadito che non bisogna mai scavalcare quel limite sottile, che ti consente ancora di guardarti allo specchio. E Carter quel limite l’ha superato. Abbondantemente. Qualunque essere umano dotato di una coscienza, non può credo vivere con quel tipo di peso. Sono disgustato, è la prima volta che ODIO una fotografia.
Ottobre 28, 2010 alle 2:26 pm #1609490porcospino99PartecipanteUh che argomento difficile. Tanto per cominciare ecco perchè non fari mai il reporter in scene di guerra/sofferenza. Non potrei reggere il peso di uno scatto come quello della bimba e poi tirare diritto senza fare nulla. Però se uno è un reporter si deve fermare ad ogni scatto? Aiutare quella bambina? Spegnere le fiamme adosso all’uomo della foto sotto? Combattare al fianco degli indios che non vogliono abbandonare la foresta in cui vivono da millenni???? Forse io mi fermerei nel primo contensto nel quale capito appendendo la macchina al chiodo…. ma se uno ha come “missione/vocazione” portare a conoscenza delle masse (occidentali in particolare) cosa accade nel mondo forse è giusto che prosegua…. ciao
Ottobre 28, 2010 alle 2:50 pm #1609502LorisPartecipanteMa scherziamo, non si deve e non si può odiare la fotografia, anzi la si deve ringraziare allinfinito, cerchiamo di non essere ipocriti, alla gente piace vedere il sangue, per citare solo pochi esempi: le decapitazioni in Francia durante la rivoluzione le piazze erano piene di folla e i pittori dellepoca hanno riempito tele allinfinito. Tutte le riprese degli attacchi alle torri gemelle dell 11 settembre. Il Vespa (giornalista professionista) che ci sguazza nel torbido delle disgrazie umane mostrando le macchie di sangue di bambini .scusate ma sapete che potrei continuare allinfinito (vedi la cronaca nera recente). È giusto documentare con foto e articoli, il giornalista ed il fotografo, per assurdo dovrebbero essere trasparenti limitarsi solo a documentare .ma non dimenticare che sono uomini, ragazzi che lavoro difficile, io non potrei mai. Certo che i fotoreporter di guerra hanno coraggio e meritano rispetto, dal divano di casa non si può comprendere che cosa è il male la sofferenza, ma è la vita! Personalmente dico che vedere toccare la sofferenza, fa bene alla coscienza, È CHIARO NETTO E INECCEPIBILE che non vorrei mai vedere la sofferenza e morte in faccia . ma una volta vista ti si apre un mondo di mille riflessioni…
Ottobre 28, 2010 alle 2:50 pm #1609503FrancoPartecipanteda qualche parte avevo letto che Carter ammise di ODIARE questa foto, non voleva parlarne. Bisogna capire che l’essere umano è di carne e ha dei limiti di sopportazione, quando vede molti eventi di questo tipo, ed è una persona sensibile, può solo rinchiudersi in una bolla per evitare che le immagini divorino la sua voglia di vivere…… ma quando questo è avvenuto, non c’è modo di tirarsi indietro, certe immagini ritornano sempre alla mente. Fare foto foto di questo tipo è un suicidio, perchè tolgono la voglia di vivere. In una foto, quando scatti ti immedesimi col soggetto, a volte gli parli e lui si rivolge a te come a colui che porta la testimonianza fuori dall’evento presente…… capisco che si tratta di lavoro, che pensi di avere il controllo della situazione, di essere estraneo all’evento come avviene nella fotografia naturalistica, partecipe di un evento ineruttabile, immane, inevitabile……. ma dopo devi fare i conti con la coscienza, quando sei nel caldo tepore della tua casa e ricordi le richieste d’aiuto di chi è fuori……… richieste d’aiuto fatte a te, testimone di quello che è stato, non ad altri, a te che hai visto la sua tragedia e ti ha dato il testimone per portarlo a noi….
Ottobre 28, 2010 alle 2:55 pm #1609506xiodevisPartecipanteho visto la foto della bambina……da padre mi viene da piangere.per quanto riguarda carter, non capisco perchè non l’abbia aiutata,ma capisco il perchè si è ucciso,”penso” che avrei preferito morire per mano di altri nel tentativo di salvare la piccola,che suicidarmi perchè non l’ho aiutata
Ottobre 28, 2010 alle 2:58 pm #1609509LorisPartecipante…tutti noi siamo andati avedere le foto….non ci bastavano le parole…ora capite!
Ottobre 28, 2010 alle 3:01 pm #1609512porcospino99Partecipantespero d non andare contro il regolamento.. e mi scuso per il fuori tema però:
Originariamente inviato da lorisfromfvg: Il Vespa (giornalista professionista)….
definire il Vespa di oggi giornalista professionista solo perchè è tesserato è un vero insulto verso i VERI giornalisti. (ovviamente mia umile opinione)
Ottobre 28, 2010 alle 3:04 pm #1609515Lorenzo CanonianiAmministratore del forumOriginariamente inviato da porcospino99: definire il Vespa di oggi giornalista professionista solo perchè è tesserato è un vero insulto verso i VERI giornalisti. (ovviamente mia umile opinione)
Per cortesia non cominciamo con queste assertazioni altrimenti mi vedro’ costretto a chiudere la discussione. Atteniamoci al topic Grazie
Ottobre 28, 2010 alle 3:12 pm #1609516EnricoXPartecipanteNo, non sono d’accordo assolutamente. Qui non si tratta di diritto di cronaca, non si tratta di documentare un fatto, un evento, una tragedia. Spesso l’azione che il fotografo potrebbe compiere dentro ad un evento è minima, ininfluente, molto meglio quindi fotografare la scena e testimoniarla a quante più persone possibile. Durante un conflitto, un pestaggio di massa, un fotografo non può intervenire, pena perdere la vita, e quindi è comprensibile la scelta di tenersi in disparte. Ma qui si tratta di una situazione totalmente diversa. Non critico infatti il fatto di aver documentato questa tragedia, ma il come è stata scattata la foto. La totale disumanità di questo bastardo, che se ne è fregato totalmente della sofferenza di un essere umano, ha aspettato mezz’ora fermo come l’avvoltoio che succedesse qualcosa, e poi SE NE E’ ANDATO!!!!!!!! A piangere!!!!!!! Ma che essere umano è questo? Cosa gli costava dopo lo scatto provare ad aiutare la bambina? Niente. Nessun uomo può vivere con simili atrocità dentro di se. Guardare “war photographer” sull’attività di Nachtwey è esemplare e andrebbe fatto per rendersi conto di cosa significa operare in zone di crisi, e soprattutto avere un’etica di lavoro che ti permetta “di guardarti in faccia la mattina allo specchio” (parole di Nacht.)
Ottobre 28, 2010 alle 3:15 pm #1609520FrancoPartecipanteOriginariamente inviato da porcospino99: Tanto per cominciare ecco perchè non fari mai il reporter in scene di guerra/sofferenza. Non potrei reggere il peso di uno scatto come quello della bimba e poi tirare diritto senza fare nulla. Però se uno è un reporter si deve fermare ad ogni scatto? Aiutare quella bambina? Spegnere le fiamme adosso all’uomo della foto sotto? Combattare al fianco degli indios che non vogliono abbandonare la foresta in cui vivono da millenni????
è vero, anch’io non lo farei mai, penso che pochi lo vorrebbero fare. i reporter di guerra sono degli intoccabili (neppure molto), queste persone hanno testimoniato a fianco di assassini. Se fossero intervenuti, forse sarebbero diventati loro stessi vittime…… si sono abituati ad essere partecipi e non intervenire perchè quello era l’unico modo di sopravvivere agli eventi…. ma se testimoni a fianco di un assassino, che ti ignora perchè sei giornalista, non diventi suo complice, in minima parte? Il discorso cambia quando il reporter riprende delle scene in situazione di crisi, terremoti, alluvioni, valanghe o scene di tragedie urbane già avvenute, in questi casi il fotografo non sente l’obbligo morale di intervenire, così sembra, ma in realtà non è vero, non ha fatto niente per aiutare le persone che erano là e per questo motivo le immagini continuano ad essere presenti nella sua mente, con un peso molto inferiore rispetto il reporter di guerra, posso immaginare…..
Ottobre 28, 2010 alle 3:17 pm #1609522skylightPartecipanteOriginariamente inviato da xiodevis: “penso” che avrei preferito morire per mano di altri nel tentativo di salvare la piccola,che suicidarmi perchè non l’ho aiutata
Ognuno è responsabile e vittima delle proprie azioni, al giorno d’oggi il valore delle cose viene stravolto da finti valori per i quali la gente è capace di tutto… Ma alla fine dei conti i nodi tornano al pettine e non possiamo ingannare noi stessi. Sono padre anche io e non c’è premio ne cronaca che giustifichi l’indifferenza (perchè di questo si tratta) verso un altro essere umano che ha bisogno di aiuto. Altro che premio Pulitzer
Ottobre 28, 2010 alle 3:18 pm #1609524LorisPartecipanteOriginariamente inviato da EnricoX: e poi SE NE E’ ANDATO!!!!!!!! A piangere!!!!!!! Ma che essere umano è questo? Cosa gli costava dopo lo scatto provare ad aiutare la bambina? Niente.
Concordo pienamente, ma la fotografia non centra nulla, non odiamo il mezzo…. ma chi lo usa senza vergogna! Nobel aveva inventato la dinamite/nitroglicerina a fini nobili….
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